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Autore: Greywolf    21/03/2014    8 recensioni
Una giornata di pioggia come non si vedeva da tempo. Una corsa sfrenata. Un amico in difficoltà. L'inizio di un dramma...un lento cambiamento...fino ad un nuovo inizio.
""-Si può sapere dove mi porti?- gli domandai mentre cercavo goffamente di coprirmi la testa con il braccio libero.
Lui non era infastidito da nulla di quello che lo circondava. Era concentrato solo a correre. L’acqua e il vento sembravano l’ultimo dei suoi problemi.
-Da Naruto!- mi disse.
-Da Naruto? Gli è successo qualcosa?! Dov’è ora?- domandai senza sapere che altro dire.
Rispose dopo un attimo:
-In ospedale…-""
E' la mia prima storia a capitoli e aggiungerei che è una storia delicata. Sperò vi possa interessare e piacere alla fine. Pubblicherò il nuovo capitolo di giovedì e di sabato. Qualsiasi appunto che avete, critiche, apprezzamenti, qualsiasi cosa, fatemi sapere e recensite per dirmi cosa ne pensate. Ci terrei molto! Buona lettura! :)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Shikamaru Nara, Tenten | Coppie: Naruto/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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“Sul serio?” chiese Hinata, visibilmente emozionata.

L’infermiera confermò. I volti di tutti si distesero, un respiro di sollievo si diffuse…lasciando spazio a una gioia attesa a lungo. Anche il maestro sembrò riprendersi grazie a quella bella notizia.

“Come sta?” domandai subito.

“Il dottore lo sta ancora visitando…ma è migliorato. Risponde agli stimoli e sta reagendo bene alle cure. Direi che possiamo essere ottimisti.”

“Questa è un’ottima notizia!” disse Ino. Vedendo lo sguardo dell’infermiera però aggiunse:

“Ma…non è ancora fuori pericolo…vero?"

“Non riesce ancora a respirare da solo e non dimenticare che è reduce da una gravissima emorragia…ma per ora sta procedendo tutto bene…ed è questo che conta.”

Per me era già più che sufficiente. In circostanze simili, sapevo che se i pazienti si svegliavano lo facevano dopo diversi giorni dall’ultima operazione, durante i quali versavano in condizioni altamente critiche. Naruto non solo era stato più o meno cosciente durante l’intervento, ma si era addirittura svegliato poco dopo, quando aveva parlato con me…ed adesso era di nuovo sveglio e per giunta stava un po’ meglio. Tutto faceva sperare che presto non avrebbe più rischiato la vita.

“Mi dica…ha detto qualcosa?” chiesi ancora.

“Come ho già detto fa molta fatica a respirare, gli costa moltissima energia…figurati parlare…però si, qualcosa è riuscito a dire..ha riposto alle domande che il dottore gli ha fatto.”

“Cosa gli avete chiesto?” domandò Tenten.

”Domande di norma. Come si sente, se ha qualche dolore particolare…”

“E cosa ha risposto?”

“Ha dato risposte molto brevi, si è limitato a “si” e “no”. Dice che si, sta meglio e no, che le ferite non lo infastidiscono troppo…di questo non me ne sono meravigliata, da stamattina hanno iniziato la cura di antibiotici e antiinfiammatori, per questo non sente nulla. Lui ha detto solo una cosa di suo…”

“Cosa?” chiesi preoccupata e ansiosa da un certo punto di vista.

“Ha detto di essere stanco…molto stanco…e non c’è da biasimarlo. Per questo, temo che non resterà sveglio a lungo. Ma non possiamo pretendere troppo da lui…è già stato forte a resistere fin ora, un lungo riposo se lo merita.”

In effetti le ultime ore erano state molto difficili e intense. Ripensai al suo viso di ieri sera…quello che avevo accarezzato a lungo, che era veramente distrutto dalla stanchezza. Mi sembra ancora di sentire  la sua guancia calda sotto le dita…

“Senta….”

