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Autore: Jade Tisdale    17/03/2014    1 recensioni
Una terrestre che non è riuscita a sottrarsi al destino che il Dottor Gelo aveva previsto per lei.
Un androide che si è fatta assorbire da Cell e che da quel giorno ha iniziato a sognarlo.
Una moglie che non riesce a dimostrare il proprio affetto verso il marito.
Una madre che si chiede se sua figlia potrà avere una vita serena.
Un cyborg che sta cercando di progettare un futuro da umana.
Ma C18 che cos'è davvero?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: 18, Altri, Crilin, Marron | Coppie: 18/Crilin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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7. Chi è Marion?

 

 

Più i giorni passavano, più avevo la certezza che Crilin era un compagno meraviglioso. 
Mai e poi mai mi ero sentita così in pace con me stessa. Mai e poi mai avrei creduto di poter provare dei sentimenti.
Lui, in un modo che ancora non riuscivo a capire, mi aveva salvata. Mi aveva come fatta rinascere. 
La notte avevo ancora degli incubi e lui mi calmava abbracciandomi e rassicurandomi. Le mattine successive, a differenza delle prime volte, non ricordavo più cos'avevo sognato, anche se si trattava quasi sempre di Cell od occasionalmente del Dottor Gelo.
Già, Gelo. Benché avessi dimenticato tutte le sue torture, piano piano esse mi stavano tornando alla mente. E i sogni con Gelo non me li dimenticavo affatto.
Apparve nei miei incubi per due notti di fila. Nel primo sogno rividi me e mio fratello, ancora completamente umani, mentre facevamo tranquillamente una passeggiata in un bosco e lui ci rapiva. Nel secondo, il sogno ricominciava da dove l'avevo concluso la notte prima e continuava quando Gelo iniziò a torturare i nostri corpi, sottoponendoli a degli sforzi fisici enormi per migliorarli.
Erano pochi dettagli, particolari eventi della mia vita che credevo aver dimenticato. Eppure, ne ebbi la conferma: quei ricordi erano ancora lì.
Era come se fossero protetti da una barriera che non riuscivo a buttar giù. Ma per me quello era un problema secondario.
Con Crilin mi divertivo molto e spesso mi facevo vedere ridere. Ma non dei piccoli sorrisi, anzi, delle vere e proprie risate di gioia. 
In quei momenti avrei tanto voluto sprofondare dall'imbarazzo, ma proprio non ce la facevo. Era più forte di me, un'azione incontrollabile.
Io e il capellone ci allenavamo spesso insieme, oppure mi portava in città a fare degli acquisti. La sua amica Bulma era molto ricca e gli permetteva di comprare qualsiasi cosa volesse.
Ormai ero più che convinta che Muten ci avesse scoperti.
La prima notte che Crilin aveva dormito con me il vecchio non c'era, mi pare fosse a casa della moglie di Goku, ma al suo ritorno la mattina seguente, quando ci vide scendere la scale a tempo, ci rimase di sasso.
Sapevo che mi aveva odiata fin dal primo momento che mi aveva vista mettere piede in casa sua. In fondo, quell'odio era reciproco.
Molto spesso Crilin andava ancora ad aiutare la moglie di Goku, visto che era quasi alla fine della sua gravidanza ed io, purtroppo, me ne dovevo stare a casa da sola con quel vecchio rimbambito.
Di solito non mi considerava più di tanto, anzi, se ne stava rintanato in camera a leggere delle riviste di non so cosa o in salotto a guardare dei programmi.
