Ciao a tutte. Dopo un pomeriggio distruttivo, (pranzo con le amiche, mostra, ricerca spasmodica di un paio di scarpe –torno a casa e mi rendo conto che ho sbagliato colore … domani devo tornare … - posso finalmente mettermi qui al PC e cominciare a ringraziarvi. Sono stravolta, quindi se scrivo cavolate, sappiate che non me ne rendo conto XD
MoonlessNight
Mh … sai, magari non un coltello
… Ma ora basta, non devo aggiungere
altro, se no che sorpresa è? Però, povera la tua
mamma!
emily
ff
Grazie per i complimenti! Come vedi, sono qui per saziare la tua
curiosità!!! E
mi farò anche postare il cap 11! Contenta? A presto! Ps:
sì, forse è meglio che
fai scorta d’aria prima di leggere questo capitolo
… ti servirà XD
_sefiri_
Arriva Edward,
è vero … ma farà in tempo? Per
rivederlo, dovrai aspettare ancora un po’ …
alice
brendon cullen Complimenti! Non avevo
dubbi che lo avresti
passato!!! Comunque, non preoccuparti. Anzi, preoccupati, povera Bella
…
Hele91
Eh eh eh, lo scoprirai! E poi vorrai subito
leggere il seguito XD
Wind
Mh, cosa farà Edward? Non saprei
… e poi, cosa farà Bella? Si fermerà
in tempo? Non preoccuparti, lo scoprirai presto!
PenPen
Poveri tutti!!! Non
preoccuparti per il poliziotto. I Volturi sono talmente sicuri di
sé che,
semplicemente, non ci hanno neanche fatto caso. In fondo, era solo un
umano!
Alec a me piace troppo! Ed infatti … per quanto riguarda la
pioggia, oggi io e
le mie amiche abbiamo giocato a bollire per le strade. È
come se non avesse
neanche piovuto! Uffa …
giulia9_91
Grazie!!! Ma che bei complimenti!!! Per quanto
riguarda la visione,
bhe … Bella non è un tipo da mezze misure
…
novilunio
Mamma mia, ma tu mi vuoi morta! Se rileggo la
tua rec, ricomincio a
ridere e non mi fermo più, neanche per respirare!!! Troppo
bella!!! A proposito,
come ti è andata la matura … ( davvero, troppo
ridere!!! XD )
Gocciolina
No no, Edward non ha perso le speranze
… fino ad ora … Grazie per la
cosa del braccialetto, anche a me piaceva!
ery
Sai,
avrei voluto che Aro e Bella … ma poi me ne è
venuta in mente una più bella di
cosa. Chissà cosa ne penserai! Fammi sapere la reazione!!!
momob
Non
contarci troppo, sul tutto liscio … però, credo
in un lieto fine, alla fine XD
AngelOfLove
E oggi, un altro aggiornamento!!! Contenta? E
quello che ha visto
Alice, verrà svelto prestissimo!!!
sophie_95
Grazie! Credo che Jasper di cicatrici ne abbia
talmente tante che
neanche gli si vedono più XD tipo me … che mi
faccio sempre male … ma proprio
sempre, e con tutto! PC compresi! Solo che io non sono la valeriana o
lo Xanax
della famiglia, anzi!!!
Non so se essere felice (sembrerei TROPPO sadica) o
dispiaciuta del fatto che ti faccio piangere … per quanto
riguarda la visione
di Alice e la decisione di Bella, non posso che sperare che tu non
scoppi in un
pianto a dirotto … ma credo proprio che annegherai nelle
lacrime … scusa! A, lo
pubblico tramite terzi il cap 11 (il terzi è la Clari
… )
yumisan
SSSSSSSSS non posso dirti niente. Non posso
spoilerarti
niente!!!!!!!!!!!!!!! Per
il bimbo,
vedrai … povero Edward!!!!
Giulls
Ecco l’aggiornamento!!! In effetti,
povero Charlie, nessuno se lo
fila mai, ed invece è in gamba!!!
3mo_is_love
Ti ho prenotato un operazione a cuore aperto con
carlisle … magari
ti aiuta il solo vederlo, insieme allo spiare i suoi figli. Per il tuo
povero
cuore, è in arrivo una vera batosta!!!
Anche a me sta troppo simpatico Alec, è così tenero!!! ( se lo dicesse
lui a me però, mi
preoccuperei! Sai com’è … ) sono
contenta che ti piaccia la mia storia!!!
Deimos
In realtà, se
l’è pensata proprio bene la nostra piccola Bella
… ora
vedrai, o meglio, leggerai!!! Il chappy 11 verrà postato!