La voce di Hinata mi distrasse da quel pensiero…

“...Può ricevere visite? Per pochissimo…non voglio assolutamente che si stanchi! Ma ci terrei…a…salutarlo, anche solo per un attimo…” domandò timida.

“Questo non dipende da me…sarà il dottore a dirlo appena terminerà di visitarlo. Non temete, verrà subito a informarvi una volta concluso.”

“Si…capisco…” disse lei ad occhi bassi.

Possibile che ora fosse così timida? Fino a ieri non avrei nemmeno creduto possibile che riuscisse stare nella stessa stanza di Naruto senza svenire. Tanto meno che gli stringesse la mano,  lo accarezzasse…o che gli lasciasse quel piccolo bacio sulla fronte augurandogli la buonanotte. Si era spaventata quando lui aveva iniziato ad agitarsi per via di quell’incubo, ma era più che comprensibile dato che non aveva capito qual’era il problema che lo affliggeva. Ma non aveva mai avuto così tanta confidenza.

Mi chiesi a quel punto…se non ci fosse qualcosa che non sapessi. Qualcosa che mi era sfuggito…

Scossi la testa. Perché quei pensieri? In ogni caso non mi sarebbe dovuto importare, erano affari loro. Ma se così fosse…perché Hinata non me ne aveva parlato? E perché nemmeno Naruto lo aveva fatto? Va beh…Naruto a quanto pare aveva fin troppe cose che non aveva raccontato a nessuno…non mi dovevo meravigliare se anche una cosa così delicata fosse stata tra quelle. Si era chiuso del tutto nei miei confronti allora…

Cercai di fare mente locale…quand’era stata l’ultima volta che avevo parlato con lui da sola? Accidenti…era passato tanto tempo…Pensandoci…la  nostra ultima conversazione risaliva a un paio di mesi fa…prima che iniziassero tutte le sue stranezze…di cosa avevamo parlato?


“A cosa pensi?” mi domandò lui.
Non mi accorsi di essermi distratta. Sdraiata a osservare il cielo, mi ero persa completamente nella sua infinità. Eravamo sull’altura raffigurante il Quarto, un posto che Naruto aveva fatto suo. Ci veniva spesso da solo, potevo vederlo dal palazzo dell’Hokage o se mi affacciavo sul tetto dell’Ospedale per sistemare le lenzuola ad asciugare. Intravedevo quella figura solitaria starsene lì a lungo, e sapevo che era sempre lui. A lui piaceva stare lì, forse perché si sentiva vicino al padre e nemmeno a me dispiaceva. Si stava benissimo e poi non c’era davvero anima viva. Quel giorno mi aveva chiesto di andare lassù a fare due chiacchiere con lui. Mi ero fermata a pensare che andare in un posto isolato, sola con lui, poteva suscitare dei sospetti e delle..chiacchiere. Ad alimentarle sarebbe stata soprattutto  Ino, pettegola com’è… anche se, per fortuna, sapevo che avrebbe tenuto la notizia all’interno del nostro gruppo.  Avevo comunque esitato ad accettare...insomma sapevo cosa provava lui nei miei confronti e quindi…non volevo trovarmi in situazioni imbarazzanti. Insomma gli volevo bene questo non potevo negarlo, ma solo come amico e nulla di più. Poi dopo aver pensato a quando gli avevo detto espressamente che mi fidavo di lui, dopo la partenza di Sasuke, non me l’ero sentita di rimangiarmi quelle parole. Ero andata lì con lui ed era stato un pomeriggio piacevolissimo. Nessun tipo di avance,nulla, nemmeno una parola che potesse dargli un motivo per avvicinarsi di più a me...Seduti uno vicino all’altra, lui mi parlò del suo allenamento e io gli raccontai della mia giornata all’Ospedale. Avere qualcuno che mi ascoltasse senza interrompermi continuamente come faceva sempre Ino (che ci si aspetta dalla propria migliore amica dopotutto? ) mi alleggerì e mi fece piacere. Naruto mi parlò non propriamente dell’allenamento che stava seguendo ma più che altro delle difficoltà che stava incontrando. Mi domandava  continuamente se mi stesse annoiando e nonostante cercassi di rassicurarlo, lui si ostinava a farmi sempre quella domanda. Era imbarazzato, era palese. Mi venne da sorridere…sempre così determinato in battaglia e poi così timido nei miei confronti. Dopo un po’ mi aveva proposto di sdraiarmi, e così ci eravamo entrambi persi a osservare il cielo. Evidentemente io mi ci ero perso del tutto per non aver notato il silenzio che si stava protraendo da diversi minuti. Solo la sua domanda mi riportò lì.

