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Autore: Sere_Swag    17/03/2014    12 recensioni
Justin si vuole prendere un pò di riposo dalla sua fama, vuole andare in un posto più tranquillo, anche se sarà difficile dato che è una star di fama mondiale! La sua guardia del corpo, Kenny Hamilton, gli propone di stare per un pò a casa da lui..farà in modo che i paparazzi non lo disturbino! Justin accetta ma non è a conoscenza della nipote di Kenny: Hilary!
Hilary ha 18 anni e frequenta il liceo in cui è anche la giornalista del loro notiziario. Ha perso i genitori quando aveva circa 11 anni e da lì è andata a vivere con lo zio Kenny e la zia Alicia. Si ritroverà a dover condividere la casa con Justin Bieber, la pop-star amata da milioni di ragazzine! Peccato, però, che lei non rientri in questa categoria..o almeno, non per ora..!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Kenny, Scooter Braun
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ATTENZIONE A ME: Volevo scusarmi con tutte voi per questo enorme ritardo. Questa volta non è colpa della scuola ma bensì di altre cose che non sto qui a raccontarvi (o vi annoierei a morte). Cercherò di postare i capitoli ogni tre giorni, come avevo annunciato nel capitolo precedente, vi chiedo ancora scusa per il ritardo. Spero possiate (e vogliate) perdonarmi!
Buona Lettura, Sere <3




Riapro gli occhi, ritrovandomi sdraiata su un lettino d'ospedale, in una stanza bianca e fredda.
Alzo il busto, guardandomi attorno confusa, notando Alex che mi guarda, seduto accanto a me.

"Non mi hanno ricoverata, vero?" chiedo, massaggiandomi la testa.
Lui scuote la testa. "Sei svenuta, così ti hanno messa qui finchè non ti riprendevi" spiega lui, accarezzandomi la schiena. 

Mi siedo, facendo penzolare le gambe dal letto.

"Ricordo male io o il dottore ha detto che sono incinta?" chiedo incerta.
"Ha detto così" annuisce lui.
"Cos'hai?" chiedo io, notando la sua espressione leggermente strana.
"Pensavo al fatto che noi, cinque mesi fa, non stavamo nemmeno insieme, quindi il figlio non può essere mio" dice lui.
"E' impossibile, io e te l'abbiamo fatto prima di metterci insieme, quindi deve essere tuo" spiego, alzando di poco il volume sul verbo 'deve'.
Lui annuisce d'accordo. "Si, potrebbe essere così" sorride, illuminando di colpo il suo bel viso.

Sorrido anche io insieme a lui, poi gli lascio un bacio delicato sul naso.

"Posso uscire?" chiedo.
Lui annuisce e mi tende la mano, per aiutarmi a scendere. "Si, andiamo. Dobbiamo solo avvertire il dottore che è tutto apposto" mi sorride.

Usciamo dalla stanza e chiediamo ad un infermiera dove sia il dottore, ci indica una porta e noi ci dirigiamo verso essa.
Bussiamo, sentendo un leggero 'Avanti' provenire dall'interno della stanza.
Entriamo, trovandoci nello studio dell dottor Stewart, o almeno così c'è scritto sulla sua scrivania.

"Oh, salve ragazzi. Allora come stai?" mi chiede.
Annuisco, sorridendo. "Bene ora, grazie" 
"E' solo il mio dovere. Mi raccomando mangia di più, ogni volta che ne senti il bisogno, ma non esagerare mai, oppure i chili che prendi potebbero non svanire dopo il parto" mi avverte.
"D'accordo" sorrido.
"E non metterti pantaloni troppo stretti, potrebbero fare male al bambino" continua lui.
"E' un maschio?" chiedo.
Lui fà spallucce. "Non lo so, ho dato scontato che lei sapesse della sua gravidanza, quindi non mi sono curato di farle un'altra ecografia." spiega.
"Quando posso farne una?" chiedo.
"Anche subito" mi sorride, alzandosi.


Un'oretta dopo usciamo dall'ospedale. Io incinta. Ancora non ci credo, non mi sembra possibile. Sento il mio telefono suonare nella borsa, così la apro e lo prendo, leggendo il nome di Selena sullo schermo.
Un sorriso spontaneo mi spunta sul viso.

"Pronto?" rispondo allegramente.
"Hey, come mai tutta questa allegria?" chiede subito e potrei giurare che sta sorridendo anche lei.
"Ho letto il tuo nome" faccio spallucce.
"Oh, che dolce. Senti avrei bisogno di parlarti, potremmo incontrarci oggi pomeriggio?" chiede lei, seria.
"Certo" annuisco. "Dimmi però il luogo" dico, mentre insieme ad Alex entro in macchina, al posto del passeggero.

Lui mette in moto e inizia a guidare verso casa mia, facendo attenzione a ciò che dico al telefono.

"Vengo a prenderti io, so dove abiti" dice.
"Va bene, allora a dopo" sorrido.

Mi saluta e attacca, così noto che è già pomeriggio, dato che sono le cinque.

"Chi era?" chiede Alex, guardandomi velocemente, per poi riportare lo sguardo verso la strada.
"Era Selena, ha detto che mi deve parlare, sarà a casa mia entro la fine del pomeriggio" spiego.
"Sai già di cosa vuole parlarti?" chiede lui, sorridendo.
"No, ma penso sia una cosa seria dato il suo tono di voce nel momento in cui me l'ha detto" constato.
Lui annuisce. "Allora cercherò di arrivare a casa in tempo" dice accellerando di poco.
"Cerca anche di farmi arrivare viva" ironizzo.

Lui ride e poi annuisce, continuando ad andare alla stessa velocità.
Arriviamo dopo poco a casa, notando una macchina nuova davanti al marciapiede di casa mia. Scendo dall'auto di Alex, ma noto che lui non fà la stessa cosa.

"Non vieni?" chiedo, affacciandomi al finestrino, entrando con la testa in macchina.
"No, ho delle cose da fare a casa e devo riprendermi. Insomma, ho appena scoperto di essere papà ed ho solo 19 anni, sono leggermente spiazzato" spiega ridendo.
Io sorrido. "Va bene, ti dirò come hanno reagito alla notizia e cosa mi dirà Selena" dico.

Lui annuisce e si avvicina a me, baciandomi dolcemente. Chiudo gli occhi, assaporando quel bacio attimo dopo attimo. Li riapro, dato che si è staccato dal bacio, trovando il suo viso a pochi centimetri dal mio. Sorrido, facendo sorridere anche lui.

"A dopo, amore" sussurro.
"A dopo, piccola" mi sussurra anche lui, lasciandomi un bacio sulla punta del naso.

