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Autore: uffauffauffa    19/03/2014    2 recensioni
Irina è tornata in vita, nuove "creature" più veloci e agili dei vampiri e dei licantropi hanno cominciato a muoversi. Cosa vogliono? Sono amici o nemici? Perché Renesmee non ha mai confessato di aver conosciuto due di loro nel bosco?
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demetri, Leah Clearweater, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Successivo alla saga
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Ok, quinto capitolino, anzi capitolone rispetto agli altri. Forse ho impiegato troppo tempo nella descrizione dell'abitazione dei "nuovi". Ditemi se sono riuscita a sorprendervi, e soprattutto se il capitolo è scritto bene, se è scorrevole....



 

Verso le 6:00 il dottor Cullen staccò dal lavoro insieme all'infermiera Nolan.
 

Nonostante la curiosità dell'uomo per i "nuovi" si era fatta più intensa, si trattenne dal pedinarla.
 

Quando tornò a casa raccontò quant'era accaduto.
 

I suoi "famigliari" faticavano a riconoscerlo, era talmente entusiasta, si era persino messo a gesticolare mentre parlava e gli occhi e il viso brillavano dall'emozione per quanto aveva scoperto.
 

Esme conosceva Sabrina solo di vista, aveva scambiato soltanto qualche parola con lei. Faticava a credere che fosse una di loro.

 

"La loro evoluzione permette una maggiore integrazione con gli umani..."

"... forse per questo si considerano dei mostri, perché non sono come i comuni vampiri..."

"... chissà se tutti loro hanno dei poteri..."

"... chissà che tipo di poteri hanno, visto che resuscitano i morti..."

"... dovrò fare una serie di analisi..."

".... scoprire chi li ha cambiati..."

 

Il vampiro borbottava tra se e se, sotto lo sguardo attonito di Esme e dei suoi figli. Solo Renesmee alzò gli occhi al cielo, aveva detto chiaramente che non erano stati creati con un morso.
 

Edward captò il pensiero della figlia. La piccola, dal modo in cui il padre la guardava, se ne accorse e cambiò le immagini nella sua mente.
 

"Tesoro non sei ancora pronta, vatti a cambiare."
 

Carlisle fremeva tanta era la voglia di incontrarli.
 

"Nonno."
 

"Si."
 

"Non sono cavie."
 

L'uomo osservò la nipotina, l'espressione contrita della bambina fece capire al dottor Cullen che tutto quell'entusiasmo era eccessivo. Erano persone e non pezzi di carne.
 

"Hai ragione e ti chiedo scusa per il mio comportamento poco rispettoso nei loro confronti."
 

"Dottore vorrei venire anch'io."
 

"Jacob se vieni tu, devono venire anche loro."
 

"Per me va bene."
 

Emmett cominciava a essere meno ostile e più curioso verso i "nuovi", ma soprattutto voleva verificare se "Erba Tagliata" era effettivamente più forte di lui.
 

"No ragazzi andremo soltanto Renesmee e io. Voi ci aspetterete qua."
 

Il tono di voce era calmo, ma fermo. Quello era un ordine e anche se non erano molto contenti, non avrebbero trasgredito. Carlisle era il capofamiglia e tutti avevano il massimo rispetto per quello che rappresentava all'interno del clan.
 

"Dottor Cullen, se non le dispiace vorrei accompagnarla."
 

"Irina..."
 

"La prego, devo loro la "vita"."
 

"Va bene, farai le veci per il tuo clan."



 

Il trio arrivò a destinazione intorno alle 10:00. Il Sole splendeva alto nel cielo, ma poiché era ancora pieno inverno riuscivano a nascondere il loro "segreto" sotto pesanti indumenti di lana e giacconi lunghi muniti di cappuccio.
 

L'edificio dove alloggiavano i vampiri si trovava alla periferia di Forks nella zona industriale. Era un caseggiato piuttosto grande, di circa 500 mq, ma anonimo. Le pareti esterne erano grigie e rovinate dal tempo. Un cartello scolorito fuori dal portone principale fece capire loro che si trattava di una tipografia abbandonata da tempo. Anche il terreno dove si trovava la fabbrica era messo molto male.
 

"Lo tengono così apposta, le persone che passano credono sia disabitato. Dentro è decisamente meglio."
 

"Sei già stata qui vero piccola?"
 

"Si nonno."
 

Poiché il "campanello" era semidistrutto il dottor Cullen dovette bussare diverse volte, ma l'unica presenza che si sentiva provenire dall'interno era quella di un cane che abbaiava rabbioso.
 

"Scabbia."
 

Sentendo la vocina di Renesmee il cane lupo cambio tono.
 

"Non credo siano in casa dottor Cullen."
 

Carlisle era distratto, cercava un modo per entrare. Non era un comportamento degno di lui lo sapeva bene, ma voleva capire che tipo di "famiglia" era la loro. La nipote intuì quello che voleva fare...
 

"Non è una bella cosa nonno."
 

"Si lo so tesoro mio."
 

"Ma lo farai lo stesso, vero?"
 

Carlisle sorrise dolcemente, prese la bambina in braccio e saltò sul tetto dell'edificio. Irina fece altrettanto.
 

Diversi lucernari troneggiavano la sopra e davano sul open space e sulle camere da letto e il bagno. La vampira notò che il tetto era messo nelle stesse condizioni delle pareti esterne, ma il vetro dei lucernari era lindo.
 