“Sakura…” mi chiamò ancora.

“Eh? Scusa hai detto qualcosa?” chiesi.

“Ti ho chiesto se stavi pensando a qualcosa in particolare…” ripeté lui.

“In realtà no…mi stavo godendo questo momento di calma e tranquillità.”

“Sono contento che ti piaccia qui…E’ l’unico posto in qui si può davvero stare rilassati.”

“Ho notato che ci vieni spesso da solo. C’è qualche motivo particolare?”

“Bhè…tutti abbiamo bisogno di un posto dove poterci sentire in pace con noi stessi no? Un luogo dove non c’è nessun altro al di fuori di noi, dove pensare e sentirci liberi. Stare sulla testa di papà poi…mi fa sentire bene. Fin da piccolo, quando guardavo il suo volto, anche se non sapevo chi fosse per me…mi ispirava. Mi dava la spinta giusta per continuare a tenere fede al mio sogno. Pensa te…coincidenza della coincidenze scopro che il Quarto è mio padre…”

Lui rise…ma colsi una punta di amarezza nella sua risata.

“Sai che gli ho mollato un pugno nello stomaco quando l’ho incontrato e lui mi ha detto la verità?”

L’amarezza scomparve perché la sua affermazione fu secca e anche leggermente divertita.

“Come sarebbe a dire?! Hai colpito tuo padre?”

“Ero al settimo cielo dalla felicità…non potevo ricevere una notizia più bella…ma non conoscendo tutta la storia, alla felicità è seguita la rabbia e in un attimo tutti gli anni passati in solitudine mi si sono presentati davanti. E insomma…gliene ho fatto una colpa, per questo l’ho colpito…Quando però mamma mi ha spiegato tutto…me ne sono vergognato da morire…”

Quante cose gli erano successe…quante emozioni e sensazioni aveva provato, tutte insieme…

“Hai colpito anche tua madre?” gli domandai a quel punto.

“No…mamma l’ho abbracciata fortissimo…”

“Allora solo tuo padre si meritava quel gesto delicato?” scherzai.

“Mi spiace ancora tantissimo di averlo fatto…”

Capii che scherzarci sopra non era stata una buona idea.

“Scusami..” sussurrai.

“Figurati dai!” disse lui riprendendo il suo solito spirito allegro.

Lui fece uno respiro profondissimo e poi sospirò soddisfatto.

“E’ proprio una pacchia stare quassù…” disse tra sé e sé.

“Hai ragione, Naruto….Grazie di avermi portato qui. Anche se…”

Lui si irrigidì.

“Anche se…?” chiese un po’ preoccupato.

“Mi sfugge ancora il motivo per cui mi hai invitata qui oggi…”

Sapevo che era una domanda pericolosa…ma mi sentii di dovergliela fare.

“Volevo soltanto parlare un po’… non lo abbiamo mai fatto dopotutto…Sai, dopo la guerra ho capito una cosa importantissima…”

“Cosa?”

“Non ti rendi conto del valore di ciò che hai…finché non lo perdi…La vita è imprevedibile, ti porta via le persone con un facilità incredibile, da un giorno all’altro. Senza aver nemmeno avuto il tempo di fare cose che ci è promessi da tempo…senza aver potuto essere sinceri e dire alle persone quanto sono importanti per noi…”

Stava pensando a qualcuno in particolare? Si…

“Quando Neji è morto…appoggiato sulla mia spalla…Ho ripensato al nostro scontro durante l’esame di selezione dei Chunin, a quando gli avevo promesso che una volta diventato Hokage avrei rivoluzionato le leggi del suo clan…Davo per scontato che lui vivesse abbastanza da vedere quel giorno…e invece…”

Capii cosa voleva dire.