Sorrido, dirigendomi verso il cancelletto che apro, per poi percorrere il vialetto ed entrare in casa, notando che la porta non era chiusa a chiave.
Entro in casa, appendendo la giacca all'appendi abiti e mi dirigo in sala, mentre estraggo il telefono da dentro la borsa. Non appena entro vedo seduti in sala tutti. E per tutti intendo anche Selena.

"Selena" esclamo, andandole in contro.
Lei si alza dal divano sorridendo, abbracciandomi. "Oh, che bello rivederti. Sei stupenda" mi dice, squadrandomi.
Sorrido. "Anche tu lo sei, questa maglia mi piace molto" mi complimento.

Lei ricambia il sorriso, poi si siede di nuovo sul divano, accanto a mia zia.
C'è anche Justin, ma è alla mia destra seduto sulla sua amata poltrona di pelle nere, che in teoria non è sua, ma in pratica è come se lo fosse. I miei zii e Selena, per l'appunto, sono seduti alla mia sinistra sul divano.

"Di cosa dovevi parlarmi?" chiedo poi, appoggiando la borsa al tavolino.
"Oh, non posso dirtelo ora, è una sorpresa" sorride lei.
"Bene, dato che siamo in tema di sorpresa..devo dirvi una cosa" dico, abbassando sempre di più il tono di voce.
"C'entra con il Day Hospital che hai fatto oggi?" chiede mia zia.
"Più o meno" spiego.
"Hai qualche malattia grave?" domanda mia zia, preoccupata.
"No!" esclamo.
Lei si poggia una mano sul petto tirando un sospiro di sollievo. "E allora cos'hai?" chiede.
"Un bambino" dico, abbassando la testa.
"Non riesco a capire" dice mia zia, confusa.

In effetti avevo detto quella frase sussurrando. Non so se la prenderanno bene o no. Ho solo 18 anni, magari penseranno che io sia una poco di buono, anche se ne dubito, dato che mi hanno sempre appoggiata, qualunque cosa io facessi.

"Sono..incinta" dico, alzando di poco la voce per farmi sentire.

Le faccie di tutti, compresa quella di Justin e Selena, sono sbalordite. Ho paura in una loro reazione.

"C-cosa?" balbetta mio zio.

Annuisco, confermando quello che ho detto poco fa.

"Ma, com'è possibile?" chiede mia zia, guardando la pancia. "Insomma, non hai nemmeno un pò di pancia, sei sicura di essere incinta?" chiede lei, corrugando la fronte.
"Si, il dottore dice che è normale e ha dato per scontato il fatto che lo sapessi. Quando me lo ha detto sono svenuta" spiego, leggermente diverita.

Ho ancora timore in una loro reazione negativa.

I miei zii scoppiano a ridere, ma non so se lo fanno per nascondere il nervosismo o perchè non davvero divertiti. Mi lascio sfuggire un sorriso anche io e poi guardo Justin, che sta guardando il vuoto con sguardo perso.

"A quale mese sei?" chiede Selena, sorridendomi.
"Al quinto" le sorrido di rimando.
"Quindi non è una cosa recente" esclama mia zia.
Scuoto la testa. "Non proprio, è più o meno da dicembre che lo sono" spiego.
"Ecco spiegato il continuo vomitare" dice mio zio.
Annuisco. "Il dottore ha detto di mangiare ogni volta che ne sento il bisogno, ha detto che è normale che vomiti e mi ha consigliato di non mangiare troppo, perchè potrei non riuscire a perdere tutti i chili una volta partorito. Mi ha anche proibito di mettere pantaloni troppo stretti, potrei fare del male al feto" spiego, toccandomi per la prima volta la pancia, da quando ho saputo la notizia.
"Aspetta, hai detto che lo sei da cinque mesi?" si sveglia improvvisamente dal suo stato di trans Justin, guardandomi con uno strano luccichìo negli occhi.
Annuisco, spaventata dal suo sguardo indemoniato. "Si" 
"Quindi da Dicembre" constata poi.
"Esatto" annuisco.
"Quando hai conosciuto Alex?" chiede lui.
"Quando me ne sono andata da casa di Chaz" dico.
"Quando ci siamo lasciati?" chiede conferma lui.
Annuisco. "Ma non capisco dove vuoi arrivare" dico.
"Quando hai iniziato a sentirti male, Hilary?" mi chiede Selena.
"A gennaio, dopo essere tornata dalle vacanze alle Hawaii. Ma pensavo fosse colpa del fatto che dal clima caldo sono passata subito a quello freddo" spiego.
"Quand'è stata l'ultima volta che hai fatto.." lascia cadere le parole Selena, indicando con la testa Justin.

Arrossisco immediatamente, abbassando la testa per l'imbarazzo.

"Dopo che ci siamo lasciati, la prima sera alle Hawaii" spiego, guardando le mie scarpe.
"E la prima volta che l'hai fatto con il tuo attuale ragazzo?" chiede mia zia, iniziando ad avere lo stesso sguardo indemoniato di Justin.
"Ehm, non ricordo, verso la fine di Gennaio, credo. Ma perchè tutte queste domande?" chiedo.
"Hilary, tu sei incinta da cinque mesi, ciò significa che il bambino esiste da Dicembre, di conseguenza il padre non può essere Alex" spiega mia zia, cercando di farmi capire.

Io sgrano gli occhi, sentendo improvvisamente la mancanza di aria.

"C-cosa..vuoi..d-dire?" chiedo, iniziando ad aver bisogno di ossigeno.
"Quello che ho detto, Hilary" dice lei, alzandosi. "Ti senti bene?" chiede, venendomi in contro.

Scuoto la testa, così Justin si alza dalla poltrona, per fare in modo di farmi sedere lì. Mi siedo, fissando Selena. Noto che mima un 'mi dispiace' con le labbra e le sorrido debolmente.
Mio zio entra in sala con un bicchiere d'acqua in mano, che subito mi porge. Non mi ero accorta nemmeno che era uscito dalla stanza.
Selena si avvicina alla mia poltrona, inginocchiandosi davanti a me.

"Ti senti meglio?" chiede, posando le sue mani sulle mie gambe.
"Non proprio, ho bisogno d'aria" dico, chiudendo gli occhi.
"Vieni, usciamo, così ti dico quella cosa e tu prendi un pò d'aria" mi dice. 

Annuisco, bevo un pò d'acqua e poi appoggio il bicchiere sul tavolino. Metto il telefono dentro la borsa ed esco, salutando tutti, seguita da Selena.
Entro nella sua macchina e ci dirigiamo in un posto a me sconosciuto.

