Bene, finalmente il terzo capitolo.
Vi ricordo che ho modificato in parte lo svolgimento
della storiala storia e vi consiglio di leggere i pecedenti,
se no vi mancano pezzi e potrete non capire alcune cose.
Ci vediamo giù. ;)
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- Like a ghost. -
- Sogno e realtà. -
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" Non mi va di mettere quel vestito, è scomodo e poi non mi piace!"
" Signorina non si faccia pregare. "
"Io non mi metto quel coso."
Dissi indicando gli indumenti accuratamente posati sul mio sontuoso
letto a baldacchino.
" Su via si faccia vestire."
"No!"
Per non farmi prendere mi misi a correre uscendo dalla stanza, purtroppo
però la cosa non andò come nei miei piani perché pima che mi trovasse
Annette o Matilde mi trovò la regina, mia madre, bloccando la mia 'fuga' .
" Isabella quante volte ti ho detto che è maleducazione urlare e correre !
Dimmi perché non sei con Matilde e le altre della servitù ? "
" Madre mi volevano mettere un vestito ! "
" E tu giustamente hai trovato corretto scappare.
Dimmi cara ti sembra un comportamento consono e maturo da parte
di una principessa, che tra l'altro ha già compiuto il suo dodicesimo compleanno ?"
"No madre... "
Il mio tono dando quella risposta scese di qualche ottava
fino ad affievolirsi.
" Bene. "
Dalle parole di mia madre capii subito che dovevo sottostare
al suo desiderio , ma poi non so neanche veramente per cosa...
'Una sorpresa' cosi detto da mio padre .
Ma per quale assurda sorpresa mi dovevano costringere ad indossare
quella cosa infernale che chiamavano 'corsetto'... non è altro che
una gabbia stritolatrice per il busto, senza contare il vestito con quella
gonna lunga in cui inciampo sempre e per non parlare delle scarpe,
di mio parere create per far venire il dolore ai piedi.
" Géorgie, mi dica . "
Géorgie è il maggiordomo di corte, prestava servizio al nostro
castello da vent'anni , è un uomo sulla quarantina direi alto circa 1.78 m,
con un viso dolce e rassicurante, occhi neri come anche d'altronde
i lunghi capelli neri raccolti in una coda sulla nuca.
Lui è un po' il mio secondo papà, gli voglio tanto bene , è lui che
mi ha insegnato tutti i cunicoli e i passaggi segreti di questo castello ...
" Vostra altezza, la volevo informare dell' arrivo dei nostri ospiti"
" Hum...si certo li faccia accomodare e gli dica che non tarderemo ad arrivare ."
" Certamente."
Mia madre mi squadrò da capo a piedi per poi parlare...
" Va bene puoi restare vestita in questo modo per questa volta;
ma soltanto perché non voglio far tardi per colpa tua "
In effetti, non ero...diciamocelo...un prototipo di principessa, ne tanto
meno di eleganza con il mio vestito di lino azzurro che non era un granché.
Alla fine era un vestito semplice quasi trasparente che ricadeva
morbido sul mio corpo prendendo tutte la mie forme che arrivava
a metà polpaccio, con la particolarità di dolci ricami in pizzo
in prossimità delle mie braccia, con uno scollo intrecciato al livello
del mio petto prosperoso causa di uno dei tanti motivi per cui odiavo il corpetto .
Scesi le scale del sontuoso castello per raggiungere mia madre nel salotto.
giunta difronte la porta trovai George che mi apri la porta annunciandomi.
" La principessa Isabella. "
" Piacere"
" Oh Isabella, sono incantato tanta bellezza e grazia sono un vero
e proprio mix letale. "
Disse il ragazzo accanto all' uomo alzandosi dal divano e venendo vicino a me.
Purtroppo non abituata da complimenti arrossii e per non
farmi notare abbassai il viso.
"Cara Isabella perdona l'impulsivià di mio figlio, che non posso affatto
biasimare in quanto siete di una bellezza e grazia indescrivibile per non
parlare del vostro spirito libero...
Site identica a come vi descrivono."