Un pomeriggio però, ebbe la brillante idea di venirmi a disturbare mentre me ne stavo tranquillamente in cucina a bere il caffè. Ormai quella bevanda era diventata una droga per me. Ne bevevo una tazza a colazione, a pranzo, dopo ogni allenamento e quando capitava. Solitamente oltre le sei non ne bevevo neanche un goccio. Ma non era il caffè il vero problema in quel momento.
Muten entrò nella stanza rimanendo a devota distanza e mi fissò qualche minuto prima di cominciare a parlare.
«Tu non mi sei mai piaciuta.»
Feci finta di niente e bevvi un sorso di caffè bollente.
«Non so come mai piaci a Crilin. Il ragazzo deve essere veramente andato fuori di testa per essere innamorato di una come te.»
Presi una rivista di moda che avevo comprato in città e iniziai a sfogliarla senza nemmeno degnare di uno sguardo il vecchio.
«E' inutile che mi ignori. Sappi solo che io di te non mi fido affatto. So bene che prima o poi ci farai qualche dispetto. Anzi, magari hai già in mente un piano per farci fuori.»
Alzai lo sguardo verso il Maestro e lo fulminai coi miei occhi di ghiaccio.
Dovrei ucciderlo. pensai. In fondo, è la soluzione migliore. Prima lo stordisco con un colpo energetico e poi lo faccio fuori con un ki-blast. Però se lo faccio, poi a Crilin che dico?
No, non lo potevo uccidere. Nonostante in quel momento l'idea mi allettava, mi convinsi a mantenere la calma.
«Se avessi voluto farvi fuori, l'avrei già fatto da tempo.» risposi semplicemente. 
Il vecchio continuò a fissarmi in silenzio per qualche minuto, prima di dire qualcosa che attirò la mia attenzione.
«A quanto pare sei ben diversa da Marion. Il nostro Crilin ha fatto proprio un salto di qualità.»
Poggiai con leggerezza la tazza mezza piena sul tavolo.
«Chi è Marion?» chiesi cercando di mostrare indifferenza.
Il vecchio fece una smorfia.
«Nessuno di importante.»
In mezzo secondo, scattai verso di lui e lo scaraventai contro il muro, tenendolo per le spalle.
«Ti ho fatto una domanda!»
Muten deglutì un paio di volte, ma continuò a mantenere la sua aria di strafottenza.
«Beh, Marion è l'ex di Crilin. Sai, oltre ad essere una ragazza bellissima era anche molto intelligente, generosa e dolcissima. Tutte queste qualità erano gradite a Crilin, ma poi hanno deciso di prendersi una piccola pausa. Infatti mi sembra molto strano che si sia innamorato di te che sei acida e misteriosa, visto che prima stava con una ragazza docile e buona.»
Lo lasciai cadere con poca grazia a terra e volai velocemente fuori dalla finestra.
Non avevo la più pallida idea di dove andare. Sapevo solo di essere incazzata come una iena.
Allora la mia prima impressione sul terrestre era vera... Io non gli piaccio davvero, gli piace il mio aspetto fisico! Che sciocca sono stata a pensare che un umano potesse provare interesse per me!
In preda alla rabbia, aumentai la mia velocità e volai per qualche ora senza meta. Quando si fece buio, mi fermai in una collinetta fiorita con poche case sparse.
Mi misi sotto a un albero a riflettere ancora sulle parole di Muten e lentamente, la rabbia si trasformò un tristezza.
Le lacrime iniziarono a scendere sempre più rapide sul mio viso.
Allora è davvero questo il mio destino? Dovrò vivere così, spostandomi da una località all'altra per tutta la vita? Senza poter nemmeno provare ad avere una vita da umana?
Mi coricai sull'erba morbida e mi girai su un fianco, iniziando a singhiozzare.
C17, ti sei sbagliato. Io ho ancora bisogno di te... Io non sono umana! 

