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Autore: eres    01/07/2008    4 recensioni
Prometti... prometti di non dimenticare... io sarò sempre con te. sasu x naru, ita x sasu
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Itachi, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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cap5

 Ho finitooooooooooooooooooooo !!!!! Ora posso dedicarmi esclusivamente alle fanfiction ^O^

Dunque, innanzitutto ringrazio i preferiti: 

1 - akatsukina fur immer
2 - allsecrets2
3 - angelica_89
4 - eLiSeTtA
5 - faziooosa
6 - grethy
7 - halinor
8 - hathor
9 - LadyDrago88
10 - Millennia Angel
11 - MoonCristal
12 - nana89
13 - naruto762
14 - naru_sasu_fan
15 - punk92
16 - sango93
17 - Shooting star
18 - Yuma_29
19 - Yunie88
20 - zibha
21 - _FaLLeD_aNGeL_

ringrazio anche tutti i lettori che si sono cimentati finora e quelli che hanno lasciato un commentino

halinor grazie mille!!!!!!!! Finalmente ho finito ora posso darmi alla sana e vecchia pacchia ^^ immaginati me in versione otaria spaparazzata sul divano con in faccia il condizionatore, che bellezza!!  Con questo mi auguro ti piaccia anche questo capitolo. Bacio

Capitatapercaso da quel che noto abbiamo una fan del pairing ItaxGaa... povero neji, abbandonato dal suo rossino e povero ***  trascurato dalla sua marmottina (me si immagina una scena un po' terrificante sull'ultima coppia O____O' gulp...)  non vorrei essere al posto di itachi^^ Allora, hai qualche idea su chi potrebbe essere il fantomatico personaggio che ho appioppato a itachi??? e quello che oltre alla giovane marmotta conosce il terribile segreto di casa Uchiha????? o.O la rivelazione è ormai alle porte...

ryanforever  avrà mai la possibilità Sasuke di fare pace con Naruto??? Ti lascio scervellare ^^ besos


CAPITOLO6.

Si chiuse il pesante portone alle spalle.

Arrancò fino al secondo piano e la sua attenzione fu colta dalla porta socchiusa di suo fratello.

Lui preciso com’era non lasciava mai la porta aperta.

Si avvicinò e bussò.

Tock, tock.

Silenzio.

La aprì attento a qualsiasi segno della presenza di suo fratello.

Non voleva farsi beccare lì a curiosare.

Fuori pericolo, lì non c’era anima viva.

Entrò e si avvicinò alla scrivania ricoperta da una pila di fogli disordinati.

//Strano... non è mai stato così disordinato, e poi... e poi la porta aperta. C’è qualcosa che non quadra//.

I fogli erano per lo più planimetrie e fogli di calcolo.

Si interessò a uno di questi ultimi.

Vi era riportata la distanza focale, l’altezza del soggetto e uno schizzo approssimativo.

La sua attenzione si spostò sulla teca sopra la scrivania.

Gli si gelò il sangue.

E tutto prese ordine nella sua mente.

Lasciò cadere il foglio che aveva in mano e si precipitò nell’atrio e uscì.

La teca era vuota... la pistola era sparita.

***   

Poteva sentire il respiro calmarsi e il battere del suo cuore rallentare.

Fece in modo che ogni preoccupazione abbandonasse la sua mente.

Tirò un sospiro.

Era troppo agitato: il suo cuore aveva ricominciato a battere più forte e il respiro si fece più pesante.

Non andava bene, continuando così avrebbe rischiato di sbagliare.

Aveva dimenticato la porta della sua stanza aperta.

I fogli gli aveva lasciati in bella vista.

Doveva solo sperare che Sasuke non se ne accorgesse.

Stava commettendo troppi errori.

Era di vitale importanza: doveva ritrovare la calma.

Prese un respiro e chiuse gli occhi.

Avrebbe dovuto ricorrere a quella disciplina: Chongg Ran (non è di mia invenzione, ma esiste sul serio... se vi interessa saperne di più, leggete in fondo ndA).

Isolò ogni singolo rumore.

Con gli occhi chiusi ricostruì mentalmente la scena, esattamente come se la vedesse con i propri occhi: vedere senza vedere.

Il panorama prese forma.

Ora doveva cancellare tutto dalla propria mente.

Cominciò dalle sensazioni olfattive.

Rimosse uno alla volta l’odore degli alberi, di umidità, di erba, di foglie e di polvere.

Quindi spense la percezione dell’asfalto sotto le scarpe, della durezza della pistola, dei guanti di lattice e infine del leggero venticello che gli accarezzava il volto.

Poi fu la volta dei suoni.

Svanirono per primi gli insetti, lo stormire delle foglie, il battito delle ali di qualche uccellino, il loro richiamo, e per ultimo il rombo distante dei tuoni che presagiva l’imminente temporale.