" Figliola sono lieta ti presentarti il conte Carlisle Cullen e il conte
Edward Cullen, suo figlio, diciamo così...la tua sorpresa. "
Disse per poi finire con lo storcere il naso alla vista dei mie abiti e
dell' assenza delle scarpe al mio abbigliamento.
" Oh... ehm... piacere . "
"Piacere mio."
Disse facendomi un bacia-mano.
Stop!
O mio dio … aspetta ricapitoliamo... questo ragazzo dalla
bellezza così impossibile dagli occhi verdi e i capelli... di che colore sono?
No, no ci penserò dopo a questo... dico … cavolo... sarà alto
sicuramente più di 1.85...mi sento una nana in confronto
a lui dal mio metro e sessanta scarso... e che fisico!
Questo ragazzo di nome Edward … ripeto QUESTO RAGAZZO
MI HA APPENA BACIATO LA MANO!!!
Ed io che ho fatto?
Niente ovvio!
Solo come una sciocca ragazzina sono arrossita, DI NUOVO!
"Tesoro che ne dici di far fare ad Edward un giro dei giardini ? "
" Uhm... certo...".
______________________________________________________________
Ma cosa?
Io non...non capisco...cosa era quello che ho sognato?
Sono così confusa mi fa male la testa.
" HAAAAAAA....."
Urlai.
"LA TESTA...MI FA MALE...TANTO...".
Urlai.
Nella stanza d'ospedale non c'è nessuno è tutto buio non
vedo niente...nessuno mi sente...
Cominciai a singhiozzare ed a piangere... sentivo il dolore aumentare
come se fosse una profonda ferita aperta pulsante...ma il dolore non
si fermo lì, no... perché oltre ad completamente appannarmi i sensi
e a non rendermi capace di governare le potenti urla che fuoriuscivano
dalla mia bocca... il dolore si era espanso in tutto il corpo.
"NO!!!"
"HAAAAAAA......NO... AIUTATEMI …...AIUTO...."
Il dolore non voleva cessare continuava, aumentava solo di intensità...
e la potenza era indescrivibile non ce la facci mi fa male il cuore.
" TENETELA FERMA!"
Una voce...
"FERMA!"
"PREPARATE IL DEFIBRILLATORE STA AVENDO UNA CRISI
PRESTO!"
"IL CUORE...FA MALE ...IL MIO CURE... ODDIO..."
" Bella..."
Un'altra voce... la sua voce.
"Edward...sei qui...resta non mi lasciare..."
E come se ricordassi tutto ora e io non c'è la faccio non di nuovo...
"STA DELIRANDO... VELOCI … DATE A ME... UNO...
DUE...TRE... LIBERA..."
" Sono qui amore non vado da nessuna parte... sono qui..."
"Non piangere..."
"ACORA... UNO...DUE...TRE...LIBERA..."
Le luci e gli altri suoni mi giungevano ovattati … come se fossi
chiusa in una bolla...
" Bella resisti...ti prego..."
"Non ci riesco...non so come fare...mi brucia il petto...mi
sento tutto il corpo avvolto dalle fiamme...e brucia... fa male...!"
"Resta con me...sono qui...non andare...non ancora...ti prego".
La sua voce giungeva come una suplica.
E mi faceva sentire uno strano senso di beatitudine...
Silenzio...
Buio …
Nulla...
Vedo e sento solo questo …
E' questa la morte un filo sospeso?
Mi sento come se fossi in un limbo.
Flash back
Ora però...
Sento un profumo e avverto qualcosa sotto i piedi ...è l'erba...
Apro gli occhi e rivedo il giardino del mio sogno...
Alla mia sinistra noto un albero e mi ci siedo ai piedi poggiando
la schiena al tronco dell'albero.
Per un gesto istintivo porto le gambe al petto e noto di non
indossare i soliti jeans o magliette, ne tanto meno il pigiama
dell'ospedale ma bensì un vestito color lilla a sbuffo sulle maniche
e lungo fin sotto le ginocchia con una cinta intrecciata alla base del
mio seno di una tonalità di lilla più scuro...
I capelli sono legati in un lesto e grosso chinons sulla nuca che
lascia liberi alcuni ciuffi che ricadono sulla fronde facendomi il solletico.
Respiro a piedi polmoni quell'aria pura chiudendo gli occhi...
