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Autore: SusanTheGentle    17/03/2014    11 recensioni
Questa storia fa parte della serie "CHRONICLES OF QUEEN"

Il loro sogno si è avverato.
Tornati a Narnia, Caspian e Susan si apprestano ad iniziare una nuova vita insieme: una famiglia, tanti amici, e due splendidi figli da amare e proteggere da ogni cosa.
Ma quando la felicità e la pace sembrano regnare sovrane, qualcosa accade...
"E' solo un attimo, al sorgere e al tramontar del sole, attimo in cui riescono a malapena a sfiorarsi....
Sempre insieme, eternamente divisi"

SEGUITO DI "Queen of my Heart", ispirato al libro de "La sedia d'agento" e al film "Ladyhawke".
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caspian, Susan Pevensie
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Chronicles of Queen'
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14. Il traditore
 
 
Quando hai pianto ho asciugato tutte le tue lacrime
Quando hai urlato ho combattuto tutte le tue paure
Ho tenuto la tua mano durante tutti questi anni
Ma tu hai ancora tutto di me


 
Le ultime gocce di pioggia gli spruzzarono il viso, mentre guardava il falco allargare le ali, stagliarsi contro la luce dell’aurora, liberare un altro acuto richiamo.
Susan…eccola dunque: ecco qual era l’aspetto che la maledizione aveva scelto per lei.
Caspian provò sentimenti contrastanti: da quel momento in avanti avrebbe avuto una vita a metà. Lei, alla quale lui aveva cercato da sempre di dare tutto dalla vita.  Era prigioniera di quelle sembianze, ma allo stesso tempo era libera…libera da quella gabbia, libera da Rabadash e dai suoi soprusi.
Dolce Susan, che aveva combattuto contro tutto e tutti per stare con lui, persino contro sé stessa, riuscendo a vincere le paure e le incertezze.
Si pentì di essere stato duro con lei, di averla rimproverata. Non le aveva nemmeno chiesto scusa e adesso non avrebbe più potuto farlo...
I suoi pensieri vennero interrotti da un rumore di tegole spostate. Caspian si volse e vide Rabadash: un braccio inerme lungo il corpo, con l’altro cercava di risalire sulla Torre.
Il Liberatore ebbe l’impulso di alzare Rhasador e colpirlo senza indugio, ma il richiamo del falco lo riportò alla ragione.
“Sue…” mormorò.
Anche Rabadash si volse.
Il falco era tornato indietro e andava verso Caspian.
Il Re alzò il braccio, accogliendola su di esso.
“Caspian!”
“Maestà!”
Chiamarono due voci all’unisono.
Miriel e Briscola apparvero sulla soglia della Grande Torre, scarmigliati, il respiro affannoso.
Caspian lanciò uno sguardo incerto sotto di sé, verso Rabadash.
I due avversari si scambiarono uno sguardo di puro odio, sapendo che quello scontro era solo rimandato.
“Che tu sia maledetto, Liberatore!” gridò il principe del Sud, mentre il Re di Narnia fuggiva insieme a Susan, la Driade e il Nano. “Oh, dimenticavo…sei già maledetto!” esclamò ancora, scoppiando in una risata glaciale.
“Voi siete pazzo” disse una voce accanto a lui.
Rabadash si voltò. “Shira!”
“Tutta la vostra cattiveria vi si ritorcerà contro, un giorno”
“Tu ritieniti fortunata che non possa spezzarti il collo seduta sante, piccola infedele”
Lei fece un verso sprezzante. “Non vi sono mai stata fedele. Ormai, tanto vale che ve lo dica, e ci terrei che informaste anche il vostro paparino: sono sempre stata dalla parte di Aslan, fin dai tempi del viaggio attraverso l’Oceano”
Senza ascoltare ulteriore insulti, Shira aprì le ali e spiccò il volo, compiacendosi di aver visto la collera sul volto del principe.
Volò verso terra dove gli animali di Narnia avevano scatenato un vero parapiglia. Il diversivo era riuscito in pieno. Ma chissà come se la stavano cavando Drinian, Cornelius e Tempestoso…Erano riusciti a trovare le ancelle della Regina? E Lord Rhoop?
Shira virò verso una finestra aperta, raggiungendo di nuovo il Re, Miriel, Briscola e il falco.
Il gruppetto ridiscese verso il terzo piano, dove Rhoop li aspettava davanti alle stanze della Regina Lucy.
Caspian slittò sul pavimento, fermandosi di colpo.
“Che diavolo è successo qui?” chiese, allibito e ammirato, vedendo decine di soldati calormeniani stesi a terra.
“Abbiamo difeso il passaggio con unghie, becchi, denti e…spada” rispose una volpe.
“Anche Lord Rhoop ci ha aiutato” commentò un corvo.
“Sì” disse quest’ultimo con un sorrisetto, “giusto un pochino”
Dalla curva del corridoio si udirono passi in corsa. Tutti si prepararono a dar battaglia, ma non ce ne fu bisogno: erano Cornelius, Tara e Clipse.
Le due ancelle corsero immediatamente ad abbracciare Miriel.
“Dove sono Drinian e Tempestoso?” chiese Caspian.
“Il capitano è andato a cercare sua moglie” rispose Clipse. “Tempestoso è rimasto con lui per aiutarlo”
“Non eravate insieme a Lora?”
“All’inizio sì” rispose Tara, “ma qualche giorno fa l’hanno portata via”
“Via dove?”
“Non lo so, Sire” Tara scosse il capo, mortificata.
“Maestà, voi dovete andare” intervenne Lord Rhoop. “Era stato stabilito che…”
“Ci ritrovassimo all’accampamento, lo so, milord” concluse il giovane. Respirò profondamente, serrando il pungo sull’elsa di Rhasador.
“Rimarrò io qui ad attenderli. Devo comunque restare per far passare tutti gli animali” disse ancora Rhoop.
“No” disse Cornelius, la fronte imperlata di sudore. “Hanno detto di non aspettarli”
Ci fu un mormorio di incredulità.
“Ma così rimarranno bloccati dentro il castello!” esclamò Miriel, “Se dovessero tornare indietro…”
Se?!” esclamò Caspian, voltandosi verso di lei con espressione furiosa.
“Volevo dire...quando torneranno indietro” si corresse la Driade, “senza Lord Rhoop a guardia del passaggio, non potranno sperare di entrarvi senza venire inseguiti”
