Anime & Manga > Escaflowne
Segui la storia  |       
Autore: Selhin    03/07/2008    7 recensioni
Mi dispiace per chi la segue, ma non riesco più a scrivere questa storia. Il mio stile è troppo cambiato, eppure non me la sento di cancellarla. Grazie per avermi seguito. Un seguito della serie tv...sono passati 3 anni dal ritorno di Hitomi sulla Terra...da allora è cresciuta, è cambiata...ma una nuova visione le farà capire che un nuovo nemico si prospetta all'orizzonte... e perciò farà ritorno su Gaea...
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cap 6- Attacco a sorpresa

Ciao ciao ciao a tutti!!!!! ^^ finalmente sono riuscita ad aggiornare…anche questa volta ad un’ora indecente ( ho la musa notturna XD ) Mi è stato parecchio difficile decidere cosa di preciso far accadere in questo cap, ci ho riflettuto molto…poi l’ho scritto tutto oggi, di getto…spero sia venuto fuori qualcosa di decente…^^’ e scusate se vi ho fatto aspettare x quasi 2 settimane…anzi sono proprio 2!!! O_o

Allora passo ai ringraziamenti dovuti!

nuvia : Grazie per i complimenti ^^ spero che questo capitolo ti soddisfi!!! Fammi sapere!!!

Jenny76: accidenti mi sono fregata da sola togliendo l’effetto sorpresa ^^’ che scema…oh sono davvero felice che ti piaccia Hiroshi come personaggio, siccome alla prima l’ho buttato li così non credevo potesse essere così completo come dici ^^ grazie davvero!!! Seguimi ancora eh ^^

Mione1986 : purtroppo ti ha tagliato la rec e quindi non so cosa dirti…non so nemmeno se quell’accipicchia fosse dovuto al mio cap o alla rec tagliata XD se anche questa volta dovesse darti dei problemi contattami pure ( se proprio vuoi farmi sapere com’è andato il cap intendo ) ^^ in ogni caso ti ringrazio molto!!!

giuliastarr : ah ah ah XD mi spiace averti lasciata con l’ansia, ma io sono il tipo che quando finisce il capitolo deve inserire qlcs che crei un moto di curiosità e voglia di sapere…o almeno ci provo ^^’…grazie per i complimenti e spero tanto che ti piaccia anche questo cap!!!

Grazie ragazze, anche se magari non ci crederete, il vostro sostegno è vitale per me!!!

Un bacio a tutti!!!!!

Fatemi sapere capito??? ^^

Selhin

 

 

 

 

 

 

  Cap 6- Attacco a sorpresa

 

 

 

 

 

 

 

  - Mi spiace…ma io non conosco nessuna Hitomi.-

Nella stanza calò un silenzio pesante. Van la guardava con curiosità ma anche con sospetto, proprio come la prima volta che s’erano incontrati, proprio come se non la conoscesse affatto. Ed Hitomi non aveva quasi la forza di parlare.

Sbatté veloce gli occhi e scosse la testa, incredula - Stai…stai scherzando? Ho capito, mi stai prendendo in giro…bravo, per un momento ci sono cascata…- ma quelle parole risultavano false anche a lei. Non ci credeva veramente, dentro di sé sapeva che Van non si ricordava davvero chi lei fosse. Ma com’era potuto accadere?

Lui scosse la testa e ancora una volta la osservò con diffidenza - No, davvero…io non ti ho mai vista prima…si può sapere che sta succedendo?- disse alla fine alzando la voce, preoccupato.

Ma Hitomi, inaspettatamente, si alzò dallo sgabello che aveva avvicinato al letto del ragazzo, e voltandosi, si diresse alla grande porta.

Fece per aprirla quando la voce di lui alle sue spalle la fermò - Già che esci, ti spiacerebbe mandarmi Merle? Per favore…- lei si voltò di scatto a guardarlo con stupore.

  - Di…di Merle ti ricordi?- lui sembrò confuso.

  - Certo…non dovrei?- disse annuendo. Hitomi non riusciva davvero a crederci. Su serio non si ricordava di lei?

  - Vado subito a chiamartela…- mormorò mettendo una mano sulla maniglia della porta e prima che la richiudesse alle sue spalle sentì ancora la voce di lui dire - Grazie…sei davvero molto gentile.-

 

 

  Dopo svariate ricerche, finalmente la trovò.