Sul lato Nord dell'edificio si trovava un giardino ben nascosto dalle mura del fabbricato. Rispetto al resto della casa era tenuto bene. Le piantine erano distribuite verticalmente sulle pareti e coperte per il gelo invernale. Come vasi erano state utilizzate grondaie verniciate con una bella sfumatura di rosso in netto contrasto con il verde delle piante. Altri contenitori invece erano stati ricavati da snodi di tubature idrauliche in plexiglass della stessa tonalità di rosso.
 

L'arredamento era formato da bancali e bobine industriali. Anche questi coperti come le piante.
 

Una grande vetrata separava l'esterno dall'interno. Carlisle aprì facilmente la porta a vetri.
 

"Non hanno paura che qualcuno possa entrare?"
 

Irina era leggermente perplessa.
 

"Le pareti che nascondono il giardino sono troppo alte per essere scavalcate, e la struttura esterna è tenuta malamente per far credere che non ci sia nessuno all'interno."
 

Quando entrarono il senso dell'olfatto fu solleticato da odori diversi: non solo quello dei "nuovi". L'ambiente sapeva di pulito, pane caldo e dolci appena sfornati... Scabbia saltò addosso alla piccola che ricambio il benvenuto con altrettanta gioia.
 

"E' il loro cane. Lo hanno trovato nel bosco... quel giorno hanno trovato anche me."
 

Renesmee si tolse le scarpe.
 

"Fanno come i giapponesi così il pavimento si conserva meglio e si sporca meno."
 

Il pavimento era in cemento e l'unica fonte di calore della "casa". Diverse macchie di colore ormai sbiadite lo decoravano e denunciavano anche il primo utilizzo del fabbricato.
 

"Perché il riscaldamento a terra, non è hanno bisogno se sono vampiri!!"
 

"Forse Irina, sono sensibili alle gradazioni di temperatura."
 

"No, ospitano sempre qualcuno: senza tetto, bambini di strada, animali randagi... insomma tutti quelli che hanno bisogno di aiuto."
 

Il dottor Cullen fu sorpreso e rasserenato. Ora ne era c'erto non erano un pericolo. E se ospitavano dei mortali voleva dire che riuscivano a controllare la loro "sete". Per un attimo pensò a Sabrina e al suo disgusto per il sangue.
 

Continuarono il "tour" della casa.
 

A destra della vetrata si trovava la cucina. L'arredamento era ricavato dai vecchi mobili in ferro della tipografia. I piani erano sormontati da listoni in legno chiaro. Nella parete libera vicino alla porta a vetri, erano disposte diverse casse porta vino sempre di legno, che fungevano da libreria. L'unica "cosa" antica dell'ambiente era costituita da un bellissimo mobile dell'800 che proveniva quasi sicuramente da una macelleria e veniva usato come tagliere. Altri oggetti vintage decoravano quella parte della casa: diversi macini da caffe, un tritaghiaccio manuale giapponese e un'affettatrice manuale inglese... Il piano cottura era moderno e sembrava uscito da una cucina professionale, come il doppio lavello e il forno a microonde. Il vampiro si avvicinò ai frigoriferi. Uno aveva lo porta trasparente e l'uomo notò che all'interno erano conservati cibi "normali"; l'altro invece era in acciaio. Quando lo aprì trovo dei contenitori d'ospedale: contenevano sangue.
 

"Lo prendono al consorzio della carne di Forks. Non hanno mai ucciso nessuno."
 

Irina era esterrefatta. Carlisle invece sorrise. Continuarono il giro.
 

La cucina dava direttamente sulla sala da pranzo e la zona giorno. Questi tre locali facevano parte di un unico grande open space luminosissimo grazie all'enorme vetrata e ai vari lucernari posti sul tetto. I soffitti alti avevano permesso la creazione di una zona soppalcata. La struttura era di ferro e l'ambiente era adibito a biblioteca. L'antico mobile da farmacia in legno si inseriva piacevolmente con la struttura di metallo.
 

La zona giorno era arredata con diverse sedute. Le due più importanti erano state ricavate da vecchie panchine di legno e ferro battuto e completate da materassi sottili e cuscini di colori diversi, ma tutto perfettamente bilanciato. In mezzo un piano di legno e quattro ruote da carrello industriale fungevano da tavolino. Mentre qua e la erano sparsi pneumatici, che risistemati, erano diventati pouf di design. Anche i punti luce della casa erano stati creati con materiale riciclato: le lampade a terra erano state ricavate da vecchi caschi da parrucchiera.
 

Le sedie intorno al tavolo da pranzo che apparteneva al fabbricato erano in legno di noce, ma ognuna aveva una forma diversa. Sopra il piano del tavolo si trovava una lente molto particolare, un foglio in metallo e un vecchio quaderno con la copertina nera.
 

Tutto l'ambiente era armonico e ricco di personalità. Il materiale di recupero si integrava perfettamente con i pochi elementi antichi.
 

"Esme impazzirà per tutto questo."
 

Il dottor Cullen salì le scale per raggiungere la biblioteca. La libreria era ben fornita: arte, narrativa... notò molti volumi in lingua originale.
 

Sono colti e cosmopoliti, molto bene.
 

Stava per raggiungere la zona notte, quando sentirono un rumore. Qualcuno di loro stava rientrando.
 

Un ragazzo biondo con gli occhi azzurri e lineamenti delicati fece la sua comparsa: Mike Newton.
 

Si fermò un attimo e inspirò profondamente, sentì un odore famigliare...
 

"Questa è violazione di domicilio dottor Cullen."

  
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