"Come ti senti?" chiede lei, mentre guida.
"Meglio, grazie" le sorrido.
"Intendo interiormente, cosa provi?" chiede lei.
"Confusione" rispondo.
"Comunque sia, io ci sarò sempre per te, quindi conta pure su di me" mi sorride, continuando però a guardare la strada.
"Se Justin è il padre, come mi dovrò comportare con Alex?" chiedo, impaurita.
"Io ti consiglierei di fare prima un testa del Dna, così puoi chiarirti le idee" mi consiglia.
"Si, è un'ottima idea" le sorrido, digintando un messaggio sul mio telefono.

'Ragazze, stasera a casa mia. Devo parlarvi xx' lo invio sia a Rachel che a Chanel, poi ripongo il telefono nella borsa.

"Siamo arrivate" annuncia Selena, sorridendo, spegnendo il motore.

Usciamo dall'auto e mi trovo davanti alla Hollywood Records.

"Cosa ci facciamo qui?" chiedo, guardandomi attorno.
"La mia manager, Kerighan Ann Wilson, vuole parlarti, ti spiegherò tutto una volta dentro, ora andiamo, prima che ci assalgono i paparazzi e le fan" dice, entrando velocemente dentro il palazzo.

La seguo e mi trovo in una specie di hall enorme. E' piena di piante, ed ha due grandi finestre nella sala d'attesa. Ha un bancone blu, abbastanza lungo, con tre ragazze bionde che fanno da receptioniste. Sto parlando come se fossimo in un hotel.

"Cosa significa che la tua manager vuole parlarmi? Cioè, io cosa c'entro con la musica?" chiedo.

Selena si dirige verso un ascensore ed io la seguo. Clicca sul 22esimo piano e mentre l'ascensore sale, si decide a parlare.

"Justin ti ha fatto un video mentre cantavi la parte di Nicki Minaj nella canzone 'Beauty And A Beat' e anche in altri momenti in cui cantavi. Ma se nè ricordato solo pochi giorni fà e dato che sapeva che non avresti mai accettato un gesto da lui, mi ha dato i video a me cosicchè io potessi farli vedere alla mia manager, ed è ciò che ho fatto" mi sorride.
"Mi stai dicendo che la tua manager mi ha sentita cantare?" chiedo, felice.
Lei mi sorride ed annuisce. "Certo, ma non voglio dirti nulla, ti dirà tutto lei" sorride.

Usciamo dall'ascensore pochi secondi dopo e ci dirigiamo verso uno studio, dove troviamo seduta una donna sulla trentina, con dei lunghi capelli neri.

"Sel, ciao" sorride la donna, andando in contro a Selena, abbracciandola.
Selena ricambia l'abbraccio. "Hilary, lei è la mia manager Kerighan Wilson, Kerighan, lei è la mia amica Hilary" ci presenta, una volta sciolto l'abbraccio.

Lei mi porge la mano sorridendo. La stringo, ricambiando il sorriso.

"Sono felice di conoscerti" mi sorride Kerighan, andandosi di nuovo a sedersi. "Sedetevi" ci ordina gentilmente.

Io e Selena ci sediamo sulle due sedie di fronte a Kerighan, con una grande scrivania nera che ci divide da quest'ultima.

"Allora, come tu già sai, ho visto quei video di cui ti ha sicuramente parlato Selena. Penso che tu sia una brava cantante, non sei tra le migliori, ma con il tempo potresti migliorare sempre di più. Quindi la mia proposta è quella di farti firmare un contratto di un anno con la Hollywood Records. Se poi vuoi continuare la carriera, una volta che il contratto scadrà potrai decidere se firmare il prossimo, oppure no. Ovviamente ti farò io da manager, organizzerò i luoghi dei concerti, le date eccetera." mi spiega, posando sulla scrivania davanti a me, un contratto.
"Io sto con la Hollywood Records da un pò e devo dirti che mi trovo bene, poi Kerighan è fantastica" mi consiglia Selena.
"Potrei avere un pò di tempo per pensarci?" chiedo, guardando quel contratto davanti agli occhi.
"Certo, hai una settimana di tempo, poi verrai qui e mi comunicherai cos'hai deciso" mi sorride.

Selena si alza, così lo faccio anche io e salutiamo Kerighan. Lascio il contratto qui, devo pensarci. Sta succedendo tutto troppo in fretta. Il bambino, la probabilitià che Justin sia il padre ed ora un contratto come futura cantante. Ho bisogno di parlarne con le ragazze e di pensarci molto.
Selena mi accompagna a casa e la sera arriva in fretta. 


Sono le 9pm e sto aspettando le ragazze che dovrebbero arrivare a momenti. Sono in camera mia, seduta sul letto a guardarmi un pò di televisione, quando sento bussare alla porta.

"Avanti" dico, guardando in direzione ad essa.
Spunta Justin da dietro. "Posso entrare?" chiede, fermandosi sulla soglia.

Annuisco, portandomi una ciocca dietro l'orecchio. Spengo la televisione, prestando la mia attenzione a lui. Lui si chiude la porta alle spalle e mi viene vicino. Mi sposto al centro del letto, facendo sedere anche lui su di esso.

"Come stai?" mi chiede, guardandomi.
"Bene" dico, evitando di incontrare i suoi occhi.
"E il bambino?" chiede lui, puntando gli occhi verso la mia pancia, invisibile.
"Bambina" lo correggo io.
"Quindi sarà una femminuccia" sorride lui, guardandomi.
Annuisco, impassibile. "Comunque sta bene" rispondo alla domanda postami, lasciata in sospeso.
Lui annuisce. "Hai già scelto il nome?" mi chiede, posando l'attenzione di nuovo a me.
"No, sta accadendo tutto troppo in fretta" scuoto la testa, passandomi una mano tra i capelli.
"Chi pensi che sia il padre?" chiede lui.
"Non lo so, sto cercando di auto-convincermi che non sei tu" rivelo, guardandolo finalmente negli occhi.

Quegli occhi che ho tanto amato, ora sono tornati come una volta. Sono così dolci e pieni di colpe e pentimenti. Sono colmi di tristezza e dolore, probabilmente causato dalle mie parole.