“Non si può perdere tempo con nessuno…Bisogna vivere e godersi ogni momento con le persone che più ci stanno a cuore, ma anche con tutti quelli che contano qualcosa per noi…Perché una volta perse…nessuno ce le restituisce…”
“E tu…hai paura di perdermi?”

Lui rimase un attimo in silenzio.

“Non voglio più perdere nessuno prima del tempo, Sakura…per questo diventerò Hokage! Vi proteggerò tutti…a qualsiasi costo…”

Sorrisi…

“Allora siamo messi proprio male, se dobbiamo fare affidamento su un irresponsabile come te…”

Naruto rise di gusto. Aveva capito.

“Grazie, Naruto…” pensai.



 
Un ricordo che rivissi in un attimo. La nostra prima e unica conversazione da anni…e anche l’ultima. Negli ultimi due mesi lo avevo visto pochissimo salvo la missione che avevamo di recente affrontato insieme. Ripensandoci mi convinsi de fatto che aveva perfettamente ragione…Non bisogna perdere tempo con le persone a cui vogliamo bene…perché si rischia di perderle da un momento all’altro. Naruto non era ancora fuori pericolo…rischiavo di perderlo, senza essermi chiarita con lui per la discussione di ieri sera, senza averlo visto finalmente diventare Hokage…senza insomma..dirgli che gli volevo bene. Non glielo avevo mai detto…e forse…avrei dovuto. Sapendolo non avrebbe cercato di farla finita…credo. Non ho più alcuna certezza ormai.

In quel momento, un vocione interruppe i miei pensieri:

“Salve ragazze! Vi ho portato uno spuntino! Oh Shino…ci sei anche tu..scusa!”

Choji ci viene incontro con un sorriso, sgranocchiando le sue immancabili patatine, portando uno zaino sulle spalle.

Rock Lee ci saluta con un sorriso altrettanto grande e incoraggiante.

“Speriamo di non essere stati  via troppo a lungo…

“Troppo poco casomai…ma vi siete riposati abbastanza? domandò Ino.

“Tranquilla, abbiamo fatto il pieno di energie! Volete delle patatine?” ci offrì generoso.

“Preferiamo evitare di mangiare schifezze, Choji!” gli rispose la compagna di squadra.

“Tu Lee? Hai recuperato le forze?” chiese stavolta Tenten.

“Non avevo bisogno di riposarmi! La gioventù ha energie a volontà! Sono solo andato a cambiarmi!”

“Sempre con la stessa tutina però…”

“Bhè? E qual è il problema?” Piuttosto, ci sono state novità durante la nostra assenza?” domandò.

Sorridemmo tutti.

“Ha ripreso conoscenza…”

Choji rimase a bocca aperta e Lee rimase paralizzato.

“Come hai detto…scusa ripeti!”

“Naruto, ha aperto gli occhi…” ripeté Ino con dolcezza.

Gli occhi di Lee letteralmente si infiammarono.

“Sapevo che la forza della gioventù è la più potente di tutte! E Naruto ne ha da vendere!”

“E’ una notizia fantastica!” disse Choji riprendendo a mangiare con più appetito.”Possiamo vederlo?”

2Guarda stavamo giusto aspettando ch-“

Con un tempismo perfetto, la porta si spalancò e il medico uscì venendoci incontro. In un attimo gli fummo tutti vicini. Parlò prima che potessimo domandargli qualsiasi cosa.

“Tranquilli ragazzi, le condizioni sono nella norma. L’infezione alle ferite si sta riducendo e questo è un bene. Da domani possiamo anche iniziare le cure con le arti mediche per chiuderle come si deve.”

Un altro sospiro di sollievo. Lui continuò:

“Anche se comunque, temo che per quella ferita sull’addome…gli resterà una brutta cicatrice…”

Quello lo temevo anche io, purtroppo.