Eliminò tutto e ciò che rimase era soltanto il buio.

Rimase così per quelli che sembravano essere cinque minuti, che divennero dieci e poi cominciò.

Fece comparire una scacchiera rossa e nera.

Diede forma alle pedine.

Cominciò la partita: una partita contro sé stesso.

Finì la prima partita a cui ne seguì un’altra e poi un’altra ancora.

Quando si sentì pronto, fece scomparire le pedine e poi la scacchiera.

Riaprì gli occhi.

Riuscì a percepire chiaramente il lento battito del suo cuore, i muscoli rilassati e il respiro tranquillo.

Ora aveva tutta la calma di cui necessitava, ogni preoccupazione era svanita.

Agli errori commessi avrebbe posto rimedio.

Sollevò l’arma, sorridendo al piacevole rumore che facevano i guanti di lattice contro il metallo.

Compiacendosi dell’odore di lattice che gli inondava le narici e pregustando in anticipo la futura pozza di sangue che si sarebbe allargata sotto la sua vittima.

Sarebbe rimasto lì a guardare il capolavoro... il suo capolavoro.

Un solo colpo dritto al cuore.

Nessun errore.

Perfetto.

Era pronto.

***

Si decise ad uscire, non ne poteva più di stare in casa a compiangersi.

Sarebbe andato da Kiba.

Lo avrebbe tirato su di morale, ne era certo.

Era inutile stare lì a piangere per quel idiota di Uchiha, anche se gli mancava già da morire.

Basta pensarci... domani gli avrebbe chiesto scusa per quella scenata di gelosia e poi dai, per Itachi?

Come poteva essere geloso di Itachi, era pur sempre il fratello di Sasuke!

Si rese conto di quanto fosse ridicolo.

//Sono geloso lo stesso... che stupido//.

Si chiuse la porta alle spalle.

Scese gli scalini, percorse il viottolo che tagliava il giardino, oltrepassò il cancelletto e si ritrovò sulla stradina.

Si fermò a prendere un profondo respiro e...

***

...prese la mira e sparò!

Per la sorpresa gli partì un secondo colpo.

Il corpo cadde per terra con due macchie di sangue scuro che tingevano la candida camicia bianca: una sotto la spalla e l’altra sul fianco sinistro.

Il tempo parve fermarsi.

Ma invece continuava a scorrere inesorabile.

Una pioggia leggera cominciò a cadere.

*** 



Allora CHI HO SECCATO????    (NARUTO??' KIBA??? NEJI???SASUKE??? O UN PERFETTO SCONOSCIUTO???)
Mi dispiace moltissimo lasciarvi qui col fiato sospeso, ma il capitolo è finito (sono molto sadica)!!!
Hihihihihihihi!!!!!!!!!
Resistete dai.... siamo quasi in fondo!
Un bacione a tutti quelli che seguono e alla prossima!!

Parentesi:
cos’è il Chongg Ran?
la disciplina del C. R., inventata dal saggio confuciano Ton Wei durante la dinastia T’ang, fu esportata in seguito dalla Cina al Bhutan, dove fu successivamente perfezionata per mezzo millennio presso il monastero di Tenzin Torgangka (nome più facile no, eh? Erano tutti esauriti?) uno dei luoghi più isolati del mondo.
La tecnica unisce il vuoto totale dell’ipercoscienza, il rigoroso studio intellettuale alla sensazione pura.
La prima sfida del C. R. consiste nel visualizzare simultaneamente il bianco e il nero, non sotto forma di grigio. Solo l’uno per cento dei praticanti è in grado di oltrepassare questa fase. Alcuni esercizi consistono nell’impegnarsi contemporaneamente in diverse partite, immaginarie partite di go, o di altri giochi più recenti ma non meno complessi come gli scacchi o il bridge.
Altri impongono di fondere la conoscenza con la non-conoscenza, il suono con il silenzio (come diavolo facciano, non ne ho la più pallida idea; io riferisco ciò che ho trovato!!), l’autocoscienza con l’autoannullamento, ecc...
Il C. R. è un esercizio di antitesi. Non è un fine, bensì un mezzo per raggiungere un fine.
E’ l’ampliamento definitivo della mente umana.

Bene! Se lo dicono loro!
Le notizie riferite non sono farina del mio sacco, anche perchè io sono un esserino semplice e non è mia abitudine farmi pare mentali, ma prese da un libro, non da topolino, giuro!!!
Libro in cui viene accennato e spiegato é:
“Natura morte” (thriller) di Douglas Preston & Lincoln Child.
Bellissimo tra l’altro e che consiglio caldamente!!!
Con ciò ho concluso!!
^______________________________________^    

  
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