"E se lo fossi?" chiede.
"Non lo so, ma non lascerei Alex. Sarà lui a crescere la mia bambina, non tu" dico, guardandolo.
"Perchè? Se io sono il padre ho il diritto di crescerla" sbotta.
"D'accordo, ma non pensare che ci rimetteremo insieme, perchè non succederà mai" dico. "Se la figlia non è tua?" chiedo poi, curiosa.
"Il mio cuore sente che sono io il padre, ne sono sicuro quanto il fatto di chiamarmi Justin" risponde con fermezza.
"Volevi dirmi solo questo?" chiedo.
"No, volevo anche sapere cos'è successo con Selena oggi" risponde.
"Mi ha detto che le hai dato vari video in cui canto, lei li ha fatti vedere alla sua manager ed ora mi è stato proposto di firmare un contratto di un anno per essere sotto la Hollywood Records, avendo come manager quella di Selena" spiego.
"Quella donna è davvero brava, ti consiglio di accettare" risponde, sorridendo.
"Come ho già detto a tutti, stanno succedendo troppe cose in troppo poco tempo, ho bisogno di respirare. Mi ha dato una settimana per pensarci" dico.
"Va bene, ora vado" dice alzandosi.
Gli prendo un braccio, fermandolo. "Sei disposto a fare il test del Dna?" chiedo.
Lui annuisce. "Sarò lieto di farti vedere che ho ragione" sorride.

Poi si alza e se ne va dalla stanza. Mi sdraio sul letto, guardando il soffitto, aspettando l'arrivo delle ragazze.
Dopo poco sento di nuovo bussare alla porta, così mi alzo e vado ad aprirla, trovando le ragazze con un sorriso enorme.

"Hey, come state? Mi siete mancate" le saluto con un veloce abbraccio, poi le faccio entrare in camera.

Hanno un borsone a testa, che appoggiano ai piedi del letto per poi togliersi le scarpe.

"Stiamo bene, ci sei mancata anche tu" risponde Chanel, sedendosi sul letto.

Rachel la copia, sedendosi al centro del letto.

"Devo raccontarvi troppe cose" dico, prendendo la sedia della scrivania, portandola davanti al letto.

Ci ritroviamo in una specie di cerchio, appoggio le mie gambe al letto e mi rilasso contro la poltroncina.

"Allora inizia a raccontarci" sorride Rachel.
"Okay, non voglio girarci troppo attorno, quindi ve lo dirò direttamente" loro mi guardano stranite. Prendo un respiro profondo e poi parlo. "Sono incinta di cinque mesi" rivelo.

Loro sgranano gli occhi, mentre Chanel si sta per soffocare con la sua stessa saliva. Rachel le dà qualche colpettino sulla schiena e appena si calma si gira a guardarmi.

"Da cinque mesi? Cosa aspettavi a dircelo? Aspettavi di partorirla?" chiede Chanel.
"Non lo sapevo nemmeno io, l'ho scoperto oggi, facendo un Day Hospital" spiego.
"Chi è il padre?" chiede Rachel.
"E' questo il problema, non lo so. Sono tutti convinti che sia Justin, perchè il bambino c'è da Dicembre e l'ultima volta che l'ho fatto con Justin è stato proprio a dicembre" dico io.
"Devi solo fare un test del Dna e toglierti ogni dubbio" dice Chanel.
"Justin è d'accordo sul farlo, gliene ho parlato io. Domani andiamo a farlo." dico.
"E se dice che Justin è il padre?" chiede Rachel.
"Continuerò a stare con Alex, non mi interessa del risultato, la bambina crescerà con me e Alex, non con Justin" dico decisa.
"Quindi è una femmina?" chiede intenerita Chanel.
Io le sorrido annuendo. "Anche questo l'ho scoperto oggi"
"Hilary, non puoi comportarti così. Se Justin è il padre, ha tutti i diritti di vedere la bambina, di essere presente e di farle da padre, se lui vuole. Non puoi negargli questo diritto, Hilary" mi spiega Rachel.
"Lo so, ma non sopporterei di averlo ancora accanto, di vederlo comportarsi bene con una bambina che probabilmente non è il frutto di un amore. O almeno non da parte del padre." dico io, abbassando lo sguardo.
"Volevi dirci solo questo?" chiede Rachel, cambiando discorso.
"No, la manager di Selena Gomez mi ha offerto di lavorare tramite la Hollywood Records come cantante. Lei mi vuole fare da manager, il contratto per un anno è già pronto e mi ha dato una settimana di tempo per pensarci" spiego velocemente.
"Oh, mio, Dio. Non posso crederci" dice Chanel, tappandosi la bocca con le mani.

Sentiamo bussare alla porta e ci giriamo tutte verso essa.

"Avanti" dico, notando Justin comparire dietro la porta.
"Ciao ragazze" saluta sorridendo.
"Ciao" dice Chanel con gli occhi che le luccicano, mentre Rachel lo ignora completamente.
"Sempre gentile la tua amica" mormora rivolto a me.
"Cosa vuoi?" chiedo.
"Ho chiamato l'ospedale per un appuntamento. Domani alle 8.00am abbiamo la visita per fare il test del Dna" mi informa.
Annuisco. "Va bene, grazie" dico.
"Verrà anche Alex?" chiede lui.
"No. Se il test risulterà negativo, vorrà dire che la bambina è sua" spiego.
"Ma risulterà positivo" mi fà l'occhiolino, ed esce dalla camera, salutando di nuovo le ragazze.
"E' così sicuro di sè" dice Rachel, infastidita.
"Una parte di me cerca di auto-convincersi che la figlia sarà di Alex. L'altra parte di me, sa che il figlio è di Justin. Spero solo che quest'ultima parte si stia sbagliando" dico.
"Non preoccuparti, andrà tutto bene" mi sorride Chanel.
"Ora che ci penso, come farai a gestire la gravidanza e la carriera, nel caso tu decidessi di accettare la proposta di oggi?" chiede Rachel.
"Non lo so, ci stavo pensando anche io. Probabilmente arrivata al settimo/ottavo mese andrò in maternità e riprenderò appena potrò. Oppure inizio la carriera direttamente dopo il parto. Cioè, aspetto un anno circa e poi inizio a lavorare" spiego.


-Il giorno dopo-

h: 7.00am

La sveglia suona, facendomi sobbalzare. La spengo, sentendo una grande ansia dentro di me. Non sento Alex da quando ha saputo della bambina. Spero solo non mi voglia lasciare.
Mi alzo, dirigendomi in bagno per lavarmi. Mi lavo anche i denti e mi dirigo in camera mia con solo un asciugamano attorno al corpo.

"Buongiorno splendore" trilla felice Justin, alle mie spalle.
Mi giro, notando che ha addosso solo dei Boxer. "Buongiorno" rispondo pacata.
"Non sei felice?" dice sorridendomi.
"Sono agitata, non felice" lo correggo.

Entro in camera mia, seguito da lui e tiro fuori dall'armadio un intimo nero, per poi optare per un paio di pantaloni della tuta dell'Adidas, non troppo stretti, ed una maglia larga, che mi scopre di poco la pancia.