Se ne stava da sola, rannicchiata su se stessa, sotto un grande albero nel giardino del palazzo. Le ginocchia strette al petto, la testa affondata nelle braccia con quella cascata di capelli chiari. Le si avvicinò piano, come se temesse di spaventarla. Poi, s’accorse che tremava. Singhiozzava silenziosamente. Le si inginocchiò di fronte, guardandola, incapace di dirle una sola parola intelligente. Una frase dal senso logico. La chiamò solamente per nome, in un sussurro.

  - Hitomi…-

Lei alzò la testa a guardarlo sorpresa, confusa, spaventata. Gli occhi rossi e lucidi, le guance rigate di lacrime, i capelli scomposti. Sapeva che non doveva pensarci, ma lui non poté fare a meno di notare come, anche in quella situazione, potesse apparire bella. Devo smetterla di pensare a lei.

Trovò il coraggio di parlarle ancora, dopo svariati istanti di silenzio.

  - Cosa è successo? - lei aveva lo sguardo spento, assente. Lo stesso di quando, un’ora prima, era comparsa nella sala dove lui e Merle stavano litigando per l’ennesima volta.

 

 

Sentirono bussare alla porta, interrompendo così la loro accesa discussione su un argomento alquanto banale. Lei voleva uscire al sole, lui invece voleva stare al fresco nel palazzo. Potevano restare ognuno per i fatti propri, ma la gatta non voleva restare sola, per non annoiarsi diceva.

- Bè, allora cercati qualcun altro…io non ci tengo a farti da schiavetto…- le aveva detto Hiroshi.

- Oh, ma lo sai che sei proprio antipatico? Cosa ti costa fare due passi?- rispose la gatta stizzita.

- Mi costa eccome…ho una gamba bloccata, lo capisci che non posso camminare?-

- Certo, bella scusa…-

Lui la guardò stupito - Ma che scusa…è la verità! -

Merle non poteva crederci. Ma come faceva a non capire? - Uffa…sei proprio noioso! -

- E tu una rompipalle! -

Si guardarono in silenzio, con astio. Poi finalmente sentirono bussare e la loro discussione finì li.

La porta si aprì, piano. Molto piano. E dietro di essa comparve la figura di Hitomi. I due la guardarono sorpresi e confusi. Hiroshi non aveva mai visto l’amica con un’espressione tanto sconvolta, ancora di più di quando erano convinti che Van non si sarebbe mai svegliato.

Se ne stava immobile, lo sguardo basso, la testa china,  gli occhi spenti, persi nel vuoto.

Prima che potessero parlare lei li anticipò.

- Van…Van si è svegliato…- a questa rivelazione Merle si alzò in piedi in preda all’euforia, ma il ragazzo continuava a guardare l’amica. C’era qualcosa di strano.

- E mi ha chiesto di te Merle…vai da lui…- la ragazza aveva continuato con un tono di voce talmente lieve che la gatta quasi non la sentì. Poi il suo entusiasmo si placò, non appena comprese le parole e il tono di voce dell’amica. La guardò stralunata per quel piccolo istante, prima che l’altra potesse voltarsi, e scappare via, velocissima.

 

 

  - Hitomi…perché sei scappata così?- le chiese ancora il ragazzo, guardandola e con un’estrema dolcezza nella voce. Ma la ragazza continuava a guardarlo senza in realtà vederlo veramente. Poi, finalmente, riuscì a ritrovare la parola.

  - Van…lui…-

  - Cosa? - la esortò l’amico - Hitomi…se non me lo dici, come posso aiutarti? -

Gli occhi verdi della ragazza si riempirono di lacrime, rendendoli ancora più lucidi e ancora più belli - Lui…ha detto che non si ricorda di me!!! - si lasciò andare a un pianto disperato, stringendosi al petto dell’amico. Lui era disorientato, non riusciva a capire.

Sospirò e la strinse piano, accarezzandole i capelli castani con dolcezza. La lasciò piangere, sapendo essere la cosa migliore e restò in silenzio mentre la ragazza si sfogava di tutto con lui, finalmente.

 

 

  Quando finalmente Hitomi si calmò raccontò con calma quello che era successo, lasciando un sempre più allibito Hiroshi.

  - Ma com’è possibile? - chiese quasi più a se stesso che all’amica. Lei scosse la testa, abbattuta - Non ne ho idea…-

  - Forse…- attaccò il ragazzo con sguardo pensoso -…tutto ciò è collegabile a quella pianta. Nel veleno c’era qualcosa che oltre ad averlo quasi ridotto in fin di vita, gli ha fatto perdere anche la memoria.-

Hitomi restò un istante a riflettere - Potrebbe essere…però di Merle si ricordava eccome.-

Il ragazzo si portò una mano sul mento - Magari ha perso solo qualche anno di ricordi…-

  - No, io non credo...- lo interruppe una voce alle loro spalle.