“E’ vero” disse Briscola. “In ogni caso, serve sempre qualcuno che resti di guardia a impedire ai calormeniani di insinuarsi nel passaggio segreto”
“Non sanno ancora dov’è l’entrata vera e propria” ribatté la volpe.
“Lo scopriranno in fretta, non dubitarne”
“Dovremo far crollare il passaggio segreto, allora” disse Rhoop. “O i soldati attraverseranno la galleria e finiranno per scoprire dove ci nascondiamo”
“L’idea finale era quella” disse Caspian, “ma mi rifiuto di fare una cosa simile se tutti non sono passati. Il giuramento che feci anni fa sul Veliero dell’Alba è ancora valido: finché mi sarà possibile, proteggerò tutti coloro a cui voglio bene”
Il falco, sulla spalla del Re, si mosse ed emise un verso stridulo di avvertimento.
“Stanno arrivando altri guerrieri di Calormen” disse Cornelius. “Resterò io, voi andate. Tutti. Anche voi Lord Rhoop”
“Non se ne parla!” esclamò subito Caspian.
“Maestà, per una volta devo dirvi di tacere. Io posso impedire ai soldati di scoprire il passaggio segreto, e posso aiutare i nostri amici”
“E come?”
“Semplice: con un poco di magia spicciola. Anzi, mi è venuta un’idea: confonderò il corridoio”
“Confonderete…?” fece Caspian, osservando il precettore armeggiare con dei piccoli sacchettini appesi alla sua cintura, dai quali estrasse qualche strana pietruzza colorata.
“Esatto, esatto!” spiegò velocemente il dottore. “Ho usato lo stesso trucco giù nelle prigioni. Vedete questa pietra? Se ora la poniamo qui, al cento del corridoio, sprigionerà una nebbiolina che confonderà la strada; ossia, sarà come se non esistesse. In questo modo, sia gli animali che Drinian, Tempestoso e Lady Lora, potranno rinfilarsi nel passaggio segreto senza venire inseguiti. Per i soldati sarà come vederli scomparire nel nulla”
“Ma se il corridoio non esisterà agli occhi dei calormeniani” commentò Shira, “neppure Drinian e gli altri lo vedranno”
“Per questo è necessario che rimanga io. Nessuno di voi sarebbe in grado di attivare e disattivare questa magia, soltanto io”
Cornelius si avvicinò alla porta della camera di Lucy e l’aprì, esortando tutti i presenti ad entrare. “Andate, Maestà, presto!”
Caspian prese il falco e lo passò a Tara, la quale osservò lo splendido uccello con curiosità. Lei e Clipse non sapevano ancora nulla della maledizione.
Poi, prima che la porta si richiudesse, il Liberatore posò le mani sulle spalle del suo precettore. Suo padre.
“Promettete, giurate di ritornare con Drinian all’accampamento”
“No, voi dovete partire immediatamente per Prato Ballerino. Non aspettateci. Ci rivedremo alla casa di Tartufello. In qualche modo, vi giuro che vi raggiungeremo. Che Aslan sia con voi”
“Grazie professore. Non so davvero come ringraziarvi”
Quelle furono le ultime parole che Caspian scambiò con il dottor Cornelius.
Non si sarebbero rivisti a Prato Ballerino. Si sarebbero incontrati ancora, ma in un luogo diverso, in circostanze diverse, in un tempo lontano da quel giorno.
Briscola e Caspian furono i primi a raggiungere lo specchio, armeggiando con l’intelaiatura per far scattare il passaggio.
Ora che il Re era abbastanza lontano per non udire, Cornelius afferrò la manica dell’abito di Lord Rhoop, trattenendolo un momento.
“Quando Sua Maestà sarà al sicuro, fate crollare il passaggio con questa” disse il vecchio, mettendo tra le mani di Rhoop un sacchettino rosso scarlatto. “Qui dentro c’è una potente polvere esplosiva”
“Ma professore, voi…”
“Non discutete. Ora andate”
“Sua Maestà mi ucciderà quando saprà che ve l’ho lasciato fare” protestò debolmente il Lord di Telmar, cacciandosi il sacchettino in una tasca del farsetto.
Gli occhi di Cornelius brillarono di lacrime. “Dite a Sua Maestà che faccio questo perché lo amo con tutto il cuore. Lui, la Regina, i principi, e tutti voi. Se la mia singola vita servirà per salvarvi, la donerò volentieri”
Detto ciò, Lord Rhoop richiuse la porta e raggiunse il resto del gruppo. Gli animali stavano già calandosi attraverso il cunicolo, poi toccò alle ragazze e infine agli uomini. Lui e Caspian furono gli ultimi.
Una volta richiusa la botola, dopo che ebbero disceso le innumerevoli rampe di scale a chiocciola, Rhoop rimase un poco più indietro rispetto agli altri senza farsi notare. Si fermò, estrasse la polvere esplosiva e la fece cadere a terra. Quella iniziò a sfrigolare a contatto con la pavimentazione di pietra, e Rhoop si allontanò in fretta.
Dopo un attimo ci fu una fortissima esplosione.
Molti gridarono di spavento. Caspian si volse e osservò sgomento le scalinate segrete piegarsi l’una sull’altra, crollare in un fragore assordante provocando un enorme polverone.
“Via! Va! Allontaniamoci!” esclamò Briscola.
“NO!” gridò Caspian, muovendosi istintivamente per tornare indietro.
Lord Rhoop lo fermò, afferrandolo per le braccia. “Sire, andiamocene”
“C’è ancora Cornelius, lassù! Non posso abbandonarlo!”
“E’ stato lui a volerlo, Maestà, per salvarci tutti!”
Caspian smise di dimenarsi e lo fissò, scuotendo piano il capo. “Mi ha promesso…mi ha promesso che…” non finì al frase, non riusciva a parlare. “Perché gliel’avete permesso?!” proruppe poi, afferrando Lord Rhoop per il bavero della camicia.
“Perché era la nostra unica possibilità di non venire inseguiti dai soldati di Rabadash! Qualcuno sarebbe dovuto rimanere in ogni caso. Ha scelto di restare lui. Dovreste essergli grato per quel che ha fatto. Vi sta donando la sua vita, Maestà”
“Io non ho mai chiesto questo! Non ho mai voluto questo!”. Caspian lasciò andare il Lord, respirando affannosamente.
“E Drinian? E Tempestoso?” chiese debolmente Miriel, quasi avesse paura di parlare.
Lord Rhoop scosse semplicemente il capo, facendole capire – a lei come a tutti – che probabilmente non avrebbero più rivisto nessuno di loro.
 