"Devo vestirmi, esci" dico a Justin, che è fermo davanti a me.
"Avanti, ti ho visto nuda più di chiunque altro" si lamenta lui.
"Ma stavamo insieme, adesso non stiamo più insieme e non hai il diritto nemmeno di stare nella mia stanza" rispondo acida.
"Va bene, esco" dice lui, alzando le mani in aria, in segno di resa.

Esce ed io mi vesto velocemente, per poi uscire dalla mia stanza e mettere l'asciugamano usato nel cesto della biancheria sporca. Mi trucco e mi spazzolo i capelli, poi prendo delle Supra nere e le indosso. Mi metto una giacca addosso e prendo il telefono, mettendolo nella tasca dei pantaloni.
Scendo e faccio colazione con uova, pancetta e succo di frutta. Poi decido di chiamare Alex, per avvertirlo.

"Pronto?" risponde, con la voce assonnata.
"Hey, scusa, non volevo svegliarti" dico, sedendomi sul divano in sala, portandomi le gambe al petto.
"Non preoccuparti, è successo qualcosa?" chiede lui, freddo.
"No, volevo solo dirti che fra un pò vado a fare il test del Dna" dico.
"Ah, vuoi che andiamo insieme o mi faccio trovare all'ospedale?" chiede.
"Ehm, sinceramente ci andiamo solo io e Justin" mormoro.
"Perchè hai scelto lui? Non posso venire anche io?" chiede, leggermente arrabbiato.
"Ecco, penso che il padre sia lui, quindi se il test risulterà negativo, saprò con certezza che sei tu il padre" spiego.
"Potevi portare me. Se risultava negativo, sapevi con certezza che era lui" ribatte.
"O te la sei fatta anche con altri nello stesso tempo, prima di metterti con me?" chiede, maligno.
"Cosa?" sento gli occhi pizzicare. 

Mi ha appena dato della troia.

"Hai capito ciò che ti ho detto, non far finta di niente" risponde lui.
"Perchè mi parli in questo modo?" chiedo, iniziando a far scendere le prime lacrime.

Era la prima volta che piangevo per lui. Sinceramente stavo piangendo perchè mi ha ferita dandomi della troia, non per lui.
Forse perchè mi fa più felice di Justin, oppure perchè non mi interessa poi così tanto come pensavo.

"E tu perchè ti porti dietro quel coglione al posto del tuo ragazzo, eh?" chiede, urlando.
"Non è un coglione, non ti azzardare a chiamarlo in quel modo" sbotto, arrabbiata.

Perchè mi ritrovo a difendere Justin? In fondo è veramente un coglione. Si, ma solo io posso chiamarlo così, perchè da parte mia non è un insulto, da parte di Alex, invece, lo è.

"Ora ti metti pure a difenderlo? Non solo ti ha fatta soffrire ma ti ha anche tradita in tutti i modi possibili e tu hai ancora il coraggio di difenderlo?" chiede, urlando.

Noto Justin che entra in sala sorridendo, ma appena mi vede piangere il suo sorriso si spegne.

"Che succede?" mi chiede, avvicinandosi.

"Ah, è lì con te, vero? Cosa state facendo insieme? Vuoi per caso fare un'altro figlio con lui?" urla Alex, dall'altra parte del telefono.
"Smettila di dire così" sbotto.

Justin mi prende il telefono dalle mani, parlando ad Alex.

"Senti brutto cazzone, prova di nuovo ad urlare contro Hilary e giuro che ti ritrovi castrato e senza denti, hai capito?" gli urla contro Justin, per poi chiudere la chiamata.

Si siede accanto a me e mi racchiude in un abbraccio. Resto immobile, non ricambio l'abbraccio, ma sembra che a lui non interessi, dato che continua a tenermi stretta a lui. E subito il suo profumo mi entra nelle narici, facendomi ricordare i momenti più belli passati con lui.
Forse non è amore quello che provo per Alex, forse è solo attrazione. Io e lui non ci siamo mai detti 'Ti amo', mentre con Justin si. Forse Alex era solo un rimpiazzo, una dimostrazione che io so stare senza di Justin, quando invece mi sono resa conto che non è affatto così. Non so affatto stare senza lui, in questi mesi non sono stata affatto bene. Sorridevo, ma dentro morivo ogni giorno sempre di più. Vedere lui che scopava altre ragazze mi faceva salire un istinto omicida. Lo amo ancora e mi maledico per questo. Sarei pronta a perdonarlo di nuovo, magari non del tutto, ma lo amo così tanto da riuscire a farlo entrare nella mia vita, perchè in fondo non ne è mai uscito.
Mi rendo conto solo ora che le mie braccia sono strette attorno al suo corpo, mentre le mie lacrime gli stanno bagnando la maglia.

"Dai, su, non piangere, ce ne sono di migliori, non vale la pena sprecare lacrime per lui" dice, asciugandomi le lacrime. "Ora voglio vederti sorridere" dice dolcemente, sorridendomi.

Sorrido anche io, instintivamente. E ad un tratto mi accorgo che l'ansia di quel test è svanita.

"Forza, andiamo, o faremo tardi" dice lui alzandosi, tirando su anche me.

Mi stacco da lui e mi asciugo il viso con le maniche della giacca, sporcandola di matita. Prendo le salviettine struccanti dalla borsa e mi strucco, per poi uscire di casa insieme a Justin.
I paparazzi iniziano a scattare foto e ci pongono un sacco di domande, a cui noi non rispondiamo.
'State ancora insieme?' ; 'Dove siete diretti?' ; 'Vi amate ancora?' ; 'Hai lasciato il tuo attuale ragazzo per Justin?' e altre domande simili.
Entro velocemente sul SUV nero di Justin e lui mette in moto, partendo in direzione dell'ospedale.
Arriviamo circa dieci minuti dopo e scendiamo, drigendoci velocemente dentro all'edificio, sperando di non essere riconosciuti.

"Salve, siamo qui per l'appuntamento con il dottor Stewart" dice Justin ad una donna, difronte all'entrata.
"Certo, vi sta aspettando. E' al secondo piano, nel suo studio" dice lei.

Noi la ringraziamo ed entriamo in ascensore, diretti verso il secondo piano.

"Sei nervosa?" mi chiede Justin, nel momento in cui le porte si aprono.
"Non più" sorrido, dirigendomi verso lo studio del dottore.

Busso e, con il permesso del dottore, entriamo.

"Hilary, che piacere rivederti" dice, salutandomi con una stretta di mano.
"Piacere mio" dico sorridendo, stringendogli la mano a mia volta.
"Io sono il dottor Stewart" si presenta il dottore a Justin.
"Io sono Justin" dice lui, stringendogli la mano.

Ci sediamo difronte alla scrivania, davanti a lui e lui finisce di scrivere qualcosa per poi rivolgere il suo sguardo su di noi.