Non preoccuparti!!!
RakiTi
ho commossa? Che Bello!!! Cioè, sono contenta che la mia
storia ti emozioni. Non
è che sono felice di farti soffrire. Io sono sadica solo con
Bella ( perché le
invidio il ragazzo!!! ), spero di non farti stare troppo male in questo
cap …
carlottina
Se vai a salvare Bella, pensa che forse sarebbe
meglio confortare
Edward!!!!!!!! Però, hai ragione, povero Edward!!! Grazie
per i bellissimi
complimenti! E a proposito, grazie anche per il commento al cap 8 XD
BellaSwan95
Ti prego, Sara, non ti arrabbiare con
me!!!!!!!!!!!!! Vedrai che ti
piacerà!! (spero … ) ciao e un bacio!!!
BellaSwan87
Oddio! Ma che commento meraviglioso. Al solito,
sto ancora
sorridendo come un’ebete … E io che pensavo
preoccupata che non leggessi più la
mia storia!!! Spero di leggere presto un altro commento del genere!
Grazie
ancora!!! E buone vacanze anche a te!!!
hachicat
Non preoccuparti!!! Ti invio tutto! GRAZIE PER
LA
DISPONIBILITà!!!!!!
Grazie Clari!!!
Ed ora, piccolo annuncio: la storia si sta avviando al
termine … ci vorrà ancora qualche capitolo, ma
non sarà lunga come Un
respiro
dolce dolce... .
Per il capitolo 11, ci si vede venerdì. Mi raccomando
commentate numerose, così quando torno da Budapest,
potrò consolarmi con le
vostre recensioni. Il rientro sarà meno traumatico!
Aspetto con ansia i vostri commenti per questo capitolo 10,
il mio preferito! Ci tengo moltissimo, a questo cap. ci ho messo tutta
me
stessa.
Ps: mentre ero alla mostra di Canova, questo pomeriggio, contutte quelle bellissime staute di marmo ... pensando ad Edward ... quanto invidio Bella! Se passate da Milano, andate a vederla, la mostra.è davvero splendida! e c'è una statua splendida maschile (un volto nella prima sala:) stavo quasi per baciarlo!!! Comunque, a dir poco spettacolare la mostra!
Un bacione gigante,
Cassandra
Per molti giorni non mi lasciarono
sola neanche un
momento.
C’era sempre qualcuno con me, per controllare che
mangiassi e che stessi bene.
E così, oltre a dover
fingere, dovetti anche aspettare
per poter attuare il mio piano.
Quando finalmente fu incaricato
Alec di tenermi
d’occhio, decisi di mettere in atto il mio progetto …
< Alec? > Chiesi
abbassando il libro. Era
insopportabile venir osservati in ogni movimento.
< Sì? > mi rispose lui che, tranquillamente,
se
ne stava seduto sulla poltrona davanti a me. I suoi occhi fissi sul mio
volto.
< Da quanto tempo è che sono qui? > Avevo,
ancora una volta, perso il conto dei giorni.
< Sicura di volerlo sapere? > Sorrideva. <
Poi ti deprimi. Prima accetti le condizioni di Aro, prima te ne puoi
andare …
>
< Per favore, tanto il tuo potere non funziona su
di me. Non ce la fai a convincermi. Dimmelo e basta …
>
< Come vuoi … con oggi, visto che è sera e
quella
di prima era la cena, fanno esattamente 65 giorni …
più di nove settimane. >
Mi mancò il respiro. Chiusi gli occhi e, cercando di
mantenere la calma, mi appoggiai allo schienale della poltrona. Dopo
essermi
portata le ginocchia al petto ed essermi avvolta meglio nella coperta,
mi
accarezzai la pancia. Nove settimane … più due
mesi. Il mio bambino aveva più due
mesi … Sorrisi.
Alec mi squadrò e poi mi chiese:
< Stai bene? >
< Sì … > risposi, ed era vero. La
nausea era
passata, sostituita negli ultimi giorni da un appetito sempre crescente.
Aprii lentamente gli occhi ed
osservai il fuoco
scoppiettante nel camino.
< Che ore sono? >
< Circa le 10 … Anzi, credo che tu debba andare a
dormire. >
< Tu resti? > Chiesi nel tono più naturale che
riuscii. Speravo mi dicesse di no. Speravo di poter finalmente restare
sola.
Non avevo tanto tempo.
Fra poco si sarebbe cominciata a
vedere la pancia … avrebbero riconosciuto il battito del suo
cuore ...
