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Autore: AleStellaIncantevole    17/03/2014    0 recensioni
Due vecchietti, camminando per le stradine di Londra mano nella mano, iniziano a parlarsi.
Il vecchietto dice alla sua amata:>
Si scambiarono un sorriso e un piccolissimo bacio e ricominciarono a ricordare quel momento in cui i loro sguardi si incontrarono senza staccarsi mai.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
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Lei non si era mai fermata un attimo da quel giorno e nessuno se ne era mai accorto prima di allora. Non riusciva più a capire il suo posto, la sua casa,la sua famiglia. Non riusciva a capire più niente di quello che le era successo, come se fosse stata in una specie di anestesia. Tutti notavano che non vestiva più come una ragazza, non camminava più come una ragazza, non si comportava più come una ragazza, ma non vedevano che non voleva avere rapporti con nessuno per la sola paura di ri-perdere le persone a lei care.
A Londra continuerà a fare tutto di testa sua aspettando di partire e lasciare tutto quello che aveva costruito in quel posto per ricominciare a rifare il suo muro di mattoni impenetrabile ad ogni persona a lei vicina.
Era quasi arrivata alla sua destinazione quando una voce atona parlò : << I signori passeggeri sono pregati di allacciare le cinture. Stiamo per atterrare. Grazie.>> Lei tirò un sospiro di sollievo, non ce la faceva più a stare in quel maledetto aggeggio, con alcune persone che sudavano freddo per la paura di morire. Ma lei non aveva paura, anzi, a volte aveva anche la voglia di morire perché si chiedeva:- Ma tanto, a chi serve la mia presenza?- e non riusciva a darsi una risposta.
Lei sentii una piccola turbolenza e la stessa voce brutta e apatica di prima dire:<< I signori passeggeri sono pregati di scendere in modo ordinato e con molta calma. Grazie per avere scelto la nostra compagnia.>> Prese la sua piccola valigia e si avviò verso il piccolo autobus che portava all'aeroporto.
All’uscita dell’aereo trovò Robin intento a litigare con le sue valigie per farle muovere dal punto in cui si erano fermate, incollandosi alla moquette del mezzo volante. Lei si mise a ridere e cercò di aiutarlo, al suo tocco, come per magia, le rotelle si staccarono e cominciarono a muoversi. Robin esclamò :<< Grazie per l’aiuto. Ancora non riesco a capire come fai a cavartela ogni volta.>> e si mise a ridere.
Lei sorrise e rispose:<< Penso esperienza. >> Lui annuì e sorrise. Quando lei si girò a guardarlo notò che gli spuntarono due fossette e pensò – come quelle mie. Non ho mai incontrato una persona con le mie stesse fossette.- smise di pensarci e tornò  a incamminarsi. Sull’ autobus lui le rivolse di nuovo la parola e le disse:<< hai detto a Deborah che ti mandasse tutte le tue cose con la posta?>> lei annuì. << bene non saprei in che altro modo fartele avere.>> Deborah era la sua tutrice da un po’ di tempo, l’aveva cresciuta nell’età più importante della sua vita e non avrebbe mai smesso di ringraziarla per tutto quello che aveva fatto, sia di male che di bene, per lei.  << va bene non ti preoccupare.>>
Dopo poco ri-iniziò a parlare. << Mi dispiace non averti fatto prima conoscere mia moglie Ann ma oggi ci verrà a prendere all’uscita , e dato che non hai ancora un tuo guardaroba e hai soltanto le tue necessità dopo andrete da Harrods e io non baderò a spese.>> << non ce n’è bisogno. Davvero. Starò con quelle che mi sono portata e aspetterò le altre da Palermo. Grazie comunque.>>
Anche se lei aveva finito il discorso così bruscamente sapeva benissimo che lui avrebbe ricominciato a parlare di quello stesso poco dopo. Era una testa dura come lei. Ma non fu così. Ne iniziò un altro, ancora più spaventoso per lei.
  
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