 

Trascorsi due giorni sotto l'ombra di quell'albero che mi riparava dai raggi solari estivi, senza cibo né acqua.
Ero sola. Sola con le mie lacrime e il mio rancore.
Forse, se mi fossi comportata diversamente, Crilin mi avrebbe amata per davvero.
Ma chi voglio prendere in giro! Non ero dolce prima di essere trasformata in cyborg, figuriamoci ora! Io non sarò mai dolce per nessuno, nessuno! 
Non avevo più la forza di fare niente. Le parole di Muten erano riuscite a farmi stare peggio dei sogni con Cell.
Poi la terza mattina, mentre mi asciugavo le poche lacrime appena versate, sentii una mano accarezzarmi lentamente i capelli.
«Non dovevi cercarmi.» dissi freddamente, senza voltarmi. Avevo percepito la sua aura da lontano.
«Dovevo farlo. Te ne sei andata senza dire nulla.»
«E non ti sei chiesto il perchè?»
«Certo che me lo sono chiesto, ma non ho trovato risposta!»
Mi alzai di scatto in piedi e lo guardai arrabbiata.
«Ah no Crilin? Non hai trovato risposta?»
«No C18, neanche una! Io non ti ho fatto proprio niente! Quando sono tornato a casa non ti ho trovata e ho pensato a tantissime cose, ma mai mi sarei immaginato che la causa del mio allontamento fosse mia!»
«E chi ti ha detto questo?»
«Il Maestro Muten. Non mi ha detto i particolari, però mi ha fatto capire che è stata colpa mia.»
Arricciai il naso.
«Che mi dici di Marion?»
Il terrestre si irrigidì.
«M-Marion? C-come s-sai questo n-nome?» 
«Beh, me ne ha parlato il tuo caro maestro. Si da' il caso che io non sapessi nulla di questa ragazza e molto probabilmente se il vecchio non me lo avesse detto non lo avrei mai saputo!»
Il nano si calmò leggermente e fece una piccola risata.
«Aspetta C18, non mi vorrai dire che te ne sei andata per questo! Non è che sei gelosa per caso?»
La tempia iniziò a pulsarmi pericolosamente.
«No, citrullo!» urlai con tutta la voce che avevo in gola. «Io non sarò mai gelosa di nessuno! Muten mi ha elencato tutte le buone qualità della tua ex e onestamente mi sembra strano che tu adesso stia con me, visto e considerato che prima avevi una fidanzata più brava di me!»
«Buone qualità? Ma Marion...»
«Zitto! Non voglio più sentirti!» Sentii gli occhi iniziare a bruciarmi di nuovo. «Sono passati la bellezza di cinque mesi e mezzo da quando vivo alla Kame House, tre da quando stiamo insieme! Ho iniziato veramente a credere che per noi ci sarebbe stato un futuro, ma l'altro giorno mi sono ricreduta! Tu sei identico a tutti gli altri ragazzi! Ti piaccio solo per il mio aspetto fisico! Non ti importa niente di me, ammettilo Crilin! Ammet...»
Quel bacio fu inaspettato ma incredibilmente bello. In quegli attimi dimenticai tutta la tensione di pochi secondi prima.
Lo abbracciai forte, in segno di affetto, quasi come se mi fossi dimenticata anche delle parole del Maestro.
«Muten ti ha mentito.» disse sciogliendo l'abbraccio.
Si sedette sotto all'allbero ed io feci lo stesso.
«Marion era la mia ex ragazza. Siamo stati insieme per poco tempo, ma non era davvero come Muten l'ha descritta. Era una ragazza vanitosa, svampita e abbastanza stupida.»
«Ma allora perchè Muten mi ha detto il contrario?» chiesi confusa.
«Beh, da quando sei entrata nelle nostre vite ha sempre avuto paura che potessi ucciderci. In più suppongo che scoprire della nostra relazione l'abbia messo sotto schock. Può darsi che il suo vero scopo fosse quello di farci litigare.»
«C'è riuscito molto bene.» dissi appoggiando la testa sopra alla sua spalla.
«Mi dispiace.» Sospirò. «Ti prometto che quando torniamo a casa gliene dico quattro a Muten. Vedrai che non ti darà più fastidio. E poi, io so praticamente tutto di te, ma tu sai ben poco della mia vita, perciò mi pare giusto che ti racconti qualcosa...»
Crilin mi raccontò molti eventi e persone che avevano fatto parte della sua vita. Mi raccontò della sua amicizia con Goku, del suo primo torneo di arti marziali, dell'arrivo dei Sayan sulla Terra, dei duri anni di allentamento: mi parlò delle persone che avevano fatto parte della sua vita, amici e nemici, come Bulma, Yamcha, Tensing, Rif, Dende, Chichi, Junior, Popo, Lunch, Jirobai, Radish, la squadra Ginew, Pual, Olong e tutti gli altri. 
Trascorremmo un intero pomeriggio in cui mi raccontò solo della sua vita, cercando di non tralasciare neanche il minimo dettaglio. 
Tornammo alla Kame House a tarda sera e Crilin obbligò il Maestro Muten a chiedermi personalmente scusa.