Si voltarono e videro la gatta venire verso di loro, lentamente. Gli si sedette vicino, sospirò e restò ancora per qualche istante in silenzio. Dopodiché alzò lo sguardo sulla ragazza.

  - Ho parlato un po’ con il signorino Van.- lasciò la frase in sospeso ancora, interrompendosi, come per cercare le parole - E…lui, non ha effettivamente perso la memoria…-

  - Cosa vuoi dire, Merle? - le chiese Hiroshi.

  - Che in realtà, il signorino Van, si ricorda tutto…- tornò a guardare l’amica, che se ne stava immobile e in silenzio - Della guerra contro l’impero di Zaibach, dell’Escaflowne, della morte di suo fratello Folken…ogni cosa…- fece un’altra pausa.

  - E allora perché ha detto di non ricordarsi di Hitomi? - chiese ancora il ragazzo, visibilmente sconcertato. La gatta lo guardò un attimo, sospirando ancora.

  - Perché…l’unica cosa che sembra aver rimosso…è proprio Hitomi.-

Tra i tre calò un silenzio carico di tensione, confusione, sconcerto.

  - Ma com’è possibile? Cioè si ricorda di tutto, tranne che di lei? Della ragazza che ama?- Hiroshi era incredulo. Anche se di quel ragazzo gliene importava poco, non valeva per l’amica. A lei teneva enormemente e sapeva che questo l’aveva già distrutta. La guardò, e notò i suoi occhi. Ora d’un verde spento, come se fosse immune a tutto.

  - Non ne ho idea di come sia possibile! - gli rispose Merle secca - So solo che si ricorda tutto, tranne che di lei…sa di aver combattuto, ma non sa che c’era anche Hitomi. Quando gli ho detto che viene dalla Luna dell’Illusione per poco non si metteva a ridere. Non mi ha creduto. E poi gli ho fatto capire che era la verità, ma mi ha confermato di non averla mai vista prima! - rigettò queste parole velocemente, senza prendere fiato, con un tono arrabbiato.

Sembrava sull’orlo delle lacrime.

Hitomi invece se ne restò in silenzio, come tramortita. Le parole dei due amici erano lontane, le sentiva ovattate, confuse. Si portò le mani alle orecchie, come per smettere di ascoltare.

Non le importava del perché.

Le importava solo che il ragazzo che amava non aveva la più pallida idea di chi lei fosse.

Poi, il buio.

 

 

  Aprì piano gli occhi, le palpebre pesanti.

Una luce le ferì violentemente gli occhi, e un dolore lancinante le attraversò la testa, nascendo dalle tempie. Intravide una figura sopra di lei, un volto familiare. Ma era tutto sfocato.

  - V…Van?- azzardò lievemente, e si meravigliò della sua voce roca.

La figura scosse la testa e le rispose in un sussurro - No, sono Hiroshi.-

Lei finalmente, focalizzò l’immagine.

Il ragazzo aveva lo sguardo strano. Erano occhi preoccupati i suoi. Ma lei non ricordava nulla di quello che era successo. E se ci provava il dolore aumentava.

  - Cosa…- iniziò per poi fermarsi. Era troppo stanca per parlare. Troppo.

Sentì le dita del ragazzo toglierle il panno umido dalla fronte e prima che potesse cadere nuovamente in un sonno privo di sogni avvertì la sua voce, lontana - Adesso dormi, ne parliamo più tardi.-

Non seppe per quanto restò priva di sensi.

Tutto fu un susseguirsi confuso.

Si svegliò un istante, avvertendo le voci di una ragazza giovane e di una più grande.

Poi cadde ancora nel buio.

E ancora si svegliò, avvertendo solo un battere continuo ed ipnotico all’esterno della stanza. Sembrava pioggia.

Di nuovo buio.

  Poi finalmente, riuscì ad aprire gli occhi e a prendere coscienza. Avvertiva il profumo di pulito delle lenzuola appena cambiate. Ma aveva caldo. Si scoprì, tirandosi su a sedere.

La stanza era vuota. Dalla finestra filtrava un po’ di luce, doveva essere mattino presto.

Provò ad alzarsi ma le mancarono le forze e si lasciò ricadere sul letto, sospirando rumorosamente.

Ma cosa è successo? Mi sembra di aver vissuto un milione di incubi.

E adesso che ci ripensava, nei momenti in cui doveva essere priva di conoscenza c’era stato qualche sogno, confuso, strano. Ricordava la figura del fuoco, disperazione, morte anche.

