Diciassette marzo: quando Allen ritorna.
Siamo i risultati di un’eterna reazione a catena;
affoghiamo nella nostra sete d’ambizione, d’ipocrisia, d’assurdità morale;
supplichiamo per un brivido di piacevole amore.
Causa e conseguenza; l’inizio e la fine del tutto
convergono in un giorno ideale: il giorno perfetto.
Cammini placidamente lungo le vie
annegate nel tetro mare di nebbia densa e acre,
le palpebre febbrili, le labbra macchiate di desiderio
eppure così limpide e turgide di sogni profumati;
il respiro odorante di fumo, di colpa, di rimorsi silenziosi.
Inalo la tua essenza sfiorandoti le labbra
e lo sterno e la mascella con le punte delle dita;
oh, come vorrei abbracciarti! Ma spezzerei
le reazioni azionate prima della nascita del mondo;
impedirei le naturali svolte umane,
il lattiginoso corso delle ore;
soffocherei il lento e inesorabile scadere
delle nostre gracili esistenze. Impedirei il non-ritorno.
Perciò ecco che ti cedo il passo:
sorrido, saluto, indugio sul tuo volto
innocente e inconsapevole e chiaro
con sguardo gravido d’umori irrealizzati.
*
Note:
Dai, ammettete che un aggiornamento così precoce non ve lo sareste aspettato mai <3
Scrivo delle note anche oggi perchè ci tenevo a chiarire il titolo “Quando Allen ritorna” perché, giustamente, non ha il minimo senso a prima vista.
Dovete sapere che c’è stato un periodo durante il quale ho rinunciato alla scrittura perché incapace di districarmi tra parole e pensieri e troppo presa da altre cose per concentrarmi su altre cose che non fossero la scuola. Ho trascorso mesi interi senza prendere in mano una penna e senza rimaneggiare un verso ancora e ancora; uno strazio, insomma. Poi però, circa un anno fa, mi capitò di vedere Howl, superbo film del 2010 basato sulla vita di Allen Ginsberg e in particolare sul processo relativo alla sua opera omnia “Howl”, appunto, che, tralasciando la recitazione sublime di James Franco, mi colpii così violentemente che mi spinse a tornare a scrivere dall’oggi al domani. Dopo questo ‘avvenimento’ comincia ad interessarmi alla poesia americana e alla letteratura in generale americana – così radicalmente diversa da quella inglese – finendo per infatuarmene.
Sono la prima a dire che non mi si addice molto lo stile di Ginsburg; è sporco, volgare, brutale, ma ha la particolarità di farmi tremare – letteralmente – e nel bene e nel male ammiro i suoi intenti di rivoluzione poetica; mi piace la scomodità dei suoi versi e la cruda e nuda realtà che ritraggono.
Tornando al discorso principale – altrimenti finisco per dilungarmi per delle ore e delle pagine intere – questa mattina sono riuscita a guardare un altro film – più recente – basato sempre sulla vita di Allen Ginsberg e interpretato da Daniel Radcliffe, ma più delicato, più curato anche – se vogliamo – e, niente, mi ha messo addosso un’angoscia mostruosa, ma mi ha fatto anche sorridere (sono un controsenso ambulante) e così ho scritto questa poesia senza pretese, giusto per dedicare qualcosa di minuscolo a questo grande poeta particolare che, in un modo o nell’altro, mi ha segnato profondamente.
Queste note diventano sempre più confuse…
Grazie a tutti voi che continuate a trovare il coraggio e la voglia di leggere,
Un abbraccio
hiccup
Dovete sapere che c’è stato un periodo durante il quale ho rinunciato alla scrittura perché incapace di districarmi tra parole e pensieri e troppo presa da altre cose per concentrarmi su altre cose che non fossero la scuola. Ho trascorso mesi interi senza prendere in mano una penna e senza rimaneggiare un verso ancora e ancora; uno strazio, insomma. Poi però, circa un anno fa, mi capitò di vedere Howl, superbo film del 2010 basato sulla vita di Allen Ginsberg e in particolare sul processo relativo alla sua opera omnia “Howl”, appunto, che, tralasciando la recitazione sublime di James Franco, mi colpii così violentemente che mi spinse a tornare a scrivere dall’oggi al domani. Dopo questo ‘avvenimento’ comincia ad interessarmi alla poesia americana e alla letteratura in generale americana – così radicalmente diversa da quella inglese – finendo per infatuarmene.
Sono la prima a dire che non mi si addice molto lo stile di Ginsburg; è sporco, volgare, brutale, ma ha la particolarità di farmi tremare – letteralmente – e nel bene e nel male ammiro i suoi intenti di rivoluzione poetica; mi piace la scomodità dei suoi versi e la cruda e nuda realtà che ritraggono.
Tornando al discorso principale – altrimenti finisco per dilungarmi per delle ore e delle pagine intere – questa mattina sono riuscita a guardare un altro film – più recente – basato sempre sulla vita di Allen Ginsberg e interpretato da Daniel Radcliffe, ma più delicato, più curato anche – se vogliamo – e, niente, mi ha messo addosso un’angoscia mostruosa, ma mi ha fatto anche sorridere (sono un controsenso ambulante) e così ho scritto questa poesia senza pretese, giusto per dedicare qualcosa di minuscolo a questo grande poeta particolare che, in un modo o nell’altro, mi ha segnato profondamente.
Queste note diventano sempre più confuse…
Grazie a tutti voi che continuate a trovare il coraggio e la voglia di leggere,
Un abbraccio
hiccup