"E' il tuo ragazzo?" mi chiede, alludendo a Justin.
"No, ma potrebbe essere il padre della mia bimba" spiego.
"Bene, allora, inizierò subito con il prendere il vostro sangue" dice prendendo il necessario.
"E come faremo con la bambina?" chiedo.
"La ginecologa di questo piano prenderà un campione anche al bambino. Non si preoccupi, è un'esperta, non sbaglierà nulla" dice.

Annuisco, iniziando ad alzare la manica del braccio destro.
Justin ha già la maglia a maniche corte, quindi poggia solo il braccio sinistro sulla scrivania, aspettando che il dottore torni dalla stanza in cui è entrato.
Torna insieme ad una ragazza sui venti/venticinque anni. 

"Lei è la ginecologa di cui ti ho parlato, è mia figlia e mi fido ciecamente di lei, sei in buone mani" mi sorride il dottore.

Inizia a prendere il campione di sangue a Justin, poi lo prende anche a me ed infine vado nella stanza accanto, seguita dalla ginecologa. Entro e mi fa sdraiare su un lettino, per poi farmi alzare la maglia. 

"Dovrò prendere un campione di sangue dal cordone ombelicale, tramite il tuo ombelico" mi spiega, preparando del liquido in una siringa.
Annuisco. "Farà male?" chiedo impaurita.
"No, cara. Non preoccuparti, ti farò un anestesia, se sei d'accordo" risponde, sorridendo.
Annuisco di nuovo. "Certo, fai pure" le sorrido.

Si avvicina e mi anestetizza la parte, in modo che io non senta niente per poi prelevare il campione di sangue del bambino. Dopo circa venti minuti finisce. Mi fa alzare e mi fà abbassare la maglia, mentre lei mette il campione di sangue in una provetta.

"Per quanto non mi sentirò la pancia?" chiedo sorridendo.
"Non per molto, fra circa dieci minuti l'effetto svanirà" mi sorride, attaccando un adesivo sulla provetta. "Vai pure, abbiamo finito" mi dice, sorridendo, notando che non mi ero mossa di mezzo millimetro.

Annuisco, ricambiando il sorriso uscendo da quella stanza, ritrovandomi subito nella stanza del dottore.
"Com'è andata?" chiede Justin.
"Bene, non ho sentito nulla perchè mi ha anestetizzata" faccio spallucce.
"Quando possiamo venire a ritirare l'esito?" chiede Justin al dottore.
"Fra due giorni" risponde lui. "Ci vediamo, a presto" ci congeda poi.

Lo salutiamo ed usciamo da quella stanza. Arriviamo dentro l'ascensore e Justin inizia a canticchiare.

"Da quand'è che canticchi?" chiedo, alzando un sopracciglio.
"Soffro di claustrofobia, devo distrarmi" dice lui, guardandomi.
"Capito, siamo arrivati" annuncio poi.

Le porte si aprono e noi usciamo dall'ascensore per poi uscire anche dall'ospedale. Entriamo in macchina, diretti verso casa nostra.

"Mi dai un consiglio?" chiedo rompendo il silenzio.
"Certo" dice, guardando la strada.
"Secondo te devo accettare la proposta di Kerighan?" chiedo.
Annuisce. "Certo che sì, sei bravissima a cantare e ti meriti di fare carriera" sorride lui.

Si ferma ad un semaforo e si gira verso di me.

"Che c'è?" chiedo.
"Mi mancava averti in macchina con me" spiega facendo spallucce.
Annuisco. "Capisco" dico, guardando il semaforo, ancora rosso.
"Cosa succede se io sono il padre?" chiede lui.
"Non lo so, sono confusa" dico.
"Riguardo cosa?" chiede, non capendo.
"Riguardo ciò che provo per te e ciò che provo per Alex" svelo. "Il semaforo è verde" dico poi, per cercare di deviare il discorso.

Infatti lui non parla più, si limita a guidare, finchè non arriviamo a casa. Scendiamo dall'auto e mentre lui chiude la portiera, io apro il cancelletto, dirigendomi verso casa mia, per deviare i paparazzi posti là davanti.
Entro lasciando la porta di casa semi-aperta, per far entrare Justin.

"Hilary, sei tu?" chiede mia zia.
"Si" rispondo, entrando in sala, trovandola vuota.

Mi dirigo allora in cucina trovando mia zia.

"Ah, sei qui. Pensavo fossi in sala" faccio spallucce, salutandola con un bacio.
"Dov'è Justin?" chiede lei.
"Non lo so, probabilmente sarà fuori con i paparazzi" faccio spallucce, appoggiandomi al bancone della cucina.
"Fra un pò sarà pronto il pranzo" mi sorride lei, continuando a cucinare.
Annuisco. "Devo andare a farmi i compiti, domani devo andare a scuola" faccio spallucce.
"Fra quanto finisce la scuola?" chiede lei.
"Il sette di giugno, fra non molto" dico, sorridendole.
"Sei pronta per gli esami?" mi chiede poi.
"Si, ma sarà meglio continuare a studiare" dico, lasciandole un bacio sulla guancia, per poi dirigermi in camera mia.

Esco dalla cucina, andando a sbattere contro Justin, che prontamente mette una mano dietro la mia schiena per evitare di farmi cadere a terra.

"Scusa, non ti ho vista" si scusa lui, togliendo la mano.
"Non fa niente" sorrido, salendo di fretta al piano di sopra.

Entro in camera mia e mi butto sul letto. Sbuffo, guardando il soffito bianco su di me.
Troppa confusione nella mia testa. Innanzitutto devo parlare con Alex, devo capire cosa gli è preso stamattina, devo capire se voglio stare davvero con lui. Poi devo decidere se accettare o meno quel contratto e devo affrontare i risultati del test. Devo pensare anche alla bambina, devo farle una cameretta, devo comprarle il necessario ed ho solo quattro mesi per farlo.
Mi alzo e mi siedo sul letto, prendendo il cordless dal comodino alla mia destra. Digito il numero di Alex e aspetto che risponda.

"Pronto?" 
"Sono Hilary, ho bisogno di parlarti" dico subito.
"Va bene, sono da te fra cinque minuti" dice, per poi attaccare subito.

E' freddo, non sembra nemmeno lui. Magari la storia del bambino l'ha fatto andare in confusione, oppure è solo infastidito dal fatto che io abbia deciso di andare a fare il test con Justin e non con lui.
Scendo dal letto e mi dirigo nel bagno adiacente a camera mia, per legarmi i capelli in una coda alta. Mi cambio la maglia, mettendone una un pò più lunga, che mi copra la pancia.
Poi mi tolgo le scarpe e resto con i calzini ai piedi. Se solo mia zia scoprisse che mi sono sdraiata sul letto con le scarpe, mi friggerebbe insieme al cibo che sta cucinando ora.
Lascio le scarpe sotto la scrivania ed esco dalla camera, scendendo al piano di sotto.
Mentre scendo le scale noto Justin venirmi incontro.