Possibile che facesse sempre lo stesso tipo di sogni?

I suoi pensieri vennero interrotti dal rumore secco della porta. Si era aperta ed era comparso Hiroshi. La guardò un istante stralunato - Sei sveglia per davvero questa volta? - le chiese incerto.

Lei non riuscì a trattenere un sorriso - Si, sono sveglia.- anche lui sorrise e si diresse da lei, sedendosi accanto al letto.

  - Come ti senti?- le chiese con dolcezza.

Lei ci pensò un attimo - Un po’ stordita, tanto confusa, ma bene in sostanza…che è successo? - e si tirò nuovamente su a sedere.

  - Sei svenuta…ed hai delirato…secondo Millerna per via dello shock.-

Lei lo guardò negli occhi cangianti - Per quanto sono rimasta in questo stato? -

  - Tre giorni.-

Dunque erano già passati tre giorni. Abbassò gli occhi, soprapensiero.

  - Hitomi…- attaccò il ragazzo -…in questi giorni hai delirato, parecchio. Dicevi delle cose orribili e senza senso…-

La ragazzo lo guardò incuriosita - Tipo? -

Hiroshi attese un attimo - Tipo, continuavi a dire che tutto bruciava…e poi c’era una frase che ripetevi sempre…-

  - Che frase?- lo esortò.

Il ragazzo la guardò ancora, indeciso - Il potere dei desideri di morte vaga nel sottosuolo. L’arma arriverà dal cielo.- silenzio.

Poi iniziò a ridere istericamente - Abbastanza inquietante per noi che ti accudivamo…-

Ma Hitomi non rideva. Era una frase assurda, non sembrava avere molto senso. Quali desideri di morte? Quale arma?

Eppure la terrorizzava. Lei non vedeva e diceva mai nulla per puro caso, specie nei sogni.

Significava qualcosa, che forse trovava collegamento nella sua visione.

Doveva scoprirlo, e in fretta.

 

 

  Dopo poche ore riuscì a convincere l’amico che stava bene e che poteva tranquillamente uscire all’aria aperta, e che la luce del sole non potesse farle altro che bene.

Così adesso erano in giardino che passeggiavano lentamente, lui per il ginocchio, lei perché si sentiva ancora debole.

Poi avvertirono delle voci divertite poco più avanti a loro. Avanzarono lentamente. Poi Hitomi si pietrificò nell’osservare la scena.

Davanti a lei c’erano Merle e Van, che parlavano allegramente, quasi giocando come avevano sempre fatto. Lei sorrideva felice e gli si appiccicava, e lui le sorrideva dolcemente come se fosse la sorella che non aveva mai avuto, accarezzandole i capelli rosa pallido.

Ed improvvisamente Hitomi si rese conto che in quella scena adesso non poteva più entrare. Che avrebbe rotto tutto perché lui non sapeva chi fosse. Una piccola speranza s’insinuò in lei, che forse in quei giorni a lui fosse tornata la memoria, ma aveva troppo timore per avvicinarsi.

E fu Merle a voltarsi e a vederli.

  - Hitomi! Hiroshi! - li chiamò salutandoli con la mano. Il ragazzo ricambiò il saluto con un sorriso mentre la ragazza abbassava lo sguardo intimidita. Con quasi una vena di orrore vide che la gatta e Van si stavano avvicinando a loro. Poi notò gli sguardi incuriositi che il re gli lanciava e lei capì. Lui ancora non si ricordava di lei.

  - Finalmente ti sei svegliata…- stava dicendo Merle con la sua allegria -…come ti senti?- ma la ragazza era persa negli occhi scuri del giovane re. C’era qualcosa di diverso in quegli occhi. Non la riconoscevano, non la guardavano con dolcezza. Non le davano l’impressione che esistesse solo lei, che solo lei fosse importante, come avevano sempre fatto nei suoi riguardi. Quando per lui non esisteva che lei, e lei stupida e cieca non se ne rendeva conto.

No, adesso quegli occhi erano diversi. Forse era interessato a lei, incuriosito da una ragazza venuta dalla Luna dell’Illusione, ma nulla di più. Come guardava lei, allo stesso modo guardava Hiroshi. Era solo curioso, di lei non si curava più. Non la conosceva più.

Quando questo pensiero prese sostanza dentro di lei, i suoi occhi s’inumidirono. Adesso non riusciva più a trattenersi dal piangere. Si portò una mano sulla bocca, e sotto gli sguardi increduli e stupiti di Merle, Hiroshi e lo stesso Van, iniziò a singhiozzare violentemente, per poi scappare via, non reggendo più quello sguardo che il re le mandava.

