Serie TV > Squadra antimafia - Palermo oggi
Segui la storia  |       
Autore: Cesca91    19/03/2014    3 recensioni
Dopo la fine della quinta stagione di Squadra Antimafia, ho pensato di ingannare l'attesa per la nuova stagione scrivendo un seguito della storia per chi, come me, sta immaginando e costruendo momenti e scene nella propria testa. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate voi, premettendo che sono una fan della coppia Rosy - Domenico quindi la mia storia si concentra principalmente su loro due, MA NON SOLO ;) Buona lettura!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
21. Scacco matto
 
- Filippo De Silva è l’uomo che stiamo cercando -, Domenico indica con il dito una lavagna bianca magnetica alle sue spalle, alla quale sono appese alcune fotografie, alcuni uomini e due donne. Potenti, bellissime. La sua squadra lo ascolta con attenzione, un solo dettaglio mancato e a farne la spese potrebbe essere la buona riuscita di ogni operazione. Da quelle fotografie, dal legame fra le facce appese sul bianco dipende il futuro delle loro azioni, adesso. - A lui risponde una ragazza, Rachele… Sappiamo solamente il suo nome e questo non è sufficiente, abbiamo bisogno di capirne di più, da dove viene, cosa la spinge a lavorare per lui, se ha un secondo fine. E poi c’è una rete di costruttori alla base che ci ha rimesso la pelle, tranne uno, Vallari. Lui ha collaborato con loro, ha fatto ciò che gli ha chiesto De Silva pur di sopravvivere. Non ha voluto collaborare con noi, invece. E’ stato interrogato più volte e ha sempre negato qualsiasi contatto con loro, soprattutto il rapimento da parte dell’Abate. Sembra quasi che ogni cosa che gli sia successa rimane un mistero e sarebbe tale, se Rosy non avesse parlato. Quest’uomo è servito a De Silva per il lavoro che fa, ha ricomprato un terreno strategico che lui voleva sottrarre al primo costruttore, Tommasi, rifiutatosi di collaborare. Ammazzarlo era il modo migliore per eliminare dalla scena una figura scomoda e così è stato anche per il secondo uomo. Vallari, invece, si è piegato al suo gioco. Sappiamo che ha riacquistato il terreno a nome di Federico Allievi, incensurato. Dobbiamo partire da qui, da lui, cercare di capire se tutti quelli che abbiamo trovato sotto questo nome possano avere un qualche legame con De Silva o se si tratti di un nome falso. Sappiamo che in quel terreno verrà costruito un grande centro commerciale per lo smistamento della cocaina, il mercato di partenza è la Russia.
- Pensi che ci sia il nome di Africanetz dietro tutto questo? -, incalza Sandro.
- Ne sono quasi certo. Rosy è sicura di aver capito che al vertice della piramide c’è una figura importante e, facendo due calcoli, il primo nome a cui mi viene da pensare è proprio lui.
- E la ragazza, Rachele? Cosa dobbiamo cercare su di lei? -, chiede curiosa Francesca.
- Qualsiasi cosa, ogni minimo dettaglio può essere fondamentale ai fini dell’indagine. Ah, c’è una cosa che non vi ho detto… Non a tutti -, Domenico si guarda intorno, si accorge solo adesso che Lara non è fra i colleghi - C’è una… Una cosa, ecco… Prima di essere arrestata, Rosy mi ha dato una soffiata. De Silva ha ordinato a Rachele di provarci con me, diciamo. Non so perché, non so a quale scopo, credo che l’obiettivo sia cercare di strapparmi informazioni su quello che so e quello che non so. Quindi in modi che non sto qui a raccontare siamo usciti insieme, ho deciso di stare al gioco e lei non sa che io so tutto. Si è presentata a me come Nadia, quindi è chiaro che se dovesse presentarsi qui, qualche volta, nessuno di noi deve farle capire che sappiamo chi è veramente. Per tutti lei resta una sconosciuta, una donna con cui mi vedo, niente di più.
- Insomma, non la definirei “niente di più”. Per essere carina, è carina… Anche parecchio -, interviene Sandro, quasi a pugnalare la tensione che si era creata. I colleghi sorridono, tranne Francesca che tira una gomitata nel fianco di Gaetano.
- Allora visto che ti piace così tanto, vai alla tua scrivania e le fai tu le ricerche su di lei, no?