 
 
~·~

 
 
Quando il castello era stato attaccato dai calormeniani, Lady Lora passeggiava per i giardini insieme a un altro paio di dame. Un corno da guerra era risuonato nell’aria di quel tranquillo pomeriggio d’estate, e i cavalieri avevano subito intimato i castellani a rientrare.
Il primo pensiero di Lora era stato per suo marito. La sua mente era corsa poi alla famiglia reale: il Re, la Regina e i principi si trovavano fuori per una gita nelle foreste. Che Aslan li avesse protetti! Non dovevano tornare indietro, o li avrebbero catturati. Bisognava subito avvertirli.
Purtroppo, la confusione fuori e dentro il palazzo era tanta che Lora non aveva trovato nemmeno un paggetto che l’ascoltasse per più di dieci secondi.
Si era ritrovata nei pressi dell’Antica casa del Tesoro e qui aveva incontrato il dottor Cornelius. Insieme avevano deciso di nascondersi proprio là dentro.
In seguito, erano sopraggiunti Miriel, Tara, Clipse e Briscola, e poi i Lord di Telmar, i quali l’avevano rassicurata sulle sorti di Drinian: era vivo, era lì a Cair Paravel.
I Lord, come lei, si erano rifiutati di ascoltare il consiglio di Briscola, cioè quello di fuggire dal palazzo reale per nascondersi nelle foreste.
Tara e Clipse erano con lei, così Cornelius. Miriel era stata l’unica che si era offerta di andare insieme a Briscola a cercare il Re e la Regina.
Mentre aspettava il ritorno del Nano e della Driade, Lora aveva continuato a lanciare occhiate al passaggio dell’Antica casa del Tesoro, sperando che si aprisse da un momento all’altro. Sperando di vedere Drinian sulla soglia.
E infine, lui era arrivato.
Senza dire una parola, marito e moglie si erano abbracciati per lungo tempo, fino a che il capitano non l’aveva portata via.
“Resterò al tuo fianco, mio caro. Se dovrò morire, lo farò insieme a te”
Era stato difficile lasciare le ancelle e il professore là da soli. Ciò nonostante, la Lady aveva fiducia in Briscola e Miriel: sarebbero stati presto di ritorno insieme ai Sovrani. Re Caspian avrebbe saputo cosa fare.
Lora e Drinian erano riusciti a fuggire e nascondersi, attendendo che la situazione si calmasse un poco prima di muoversi e cercare un rifugio più sicuro. Dal loro provvisorio nascondiglio avevano asstito alle eclissi, visto la foresta accendersi del colore del fuoco, e in ultimo il rapimento della Regina.
Lora aveva insistito per accorrere in suo soccorso. Voleva molto bene a Susan. La Dolce era sempre stata tanto buona con lei, l’aveva sempre trattata da amica; aveva pianto con lei e consolata, quando le aveva raccontato la triste storia. Susan l’aveva resa partecipe della vita dei principini, i quali suscitavano in Lora ricordi dolci amari per via del figlio che aveva perduto tanti anni prima.
“Non permetterò che le facciano del male, Drinian! Mi hai detto che, anni fa, il principe Rabadash era intenzionato a portarla con sé a Calormen. E se i propositi di quell’uomo non fossero cambiati? Cosa potrebbe fare alla nostra Regina?”
Drinian aveva accettato di aiutare sua moglie. Dopotutto, anche se a bordo del Veliero dell’Alba si erano verificate molte incomprensioni tra lui e Susan, il capitano voleva veramente bene alla Dolce.
Ma la fortuna non era stata dalla loro, quella volta. Lord Erton li aveva scoperti.
Il Duca aveva sguinzagliato (nel vero senso della parola) cani e sodati per cercare i fuggiaschi. E mentre Drinian combatteva contro Lord Ravenlock, Lord Galvan si era occupato di Lora, riportandola la castello e rinchiudendola nelle sue stanze. Poco tempo dopo aveva avuto compagnia: Tara e Clipse.
Le tre dame si erano chieste quale fosse il motivo per cui Lord Erton non avesse ordinato di gettalre in prigione assieme al resto dei loro amici. La risposta era arrivata alcuni giorni dopo...
Il Duca era ricomparso con i suoi scagnozzi e un paio di guardie. Aveva studiato attentamente le tre donne e poi si era voltato per conferire con gli altri due.
“La Signora dalla veste Verde esige al più presto una balia per i bambini” disse Erton. “Allora, chi credete che delle tre possa compiere meglio questo compito?”
“Io direi Lady Lora” disse subito Galvan. “E’ più matura, più esperta”
Lord Ravenlock aveva come a solito da ridire. “Scegliere tra le ancelle della Regina è un errore, ve lo dico io”.
“Chi meglio di loro potrebbe essere in grado di allevare quei marmocchi?” ribatté Erton.
“Non pensate che i bambini potrebbero venire…per così dire, ‘distratti’ dall’incantesimo che la Signora dalla Veste Verde ha gettato su di loro? Una delle ancelle, signori! Una persona così vicina alla loro madre potrebbe ispirare in loro qualche ricordo di lei.”
“Non succederà niente del genere” assicurò Lord Erton.
Già, pensò: era più che certo che la Strega Bianca non avrebbe permesso a un abitante di Narnia di scendere nel suo regno di tenebre senza aver prima pensato a come renderlo innocuo. Probabilmente, anche Lady Lora sarebbe stata sottomessa allo stesso incantesimo al quale Jadis aveva sottoposto il principe e la principessa.
“Bene, è deciso” disse il Duca, avanzando verso le tre donne e fermandosi davanti a Lora. “Avete ragione caro Galvan: credo anch’io che lei sia la più adatta per ciò che la Signora richiede. Su, portatela via”
In un attimo, Lora si era trovata le braccia chiuse attorno alle mani di due guardie. L’avevano condotta nel cortile secondario e caricata su una barca. Con questa aveva ragguinto la terra ferma e, una volta lontano da castello, i soldai l’avevano fatta salire su un carro. Un piccolo corteo – capitanato da Erton, Galvan e Ravenlock – aveva percorso stradine secondarie attraverso boschi e cittadine, finché non avevano imboccato un’enorme galleria scavata in una collina.
Dove la portavano? Che cosa volevano farle?
Al carro erano appese due lanterne che illuminavano la strada quel tanto che bastava. Per il resto, la galleria era avvolto nel buio.
Lora cercò di scorgere qualche particolare, ma c’era solo nuda roccia.
Viaggiarono per moltissime ore, forse quasi un giorno intero. La Lady si assopì e si svegliò solo quando il carro fece una brusca frenata. Scattò a sedere e si guardò attorno. Non poté non meravigliarsi del paesaggio che la circondava.