 

«Crilin, stai dormendo?»
«No. Non più almeno.» rispose sbadigliando. «Cosa c'è? Hai fatto un altro incubo?»
Sospirai e misi la testa sopra al suo petto. Riuscivo a sentire il suo cuore battere.
«No, nessun sogno strano. Stavo solo pensando ad una cosa...» Sentii la sua mano destra accarezzarmi lentamente i capelli. «Oggi come hai fatto a trovarmi?»
«Te l'ho già detto. Riesco a percepire la tua aura sempre più, ogni giorno che passa.»
«E' troppo strano. E poi dovresti riuscire a sentire anche l'aura di mio fratello o sbaglio?»
Il terrestre accese la luce dell'abat jour e mi guardò negli occhi.
«C18, io... Ti devo dire una cosa importante.»
Riuscii a percepire nei suoi occhi paura e dispiacere.
«Dimmi.» risposi semplicemente, anche se ero curiosa riguardo a ciò che mi avrebbe detto.
Sospirò. «Vedi, quando mi hai raccontato di aver sognato tuo fratello, io... Io non ti ho detto una cosa... E per questo ti chiedo scusa in anticipo... Sono sicuro che dopo questa cosa mi odierai...»
«Crilin, sai benissimo che odio quando inizi a balbettare. Perciò ora sbrigati e parla!»
Deglutì.
«In realtà, tu non l'hai sognato... C17 è stato davvero qui.»
Lo fissai imbambolata per qualche secondo, riflettendo sulle sue parole.
«Com'è possibile? Come ha fatto a trovarmi?»
«Non l'ha fatto. Sono stato io a cercare lui.» 
Inarcai un sopracciglio.
«E perchè mai l'avresti fatto?»
«Perchè...» Arrossì lievemente. «Perchè mi dispiaceva vederti uscire tutti i giorni per cercarlo. Una mattina poi, inaspettatamente, ho iniziato a sentire la sua aura. Ti giuro, all'inizio avevo paura di rincontrarlo, ma poi mi sono fatto coraggio e sono andato a cercarlo. Avevo il terrore che ti portasse via, ma non l'ha fatto. Non appena l'ho trovato, mi ha detto che doveva lasciarti al tuo destino e che ti saresti dovuta fare una nuova vita.»
Spensi l'abat jour e rimisi la testa sul petto di Crilin.
«Grazie.»
Una semplice parola che, uscita dalla mia bocca, sembrava quasi finta.
Arrossii di botto e nascosi il mio viso nel collo del terrestre, facendolo scoppiare a ridere.
Ti ringrazio fratellino. Adesso sì che ho capito cosa voglio dalla vita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Eccomi qui, anche se con un po' di ritardo! Vi avevo avvisati che sarebbe stata una settimana carica e ho trovato del tempo per scrivere solamente oggi.
Non credevo che fossi già al settimo capitolo! 
Allora, io ho cercato di farlo il più lungo possibile, ma alla fine non mi è venuta più alcuna idea.
Direi che siamo quasi alla fine della prima parte della storia (la mia idea era quella di fare una decina di capitoli per ogni parte, ma devo sempre vedere in base ai miei impegni e al mio umore nel momento in cui scrivo).
Marion da qualche parte la dovevo inserire. In fondo, una scena di gelosia di C18 non potevo non scriverla!
Per ora non credo che farò riapparire C17, ma più avanti si vedrà.
Mi auguro di non aver fatto degli errori grammaticali. Sono quel tipo di persona che quando scrive un capitolo lo fa molto velocemente e malgrado io rilegga quasi sempre ciò che scrivo, può capire che mi dimentico qualcosa per strada.
Spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento!
A presto :) 

   
 
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