Family Portraits
#1:
What-d’you-call-it
Sasuke corrugò la fronte, in un’espressione sentitamente pensierosa.
Gli occhi antracite erano fissi, immobili, su quel viso un po’ paffuto alla
ricerca di un qualche dettaglio rivelante, di una risposta plausibile alla sua
intrinseca domanda.
Ovviamente, senza riuscire a raggiungere ad alcun risultato apprezzabile.
Anche perché quell’esserino, quel coso rimpinzato di latte materno, lo
fissava con dei disarmanti occhi antracite quasi a volerlo sfidare. E
sorrideva, di un sorriso che Sasuke catalogò come sornione ed irritante,
persino invadente.
Stava cercando di fargli perdere la pazienza, per caso? Beh, per la
cronaca, ci stava riuscendo alla perfezione. Aveva almeno una vena che pulsava
minacciosa alla tempia e di sicuro, se quel marmocchio avesse continuato quella
sfida ad armi dispari, sarebbe scoppiata assieme a qualcun’altra.
Gli Uchiha potevano avere mille pregi, ma di sicuro non erano pazienti.
O comprensivi.
Anzi, a dirla tutta, in quel momento la comprensione era volgarmente finita
nel cesso, inghiottita da quel mezzo sorriso che lui avrebbe senza ombra di
dubbio definito molto più semplicemente come “ghigno grottesco e beffardo”, ma
che qualcun altro invece si divertiva ad elogiarne la graziosità.
D’altro canto, era risaputo che quel qualcun altro, o meglio qualcun'altra
era un po’ toccata a livello di sanità mentale.
Dopo un istante lunghissimo in cui Sasuke continuava a fissare quel volto,
e il coso continuava a sorridere in un evidente stato euforico dettato,
poi, da chissà quale strampalato e preoccupante pensiero, il moro decretò che
c’era effettivamente qualcosa che non andava.
Magari a prima vista poteva anche dare l’impressione che fosse
effettivamente uno di loro, ma guardandolo più da vicino…no, quello non era un
Uchiha.
Capelli neri e occhi neri a parte, non aveva niente, assolutamente niente
che potesse ingannarlo facendogli assurdamente credere che fosse suo.
Con molta probabilità, doveva essere un piano architettato nei minimi dettagli
da quella schizzata di sua moglie. Tutto quel rosa alla fine doveva averla per
forza provata, avrebbe dovuto aspettarselo infondo.
Aveva deciso d’incastrarlo e quale modo migliore, se non sfornare uno
pseudo Uchiha che un giorno avrebbe ereditato l’intero clan?
“Però, furba Sakura.” Concesse, vagamente inorgoglito.
Per cui, appurato che quello non fosse suo, rimaneva da decidere chi potesse
essere il gene dominante. E Sasuke aveva anche in mente chi, in effetti.
Seccante uguale.
“Sakura!” Gridò, incurante di poter svegliare tutto il vicinato ad un’ora
che rasentava le tre di notte. “Sakura! Sakura!”
Alla terza chiamata, finalmente una testa rosa spuntò nella stanza. Il
volto, segnato da occhiaie profonde da far invidia persino a Gaara, contratto
in un’espressione minacciosa.
“Sei andata a letto con Naruto?” Domandò, diretto.
Lei sgranò gli occhi, allibita. “Prego?”
“Non negare. L’ho capito.”
“Capito, cosa?”
“Questo coso. È il suo.” Continuò adombrato Sasuke, accennando
furibondo al marmocchio nella culla.
Sakura era basita, poi perplessa, poi sollevata. Rise, divertita. E la vena
sulla tempia di lui s’ingrossò pericolosamente.
“Sei uno sciocco, Sasuke!” Lo schernì infine lei, girando i tacchi e
lasciando la stanza in una scia di zucchero filato.
Sasuke aggrottò le sopracciglia.
Eppure ci assomigliava…
[Count words: 500]
N/A
Vi propongo un’immagine molto, molto
carina per questa flash. In realtà dovrebbe trattarsi di Itachi da piccolo, ma
è esattamente come immagino Seiji,
perciò vi lascio lo stesso il link, qual’ora vogliate “vederlo”.
Il titolo significa “coso”, in
inglese ovviamente. Oddio, ma quanto è carino Sasuke in versione padre?! XD Ah,
ho postato due capitoli per farmi perdonare della ristrettezza di parole del
precedente. Comunque se avete suggerimenti, scene che vorreste leggere,
proponetele pure! Mi farebbe estremamente piacere!
Okay, grazie ancora a chi segue! Siete
stupendi! Davvero! *-*
Memi J