- Va benissimo Mimmo, vado subito. Adesso quasi mi piace stare alla scrivania.
Nel rumore leggero delle risate di tutti, lo studio di Domenico si svuota appena prima che Sciuto gli rivolga uno sguardo di curiosità e mille domande, per saperne di più su Lara, quindi restano soli a parlarne.
- Ci hai parlato?
- Sì, dottore, non ne vuole sapere. Ma lei le dimissioni gliele ha girate a Licata?
- Ce le ho qua… -, Domenico indica una busta da lettera bianca, mischiata fra mille fogli senza nome e colore. In fondo lo sa benissimo che un’arma come Lara non può perderla, non adesso. Al di là di ogni egoismo, di ogni doppio fine, una come lei è ciò che serve a completare la squadra. Ognuno di loro è un pezzo fondamentale di cui Domenico non potrebbe fare a meno.
- Ha intenzione di consegnarle?
- Non lo so Sciuto, penso che Lara stia facendo una grossa cazzata. Me ne assumo la responsabilità, è anche colpa mia… Ma ci sono in ballo troppe cose, adesso, per…
- Per la Colombo c’è in ballo solo lei, dottore. Non so se l’ha capito, questo…
- L’ho capito, certo. Ma è una donna matura abbastanza da tener separate le due cose, si tratta solo di volerlo e di recuperare gli obiettivi verso cui puntare.
- Posso provare a parlarle ancora una volta, ma se non dovesse funzionare credo che lei debba girare la sua richiesta al questore…
Il telefono di Domenico interrompe i loro discorsi.
- Sì? Che cosa? Quando è successo? Perché non sono stato avvertito di questi spostamenti? Al diavolo! -, Domenico riattacca con violenza, spegnendo la voce che dall’altra parte della chiamata tentava di fornire una spiegazione alle sue domande.
- Che cosa succede?
- E’ assurdo… Hanno preso la Colombo.
- Lara? Com’è possibile? Come hanno fatto? Lei sta bene?
- L’altra Colombo, Sciuto… Veronica Colombo.

Calcaterra raggiunge in pochi minuti il posto dell’agguato con al seguito alcuni della sua squadra, quindi un agente lo informa dei fatti.
- Dal carcere hanno disposto il trasferimento della detenuta in un’altra sede, probabilmente era tutto architettato. Dalle prime ricostruzioni, pare che un’auto fosse appostata qui da qualche parte, ci sono segni di frenata e impronte di pneumatici fra le sterpaglie. A giudicare dai proiettili ritrovati, ipotizziamo che due uomini hanno aggredito il mezzo su cui viaggiavano alcuni agenti della penitenziaria e la Colombo. Sono morti tutti e di lei non c’è nessuna traccia.
- Chi ha disposto il trasferimento della Colombo? Il questore era stato informato?
- Dalla direzione del carcere, dicono che si è trattata di una loro decisione. La detenuta subiva aggressioni e molestie da altre donne, quindi è stata spostata.
- Cercatemi chi ha preso questa bella decisione senza informarci.
- Va bene dottore.
Domenico si abbassa sulle ginocchia, cercando nella terra tracce che possano tornargli utili, poi si avvicina ai corpi abbandonati intorno al furgone. Tre uomini, troppo giovani per andar via per sempre. Uno di loro ha la fede al dito, probabilmente a casa lascia qualcuno che attende di essere avvisato. Anche oggi, una pistola ha cambiato la vita di troppa gente. E lui non ha dubbi su chi possa essere. Ogni cosa ritorna al principio e, quanto più gli sembra di avvicinarsi alla meta, più la strada si fa lunga e piena di deviazioni e ostacoli, che riconducono tutte ad un unico nome: Filippo De Silva. Assorto nei suoi pensieri, viene distratto dallo squillo del cellulare. Sul display un nome, Nadia. Una trovata strategica, pensata per depistare ogni cosa. Magari lei lo chiama a bordo dell’auto sulla quale sta viaggiando con De Silva e la Colombo, ma non sa che Calcaterra ha ben chiare fin troppe cose. Per questo decide di rifiutare la chiamata, non è il momento adatto per giocare a capire chi è stato. Chè tanto lui già lo sa.
- Sciuto credo che dovresti avvisare Lara. Si tratta pur sempre di sua sorella.