Si trovava ora in quello che pareva essere il cortile di un palazzo sotterraneo. Qua e là crescevano strani alberi dalle fronde cadenti, come fossero malati o…tristi. L’erba era ben tenuta ma di uno strano colore verde-azzurrino, lo stesso dei fiori e delle foglie degli alberi. Forse non era il loro vero colore, forse era colpa della poca luce.
Non sapeva se era giorno o notte, e non avrebbe potuto scoprirlo neanche volendo: erano a metri e metri sottoterra.
Una guardia scese da cavallo e annunciò l’arrivo di Lord Erton. In risposta, il portone di ferro si aprì, stranamente senza emettere un suono. Tutto era così calmo laggiù…
Il carro riprese a muoversi e dopo un po’ si fermò di nuovo.
“Siete in ritardo, Duca” disse una voce acuta e fredda.
Lora rabbrividì, cercando di vedere il volto della sua proprietaria.
Era una donna, alta, bellissima, occhi di ghiaccio e capelli lunghi e biondissimi. Indossava un sontuoso abito verde ornato di pietre preziose, al collo portava un bellissima collana di smeraldi.
Chi era mai?
“Mi avete portato la balia per i bambini?”
“Sì, signora, eccola qui” disse Lord Erton, indicando Lora e facendo cenno alle guardie di liberarla.
La Lady fu fatta scendere e condurre al cospetto della Sinora dalla Veste Verde.
Nessuno, tranne Lord Erton, sapeva chi avevano veramente davanti. Solamente il Duca, Tisroc e Rabadash conoscevano la reale identità della Regina del Mondodisotto.
La Signora osservò con attenzione Lady Lora, la quale tremò di fronte al suo sguardo penetrante.
“Va bene, portatela di sopra” ordinò infine. Poi, in tono affettato aggiunse: “Vostra Grazia, e voi Lord Galvan e Lord Ravenlock, gradireste una tazza di thè?”
E mentre la Regina e i tre uomini si accomiatavano, i soldati di Erton consegnarono Lora nelle mani di strane creature.
I servitori della Signora dalla Veste Verde furono gentili con lei. Le slegarono le mani e le diedero da mangiare e da bere.
Considerato che era quasi un giorno intero che non metteva nulla nello stomaco, la povera Lora mangiò e bevve con avidità, ringraziando.
Infine, spaventata ma anche curiosa di sapere cosa l’aspettava, seguì le creature delle tenebre in una stanza piena di giochi per bambini. Era ben arredata, calda e accogliente, dai colori vivaci. In mezzo a tutti i giocattoli vi erano due figurette immobili, sedute sul tappeto accanto al camino acceso.
Qualsiasi altro bambino avrebbe saputo come occupare il tempo in una stanza colma di tutti i divertimenti possibili, ma non loro. Immobili, seduti l’uno accanto all’altra, il bambino e la bambina alzarono i visetti tristi all’arrivo della nuova ospite.
Non appena si riconobbero, i gemelli scattarono in piedi, ritrovando il sorriso. Lady Lora cadde in ginocchio e allargò le braccia, tra le quali il principe Rilian e la principessa Myra si gettarono, iniziando a singhiozzare.
“Piccoli, state bene?”
“Allora non è vero che sei morta! Non è vero che siete tutti morti!” gridò Rilian, cercando di trattenere il pianto.
“Ma certo che no, tesoro! Chi ti ha detto una cosa simile?”
“La Signora, la Regina”
“Lei dice” fece Myra faticando a parlare tra un singulto e l’altro, “c-che i soldati del Deserto hanno a-attaccato il castello, e adesso N-Narnia non è più casa nostra, m-ma la loro. Ha detto che la mamma e il papà…sono…morti. Che un serpente li ha uccisi!”
I gemelli raccontarono tutto quel che era successo nella radura il famoso giorno dell’assedio.
“Poi, la Signora dalla Veste Verde ha ucciso il serpente e ci ha ospitati qui. E’ tanto gentile con noi, ma dice cose strane” concluse Myra.
“Oh, miei cari” fece Lora, gli occhi chiari colmi di pianto. “Non dovete fidarvi di questa Signora”
Come spiegargli che la loro salvatrice era alleata di Lord Erton, uno dei più agguerriti nemici dei loro genitori?
“No, no lei è buona” sostenne Myra.
“No, tesoro. E’ stata proprio la Signora di cui parlate che mi ha fatta portare qui”
I visetti dei gemelli s’illuminarono di gioia.
“Allora c’è ancora qualcuno a Narnia!” esclamò Rilian, sorridendo tra le lacrime. “La Signora deve essersi sbagliata…Oh, Lora, per favore, dicci dove sono papà e mamma!”
La Lady li strinse di nuovo a sé, non sapendo cosa rispondere. Lei non era sicura che il Re e la Regina stessero bene. Non sapeva dove fossero. Come poteva rassicurarli?
“Bambini, ascoltatemi attentamente: qualunque cosa sia accaduta, qualunque cosa succeda, voi non dovrete mai arrendervi. Voi siete la luce e la speranza del nostro mondo”
Rilian e Myra sentirono i loro piccoli cuoricini battere più forte a quelle parole.
I loro titoli, i titoli dei quali Aslan li aveva investiti.
Erano così piccoli che ancora non potevano rendersi conto del vero significato che quegli appellativi rappresentavano.
“Rirì, mi è appena venuta in mente una cosa!” esclamò d’un tratto Myra.
“Cosa?”
“Mamma e papà ci hanno raccontato che, tutte le volte che Narnia era in pericolo, arrivavano dei salvatori dall’Altro Mondo, dal mondo di mamma, dalla Terra! E quei salvatori erano proprio lei e i suoi fratelli: Peter, Edmund e Lucy. Insomma, i mostri zii!”
Rilian e Myra sapevano di averli conosciuti, ma erano ancora in fasce quando i Pevensie erano stati a Narnia l’ultima volta.
“Credi che potrebbero arrivare? E’ questo che sati dicendo, Mia?”
“Sì” esclamò la bambina, con negli occhi una luce tutta nuova.
Lady Lora osservò i due gemelli stringersi la mano e poco mancò che scoppiasse di nuovo in lacrime.
Sui loro piccoli nobili volti era comparsa una nuova espressione: era la speranza. La speranza che Myra infondeva al fratello, la quale veniva alimentata dalla luce che splendeva negli occhi azzurri di Rilian.
Poco dietro a loro, in piedi sulla soglia, la Strega Bianca osservava quella scena in preda a una sensazione con la quale non faceva più i conti da tanti anni: la paura.
Doveva assolutamente imprimere nuovi ricordi nella mente dei gemelli, e lo stesso in quella di Lady Lora.
Per quest’ultima le sarebbe bastato un semplice incantesimo. Per i bambini, invece, era venuto il momento di usare la Sedia d’Argento. Ormai era pronta, non c’era più motivo di aspettare, soprattutto dopo quanto aveva appena visto e udito.
 
