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Autore: selegon_93    18/03/2014    1 recensioni
Questa sera... la terra di Helden conoscerà la fine.
Questa sera... il destino sarà innegabile. Le fronde cadranno, le città bruceranno, le nuvole si squarceranno, e l'oscura ombra inghiottirà... ogni cosa.
Questa sera... tutto ciò che voi patetici esseri conoscete, svanirà nel silenzio del nulla. Non esiste la speranza. Non esiste l'amore. Non ci sarà il lietofine. Non tornerai a casa felice e contento con i tuoi cari. Le favole sono finite.
Questa sera... l'unica cosa assoluta, sarò io.
Genere: Azione, Fantasy, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Noctinghal.
Era mattina presto, e il cielo stava divenendo sempre più luminoso sotto l'imminente Alba. 
All'interno della città, le famiglie dei soldati in missione stavano aspettando il loro rientro da Octal'em, speranzose di scorgere un viso familiare tra la gente che entrava dal grande portone. 
Una lunga fila di soldati stava passando silenziosamente attraverso l'entrata, camminando a testa bassa. Alcuni erano feriti, altri mutilati, e tutti avevano stampata in volto la triste espressione sconsolata della guerra. Tra queste persone, vi era Sagas; aveva un aria persa, e non faceva altro che pensare a quel che era successo ad Agron. Si dava la colpa per la sua morte, e ora l'unica cosa che voleva era ritornare a casa da suo cugino e dalla sua nipotina, figlia di quest'ultimo. 
L'uomo si guardò intorno mentre entrava in città: una grande folla attendeva in piedi, e alcuni corsero ad abbracciare i loro familiari in lacrime, felici di poter di nuovo vederli. Tra la gente raggruppata, egli vide la piccola bambina. Aveva circa quattro anni, capelli biondi legati in una lunga treccia, grandi occhi verdi e una dolce e timida espressione. Ella era accompagnata da due soldati imperiali, che stavano irti ad attendere. Sagas si chiese il motivo di tale fatto, e accelerando il passo, venne visto dalla piccola, che gli corse incontro stringendolo con gli occhi lucidi. 
-Ehi piccina! Mi sei mancata tanto tanto!- disse lui sorridendo mentre l'abbracciava. Aprendo poi gli occhi, chiese stranito: -Dov'è il papà? Come mai non é qui?- ma la bambina non fece altro che stringere ancor di più. Le due guardie giunsero davanti ai due. -Sagas, giusto?- chiesero seriamente. 
-Si sono io... cosa succede?-
-Suo cugino si chiama Ky'lam, giusto?-
-Si, esatto...-
-Siamo dispiaciuti ad informarla... ma suo cugino... é morto.-
-... Come?- Sagas si sentì gelare il sangue, e la sua testa venne come svuotata di ogni cosa. -Io non capisco... co... cosa...- egli iniziò a tremare con le lacrime agli occhi, mentre la bambina lo stringeva disperata. 
-Siamo immensamente dispiaciuti... purtroppo é stato assassinato ieri. Siamo tuttora sulle tracce dell'assassino, le assicuriamo che faremo tutto il possibile.-
Sagas però era come se non sentisse nulla. Dentro di sé, il dolore lo aveva stretto senza pietà, e i pensieri gli si confondevano nella mente. Egli tirò più volte pugni al terreno, ferendosi la mano. -Più cerco di fare la cosa giusta, più le cose vanno male! Dannazione! Perché?! PERCHÉ?!- e scoppiò in un urlo disperato. La piccola bimba lo seguì, abbracciandolo più forte che mai. E come loro due, decine di altre persone erano afflitte dal dolore quel giorno. Un immenso mare di tristezza e dolore, un'angoscia incommensurabile che ti prende con violenza e ti accartoccia come un pezzo di carta. Lacrime, fiumi di lacrime. Questo é il dolore della guerra. 
 


                                                                         *
 


Io, Ordrom, palazzo reale. 
Lily Orion e Selegon erano appena arrivati alla capitale dopo un viaggio veloce e frettoloso; gli Had rò kaan li avevano scortati fino alla nave, e dopodiché sono corsi al villaggio per prepararsi ad evacuare la loro popolazione. Nel luogo dove si trovava il dungeon dell'Oblivion ora si era formata una grande nube nera in rapida espansione. 
I ragazzi entrarono a palazzo a gran velocità, seguiti da Ulog, il quale chiese immediata udienza con il re. Le guardie consentirono quindi ai ragazzi di entrare, ed essi fecero ingresso nella sala del trono. Il re li vide, e sorrise: bentornati! Sono felice di rivedervi! Allora, com'è andata la...- ma prima di terminare la frase, Selegon intervenne. -Non c'è tempo per questo, siamo in una situazione di emergenza! Ascolta, Odinn, Kras'nos é v traditore!-
-Come? Che intendi dire?-
-Non abbiamo tempo! Lui non ha mai voluto trovare una città sotterranea! Sapeva bene cosa si nascondeva nel sottosuolo, e a cosa portavano le pagine del Rhapsody! Quello che voleva é l'Oblivion, la creazione di Antares!-
-L'Oblivion? Io non riesco a capire... -
Ulog parlò: -Vi prego di credergli... io personalmente ho potuto vedere una grande nube oscura ergersi sul luogo dove il manufatto era stato nascosto! Kras'nos ha usato la scusa degli Had rò kaan per atterrare, e mi ha lasciato in custodia la nave in modo che non avrei potuto intralciarlo. Purtroppo é riuscito nel suo intento, e ora l'oscuro manufatto é stato risvegliato. Bisogna agire in fretta e fare evacuare la nazione!-
Il re rimase basito da quel che sentì. -Maledizione... ci siamo fatti ingannare da quell'uomo...- e alzandosi, camminò nervosamente per la sala. -Se tutto ciò é vero, dovrò ordinare un evacuazione generale! Ma prima di questo... c'è per caso qualcos'altro che dovete dirmi?-
Lily stette un attimo in pensiero, poi parlò decisa: -Kras'nos ha detto che io e Selegon siamo due guardiani!-
Odinn sgranò gli occhi. -Cosa?... ora capisco perché proprio voi siete stati scelti. Non c'è dubbio quindi, l'Oblivion si é svegliato... non ho scelta, la nazione sarà evacuata prima possibile.-
Orion intervenne: -come pensate di riuscire ad avvertire le altre città?-
-Purtroppo nostri mezzi di comunicazione hanno un raggio troppo corto per poter mettersi in contatto con i centri abitati più vicini. Dunque per diffondere il messaggio verranno mandate due aeronavi verso le città prossime a questa, le quali faranno lo stesso. In tal modo l'ordine di evacuazione si diffonderà in tutto il paese in meno di una decina d'ore.- il re fece due passi verso il trono. -Vi consiglio di prepararvi.-
Nel giro di pochi minuti le navi furono preparate, e decollarono in direzione dei due centri abitati più vicini a Ordrom. 
 