- Lo faccio subito dottore.
- Voglio posti di blocco e controlli ovunque, spogliate la città in ogni sua strada, ricontrollate il casale in cui De Silva si rifugiava con i suoi. C’era da aspettarselo che avrebbe cambiato riparo, una volta abbandonato dall’Abate, ma se siamo fortunati nel trasloco ha perso qualcosa che a noi è sfuggita al primo controllo. Voglio quella donna e la voglio subito, prima che possa fare ancora cazzate.

Il corridoio che porta alla sua stanza si fa sempre più lungo, ogni giorno di più. Come se misurasse la voglia che lui ha di vederla ogni giorno che passa. Aumenta il desiderio, la strada si allunga. Quando poi raggiunge la meta, l’agente disposto per la custodia lo saluta con un cenno. Domenico sorride. Sorride dentro di sé, nel momento in cui i baffi che abbracciano la bocca del suo collega gli ricordano gli occhi vivi della sua donna.
Questa volta entra senza farsi annunciare, quasi ad essere la sorpresa più grande che c’è. Quando il cancello si apre, Rosy è sdraiata sul fianco, la schiena rivolta verso la porta e nessun cenno a svegliarsi. Lui si avvicina a lei, si sporge a guardarle il viso, quindi si siede accanto al suo corpo cercando di fare meno rumore possibile. Gli piace guardarla mentre dorme. Gli piace la piega dei suoi capelli sul suo viso, il canto del suo respiro, il rumore che fa il battito del cuore nel silenzio della stanza. Gli piace immaginare, dal movimento delle sue palpebre, se sta facendo un sogno bello o brutto. E immagina che quando sorride, lo fa perché sta passeggiando in strada con Leo, senza paura, senza pericoli, senza il rischio di diventare il bersaglio preferito di qualche proiettile sparato nell’aria.
Mentre lui si innamora guardandola, Rosy si sveglia all’improvviso e spalanca gli occhi al cielo bianco d’intonaco sulla sua testa.
- Domenico…
- Ben svegliata. Che fai, dormi sempre? Lo sai che ore sono? -, Rosy si gira sulla schiena spostandosi un po’ più a lato, per fare più spazio a lui sul letto. Si stropiccia gli occhi con la manica della felpa, poi si sistema i capelli. Domenico resta a guardarla senza dire niente, lo sguardo rapito dai suoi movimenti dolci. Vorrebbe dirle che è bellissima. Vorrebbe dirglielo tutti i giorni, ogni volta che la vede.
- Non devi venire qua tutti i giorni, non ce n’è bisogno.
- C’è una cosa che devi sapere -, il viso di Rosy assume un’espressione seria, questa volta. Un cruccio fra le sopracciglia, incertezze e curiosità dipinte come pieghe sulla fronte, le labbra grosse e rosse.
- Che succede?
- Hanno preso la Colombo.
- Ma come, non aveva chiesto le dimissioni? -, Domenico sorride di fronte all’ingenuità della sua donna. Appena sveglia, poi, somiglia a qualcosa come una bambina da stringere fra le braccia.
- L’altra Colombo.
L’espressione di Rosy si colora di tristezza, ricordi e pensieri negativi. Come se quel nome, quella donna e il suo ricordo riportassero alla mente quel bambino che non c’è più. Chè se lei lo avesse difeso, magari Leo sarebbe ancora vivo, quanto lo è nel cuore della sua mamma.
Domenico legge sul suo volto ogni stato d’animo di Rosy, quasi come se con Veronica Colombo di nuovo libera fra le strade di Catania ci fosse nuovamente pericolo per lei o per il suo bambino. Ma Leo non c’è più, e molte volte questa città sembra non fare più paura. La violenza è un’abitudine, gli spari di tutti i giorni sono il suono delle campane della domenica mattina. Se un uomo muore anche oggi, è tutto normale. E’ il gioco della mafia. Soltanto un altro pedone che cade sulla scacchiera.
Calcaterra avvicina la sua mano a quella di Rosy per stringere fra le sue dita le sue preoccupazioni e restituirle un pizzico di quella serenità che le è stata spezzata sotto gli occhi, poi il telefono squilla ancora una volta e interrompe l’amore nella stanza dei batticuori. 

 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Squadra antimafia - Palermo oggi / Vai alla pagina dell'autore: Cesca91