“Non si può proprio fare nulla per evitarlo?”

“Possiamo cercare di renderla poco evidente…ma non sparirà del tutto…”

Mi vennero i brividi solo al pensiero che Naruto si sarebbe dovuto portare dietro il ricordo di questa brutta storia per il resto della sua vita…ma era ancora vivo…questo era decisamente più importante.

“Senta…avevamo già chiesto ma…chiediamo a lei se possiamo avere il permesso di entrare a salutarlo…anche solo un paio di minuti, per favore!” chiese Ino.

Il medico abbassò lo sguardo…sospirò. Decisamente nessun buon segno.

“Mi dispiace…ma non posso farvi entrare…”

“Ascolti ,se è per quello che è successo stamattina non si preoccupi, non alzeremo di nuovo la voce…” cercò di giustificarci Shino.

“No, non è per quello…”

“La prego! E’ importante per noi, abbiamo tanta voglia di vederlo!” aggiunse Tenten.

“Non capite…non dipende da una mia scelta…” disse lui affranto.

Io non stavo capendo…se non dipendeva da lui…

“Non potete…perché lui mi ha chiesto esplicitamente di non fare entrare nessuno.”


 
“Aspetti, mi dica se ho capito bene…lui…non vuole vederci?” domandò stupito Choji.

Lui annuì cupo:

“Esatto…”

“Ma le ha spiegato i motivi di questa decisione?” chiese Shino.

“Era troppo debole…sinceramente poi non mi è sembrato il caso di domandarglielo, lo avrei turbato e basta..”

“Ma siamo i suoi amici! Perché non dovrebbe volerci vedere?” domandò Tenten.

“Probabilmente o in questo momento vuole evitare i contatti perché non se la sente per la stanchezza…oppure proprio perché siamo i suoi amici che non vuole farsi vedere in quello stato…anche perché saprà…che noi sappiamo tutto l’accaduto.” constatò Shino.

Era una cosa inconcepibile…Perché Naruto ci stava facendo questo? Ero certa che sapesse quanto eravamo preoccupati per lui. Cos’era questa storia che non voleva che entrassimo?

“E’ probabile…insomma si trova in una situazione delicata. Ritengo che la cosa migliore che possiamo fare sia di rispettare la sua volontà e lasciarlo tranquillo. Almeno finché resta in condizioni serie è meglio evitare di creargli problemi.” spiegò il medico.

“Sicuramente è meglio così…Sarà il caso andare da lui anche quando sarà un po’ più in forze..” parlò finalmente anche il maestro Kakashi. “Conoscendo il suo temperamento, lo agiteremmo e basta.”

“Credetemi…in altre circostanze vi avrei fatto entrare senza problemi…ma ci troviamo in un momento fin troppo particolare.”

Un pensiero mi attanagliò la mente. E…se fosse stata colpa mia? Della nostra discussione? Se fossi stata io, con i miei pensieri a turbarlo al punto di farlo chiudere in quel modo anche nei confronti di tutti? Non avrei potuto sopportarlo…

“Mi ascolti…lei deve farmi entrare qualche minuto da lui.” dissi decisa.

“Mi spiace ma, come ti ho già spiegato, non è possibile.”

“Probabilmente è colpa mia se è successo questo…lui è arrabbiato con me…”

“Sakura, non dire sciocchezze!” intervenne Ino ma io non l’ascoltai.

“E adesso se ne vuole stare da solo…Deve farmi entrare in modo che io possa scusarmi con lui. La supplico!”

“Davvero…non posso…lo farai un’altra volta.”

“Non posso aspettare! Più passa il tempo più sicuramente questo lo farà stare male! Non posso attendere che stia meglio o che si sveglio di nuovo…Devo parlargli ora!”

Lui mi guardò perplesso. Scambiò uno sguardo con l’infermiera, che annuì. Sospirò.

“Eh va bene…ma solo per 5 minuti…non un secondo di più.”

Sorrisi piena di gratitudine. Mi vene in mente di essere stata egoista per la seconda volta.