 
 
~·~


 
 
 
Di ritorno dal Mondodisotto, Lord Erton ricevette una sconcertante notizia: venne informato della liberazione Regina Dolce per mano di Re Caspian, del Nano Briscola, della Driade Miriel e di un mucchio di animali parlanti.
Rabadash aveva combattuto contro Caspian, ma ne era uscito sconfitto e con un braccio leso. Nulla di grave, per fortuna.
Il Duca gridò all’ incompetenza da parte dei soldati di Calormen, asserendo che se Tisroc (prima di ripartirsene per Tashbaan) avesse lasciato che fossero le guardie al suo servizio ad occuparsi della sorveglianza del castello, piuttosto che quei barbari con le barbe lunghe, a quest’ora la Regina sarebbe stata ancora al suo posto.
Ma per due brutte notizie, ne ricevette anche una buona: erano riusciti a prendere uno dei fuggiaschi: si trattava del dottor Cornelius.
“Ma quel sorpresa” commentò il Duca con aria divertita.
Dietro di lui, Ravenlock e Galvan soffocarono una risata.
“E ora, avete intenzione di sottomettervi spontaneamente, professore, o devo usare le maniere forti?”
Cornelius, inginocchiato a terra, la fronte sudata di stanchezza, alzò il capo e guardò Erton dritto in faccia.
“Non mi arrenderò mai”
“Non siete nella posizione per dire certe cose. Vi credete forse un prode cavaliere? Siete solo un vecchio sciocco”
“Anche voi lo siete, Erton. Vi siete venduto all’Imperatore Tisroc e a suo figlio”
“Come osate parlarmi così?” esclamò il Duca, con un tono simile a un colpo di gong che rimbombò per l’intera stanza.
“Oso perché non nutro più nessun rispetto per voi, signore, né paura alcuna”
Lord Erton puntò un dito contro il professore. “State attento a quel che dite. Vi ricordo che avete ancora un debito con me”
Cornelius non aveva mai dimenticato quel lontano giorno in cui si era recato da Erton a chiedergli di salvare la vita del Re.
“Un favore per un favore” ghignò il Duca. 
“Non scenderò a patti con voi, se è questo che volete”
“Peccato, perché è proprio quello che voglio: che mi diciate dove si trovano il Re, la Regina e tutti i loro amici”
“Non sarò io a consegnarli nelle vostre mani” ribatté coraggiosamente il professore.
“Prevedo questa risposta. Quando è così…guardie!”
La porta si aprì e un paio di soldati entrarono mettendosi subito sull’attenti.
Lord Erton ordinò ciò che Cornelius si era aspettato: che lo conducessero nelle segrete. Il Duca li seguì.
Ma quando arrivarono laggiù, il professore non venne affatto rinchiuso in galera, bensì venne fatto accostare ad una cella, nella quale erano rinchiusi Drinian e Tempestoso: il capitano aveva i polsi legati dietro la schiena, sul viso chiari segni di percossa. Anche il Centauro presentava diversi lividi, costretto a rimanere accucciato sulle quattro zampe pesantemente incatenate, come le braccia.
Un creatura tanto potente…eppure…
Cornelius vacillò per un momento: quali erano le intenzioni del perfido Duca?
“Pensateci bene, dottore” riprese quest’ultimo, “è in vostro potere salvare la vita di quest’uomo e questo…centauro” Fece una faccia disgustata, lanciando uno sguardo ai due prigionieri. “Decidete: o mi dite dove sono i Sovrani di Narnia e il loro seguito, o vedrete morire davanti ai vostri occhi i vostri due amici”
A un cenno del Duca, i soldati si avvicinò a Drinian e Tempestoso, le spade affilate puntate alle loro gole.
“Oh, no, no vi prego!” implorò il povero Cornelius in lacrime.
“Non dite nulla, dottore!” disse Drinian, la cui gola prese a sanguinare lievemente alla pressione della lama.
“Fate quello che vi dico, e avranno salva la vita” rincarò Lord Erton. “Il vostro commovente sacrificio non sarà servito a nulla, altrimenti. Avete fatto scappare il Re e gli altri, ma sarete comunque l’artefice della morte del capitano e del generale. Avete un minuto per prendere la vostra decisione”
Furono i sessanta secondi più lunghi della sua vita.
Gocce di sudore imperlarono la fronte del dottor Cornelius, che infine piegò la testa, singhiozzando come un bambino.
“Non uccideteli, per carità, non fatelo!”
“Ah!” fece Lord Galvan. “Allora parlerete?”
Cornelius fece un cenno affermativo con la testa.
“NO!” proruppero in coro Drinian e Tempestoso.
“Silenzio, voi!” fece Erton, avvicinandosi di più al professore. “Su, parlate: dove sono il Re e la Regina?”
“Io…io…”
“Sto aspettando”
“Giurate sulla vostra vita” disse Cornelius. “Giurate che non ucciderete Drinian e Tempestoso”
“Lo giuro sul mio onore” disse Erton.                                                                                   
“Voi non avete onore”
Il Duca sbuffò “E va bene, lo giuro sulla mia vita, sete soddisfatto? Anzi, li libererò persino: loro e voi, caro dottore. Se mi dite dove si nascondono i fuggiaschi, vi giuro che vi lascerò andar via tutti e tre insieme”
“Non fatelo, professore!” esclamò ancora Drinian. “E’ una trappola, non lo farà mai!”
 “Lo farò invece” ribatté il Duca, ordinando alle guardie di slegare il capitano e il Centauro. “Ecco, avete visto? Adesso, ditemi dove sono il Re e la Regina
Cornelius distolse lo sguardo dai compagni, e con voce tremante confessò.
“Sono diretti a Prato Ballerino. Altro non so”
“Ottimo!” enunciò Lord Erton in tono trionfante. “Lord Ravenlock, avvertite immediatamente il principe Rabadash. E voi Galvan, prendete quanti uomini occorrono. Partiremo subito”
Tempestoso e Drinian non potevano crederci: Cornelius…uno dei più fidati uomini del Re, l’aveva tradito. Aveva tradito Caspian, Narnia, e tutti loro.
“Avete giurato di risparmiare i miei amici” disse il professore con voce flebile. “Di liberarli insieme a me”
“Sì” rispose Erton. “E vi libererò, ma non prima di avere nelle mie mani i Sovrani”
“Nemmeno a loro farete nulla, vero?”
“Non torcerò loro un capello. Dopotutto, Rabadash desidera che la Dolce e il Liberatore vivano”
“E…e gli altri?”
Erton corrugò la fronte rugosa. “Altri? Oh, alludete al Nano, la Driade e le altre bestiacce. Ma quelli non contano nulla!”
Cornelius riprese a tremare “Avete giurato!” insisté il poveretto.
“Sì, ma solo di risparmiare le vostre spregevoli vite. Non mi avete chiesto di farlo per altri
Detto ciò, Lord Erton marciò fuori dalle prigioni.
Cornelius rimase ancora qualche istante davanti alla cella, ricambiando gli sguardi di biasimo di Tempestoso e Drinian.
“Che cosa avete fatto, dottore?” mormorò quest’ultimo, sentendo che tutta la stima che aveva sempre avuto per Cornelius, stava pian piano venendo meno.
 
 
~·~

 
 