Una cosa che mi è sempre piaciuta fin da piccola è la natura
così semplice ma allo stesso tempo speciale...
Ad un certo punto mi sento chiamare da una voce familiare ed Edward fa il suo
ingresso correndomi incontro.
"Bella..."
"Ciao, mi sei mancato..."
Ammisi chinando il capo verso i miei piedi regolarmente nudi .
"Anche tu..."
Disse carezzandomi il viso a palmo aperto per poi baciarmi con
estrema dolcezza sulle labbra.
Un bacio veloce da amanti i quali siamo...poiché nonostante
molto presto ci sposeremo come deciso dalle nostre famiglie, loro
non potevano e non dovevano venire a conoscenza dei sentimenti,
almeno non prima del matrimonio, i quali ci tenevano legati con una
forza potente e in compromettibile , come sue calamite irrimediabilmente
attaccate e unite.
"Altezze il tè è pronto."
"Vi raggiungiamo immediatamente"
Rispose Edward .
Ma prima di raggiungere definitivamente la Serra dove
si prendeva il tè mi regalò un altro dei nostri speciali attimi
sfuggenti solo nostri, unendo le sue labbra con le mie.
Il lasso di tempo del tè è inutile dire che fu parecchio noioso...
ma purtroppo anche doloroso perché mi misi a ricordare le parole
del dottore...motivo della mia partenza improvvisa...'non credo più di due anni'
aveva detto...
Passeggiamo e proprio come pensavo, i miei timori divengono realtà...
Sospettavo che me lo chiedesse...ma come si usa dire ' la speranza
è l'ultima a morire'.
Non ho voluto dire ad Edward il vero motivo per cui l'ho chiamato
ne voglio dirgli il motivo della mia partenza. voglio godermi l'ultimi
due anni che mi restano come niente fosse e voglio passarli con il mio
Ed, non voglio che si preoccupi inutilmente quindi ho fatto la scelta
di non dirgli niente della malattia.
"Bella mi dici perché eri partita?"
"No"
"Dai che ti costa"
Disse sporgendo il labbro inferiore come un bimbo
capriccioso.
" no"
"Dai."
"No,no e no ho detto."
Dissi prima di iniziare a ridere per la sua faccia buffissima.
Ma lo prcedetti intuendo le sue intenzioni Iniziando a correre
spensierata godendomi il vento contro la pelle, ma ad un certo punto
vengo scaraventata a terra da qualcosa o meglio qualcuno...ritrovandomelo
piacevolmente a dosso con le gambe intrecciate alle mie e il suo fiato
sul collo...il mio vestito e la sotto veste nelle caduta si è alzata fino
a raggiungere l'inizio delle cosce.
Ma la cosa che mi fa più destabilizzare sono le sue mani portate
da sotto la sotto veste sopra i miei fianchi su cui disegna figure immaginarie...
Non so presa da quale frenesia, ma mi feci sudare e strinsi i
sui capelli con le mie mani portando il suo viso all'altezza del mio
per poi dare inizio al un danza di lingue e labbra , sembrando come
se ci volessimo prendere ogni uno un pezzo dell'altro come se
sapesse che presto questò dovrà finire...
Come tutti i baci che ci eravamo dati non durò mai
abbastanza per entrambi .
Ma come sempre mise fine a quel bacio come un perfetto uomo gentile.
A differenza delle altre volte rimanemmo uniti l'uno nel tepore
del braccio dell'altro...
"Ti amo."
"T-ti amo anche io."
Delle semplici parole, che mi provocarono uno squarcio al petto
facendomi riempire gli occhi di lacrime perché quelle parole nonostante
fossero reali erano dette a scopo di un duro insieme...futuro che
non avremo mai potuto avere...
Ma ora un questo momento con la sua testa appoggiata sul mio petto
e avvolta nel sul dolce abbraccio penso a come sarebbe bello poter
fermare il tempo a questo istante per sempre...
Già so che come tutto questo presto finirà e non posso avere
un fermo immagine... solo imprimere ogni piccolo momento
nella memoria...
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Eccoci con il terzo capitolo.
Mi affido alla vostra critica, che ne pensate?