"C'è il tuo biondo che ti aspetta in sala" dice, superandomi.

Scendo velocemente e mi dirigo in sala, trovando Alex sul divano.

"Eccomi" annuncio, dirigendomi verso di lui.
Lui alza la testa e mi guarda. "Eccoti" risponde freddo.
"E' molto che stai aspettando?" chiedo, sedendomi sulla poltrona difronte a lui.
"No, sono arrivato poco fa" dice lui, facendo spallucce. "Di cosa volevi parlarmi?" chiede poi.
"Vieni fuori, non mi va di farmi sentire da chiunque in questa casa"  dico, alzandomi dirigendomi verso la porta-finestra presente in quella stanza.

Ci ritroviamo tutti e due in giardino e ci sediamo sul prato, poco lontano dalla finestra.

"Allora?" insiste.
"Voglio sapere perchè hai reagito in quel modo" dico.
"Perchè hai portato con te lui e non me" spiega.
"Che differenza fa? Non sarebbe cambiato nulla" dico, facendo spallucce.
"La differenza è che io ho più diritto di lui ad esserti accanto in questo momento, dato che sono il tuo ragazzo" ribatte.
"Un ragazzo non da della troia alla propria ragazza" ribatto io, strappando alcuni filetti di erba.
"L'ho detto in un momento di rabbia" si scusa lui.
"E' proprio la rabbia che ti fa dire la verità" dico io.
"Con questo vuoi dire che io penso veramente che tu sia una troia?" chiede sgranando gli occhi.
"Hai la coda di paglia?" chiedo, alzando un sopracciglio.
"No, ma così hai fatto capire" dice lui.
"Ho bisogno di tempo. Prendiamoci una pausa" dico, dopo alcuni minuti di silenzio.
"Cosa, scusa?" chiede lui, alzandosi improvvisamente.

Alzo la testa, per riuscire a guardarlo. Inizia a farmi male il collo.

"Hai capito. Ho bisogno di una pausa per riflettere. Sta succedendo tutto troppo in fretta" spiego, alzandomi anche io.
"Non sta succedendo nulla di particolare. Sei solo incinta e non sai chi è il padre, tutto qui. Non hai bisogno di nessuna pausa, dobbiamo solo affrontare tutto ciò insieme" dice lui, prendendomi per le braccia, avvicinandomi a lui.
"Tu non puoi capire. Devo prendere anche la decisione di intraprendere una carriera come cantante o meno. E io amo cantare più di qualsiasi altra cosa, solo che se inizierò a cantare non so come potrò fare con il bambino" spiego.
"Non hai bisogno di nessuna pausa, stiamo bene insieme. Affronteremo tutto insieme" ripete lui.
Sbuffo. "Io ho bisogno di stare per un pò da sola. Voglio che ci prendiamo una pausa" spiego, decisa.
"Io non voglio. Perchè di sicuro, dopo la tua pausa, mi lascerai ed io non voglio perderti per nulla al mondo" dice lui, stringendo la presa sulle braccia, facendomi avvicinare ancora di più a lui.
"Lasciami, mi stai facendo male" dico, cercando di liberarmi dalla presa.
"Me ne stai facendo di più tu, chiedendomi la pausa. Non te la voglio dare, affronteremo tutto insieme come le altre coppie. Noi ce la faremo, insieme"

Nei suoi occhi leggo rabbia, non amore. Fà abbastanza paura, soprattutto ora che la sua presa si stringe ancora di più attorno alle mie braccia.

"Lasciami" ripeto, poggiando le mani sul petto, cercando di cacciarli, con scarsi risultati.
"No, non ti lascio finchè non mi dirai che non vuoi più prenderti la pausa" dice arrabbiato.
"Mollami o ti denuncio" ribatto io, con il suo stesso tono di voce.
"Non lo faresti mai" sogghigna lui.
"Che succede qui? Cosa sono queste urla?" chiede improvvisamente mio zio, uscendo nel giardino, seguito da Justin.
"Niente, andatevene" sbotta Alex.
"Lasciala immediatamente, le stai facendo male" dice Justin, notando il mio viso addolorato.
"Non le sto facendo male, sta solo fingendo per avere compassione" dice, allontanandosi da Justin, che ci sta venendo incontro.

Mio zio si avvicina e fa in modo di staccare le mani di Alex dalle mie braccia, mentre Justin mi prende e mi porta con se in sala.

"Restiamo qui, se ne occuperà Kenny" dice lui, sedendosi sulla poltrona. "Perchè è così arrabbiato?" chiede poi.
"Perchè gli ho chiesto una pausa" dico, guardando fuori.

Noto che mio zio sta portando Alex fuori dal nostro giardino, trascinandolo via, nel vero senso della parola.
Justin si alza e viene sul divano vicino a me, poi mi prende il braccio destro e lo alza vicino al suo viso.

"Ti fa male?" chiede toccandomi il punto arrossato sul muscolo del braccio.
Scuoto la testa. "No, non preoccuparti" lo rassicuro.
Mi posa un bacio sul rossore e poi mi guarda. "Ora non ti farà più male" mi sorride.
Sorrido anche io. "Grazie" dico come se mi stessi riferendo ad un bambino.

31 Maggio 2013
h: 10.00am

E' venerdi e sono in classe a subirmi le due estenuanti ore di Storia. Questa donna sta parlando senza sosta da un'ora circa. Non ne posso più, non riesco nemmeno a concentrarmi, perchè oggi arrivano gli esami del test e sono in ansia, soprattutto perchè non sento Alex da due giorni ed ho paura che il test possa risultare negativo. Se così fosse dovrei stare con Alex ogni volta, perchè ha il diritto di vedere sua figlia.
Sentiamo bussare alla porta e la prof tace all'improvviso. Diciamo un 'Avanti' generale e notiamo la bidella comparire da dietro la porta.

"La signorina Hamilton deve uscire" annuncia la bidella, porgendo un foglio alla prof.
Lei annuisce e prende il foglio. "Chi è venuto a prenderla?" chiede poi, alla bidella, mentre io inizio a mettere tutti i libri nello zaino.
"E' venuto Justin Bieber" risponde lei.
"E' maggiorenne? Ha la delega?" chiede la prof. 
"Si, è insieme ai fogli che le ho dato" risponde la bidella.