Il piccolo seguito del Re rimase nella foresta per qualche ora ad aspettare che o Drinian, o Lady Lora, o Tempestoso, o Cornelius li raggiungessero. Purtroppo, non si vide nessuno di loro.
Caspian avrebbe voluto tornare indietro, ma anche volendo non avrebbe potuto: ormai il passaggio segreto era crollato, precludendo ogni via d’entrata e di uscita.
E poi c’era Susan…non poteva abbandonarla, non adesso.
Era stanca, indebolita dalla prima trasformazione, e non ebbe la forza di muoversi per quasi tutto il giorno. Era riuscita a volare per poco tempo e poi si era accasciata tra le sue braccia.
Caspian l’aveva tenuta sempre accanto a sé, aveva cercato di farla mangiare, e le aveva fatto scivolare qualche goccia d’acqua nel becco.
“Come sta la Regina?” chiese una vocetta acuta.
Caspian alzò il capo e vide Shira zampettare verso di lui.
“Abbastanza bene. E’ molto prostrata dal sortilegio. Ma Briscola ha detto che anch’io, la prima notte, ero così debole”
Caspian provò una stranissima sensazione nell’accarezzare il piumaggio marrone, soffice come lo erano stati i capelli di Susan. Quando lei aprì gli occhi espose iridi scure, non più azzurre come il cielo.
Ma in ogni modo, era sempre la più bella.
“Vorrei che anche lei potesse parlare, come te” confessò Caspian a Shira, un mezzo sorriso triste sul volto.
Shira guardò la Regina-falco e fece un lungo sospiro. “Mi sarebbe piaciuto esservi utile, Sire, ma lei non mi capisce, e io non riesco a capire lei. Normalmente potrei comprendere il linguaggio dei miei simili muti, ma non ce la faccio”
“E’ per via della maledizione, vero?” chiese il giovane.
“Purtroppo sì”
Erano come isolati dal mondo, pensò Caspian.
Se fossero stati animali parlanti, avrebbero potuto esprimersi. O se fossero riusciti a farsi capire da qualcuno, l’uno avrebbe conosciuto i sentimenti dell’altro, avrebbe udito parole non dette, interpretato gesti altrimenti incomprensibili.
Caspian ricordò un episodio avvenuto durante il viaggio sul Veliero dell’Alba: Miriel che parlava con i granchi dell’Isola delle Voci.
Miriel avrebbe potuto aiutarli ma, esattamente come Shira, non era in grado di farlo.
Rabadash non aveva concesso loro neppure di comunicare. Aveva negato loro anche quello.
Susan era lì con lui, lo guardava di tanto in tanto e sembrava rilassarsi al suo tocco gentile. Ma sapeva chi lui era?
No, non lo sapeva.
Caspian non ricordava quasi nulla della sua condizione di lupo, e la ragazza certamente avrebbe provato le stesse sensazioni: vaghe memorie, suoni lontani e indistinguibili, una sorta di consapevolezza velata dalla coltre dell’incoscienza del loro io.
No...quando fosse tornata donna, non avrebbe ricordato nulla.
“Maestà, con il vostro permesso” riprese Shira, riottenendo l’attenzione del Re, “io vorrei partire per l’Isola di Ramandu”
Caspian la fissò un momento, e subito un pensiero attraversò la sua mente:
Shanna, pensò, le Sette Spade…
Il Re e il falchetto discussero a lungo, e alla fine lui acconsentì. Avevano un disperato bisogno di aiuto, era inutile negarlo. In più, la cosa migliore per Shira era sparire per un pò, dato che ormai Rabadash era a conoscenza della sua reale posizione.
Rabadash… pensare a lui lo mandava in bestia.
“Sei una ricercata ora, proprio come noi” commentò Caspian con aria mesta.
“Mi auguro che sulla mia testolina abbiano messo una taglia adeguata” tentò di scherzare lei, e ottenne di veder comparire un debole sorriso sul volto del Sovrano.
Dopo un attimo Caspian si alzò da terra, sempre tenendo il falco tra le braccia. “Buona fortuna, Shira”
“Anche a voi, Maestà. Sarò di ritorno presto”
Il falchetto partì immediatamente, promettendo di portare con sé la Stella Azzurra e le Spade degli Amici di Narnia.
Il Liberatore raggiunse gli altri compagni, i quali ultimavano i preparativi per il viaggio verso Prato Ballerino.
Quando si accorsero della presenza del Re, Briscola, Miriel, Lord Rhoop, Pennalucida, Selva, i suoi figli, Tara e Clipse, abbandonarono immediatamente quel che stavano facendo, in attesa che parlasse.
Caspian lo sguardo su ognuno di loro, indugiando per qualche secondo in più su Selva, la quale faticò per trattenere le lacrime. Pensava a Tempestoso.
“Shira è partita per l’est” iniziò il Liberatore. “Se saremo fortunati, tornerà tra qualche settimana insieme a Shanna e le Sette Spade degli Amici di Narnia. Confido che il corno d’avorio di Susan abbia funzionato e che prima o dopo i Pevensie arrivino”.
Briscola, che aveva suonato personalmente il corno della Regina qualche giorno prima, annuì speranzoso.
Peter, pensò Miriel, Peter torna da me…
“Ho bisogno che qualcuno di voi si rechi invece al Sud, verso il Deserto”
“Il Deserto?” fece Pennalucida.
“Dobbiamo trovare Emeth, amici. Anni fa, quando partì da Narnia, disse che avrebbe cercato i suoi genitori. Suo padre è fuggito chissà dove dopo aver disertato dal suo incarico di comandante delle guardie di Tisroc, e non ho idea se sia riuscito a trovarlo. Ma so che sua madre vive ancora a Tashbaan. Andrei personalmente, ma non posso. Ci metterei il doppio del tempo dato che posso viaggiare solo di giorno”
“Andremo io e Miriel” disse subito Briscola.
La Driade provò un senso di disagio.
Partire? Andare così lontano? Proprio adesso?
“Caspian, perdonami, ma non me la sento di andare. Io…”
“Cosa? Perché?” proruppe il Nano.
Caspian scosse il capo. “Tranquilla Miriel, non voglio che tu vada. Non è a te e C.P.A che pensavo. Tu mi servi qui, in caso il cordiale di Lucy dovesse aver bisogno di essere ritemprato. Spero non succeda mai ma in ogni caso tu sei l’unica che può farlo.”
“Ma Sire…” provò a protestare Briscola.
“C.P.A, ti ringrazio immensamente per esserti offerto. La tua è una straordinaria dimostrazione di coraggio, nonché di affetto nei Nostri confronti, e l’apprezzo moltissimo. Tuttavia, non sei la persona più adatta per questa missione: sei un Nano, e lei una Driade. Se Miriel potrebbe passare inosservata agli occhi dei calormeniani, altrettanto non si potrà sperare per te. Odiano visceralmente qualunque creatura fatata, te lo sei dimenticato? Inoltre, se vedessero anche un solo abitante di Narnia dalle loro parti, sono così prevenuti nei nostri confronti che andrebbero immediatamente ad avvisare l’Imperatore. Per cercare Emeth avrete bisogno di chiedere informazioni, di viaggiare allo scoperto per città e pesi. Nessuno di voi può andare, eccetto Tara e Clipse”
Le due ragazze fissarono il Re come se le avesse appena condannate al patibolo.
“Io...” fece Clipse dopo un lungo silenzio, la voce leggera come un soffio di vento. “Io non sono umana, Vostra Maestà”
“No, lo so, ma lo sembri in tutto e per tutto” le sorrise il Liberatore. “Ve la sentite?”
Clipse guardò Tara, la quale tremava da capo a piedi.
Nonostante ciò, la figlia di Lord Bern annuì, sul viso un’espressione determinata.
Clipse le strinse la mano.
“Grazie, ragazze” sospirò Caspian, “Grazie davvero”
E così, gli animali del bosco prepararono provviste per le due ancelle. Alcuni Nani amici di Briscola diedero loro un po’ di denaro e dei mantelli. Un paio di cavalli selvatici – paranti – le avrebbero accompagnate fino ad Archen.
“Portate questo a Re Kellen” disse Caspian, porgendo a Tara un foglio di pergamena arrotolato su se stesso, nel quel era scritta l’attuale situazione di Narnia e la richiesta di aiutare le ancelle della Regina Susan: Re Kellen avrebbe fornito loro cavalli freschi e riposati per continuare il viaggio verso il Sud.
Dopo ciò, il gruppo di Caspian partì per Prato Ballerino.
Si fermarono alla Casa di Aslan per passare la notte, quando la Dolce riprese le sue sembianze umane.
 