Bene, finalmente il terzo capitolo.
Vi ricordo che ho modificato in parte lo svolgimento
della storiala storia e vi consiglio di leggere i pecedenti,
se no vi mancano pezzi e potrete non capire alcune cose.
Ci vediamo giù. ;)
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- Like a ghost. -
- Sogno e realtà. -
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" Non mi va di mettere quel vestito, è scomodo e poi non mi piace!"
" Signorina non si faccia pregare. "
"Io non mi metto quel coso."
Dissi indicando gli indumenti accuratamente posati sul mio sontuoso
letto a baldacchino.
" Su via si faccia vestire."
"No!"
Per non farmi prendere mi misi a correre uscendo dalla stanza, purtroppo
però la cosa non andò come nei miei piani perché pima che mi trovasse
Annette o Matilde mi trovò la regina, mia madre, bloccando la mia 'fuga' .
" Isabella quante volte ti ho detto che è maleducazione urlare e correre !
Dimmi perché non sei con Matilde e le altre della servitù ? "
" Madre mi volevano mettere un vestito ! "
" E tu giustamente hai trovato corretto scappare.
Dimmi cara ti sembra un comportamento consono e maturo da parte
di una principessa, che tra l'altro ha già compiuto il suo dodicesimo compleanno ?"
"No madre... "
Il mio tono dando quella risposta scese di qualche ottava
fino ad affievolirsi.
" Bene. "
Dalle parole di mia madre capii subito che dovevo sottostare
al suo desiderio , ma poi non so neanche veramente per cosa...
'Una sorpresa' cosi detto da mio padre .
Ma per quale assurda sorpresa mi dovevano costringere ad indossare
quella cosa infernale che chiamavano 'corsetto'... non è altro che
una gabbia stritolatrice per il busto, senza contare il vestito con quella
gonna lunga in cui inciampo sempre e per non parlare delle scarpe,
di mio parere create per far venire il dolore ai piedi.
" Géorgie, mi dica . "
Géorgie è il maggiordomo di corte, prestava servizio al nostro
castello da vent'anni , è un uomo sulla quarantina direi alto circa 1.78 m,
con un viso dolce e rassicurante, occhi neri come anche d'altronde
i lunghi capelli neri raccolti in una coda sulla nuca.
Lui è un po' il mio secondo papà, gli voglio tanto bene , è lui che
mi ha insegnato tutti i cunicoli e i passaggi segreti di questo castello ...
" Vostra altezza, la volevo informare dell' arrivo dei nostri ospiti"
" Hum...si certo li faccia accomodare e gli dica che non tarderemo ad arrivare ."
" Certamente."
Mia madre mi squadrò da capo a piedi per poi parlare...
" Va bene puoi restare vestita in questo modo per questa volta;
ma soltanto perché non voglio far tardi per colpa tua "
In effetti, non ero...diciamocelo...un prototipo di principessa, ne tanto
meno di eleganza con il mio vestito di lino azzurro che non era un granché.
Alla fine era un vestito semplice quasi trasparente che ricadeva
morbido sul mio corpo prendendo tutte la mie forme che arrivava
a metà polpaccio, con la particolarità di dolci ricami in pizzo
in prossimità delle mie braccia, con uno scollo intrecciato al livello
del mio petto prosperoso causa di uno dei tanti motivi per cui odiavo il corpetto .
Scesi le scale del sontuoso castello per raggiungere mia madre nel salotto.
giunta difronte la porta trovai George che mi apri la porta annunciandomi.
" La principessa Isabella. "
" Piacere"
" Oh Isabella, sono incantato tanta bellezza e grazia sono un vero
e proprio mix letale. "
Disse il ragazzo accanto all' uomo alzandosi dal divano e venendo vicino a me.
Purtroppo non abituata da complimenti arrossii e per non
farmi notare abbassai il viso.
"Cara Isabella perdona l'impulsivià di mio figlio, che non posso affatto
biasimare in quanto siete di una bellezza e grazia indescrivibile per non
parlare del vostro spirito libero...
Site identica a come vi descrivono."