< Veramente, questa sera
Heidi dovrebbe tornare …
> Non proseguì per non turbarmi, come se non sapessi
che cosa avrebbe fatto.
I suoi occhi avevano assunto una preoccupante tonalità
nerastra.
< Quindi devi andare a cena? > “Tanto
meglio.”
Pensai. Avrebbe reso più facile la seconda parte del piano,
non avrei rischiato
ulteriormente … sempre che riuscissi ad arrivarci viva, alla
parte seconda del
piano …
< Sì … Ma aspetterò che tu ti
sia addormentata. Tornerò
in fretta, prima che tu ti sia
risvegliata … > mi osservava sospettoso. Se avesse
intuito qualcosa, non se
ne sarebbe andato.
Dopo aver sbadigliato, in effetti sonno lo avevo,
biascicai:
< Vedi di non scambiarmi con la cena! Mi stai
simpatico, ma se potessi evitare di diventare il tuo pasto …
> e cercai di
ridere … fallendo.
Sembrò sollevato e mi disse:
< Andiamo a letto … fra un po’ ti
addormenti qui.
>
E, tenendomi per il braccio, mi
riaccompagnò tra le
lenzuola.
Si voltò mentre mi levavo l’abito azzurro ed
infilavo
la camicia da notte, corta e color crema.
Alec era sempre molto discreto.
Nonostante tutto, mi
lasciava abbastanza libertà. Se gli chiedevo di restare un
po’ sola,quando
volevo sfogarmi, se ne andava in bagno, o addirittura fuori, nel
corridoio. Non
si divertiva a vedermi soffrire.
Un po’ mi dispiaceva per lui. In fondo, stavo per
tradire la sua amicizia … Lui era l’unico ad
essere gentile con me, l’unico
che, a modo suo, mi era stato amico …
Quella però, era
l’unica strada.
Mi lasciai avvolgere dal calore
delle coperte e, prima
di chiudere gli occhi, lo fissai a lungo.
Si era seduto su una sedia, a lato del letto. E
osservava con sguardo assente le coperte.
< Ciao … > Gli sussurrai. Il senso che io davo
a
quella parola era diverso da quello che gli dava lui.
Il suo sguardo guizzò sul mio volto e poi mi disse:
< Buona notte. Ci vediamo dopo. >
Annuii e poi chiusi gli occhi.
Attesi a lungo, e per poco non mi
addormentai sul
serio.
Dopo non so quanto tempo, sentii la sedia grattare sul
pavimento e la porta aprirsi. Se n’era andato.
Attesi ancora qualche minuto, e poi mi alzai, cercando
di non fare rumore.
Osservai la stanza. La mia lussuosissima prigione.
Mi soffermai su ogni particolare pregustando la
libertà.
Avevo paura.
Poggiai
una
mano sul mio ventre, che aveva cominciato,negli ultimi giorni, a
gonfiarsi e
sussurrai:
< Ora ce ne andiamo … non preoccuparti. >
Mi accarezzavo la pancia mentre
poggiavo l’orecchio
contro la porta. Oltre, nel cunicolo, il silenzio.
Respirai a fondo e mi feci coraggio.
Con la mano sempre sul ventre, continuavo a ripetere
più a me stessa che non al bambino:
< Ora ce ne andiamo, ora ce ne andiamo. Non avere
paura … >
In fondo, dovevo solo convincerli, obbligarli a farmi
uscire.
Se tutto fosse andato come in
quegli innumerevoli
giorni avevo calcolato, sarei riuscita ad uscire ed una, volta fuori,
avrei
potuto provare a scappare …
Nella stanza, non c’era
niente che potesse essere
usato per il mio scopo, ma io lo avevo già previsto. Avevo
avuto molto tempo
per organizzarmi al meglio, senza tralasciare nessun particolare
…
Andai al camino e presi l’attizzatoio. Era pesante, in
ferro.
Lo strinsi forte tra le mani ed andai davanti al
grande specchio. Feci un respiro profondo e tesi nuovamente
l’orecchio.
Silenzio.
Ormai avevo deciso. Dovevo solo
trovare la forza …
Alzai l’oggetto come se
fosse una mazza e, dopo aver
chiuso gli occhi, con tutta la forza e a rabbia che avevo nel corpo,
diedi un
colpo secco allo specchio.
Dopo il rumore assordante dell’impatto, niente.
Poi, in un istante, sentii formarsi centinaia di
crepe. Lasciai andare l’attizzatoio ed arretrai velocemente,
coprendomi il
volto con le braccia.