 
Susan si svegliò e si ritrovò sola in un luogo apparentemente sconosciuto. Dopo un istante riconobbe la Casa di Aslan e si chiese cosa fosse accaduto quel giorno.
Si guardò intorno un po’ smarrita, un pò confusa e con una gran fame.
“Buonasera, Susan” la salutò Miriel entrando nella caverna, posandole davanti una ciotola di cibo e acqua fresca.
“Miriel”
Le due ragazze si guardarono un momento e poi, scoppiando a ridere e piangere insieme, si strinsero in un forte abbraccio.
“Mi sei mancata” disse Susan.
“Anche tu”
“Come stai?”
“Bene…io bene, e tu?”
“Bene…sto bene” mentì la Dolce.
“Vuoi raccontarmi cos’è successo su quella torre?”
“No” disse Susan, secca. Si staccò dall’amica Driade e cercò di cambiare discorso. “Mi hai letto nel pensiero. Ho fame”.
La Regina afferrò la ciotola e il bicchiere e cominciò a mangiare con appetito.
“Susan?
Il tono di Miriel era indagatorio. Aveva capito che qualcosa non andava e non si trattava della maledizione.
“Non chiedermi niente” la precedette la Dolce. “Non voglio parlarne”
“Va bene…scusami”
Susan si rese conto del tono troppo brusco che aveva usato. “Scusami tu, Miriel”
Calò il silenzio, che si protrasse per alcuni minuti nei quali la Regina iniziò a consumare il suo pasto.
“Ti ho portato anche questi” disse la Driade di lì a poco, porgendole una sacca più grande e una più piccola.
Susan le aprì: la prima conteneva il suo corno d’avorio, la faretra e l’arco spezzato.
Non fece una piega, osservando i suoi Doni solo per un momento, passando ad aprire il secondo sacchettino. Qui dentro vi erano il fiore blu e il fiocchetto rosso di Myra.
“Non si sa nulla dei miei figli?”.
“No” rispose semplicemente Miriel.
“Capisco… E Caspian dov’è? Lui sta bene?”
“Sì, bene. Sarà qui fuori, da qualche parte. E’ rimasto con te fino a poco fa, lo sai?” sorrise Miriel. “ Ma credo che la sua nuova natura lo porti a cercare la libertà”
Gli occhi di Susan si riempirono di pianto, ma non versò una lacrima.
“L’ho visto…in cima alla Grande Torre. Solo per un attimo ma l’ho toccato, gli ho parlato. C’è ancora una speranza, vero Miriel?”
La Driade le sedette accanto e le mise un braccio attorno alle spalle. “C’è di sicuro. Abbiamo suonato il corno d’avorio qualche giorno fa. Presto arriveranno rinforzi”
“Dici davvero?” esclamò la Regina, quasi incredula.         
I suoi fratelli…forse Eustace…presto sarebbero arrivati!
Volle sapere tutto ciò che era accaduto nei giorni precedenti, quand’era ancora rinchiusa nella grande gabbia, fino ad arrivare al perché erano alla Casa di Aslan.
Miriel le raccontò ogni cosa: del piano per liberarla, delle sorti incerte di Drinian e gli altri, della decisione di Shira di partire per l’est e di quella di Caspian di mandare Tara e Clipse in cerca di Emeth.
“Stiamo andando a Prato Ballerino, Tartufello ci aspetta. Resteremo là finché non avremo deciso come muoverci. Caspian ha anche mandato un messaggio al Re di Archen , sperando in un aiuto anche da loro”
Le lacrime si ritirarono dagli occhi celesti della Regina Dolce. Ma dopo un attimo, fu Miriel a scoppiare in lacrime.
“Susan, perdonami!”
“Oh, ma…Miriel, cosa…?”
“Io…io so che non dovrei, ma è più forte di me…”
“Di cosa parli?”
“Non posso fare a meno di pensare a Peter, al momento in cui lo rivedrò. Quando Briscola si è offerto per andare al Sud, ho sperato con tutto il cuore che Caspian non lo chiedesse a me. E quel che è peggio, è che ho pensato qualcosa di ancora più orribile di questo!”
Miriel singhiozzò più forte e Susan la strinse senza dire niente.
“Per un momento soltanto – uno soltanto, te lo giuro! – ho desiderato che Narnia si trovasse in pericolo, perché ho sempre saputo che solo in questa circostanza Peter sarebbe tornato da me”
“Miriel…”
“Sono orribile! Sono una persona orribile!”
Le loro posizioni si erano invertite.
Miriel aveva pensato di andare da Susan, cercare di tirarle su il morale in quella situazione spaventosamente tragica nella quale si trovava. E invece, ora era Susan che consolava lei, che le accarezzava i capelli con affetto, che le diceva di non sentirsi in colpa per nessun motivo. Perché se avesse saputo di poter rivedere Caspian solo se il mondo fosse caduto in rovina, bè che allora che il mondo si sgretolasse sotto i suoi piedi in quell’istante. Tutto, pur di avere la possibilità di riabbracciarlo.
“Che Rabadash e Lord Erton facciano quel che vogliono di Narnia, a me non importerebbe nulla” confessò Susan, provando un gran senso di colpa nei confronti di suo marito, di Aslan e di tutti i suoi sudditi.
“Non devi dire queste cose”
“Ma è la verità, Miriel. So che Caspian mi odierebbe se mi sentisse parlare così, ma è la pura verità. Che cada il cielo, che si spengano il sole e le stelle! A me non servono tutte queste cose. Io voglio solo lui.”
Fu una notte strana per Susan. Sentì che qualcosa dentro di lei era cambiato, non sapeva se in meglio o in peggio.
La rabbia e l’umiliazione provate per ciò che le aveva fatto Rabadash le avevano scavato una profonda cicatrice dentro. Ma le avevano anche fatto capire quanto forte potesse essere il suo animo, che poteva sopportare più di quanto avrebbe mai creduto.
Non si era mai sentita forte, ma d’un tratto seppe che poteva esserlo, e cominciò a comprendere che questa sua forza poteva aiutarla a non chiudersi in sé stessa. In passato, dopo aver sopportato e subito tutto quel dolore, non avrebbe esitato a voltarsi e chiudere gli occhi per non vedere.
Ma adesso no. Adesso restava ferma a guardare avanti.
Caspian era con lei, bene o male erano ancora insieme. Questo era già tanto e per ora le bastava.
Non pianse mentre parlava con Miriel. Ne ebbe la tentazione, ma non lo fece mentre raccontava tutto ciò che era accaduto sulla Grande Torre. Ne parlò con distacco, come se stesse raccontando una storia che non era la sua. Nel profondo sentiva l’anima lacerarsi ad ogni parola, ma non permise alla soffrenza e alla vergogna di sopraffarla di nuovo.
Doveva iniziare a convivere con la sua nuova realtà, senza sapere per quanto tempo avrebbe vissuto in quel modo: nascondendosi, passando i giorni a metà tra la sua esistenza umana e quella di falco, accontentandosi di vedere Caspian solo di notte sotto la sua forma di lupo.
Ancora una volta, c’era il buio davanti a lei.
Ma c’era una verità inneggiabile in tutta quell’incertezza: l’alba di un nuovo giorno sarebbe sempre sorta.
E un giorno, sarebbe stato quello giusto per ricominciare a vivere.
 