" Figliola sono lieta ti presentarti il conte Carlisle Cullen e il conte
Edward Cullen, suo figlio, diciamo così...la tua sorpresa. "
Disse per poi finire con lo storcere il naso alla vista dei mie abiti e
dell' assenza delle scarpe al mio abbigliamento.
" Oh... ehm... piacere . "
"Piacere mio."
Disse facendomi un bacia-mano.
Stop!
O mio dio … aspetta ricapitoliamo... questo ragazzo dalla
bellezza così impossibile dagli occhi verdi e i capelli... di che colore sono?
No, no ci penserò dopo a questo... dico … cavolo... sarà alto
sicuramente più di 1.85...mi sento una nana in confronto
a lui dal mio metro e sessanta scarso... e che fisico!
Questo ragazzo di nome Edward … ripeto QUESTO RAGAZZO
MI HA APPENA BACIATO LA MANO!!!
Ed io che ho fatto?
Niente ovvio!
Solo come una sciocca ragazzina sono arrossita, DI NUOVO!
"Tesoro che ne dici di far fare ad Edward un giro dei giardini ? "
" Uhm... certo...".
______________________________________________________________
Ma cosa?
Io non...non capisco...cosa era quello che ho sognato?
Sono così confusa mi fa male la testa.
" HAAAAAAA....."
Urlai.
"LA TESTA...MI FA MALE...TANTO...".
Urlai.
Nella stanza d'ospedale non c'è nessuno è tutto buio non
vedo niente...nessuno mi sente...
Cominciai a singhiozzare ed a piangere... sentivo il dolore aumentare
come se fosse una profonda ferita aperta pulsante...ma il dolore non
si fermo lì, no... perché oltre ad completamente appannarmi i sensi
e a non rendermi capace di governare le potenti urla che fuoriuscivano
dalla mia bocca... il dolore si era espanso in tutto il corpo.
"NO!!!"
"HAAAAAAA......NO... AIUTATEMI …...AIUTO...."
Il dolore non voleva cessare continuava, aumentava solo di intensità...
e la potenza era indescrivibile non ce la facci mi fa male il cuore.
" TENETELA FERMA!"
Una voce...
"FERMA!"
"PREPARATE IL DEFIBRILLATORE STA AVENDO UNA CRISI
PRESTO!"
"IL CUORE...FA MALE ...IL MIO CURE... ODDIO..."
" Bella..."
Un'altra voce... la sua voce.
"Edward...sei qui...resta non mi lasciare..."
E come se ricordassi tutto ora e io non c'è la faccio non di nuovo...
"STA DELIRANDO... VELOCI … DATE A ME... UNO...
DUE...TRE... LIBERA..."
" Sono qui amore non vado da nessuna parte... sono qui..."
"Non piangere..."
"ACORA... UNO...DUE...TRE...LIBERA..."
Le luci e gli altri suoni mi giungevano ovattati … come se fossi
chiusa in una bolla...
" Bella resisti...ti prego..."
"Non ci riesco...non so come fare...mi brucia il petto...mi
sento tutto il corpo avvolto dalle fiamme...e brucia... fa male...!"
"Resta con me...sono qui...non andare...non ancora...ti prego".
La sua voce giungeva come una suplica.
E mi faceva sentire uno strano senso di beatitudine...
Silenzio...
Buio …
Nulla...
Vedo e sento solo questo …
E' questa la morte un filo sospeso?
Mi sento come se fossi in un limbo.
Flash back
Ora però...
Sento un profumo e avverto qualcosa sotto i piedi ...è l'erba...
Apro gli occhi e rivedo il giardino del mio sogno...
Alla mia sinistra noto un albero e mi ci siedo ai piedi poggiando
la schiena al tronco dell'albero.
Per un gesto istintivo porto le gambe al petto e noto di non
indossare i soliti jeans o magliette, ne tanto meno il pigiama
dell'ospedale ma bensì un vestito color lilla a sbuffo sulle maniche
e lungo fin sotto le ginocchia con una cinta intrecciata alla base del
mio seno di una tonalità di lilla più scuro...
I capelli sono legati in un lesto e grosso chinons sulla nuca che
lascia liberi alcuni ciuffi che ricadono sulla fronde facendomi il solletico.
Respiro a piedi polmoni quell'aria pura chiudendo gli occhi...