Mi alzo, mettendomi la giacca addosso, mentre tutti gli occhi sono puntati su di me da quando la bidella ha detto che Justin è fuori.
Mi metto la cartella in spalle e sgattaiolo fuori dall'aula, salutando i miei compagni e l'insegnante.
Scendo al piano terra notando Justin girato di spalle davanti alle porte d'uscita.

"Justin" lo richiamo, sorpresa. "Come mai qui?" chiedo, avviciandomi a lui.
"Mi hanno chiamato dall'ospedale. Sono arrivati i risultati" mi informa, mentre mi apre la porta per farmi uscire.

Annuisco, uscendo dirigendomi verso il SUV nero con le quattro freccie accese, davanti alla scuola. Entriamo in macchina in silenzio e luio parte dirigendosi verso l'ospedale.

"I miei zii sanno che sei venuto a prendermi?" chiedo, rompendo il silenzio.
"Si, mi hanno firmato loro la delega" dice lui.
"Dovevi vedere le faccie di tutte le mie compagne, appena hanno saputo che mi eri venuto a prendere" dico, ridendo.
Lui sorride "Posso immaginare. Mi soprende che non siano corse giù verso di me" dice lui, mettendosi apposto i Ray-ban.
"Perchè guidi con gli occhiali da sole addosso?" chiedo, stranita.
"Perchè non mi va di toglierli" dice lui, scrollando le spalle.

Si ferma e noto che siamo nel parcheggio dell'ospedale. Tiro un sospiro ed esco dalla macchina.
Noto alcune persone che riconoscono Justin, così lo prendo per un braccio e mi affretto ad entrare dentro l'ospedale.

"Hey, cos'è tutta questa fretta?" chiede lui, non appena lo mollo.
"C'erano molte persone che ti hanno riconosciuto" spiego, dirigendomi verso l'ascensore.

Mi ricordo che soffre di claustrofobia solo quando siamo dentro l'ascensore e lui chiude gli occhi.
Merda.

"Abbracciami" gli ordino, per distrarlo.
"Cosa?" chiede lui, aprendo gli occhi.
"Hai capito" dico, incitandolo ad avvicinarsi.

Lui si avvicina a me e io avvolgo le mie braccia attorno al suo corpo, sentendo che lui fa la stessa cosa. Appena le porte si aprono, ci stacchiamo ed usciamo.

"Perchè hai voluto abbracciarmi?" chiede lui, mentre ci dirigiamo verso una donna dietro il bancone.
"Perchè non hai pensato troppo al fatto che stavi in un ascensore" gli sorrido, per poi fermarmi davanti quella donna.
"Buongiorno, avete bisogno?" chiede lei, sorridendoci.
"Si, siamo qui per ritirare un test del Dna" rispondo.
"Certo, datemi i vostri nomi" ci sorride lei, tirando fuori un gruppetto di analisi.
"Hilary Hamilton e Justin Bieber" dico io, guardando attentamente ogni mossa della donna.

Lei sfoglia alcuni fogli, finchè non ne estrae uno e me lo porge.

"Grazie" le sorrido.
"Di nulla, arrivederci" ci sorride.

Ci allontaniamo, dirigendoci verso le scale. Mentre scendiamo, continuo a rigirarmi nelle mani quella certellina.

"Quando hai intenzione di guardare i risultati?" chiede lui, guardando la cartella nelle mie mani.
"Una volta arrivati a casa" dico, tranquilla.

Lui sorride e mi prende per un polso, correndo giù per le scale. Una volta usciti mi fa correre fino alla sua macchine e mette velocemente in moto, accellerando.

"Justin, voglio rimanere viva, non voglio morire" dico, allacciandomi la cintura.
"Non preoccuparti, saremo sani e salvi all'arrivo" sorride, continuando ad andare velocemente.

Arriviamo a casa in poco più di cinque minuti e subito lui scende dall'auto, venendomi ad aprire la portiera, mentre io mi slaccio la cintura, guardando quanti cavolo di paparazzi ci sono attorno a casa mia.
Esco velcemente ed apro in fretta il cancelletto, mentre i paparazzi continuano a farci domande ed a scattare foto. Ho nascosto la cartelletta nel mio zaino, così nessuno lo vede. Apro il cancelletto ed entriamo nel mio giardino, per poi entrare in casa.

"Okay, siamo arrivati. Ora voglio leggere i risultati" dice lui sorridendo, togliendosi la sua giacca, appendendola all'entrata. 

Faccio la stessa cosa anche io, appoggiando all'entrata anche lo zaino.

"Zia, zio, venite in sala" li richiamo, mentre io mi siedo sul divano in sala.

Justin si siede vicino a me, mentre io tengo la cartellina in mano, tirata fuori dallo zaino poco fa. 
I miei zii si affrettano a venire in sala.

"E' successo qualcosa?" chiede mio zio, sedendosi sulla poltrona.
"Ho i risultati del test" dico sorridendo, mostrando la cartellina.
"Voglio leggerla io" dice mia zia, tendendo la mano verso di me.

Annuisco e le porgo la cartellina. Instintivamente io e Justin ci stringiamo la mano, in attesa del risultato.
Mia zia apre la cartellina e inizia a leggere l'unico foglio lì presente.

"In base ai campioni di sangue in nostro possesso, dichiariamo che Justin Bieber risulta negativo al test del Dna. Di conseguenza Justin Bieber non è il padre del feto che porta in grembo Hilary Hamilton" 

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-SPAZIO AUTRICE-
Eccomi qui, ragazze. Chiedo ancora scusa per il ritardo e sono anche consapevole che la maggior parte di voi non sta nemmeno leggendo questo mio spazio autrice, però lo scrivo lo stesso.
Ho letto il capitolo e spero di aver corretto tutti gli errori, in caso contrario ditemelo che provvederò ad eliminarli del tutto :D
Ringrazio le ragazze che ancora hanno la pazienza di sopportarmi e aspettare che io aggiorni, vi Amo davvero tantissimo <3 *-*
Ringrazio anche tutte coloro che seguono la mia storia, la preferiscono, la ricordano e la recensiscono!
Grazie infinitamente :D
Poi, alcune ragazze mi hanno chiesto se ci sarà il Sequel della storia, risponderò qui a tutte, sperando di aver risposto al meglio alla vostra domanda: La storia sta per finire e avevo già in mente di fare il continuo, quindi c'è il 90% di possibilità che io faccia il sequel, anche perchè così potrei continuare a tenermi in contatto con voi (e non c'è cosa migliore, credetemi)
Siete importantissime!
Detto ciò, se mi lasciate un parere non mi dispiace :D
Continuo fra tre giorni <3

Baci,Sere <3

 
  
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