 
Due giorni dopo arrivarono a Prato Ballerino. Tartufello era là ad aspettari.
Il Tasso aveva preparato la sua casa, aprendo gallerie che teneva chiuse da diversi anni: le camere degli ospiti.
“Non ci staremo tutti, per cui ho chiesto al mio amico lepre, che abita qui vicino, di preparare qualcuna delle sue numerose stanze. Sapete, ha tanti figli, molti dei quali sono già fuori casa, per cui ha un sacco di posto”
Tartufello insisté perché il Re la Regina resteranno da lui “Cederò volentieri la mia camera. Ricordo quanto ospitai Sua Maestà la prima volta. All’epoca ancora un Principe”
Le case di Tartufello e della lepre confinavano l’una con l’altra tramite vari cunicoli. Gli ospiti potevano muoversi tra di essi.
Essendo animali parlanti, erano molto più grossi di un tasso e una lepre comuni, per cui le case erano spaziose. Ma per Susan e gli altri era comunque difficile essere costretti a vivere sottoterra. Tuttavia, non era molto prudente uscire all’aperto, almeno finché non fossero stati certi che quel nascondiglio era sicuro.
Lo sembrò finché un giorno accadde qualcosa…
Una notte, udirono un rumore di zoccoli al galoppo. Selva scattò sull’attenti, subito pensando a Tempestoso.
Tutto il gruppo si arrischiò a uscire dalle due casette, scrutando nell’oscurità.
Briscola estrasse la spada e fece cenno a Miriel e Susan di restare sulla soglia, Tartufello con loro.
Pennalucida, sul ramo di un albero lì vicino, emise un basso chiurlare, aprendo bene gli occhi arancioni.
D’un tratto, nel buio si accesero decine di torce infuocate, illuminando la radura nella quale sorgevano le case del tasso e della lepre, rivelando uno schieramento a cerchio di uomini in armature bianche e rosse.
“Per tutti i diavoli, ci hanno trovati!” imprecò Briscola, tornando indietro verso la casa del tasso.
“Prendeteli!” gridò una voce in mezzo agli uomini, e tre figure si staccarono dal gruppo di soldati.
Susan non impiegò nemmeno un secondo per capire chi fossero: Lord Galvan, Lord Ravenlock, e infine lui, uno dei suoi più acerrimi nemici: Lord Erton.
Il Duca e la Regina si fissarono solo per un istante. Quando lui la vide, un ghigno malevolo si dipinse sul suo volto rugoso.
Susan sentì crescere un odio viscerale, e corse dentro la casa per prendere l’arco e le frecce, quasi dimentica che erano inutilizzabili.
Un sitante dopo si sentì afferrare per un braccio. Spaventata si voltò, solo per scoprire che era stato Lord Rhoop.
Senza dire nulla, l’uomo la condusse verso la camera da letto insieme a Miriel, Tartufello e Briscola.
“Ma come hanno fatto a trovarci?” chiese la Driade.
“Non ne ho idea” rispose il Nano, sprangando la porta. “L’unica cosa che mi viene in mente è che qualcuno abbia fatto una soffiata”
“C.P.A, cosa dici?!” esalò Susan. “Nessuno ci avrebbe mai traditi!”
“Basta perdere tempo in chiacchiere” fece Tartufello, caracollando con le tozze zampe verso il fondo della camera. “Di qua”.
Aprì un passaggio che Susan non aveva notato in precedenza.
“Io, Briscola e altri amici ci nascondevamo qui dentro ai tempi di Miraz, per sfuggire agli attacchi improvvisi dei telmarini” spiegò il tasso.
“Non possiamo andarcene!” protestò la Regina. “Devo trovare Caspian! E Selva, i suoi figli e Pennalucida sono ancora là fuori! E le lepri...”
“Il Re vi seguirà, statene certa. Gli altri sono meno importanti di voi, mia signora” disse Lord Rhoop.
“Non è vero! Io non posso…”
In quel mentre, il fumo si levò dalla fessura della porta della camera.
“Oh, no!” proruppe Tartufello, aprendola e correndo nel soggiorno, osservando le chiazze rosse che si andavano allargando sul soffitto. “Mi stanno bruciando la casa!”
“Dell’acqua, presto!” fece Susan.
“Fate uscire la Regina e spegneremo il fuoco!” si udì la voce di Lord Erton dall’esterno.
Susan si fermò, il suo cuore batteva a precipizio. Non si sarebbe mai consegnata, però…
Osservò Tartufello e Briscola armeggiare con stracci e secchi per spegnere le fiamme. In poco tempo, il fumo si fece più denso e tutti cominciarono a tossire.
“Maestà, tra poco sarà l’alba, dobbiamo andare, in fretta!” la incitò ancora Lord Rhoop.
“Andate, Susan, presto!” rincarò Briscola.
La Regina si voltò ad osservare il Nano e il Tasso, poi ancora Rhoop e Miriel.
Infine si decise.
Corse ad abbracciare contemporaneamente Briscola e Tartufello. “Non fatevi prendere, vi scongiuro!”
“Su, via! Via!”
Susan, Miriel e Lord Rhoop tonarono nella stanza da letto e s’insinuarono nel passaggio segreto. Corsero attraverso nuove gallerie, allontanandosi sempre più dalla casa del tasso. Infine, si issarono furi da un tronco spezzato, ritornando all’aperto quando ormai albeggiava.
E là ad aspettarli, c’era il lupo.







Cari lettori, eccoci al 14° appuntamento!!!
Volevo subito precisare una cosa: come avrete notato, in questo capitolo non si vedono né i Pevensie né Eustace e Jill. Stavolta non dipende da che non sono riuscita ad inserirli, ma non li ho fatti vedere di proposito. Il perché è presto detto: quando i ragazzi arriveranno a Narnia, non vi troveranno l’attuale situazione. Perché da questo capitolo al prossimo, passeranno ben due anni. Ecco il salto temporale di cui vi ho parlato! Ho pensato che se li avessi fatti apparire in questo capitolo, si sarebbe creata confusione.
Bene, dopo questa piccola parentesi, dite la vostra!!!
 
Ringraziamenti:

Per le preferite:
Aesther, aleboh, Araba Stark, battle wound, english_dancer, Fly_My world, Francy 98, Fra_STSF, G4693, GregAvril2000, HikariMoon, Jordan Jordan, Joy_10, lucymstuartbarnes, lullabi2000, Mia Morgenstern, Muffin alla Carota, Mutny_Hina, oana98, piumetta, Queen Susan 21, Robyn98, Shadowfax, SweetSmile, TheWomanInRed, ukuhlushwa e Zouzoufan7
 
Per le ricordate: Araba Stark,Cecimolli, Halfblood_Slytherin, mishy , Queen_Leslie e Zouzoufan7
 
Per le seguite: Araba Stark, bulmettina, catherineheatcliff, Cecimolli, ChibiRoby, cleme_b, ecate_92, fede95, FioreDiMeruna, Fly_My world, Fra_STSF, GossipGirl88, Halfblood_Slytherin, JLullaby, Jordan Jordan, Joy_10, Judee, katydragons, Lucinda Grey, lucymstuartbarnes, Mia Morgenstern, niky25, Omega _ex Bolla_, piumetta, Queen Susan 21, Revan93, Shadowfax e Zouzoufan7
 
Per le recensioni dello scorso capitolo: battle wound, FioreDiMeruna, Halfblood_Slytherin, Joy_10, piumetta, Queen_Leslie, Queen Susan 21, Robyn98 e Shadowfax
 
Angolino delle anticipazioni:
Posso dirvi solo che la prossima volta ci concerteremo moltissimo sui ragazzi ‘terrestri’ , chiamiamoli così xD Come detto sopra, passeranno due anni! I Pevensie e Eustace arriveranno a Narnia e la troveranno molto cambiata….

 
Grazie a tutti voi per la pazienza, l’appoggio, l’entusiasmo e le belle recensioni che mi scrivete!!!
In ultimo, come sempre, ecco la mia pagina facebook per seguire gli aggiornamenti di Night&Day e di A Fragment Of You.
Se trovate errori nel capitolo, non esitate a segnalarmeli.
Un bacio e un abbraccio a tutti!!!!!!!!
Susan♥
   
 
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