Nel suono del vetro che si spezza e
si frantuma,
sorrisi.
Riaprii gli occhi e, nella
devastazione davanti a me,
cercai dei frammenti abbastanza grandi e affilati. Ne trovai uno che
faceva
proprio al caso mio.
Nonostante le mie mani tremassero, lo afferrai con la
destra, facendo ben attenzione a non tagliarmi. Non volevo che
l’odore del
sangue li attirasse.
Non prima del tempo.
Il frammento era lungo una spanna,
e largo mezza. Era
molto affilato. Spesso meno di mezzo centimetro.
Con la mano libera, ricominciai ad accarezzarmi la
pancia. Avevo mal di stomaco, a causa della tensione.
Con passi malfermi, raggiunsi il letto dalle lenzuola
immacolate e mi sedetti.
Tremavo.
Distesi il braccio sinistro davanti
a me e sussurrai:
< Mi dispiace Edward, mi dispiace. Questo è
l’unico
modo. Saranno costretti a portarmi fuori … >
Sentivo le lacrime scorrere sulle mie guance.
< E se non funzionerà, se non mi faranno uscire
…
meglio la morte che una vita qui dentro …
Mi dispiace, mi dispiace di infrangere la promessa …
>
Strinsi il pugno sinistro fino a
farmi male. La fede
luccicava e rifletteva la luce del fuoco che, tremolante, dava un
aspetto tetro
alla stanza.
Racimolai tutto il coraggio che avevo e portai il
vetro al polso.
Lo appoggiai in prossimità delle vene, ben visibili
attraverso la mia pelle candida.
Respirando profondamente, feci
pressione … ed incisi.
Cercai di trattenere i gemiti
mordendomi le labbra. Il
primo taglio lacerò la pelle, ma il vetro non
penetrò in profondità. Alcune
piccole goccioline si sangue cominciarono a formarsi.
Al secondo taglio ci misi molta più forza e
determinazione. Le mie dita erano ora ferme, mentre osservavo i rivoli
rossi
scorrermi lungo la mano ed imbrattare il lenzuolo.
Il vetro affilato gocciolava sangue …
Plic Plic … facevano le gocce cadendo a terra …
Mi lasciai sfuggire un: <
Cazzo … > sussurrato a
denti stretti.
Faceva male, eccome se faceva male.
Bruciava da morire.
Cercavo di trattenermi dal gridare.
Stringendo il braccio sanguinante
al petto, corsi al
citofono e sollevai la cornetta. Premetti il tasto rosso per alcuni
istanti e
poi, lasciando cadere il ricevitore, tornai
velocemente al letto.
Cominciavo a vedere la stanza girare … avevo il
terrore di osservare il braccio. L’odore del sangue mi dava
la nausea.
Ci avrebbero messo pochissimi
minuti per arrivare.
Merda, sanguinavo tantissimo.
Vidi la scia di sangue, grosse gocce rosse, che mi ero
lasciata dietro.
Mi sedetti sul letto dalle lenzuola
bianche e
appoggiai nuovamente il vetro sul braccio ferito.
Chiusi gli occhi e incisi ancora una, due, tre volte.
Mi accanii sul polso sfogando tutta la rabbia che
provavo verso i miei rapitori. Tutta la mia frustrazione …
Faceva un male terribile.
Piangevo.
Sentivo il sangue fluire lentamente dalle numerose
ferite che mi ero procurata.
Lo percepivo abbandonare il mio corpo.
Mi sentivo sempre più debole.
Fuori, oltre la porta, voci spaventate.
Non riuscivo più a stare
seduta, e così mi lasciai
cadere, venendo accolta da lenzuola macchiate di rosso.
L’odore di ferro mi
invadeva la mente.
Riaprii gli occhi giusto in tempo
per vedere Alec e
altre due guardie entrare.
Tutto cominciava a sfocarsi davanti a me.
Gli oggetti perdevano i loro contorni in un turbinio
di colori. Sentivo il bisogno di vomitare …
L’odore del mio sangue
che sgorgava copioso dalle
lacerazioni mi dava la nausea.
Sperai di non aver esagerato …
Però, avevo dovuto assicurarmi di ferirmi abbastanza
gravemente da costringerli a portarmi fuori, in ospedale.
Le figure chine su di me si
confondevano e per un
attimo mi parve persino di vedere Edward.
Sorrisi al suo pensiero.
Alec mi fissava terrorizzato. Lasciai andare il vetro
che cadde, frantumandosi a terra. Centinaia di schegge brillanti, rosse
del mio
sangue.
sopirai:
< Edward, ti amo … >
Poi le palpebre cedettero.
