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Autore: LaraPink777    19/03/2014    1 recensioni
Una tranquilla nottata di pattuglia si trasforma nel peggiore dei loro incubi.
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello, Shredder/Shrell/ Oroku Saki
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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PdV di Leonardo. Prima persona.
Raph mi ha fatto proprio perdere le staffe. Cerco di allenarmi tanto per imparare a non perdere il controllo, poi arriva lui ed inizia a sparare dalla sua bocca volgare una marea di stupidaggini. Ma perché non capisce che se mi preoccupo è solo per il loro bene?
Adesso sto cercando di evitare che mi colpisca. E due pugni se mi capita l’occasione glieli rifilo, così impara ad ascoltare quello che dico, questa la testa calda rompiscat…
Improvvisamente vedo Mikey, seduto sulla sedia, pallidissimo, con lo sguardo fisso nel vuoto; la sua espressione mi spaventa. Tutto il resto mi cade di mente. “Mikey?”
Raph si accorge che mi sono fermato, segue il mio sguardo verso Mikey. Si alza da sopra di me, e io lo seguo.  “Che succede Mikey, che hai?”; nella sua voce trapela la preoccupazione.
Mikey per un secondo non ci vede, ha le pupille un po’ dilatate. Poi i suoi occhi ci mettono a fuoco.
“Leo! Raph!” Mikey ci sorride. Quanto è bello il sorriso di mio fratello!
La sua espressione è cambiata, è… familiare. Ci guarda come ci guardava prima che tutto iniziasse. Ci guarda come un fratello! Che lui…
“Leo! Raph! Io mi ricordo, mi ricordo!” Balza in piedi e ci abbraccia insieme. “Mi ricordo, Leo! Mi ricordo tutto!” Ci stringe come se avesse paura che potessimo scappare.
Mikey si ricorda di noi. Sono così felice che vorrei urlare di gioia. Ricambio l’abbraccio, tiro forte a me il mio fratellino. Bentornato Mikey, quanto ci sei mancato. Non potevamo vivere senza di te. Io non potevo vivere senza di te.
Raph accanto a me è stupito. Poi ride. Ride forte. E’ l’espressione stessa della gioia. Gli luccicano gli occhi? Guai a farglielo notare. “Bentornato fratello, bentornato.” Non lo chiama testa di legno o simile, lo chiama solo fratello, e lo abbraccia con forza, lo alza un po’ da terra.
“Ragazzi mi dispiace, mi dispiace tanto…”
“Non c’è niente per cui tu debba dispiacerti, Mikey. Non hai nessuna colpa.”
“Sono io che ti chiedo scusa, Mikey, per averti abbandonato…” Adesso Raph si è staccato dall’abbraccio, gli trema perfino la voce. Fosse stata un’altra circostanza sarebbe morto di vergogna. E magari anche adesso si vergogna un po’, mister sono forte e macho.
“No no Raph, non potevi fare nient’altro. Io invece mi sento malissimo per quello che ho fatto… Donnie!”
Si fionda fuori dalla cucina, corre fino al laboratorio. Io e Raph lo seguiamo. Apre la porta con forza, Donnie è in piedi, tiene la tazza in una mano e dei fogli in un’altra, guarda stupito l’uragano che lo colpisce, lo abbraccia, lo fa cadere a terra spruzzando tutto di caffè.
“Donnie! Donnie! Donnie! Oh Donnie mi dispiace, mi dispiace Donnie, mi dispiace” Mikey sta piangendo e gli affonda il viso sul piastrone. Donnie ci guarda, crede di aver capito ma vuole conferma. Annuisco.
“Mikey…” gli strofina una mano sulla testa.
“Donnie, perdonami! Sono stato un mostro, Donnie perdonami, Donn-”
“Va bene, Mikey, va tutto bene. Non eri in te.”
“No, non va bene Donnie. Potevo ucciderti. Ti ho quasi ucciso…”
“Mikey, ho detto che va bene. Ti perdono. Che vuoi che sia, un graffietto alla gola, eh eh…”
Mikey alza la testa dal suo petto, si pulisce il moccio e le lacrime sul retro della mano, e ricambia il sorriso di Donnie. “Donnie per farmi perdonare sarò per sempre il tuo schiavetto personale. Starò tutto il tempo in laboratorio e ti aiuterò con i tuoi esperimenti.”
A questo punto Donnie finge il panico, muove convulsamente le mani in segno di diniego “No no no Mikey non ce n’è assolutamente bisogno! Tu nel mio laboratorio? No no no!”
Io e Raph ridiamo. Anche i miei fratellini a terra ridono e si abbracciano.
Se c’è qualcuno che può avvicinarsi a me senza essere sentito, questo è il mio Sensei. Solo quando giro un po’ più la testa mi accorgo che è dietro di me, che osserva compiaciuto i suoi figli per terra. Finalmente il suo viso è tornato pacifico e sereno. Mi guarda, e sorridendo abbassa un po’ la testa. Questo gesto mi dice tutto. Ristabilisce la complicità tra noi. Mi riconferma il leader della squadra. Mi ribadisce il suo affetto. Mi fa capire quanto sia felice che anche questa volta la nostra famiglia ha superato una dura prova uscendone vincente.
Adesso anche Mikey lo vede. Si alza da Donnie, e corre in braccio a Sensei. Letteralmente.
“Papà!”
Non Sensei, non Splinter, neanche padre. Papà. Come quando eravamo piccoli.
Perché lui è il nostro fratellino! Un abile ninja, un combattente, un maestro con i nunchaku, un guerriero senza uguali con il kusarigama. Ma per noi, il piccolo Mikey.
  
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