Uno sguardo senza amore.

Si rinchiuse nella sua camera, sepolta sotto le coperte e pianse.

Pianse molto, troppo. Continuava a piangere, sperando che le lacrime si esaurissero prima o poi, ma quel momento sembrava non arrivare mai. Poi alla fine, stanca si addormentò, abbracciata ad un cuscino umido e cullata dal dolce ricordo dello sguardo di lui, quando si erano detti addio.

 

 

  Toc, toc. Toc, toc.

Un rumore sordo la svegliò. Strizzò gli occhi ma li lasciò chiusi.

Non voleva svegliarsi!

  Toc, toc. Toc, toc.

Ma perché non la lasciavano in pace?

Lei voleva solo starsene da sola, a pensare, a piangere ancora un po’.

  Toc, toc. Toc, toc.

Sospirò e senza aprire gli occhi, né uscire dalle coperte chiese seccata.

  - Chi diavolo è? -

Un breve silenzio poi la risposta - Sono Hiroshi, posso entrare? -

  - No. Vattene! Voglio star sola! -

Un altro silenzio. Forse se n’era andato, rinunciando.

  - Ti ho solo portato qualcosa da mangiare…è ora di cena, ed ho immaginato avessi fame.- il suo tono era dolce e questo le fece ancora più male.

  - Non ho fame.- sentenziò - E adesso vattene via.-

Ma la porta si aprì lo stesso. Hiroshi entrò con un vassoio, richiudendosela alle spalle.

Camminò piano verso il tavolo accanto alla finestra e vi poggiò sopra il vassoio.

  - So che non hai fame adesso…- disse -…ma potrebbe venirti fra un’ora. Ti lascio tutto qui, vedi di mangiare qualcosa.-

Poi fece per andarsene, fermandosi davanti alla porta in legno scuro. Sospirò rumorosamente, ma Hitomi non accennò ad uscire dalle coperte.

  - So che vorresti startene per sempre qua dentro. Ma non servirà a nulla vedrai. Forse può farti bene piangere un po’…- una piccola pausa per riprendere fiato -…ma non sarà di certo utile a cambiare le cose. Non riuscirai standotene chiusa qui dentro a piangere, a far tornare la memoria a Van. Devi affrontarlo, e darti da fare.- dopodiché uscì dalla stanza silenziosamente.

Senza sapere che la ragazza stava di nuovo piangendo.

Sapeva che l’amico aveva ragione, ma adesso non trovava proprio la forza di uscire da quella stanza sicura, lontana dai problemi.

Lontana dalla sofferenza.

Poi lo avvertì.

Qualcosa di strano dentro di lei.

Avvertiva qualcosa, ma non sapeva spiegarsi cosa.

Si faceva sempre più forte.

Poi una visione fugace di Fanelia vista dall’alto.

Qualcosa si stava avvicinando.

Erano in grave pericolo.

Si alzò, si asciugò le lacrime sciacquandosi il viso con l’acqua fredda, ed uscì veloce dalla stanza. Doveva avvertirlo, anche se lui non si ricordava di lei.

Nel corridoio incontrò Millerna.

  - Hitomi! - la chiamò - Cosa succede? Perché quell’aria preoccupata? -

La ragazza prese per il braccio la regina e le sussurrò piano - Sta arrivando qualcosa Millerna…dobbiamo scappare. Avverti Allen, fate evacuare la città!-

  - Cosa?- la regina era confusa. Ma Hitomi non le lasciò altre spiegazioni.

Se ne andò veloce, alla ricerca del re.

La sensazione era sempre più forte, doveva far presto. Istintivamente strinse il ciondolo della nonna, sperando che potesse aiutarla.

Arrivata davanti all’enorme posta di legno, si fermò. Ma non c’era tempo per la paura di affrontare il ragazzo.

La spalancò e trovò Van affacciato alla finestra, lo sguardo perso nel cielo, concentrato. Si voltò a guardarla e restarono per qualche istante immobili.

  - Si?- le chiese lui con tono formale.

Hitomi respirò con calma - Van, presto. Devi far evacuare la città. Qualcosa sta arrivando, e non ha intenzioni amichevoli! -

Ma mentre lui stava per ribattere confuso, si sentì un fragore quasi terrificante. Una luce intensa si sparse per la cittadina e la terra iniziò a tremare.

Troppo tardi pensò la ragazza mentre guardava fuori dall’ampia finestra della stanza.

 

 

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Escaflowne / Vai alla pagina dell'autore: Selhin