                                                                         *
 


Mes tal, piccola città situata cinquecentocinquanta chilometri a nord di Antrogh.
Una guardia stava facendo il suo solito giro di ricognizione all'esterno delle mura, facendo un breve tragitto attraverso il paesaggio semiboscoso, illuminato dalla luce pomeridiana. 
Tra gli alberi, un oscura nube di fumo nero si diffuse nell'ambiente, quieta e silenziosa, provenendo dal luogo in era stato risvegliato l'Oblivion. La sottile cortina avanzava senza fermarsi, inglobando tutto ciò che si trovava davanti. 
La guardia si fermò a una ventina di metri dalla città, ignara di cosa stesse succedendo. Era piuttosto annoiata in effetti, e non faceva altro che pensare a tornare finalmente a casa. 
Senza dare nell'occhio, la nera cortina gli giunse davanti, mentre avanzava minacciosa. Fu allora l'uomo se ne accorse, e con espressione incuriosita impugnò il suo fucile e camminò sospettoso attraverso la nube. Il fumo gli arrivò alle narici, e senza accorgersene, la guardia lo aspirò. In quel momento si bloccò di scatto, e mettendosi le mani al collo iniziò a tossire violentemente, inginocchiandosi. Dalla sua bocca iniziò a colare una sostanza vischiosa nerastra, simile a petrolio, la quale iniziò a divorarne il corpo. L'uomo continuò a tossire sempre più forte e seccamente, cadendo di lato e rannicchiandosi in preda a violenti spasmi, e in breve tempo la sostanza nera ricoprì tutto il suo corpo, impadronendosene. Ormai, quell'essere non poteva più considerarsi umano. Un'essere antropomorfo, nero come la pece, senza occhi, naso o orecchie. Il suo corpo era come in continua mutazione, con quel liquido che si stringeva, si allargava e gli scorreva addosso. Sulla sua testa senza volto, si aprivano delle grandi fauci che arrivavano fino ai lati del cranio, irte di informi denti affilati. Non aveva ormai tratti distintivi, era diventato come un ombra... un ombra oscura e diabolica. La creatura si guardò intorno, e vedendo la città, vi si avvicinò, entrandovi. Passò meno di un minuto, e all'interno iniziarono a sentirsi urli disperati, suoni di carne squarciata, spari, e corpi che cadevano inermi. 
E quella nube nera continuava il suo lento e silenzioso cammino, diffondendosi come un'infezione malefica. 
Nel tardo pomeriggio, il sole ormai calava, iniziando a tingere il cielo di rosso. La grande nuvola nera che si spargeva dalla foresta di Antrogh diveniva sempre più grande, donando un clima inquietante al paesaggio. Su quella visione, in cima a un monte, una figura osservava il tutto. Una figura dai capelli argentei e dai serpentini occhi gialli, insieme al suo mostruoso destriero scheletrico. -Oh, questo si che é un tramonto!- disse, con occhi ricolmi di perfida innocenza. -Ah, adoro i tramonti! Un pò come quello che sta per giungere su queste terre! Sarà divertente godersi lo spettacolo... il nostro padrone ormai è tornato.- il pallido ragazzo girò gli occhi, e vide volargli vicino una bellissima farfalla dalle ali nere decorate da stupendi disegni blu cobalto. Egli allora tese la mano i avanti, e lasciò che l'insetto posasse sulla punta delle sue affilate unghie rosso sangue sfumate di arancione. -Oh, che meraviglia... amo le farfalle! Sono così filosofiche... un involucro brutto e strisciante che si trasforma in un bellissimo ed effimero essere aggraziato... quasi mi rammarica che il mondo stia per finire...- e con un leggero movimento, lasciò che la piccola creatura prendesse il volo, guardandola con un sorriso. Essa volò leggiadra verso l'orizzonte, che sotto il tramonto diveniva di un rosso profondo...
 

 

                                                                       *

 

 

Nel buio assoluto dell'ignoto, nell'oscurità più completa di un mondo al di là del nostro, una risata profonda e diabolica riecheggiò nell'infinito vuoto del nulla.

 


                                                               "E così inizia..."
                                                                [Helden: Evil]

  
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