“Ragazzi..scusatemi..ma devo chiarirmi con lui.”

“Lo capiamo…vedi di risolvere così magari ci fa entrare per salutarlo!” disse Lee alzando il pollice.

Gli altri mi fecero un segno di assenso. Anche il maestro.

“Vieni con me…” mi intimò il medico.

Lui aprì la porta ed io lo seguì al suo interno. Naruto era esattamente nella stessa posizione di come lo avevo visto l’ultima volta in mattinata, al punto che mi domandai se fosse davvero sveglio…aveva gli occhi chiusi. Diedi una rapida occhiata al monitor che mostrava i suoi valori vitali. Il battito un po’ più rapido del normale…si era cosciente.

Stavo per avvicinarmi a lui, ma il medico mi trattenne per il polso:

“Ascolta, noi due restiamo qui in ogni caso…cerca di non stancarlo e non dargli motivo di agitarsi, sono stato chiaro?”

Sembrò più che una minaccia che un consiglio. Feci cenno di avere capito e lui mi lasciò andare.

Mi fermai a guardarlo un attimo prima di avvicinarmi. Non avevo dimenticato il modo in cui mi aveva cacciata l’ultima volta. Probabilmente dato che non voleva ricevere visite lo avrebbe fatto ancora. Dovevo trovare il modo di approcciarmi e di parlargli in modo che mi ascoltasse, senza che si agitasse. Trassi un profondo respiro, presi una sedia e mi sedetti vicino a lui.

Per quanto da una parte mi vergognassi a farlo davanti a quei due medici che non smettevano di fissarmi, decisi cosa fare. Lentamente passai il dorso della mano sulla guancia di Naruto che trovai ancora molto calda…lui sussultò al contatto ma non aprì subito gli occhi. Lo fece solo quando lo chiamai per nome:

“Naruto? Naruto…? lo chiamavo piano, a bassissima voce. Era vicina a lui quanto bastava perché mi sentisse.

Aprì gli occhi. Li vidi lucidi e stanchi…le iridi azzurro cielo sembravano aver perso diverse tonalità…mi parvero più scure. Ripetei di nuovo il suo nome e il suo sguardo si posò su di me:

“Sa...ku..” cercò di dire…la sua voce era quasi impercettibile e si accompagnava alla conclusione di ogni respiro.

“Si, sono Sakura, Naruto! Non parlare, so che ti costa fatica!”

“C-co…sa…f-fai…qui…?” riuscì a dire lentamente, lasciandosi andare a un attacco di tosse.

“Cerca di stare tranquillo…sono venuta solo a dirti una cosa…”

“Va….via…”

“So che non vuoi vedere nessuno ora, ma c’è una cosa importante che devo dirti…”

“No-…non…mi…importa…Va…vattene…” insistette lui. I respiri diventavano affannosi…si stava stancando moltissimo. Dovevo fare presto.

“Mi dispiace Naruto…mi spiace tantissimo per ieri sera…per quello che ho pensato! Non volevo ferirti in alcun modo, quindi ti prego perdonami!”

Lui mi guardò…mi stava ascoltando.

“Credimi…ci sto malissimo, non volevo…Perdonami...e ti prego…non ci allontanare da te! Vogliamo starti vicino in questo momento difficile, vogliamo farti sapere che ci siamo e che non sei solo ! Siamo i tuoi amici…Io e te ne abbiamo passate tante insieme…siamo compagni di squadra no? Ora che sei tu ad avere bisogno di aiuto, perché è evidente che è così…permettimi di aiutarti…resterò qui con te e affronteremo questa situazione insieme…te lo prometto..”

Il suo sguardo si scurì di nuovo. Chiuse gli occhi e girò lentamente la testa dall’altra parte.

“Vattene…”

Perché? Non riuscivo a capire…perché?

“Perché ti comporti così Naruto? Qual è il problema?”

“Vattene…”

“Almeno una spiegazione me la devi…perché non vuoi ch…”

“Sakura…”

Il mio nome venne pronunciato come una supplica…Calde lacrime bagnavano i suoi occhi chiusi, gli scivolavano sulle guance, cadevano sul cuscino.

