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Autore: sickofthem    20/03/2014    1 recensioni
Una studentessa che si mostra arrogante, sicura di se e fredda. Un insegnante che si mostra freddo, forte e sicuro di se. Entrambi sono soli e con il cuore infranto. Riusciranno ad aggiustarsi a vicenda? Riusciranno a resistere contro la tempesta?
Genere: Erotico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Esco da scuola e torno a casa in fretta. Entro in casa e decido di prepararmi due uova. Mangio e ripongo il piatto dentro al lavandino. Sono quasi le 16.00, il professore sta per arrivare. Sento il campanello suonare. Oh no, è qui. Vado ad aprire la porta, svogliatamente.

 

«Buongiorno signorina Tomlinson» dice il professore.

 

«Heilà» rispondo.

 

Faccio un gesto per invitarlo ad entrare in casa. Entra e chiudo la porta. Appoggia la borsa sul tavolo in salotto, squadrandolo.

 

«Wow, che bella casa» dice lui.

 

«Aah no, i muri di sopra sono tutti da ridipingere, qui è tutto disordinato..»

 

«La trovo molto accogliente, comunque. Possiamo iniziare?»

 

Sbuffo e mi siedo sul divano.

 

«Può accomodarsi al tavolo, signorina Tomlinson?» chiede il professore estraendo il libro di storia dalla borsa.

 

«Può accomodarsi lei sul divano, professor Malik?» chiedo io.

 

Si volta e mi fissa. Non cederò, caro professore. Sbuffa e si alza in piedi. Lentamente si siede sul divano.

 

«E' un divano, non un mostro» dico divertita.

 

«Ha da ridire su tutto quello che faccio?» chiede infastidito.

 

«Mi scusi tanto..» dico scimmiottandolo.

 

«Non ho voglia di perdere tempo, iniziamo per favore?»

 

Annuisco svogliatamente. Va alla pagina giusta ed inizia a leggere.

 

«Quindi furono i greci ad inventare la filosofia e la letteratura?»

 

«Esattamente. Per oggi abbiamo finito»

 

Ripone il libro dentro la sua borsa.

 

«Hai fatto un ottimo lavoro, anche se mi costa ammetterlo» dice scherzosamente.

 

Sorrido. Non è stato così male, e questa è una delle poche volte in cui andiamo d'accordo. Guardo l'orario, sono quasi le 20.00.

 

«Ehm, ascolti professore.. le va di rimanere a cena? Vorrei ricambiare il favore dell'altra sera» chiedo guardandolo.

 

«Non è necessario signorina, davvero..» dice alzandosi.

 

Lo blocco con un braccio.

 

«Insisto»

 

«Mh.. e va bene, ma solo se posso aiutarla a preparare la cena» dice accennando un sorriso.

 

Annuisco. Mi alzo e lo invito a seguirmi in cucina.

 

«Cosa propone chef?» chiedo scherzosamente.

 

«Pasta con un po' di.. sugo?»

 

«Mh, ottima proposta, anche se non ho idea di come si prepari un sugo..»

 

«Faccia cuocere della pasta, al resto penso io»

 

Annuisco ed iniziamo a cucinare. Scherziamo e ridiamo come se fossimo degli amici. Finito di preparare, ci dirigiamo a tavola, con i nostri piatti.

 

«Allora, se non sono troppo scortese, posso darle del tu?»

 

«Solo se posso farlo anche io»

 

«D'accordo, ma che non esca da queste mura. Allora Candy, come mai vivi da sola? E' una tua scelta o..» chiede infilandosi un boccone di pasta in bocca.

 

«No, purtroppo non è una mia scelta. Mio zio Alfredo, è morto circa un anno fa. Non lo conoscevo molto bene, l'avrò visto circa tre volte in tutta la mia vita, perchè lui vive in Italia. So davvero poche cose di lui, come il fatto che era ricco, molto snob, e aveva anche tre ville» dico mangiando un boccone di pasta.

 

Zayn annuisce e mi invita a continuare.

 

«Appena i miei genitori seppero del patrimonio che mio zio gli aveva lasciato, subito fuggirono via. Adesso credo siano in Italia, o in America, o chissà dove..»

 

«Oh Candy, mi dispiace.. E tu come l'hai presa?»

 

«Io abbastanza male, ma i miei fratelli mi aiutarono parecchio»

 

«Hai fratelli?»

 

«Si, due»

 

«Oh, capito. E ora dove sono?»

 

«Beh.. sono in prigione, da circa un anno» dico abbassando lo sguardo.

 

«Oh Candy, perdonami, non volevo rattristarti..» dice Zayn accarezzandomi una guancia.

 

Alzo lo sguardo, lo guardo come per dirgli "grazie".

 

«E' tutto okay. E tu Zayn? Cosa mi racconti di te?»

 

«Beh, non c'è molto da sapere, mi diplomai all'università di Oxford circa un anno fa, e poche settimane fa mi hanno chiamato per venire alla Monroe, la tua scuola. Fui entuasiasta, mi sono laureato da così poco e già mi offrono un lavoro» dice pulendosi la bocca.

 

«Wow, hai avuto una gran fortuna!»

 

«Già» dice bevendo dell'acqua.«E fu li che conobbi..»

 

Il suo viso si incupisce. Guarda l'orario.

 

«Sarà meglio che vada..» dice posando i nostri piatti vuoti nel lavandino.

 

Lo guardo. Cosa ho sbagliato?

 

«Ho sbagliato qualcosa Zayn?..» chiedo andandogli vicino.

 

«No, tranquilla, è tutto okay» dice senza voltarsi.

 

Gli metto una mano sulla guancia, facendolo voltare verso di me. Ha gli occhi lucidi. Subito scappa via e si infila la sua giacca, prendendo la sua borsa. Va alla porta e lo raggiungo.

 

«Ci vediamo domani Candy»

 

«A domani» dico stranita.

 

Chiudo la porta. Possibile che un argomento simile sia così doloroso? Sento bussare alla porta. Vado ad aprire. E' Harry.

 

«Ciao bellezza» dice baciandomi la guancia.

 

«Hey tesoro» dico facendolo entrare.

 

Chiudo la porta e ci accomodiamo sul divano. Harry posa le sue cose sul tavolino.

 

«Ho visto il professor Malik uscire da casa tua poco fa. Avete davvero studiato fino ad ora?»

 

Non mi va di raccontare ad Harry della cena e dell'improvvisa fuga di Zayn.

 

«Si, diciamo di si»

 

«Non è possibile che ti occupi così tanto tempo.. come faremo a vederci? Ho promesso a Louis e Liam di proteggerti e accudirti come se fossi mia sorella, e a stento posso vederti adesso..» dice abbassando lo sguardo.

 

«Harry, ma che dici? Il professore non è un problema. Io, te e Niall rimarremo sempre gli stessi, promesso» dico sorridendogli.

 

Sorride e mi abbraccia.

 

«Allora.. usciamo a bere qualcosa?»

 

«Perchè uscire, quando ho portato una busta piena di alcolici?» dice indicando la busta sul tavolino.

 

«Lo sai che ti adoro vero?»

 

«Beh, lo so lo so, difficile non farlo» dice scherzosamente.

 

Gli tiro un leggero schiaffo sul petto, ridendo. Iniziamo a bere.

 

  
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