Una cosa che mi è sempre piaciuta fin da piccola è la natura
così semplice ma allo stesso tempo speciale...
Ad un certo punto mi sento chiamare da una voce familiare ed Edward fa il suo
ingresso correndomi incontro.
"Bella..."
"Ciao, mi sei mancato..."
Ammisi chinando il capo verso i miei piedi regolarmente nudi .
"Anche tu..."
Disse carezzandomi il viso a palmo aperto per poi baciarmi con
estrema dolcezza sulle labbra.
Un bacio veloce da amanti i quali siamo...poiché nonostante
molto presto ci sposeremo come deciso dalle nostre famiglie, loro
non potevano e non dovevano venire a conoscenza dei sentimenti,
almeno non prima del matrimonio, i quali ci tenevano legati con una
forza potente e in compromettibile , come sue calamite irrimediabilmente
attaccate e unite.
"Altezze il tè è pronto."
"Vi raggiungiamo immediatamente"
Rispose Edward .
Ma prima di raggiungere definitivamente la Serra dove
si prendeva il tè mi regalò un altro dei nostri speciali attimi
sfuggenti solo nostri, unendo le sue labbra con le mie.
Il lasso di tempo del tè è inutile dire che fu parecchio noioso...
ma purtroppo anche doloroso perché mi misi a ricordare le parole
del dottore...motivo della mia partenza improvvisa...'non credo più di due anni'
aveva detto...
Passeggiamo e proprio come pensavo, i miei timori divengono realtà...
Sospettavo che me lo chiedesse...ma come si usa dire ' la speranza
è l'ultima a morire'.
Non ho voluto dire ad Edward il vero motivo per cui l'ho chiamato
ne voglio dirgli il motivo della mia partenza. voglio godermi l'ultimi
due anni che mi restano come niente fosse e voglio passarli con il mio
Ed, non voglio che si preoccupi inutilmente quindi ho fatto la scelta
di non dirgli niente della malattia.
"Bella mi dici perché eri partita?"
"No"
"Dai che ti costa"
Disse sporgendo il labbro inferiore come un bimbo
capriccioso.
" no"
"Dai."
"No,no e no ho detto."
Dissi prima di iniziare a ridere per la sua faccia buffissima.
Ma lo prcedetti intuendo le sue intenzioni Iniziando a correre
spensierata godendomi il vento contro la pelle, ma ad un certo punto
vengo scaraventata a terra da qualcosa o meglio qualcuno...ritrovandomelo
piacevolmente a dosso con le gambe intrecciate alle mie e il suo fiato
sul collo...il mio vestito e la sotto veste nelle caduta si è alzata fino
a raggiungere l'inizio delle cosce.
Ma la cosa che mi fa più destabilizzare sono le sue mani portate
da sotto la sotto veste sopra i miei fianchi su cui disegna figure immaginarie...
Non so presa da quale frenesia, ma mi feci sudare e strinsi i
sui capelli con le mie mani portando il suo viso all'altezza del mio
per poi dare inizio al un danza di lingue e labbra , sembrando come
se ci volessimo prendere ogni uno un pezzo dell'altro come se
sapesse che presto questò dovrà finire...
Come tutti i baci che ci eravamo dati non durò mai
abbastanza per entrambi .
Ma come sempre mise fine a quel bacio come un perfetto uomo gentile.
A differenza delle altre volte rimanemmo uniti l'uno nel tepore
del braccio dell'altro...
"Ti amo."
"T-ti amo anche io."
Delle semplici parole, che mi provocarono uno squarcio al petto
facendomi riempire gli occhi di lacrime perché quelle parole nonostante
fossero reali erano dette a scopo di un duro insieme...futuro che
non avremo mai potuto avere...
Ma ora un questo momento con la sua testa appoggiata sul mio petto
e avvolta nel sul dolce abbraccio penso a come sarebbe bello poter
fermare il tempo a questo istante per sempre...
Già so che come tutto questo presto finirà e non posso avere
un fermo immagine... solo imprimere ogni piccolo momento
nella memoria...
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Eccoci con il terzo capitolo.
Mi affido alla vostra critica, che ne pensate?