“Ti…prego…la-lasciami…solo…” stavolta lo disse con più foga, un misto di arrabbiatura e dolore. Fece appello a tutte le poche forze che gli erano rimaste…resprirava sempre più velocemente.

La sua era una preghiera…mi stava pregando di andarmene…stava piangendo…Mi si strinse il cuore in una morsa, mi faceva malissimo vederlo così…

“Naruto…io…” cercai di toccargli ancora il viso, ma girò la testa ancora di più cercando di sottrarsi al mio tocco.

“Ti…p-prego…” non smetteva di piangere…

Quelle lacrime erano per me incomprensibili…perché stava piangendo? Era stato per colpa di qualcosa che avevo detto? Per qualcosa che gli era passato per la testa che non riusciva più a tenere represso dentro si se? Immaginai come una tempesta dentro di lui…una tempesta confusa fatta di tanti sentimenti che lo stava distruggendo, che lo stava ferendo da dentro…che probabilmente gli attanagliava il cuore per farlo piangere in quel modo…Perché Naruto era un ragazzo sensibile più di quanto sembrasse…quello sfogo doveva avere una ragione seria per essersi mostrato…

Ero così assorta in quei pensieri da non essermi accorta che Naruto, davanti ai miei occhi, stava andando in iperventilazione. Me ne resi conto solo quando il medico mi fece tornare in mezzo, afferrandomi saldamente per le spalle e costringendomi ad alzarmi.

“Ti avevo chiesto espressamente di non farlo agitare!” disse con tono di biasimo ma senza alzare troppo la voce “Esci fuori immediatamente!”

Si sedette al mio posto e mentre gli poggiava una mano densa di chakra curativo sul petto, con l’altra delicatamente lo accarezzava sulla testa mente gli parlava:

“Naruto, ascoltami! Devi respirare con calma…è tutto apposto…è finita, calmati…” parlava piano con un tono rassicurante.

Lui sembrò sentirlo perché lentamente recuperò il controllo sui suoi respiri.

Il medico continuò a confortarlo accompagnando alle sue parole qualche carezza per calmarlo. In un attimo tra me e me pensai che quello era un vero medico…quello mosso dall’estremo desiderio di aiutare gli altri a stare meglio sia che si tratti del corpo che dello spirito. Con quei piccoli gesti, lo stava trattando quasi come fosse un bambino, fragile, bisognoso solo di qualcuno che lo conforti nel modo giusto.

Restai in silenzio ad osservare il suo operato, forse fu per questo motivo che l’infermiera non mi cacciò fuori di peso.

Per fortuna, Naruto alla fine si calmò del tutto…

“Sei stato bravissimo, Naruto…ora riposa…non ti disturbiamo più.”

Lui sospira come in segno di assenso. Anche l’uomo tirò un sospiro di sollievo, contento che finalmente quel ragazzo davanti a lui avesse recuperato un po’ di serenità. Interruppe il superfluo flusso di chakra e gli asciugò il sudore che gli aveva imperlato la fronte, lasciandogli lì poi un panno bagnato e fresco per dargli un po’ di sollievo. La situazione era tornata alla normalità.

Si alzò e mi fece cenno di seguirlo fuori. Chiese alla donna di restare accanto a Naruto.

Prima di uscire lo guardai un’ultima volta...Non volevo più che stesse male per colpa mia, non avrei più potuto sopportarlo. Lo avevo ferito ieri…e in qualche modo lo avevo fatto anche oggi, senza sapere come. Ma non mi importava più. Non avrei permesso che accadesse ancora…gli volevo bene ed tutto quello che potevo fare ora per il suo bene era assecondare quella supplica che lui prima mi aveva rivolto con quel pianto così sofferto.

“Tranquillo, Naruto…farò come mi hai chiesto…così non soffrirai più per colpa mia…”

Gli rivolsi quel pensiero….mentre lasciavo la sua stanza, con gli occhi avvolti da una velo di lacrime.
  
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