Alec continuava a ripetermi:
< Tieni aperti gli
occhi! Tieni aperti gli occhi! Non vorrai mica fare questo al tuo
Edward! >
Era disperato. Sapevo che, a modo suo, mi voleva
bene.
Non saprei dire se la mano gelida che stringeva il mio
polso fosse la sua. Credo di si …
Mi tenevano il braccio sollevato e premevano con forza
sulle ferite, per limitare l’emorragia …
Sentii il rumore della stoffa che viene lacerata.
Mi fasciarono l’avambraccio.
Socchiusi gli occhi e vidi Alec che me lo sorreggeva, tenendolo
stretto all’altezza dei tagli. Premeva.
Vidi la stoffa intrisa del mio sangue e le sue mani
completamente imbrattate. Gli occhi, da rossi come rubini stavano
assumendo
lentamente il colore del carbone.
Riuscii a sussurrare:
< Lasciami … > La mia voce era poco
più di un
sussurro che si perdeva nella confusione che mi circondava, ma lui mi
sentì.
< No che non ti lascio. Stupida. Continua a
parlare. Parlami di quello che vuoi, parlami di Edward, ma ti prego
rimani
sveglia! > Mi stava implorando.
Sorrisi e chiusi di nuovo gli occhi.
Forse quella volta, non sarei
riuscita a sfuggire alla
morte. Quella volta non c’era Edward a salvarmi.
Però, in fondo, a me andava
bene anche così.
Sapevo fin dall’inizio che la morte era una
possibilità contemplata dal mio folle piano. Era un rischio
che avevo deciso di
correre. Come si
suol dire, il gioco,
valeva la candela …
L’unico mio pentimento, era di non essere riuscita a
salvare il mio bambino.
Con le ultime forze, mi accarezzai il ventre con la
mano destra.
Sentivo le voci spaventate. Intorno
a me. Qualcuno che
parlava al citofono:
< Un’emergenza … presto …
preparate una macchina.
Presto … Chiamate Aro … >
Sorrisi di nuovo, ormai quasi
incosciente …
La voce di Alec mi giungeva lontana.
Quella di Edward mi rimbombava
nella testa e mi
ripeteva di non arrendermi, di non cedere.
Mi trasmetteva calma e sicurezza. Mi riportava a casa
…
Sentii delle braccia gelide
sollevarmi e stringermi al
petto di qualcuno, dopo avermi avvolta in una mantella.
Non capivo più niente.
Il braccio pulsava. Qualcuno provvedeva a tenerlo
alzato.
La fascia era legata strettissimo e le ferite
bruciavano terribilmente.
La mia testa ciondolava non sorretta, così come le mi
gambe.
Tutto il mio corpo dondolava mentre ci muovevamo
velocissimi lungo il corridoio buio …
O forse, ero io che ormai ero avvolta
dall’oscurità
...
A tratti, percepivo la voce di Alec … mi diceva di
tenere duro.
Il suono di una portiera che si
apre …
La sensazione dei sedili in pelle
sotto la mia guancia
…
Sospirai …
Ero riuscita nel mio intento.
Il motore che parte con il suo suono basso monotono …
Quanto avevo agognato quel suono …
Ero così felice
…
Speravo solo di riuscire a sopravvivere.
Ormai ci ero tanto vicina ...
Ero così vicina …
Bastava che resistessi ancora un po’ …
Forse, non avrei dovuto tagliarmi le vene …
Non in questo modo per lo meno …
Forse, avrei dovuto fare dei tagli più superficiali.
Delle dita gelate mi scostarono i
capelli dalla fronte
madida di sudore, riportando per pochi istanti la mia mente nel mondo
reale,
donandomi un ultimo attimo di lucidità.
Sentivo ripetere: < Isabella … Isabella …
>
Quanto avrei voluto che fosse Edward a chiamarmi,
invece che Alec …
Nella mia testa, il mio sposo chiamava il mio nome.
Ce la dovevo fare.
Per forza.
Ormai ero fuori.
Dovevo sopravvivere.
Dovevo e basta …
L’ultima cosa che riuscii
a sospirare, prima che
l’oscurità mi inghiottisse, fu:
< Ti amo … Edward. Scusa … >
Poi, più niente.
Né dolore, né luce.
Solo freddo e tanta, tanta paura nell’oscuro,
assordante silenzio che precede la morte.
La mia mano appoggiata sul mio
ventre come per
difenderlo, anche nell’ultimo attimo di consapevolezza
…