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Autore: f9v5    21/03/2014    4 recensioni
[Cross-over; Sonic Adventure 2/Powerpuff girls Doujinshi] [Nomi originali dei personaggi]
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In seguito al fallimentare tentativo di controllare Chaos, il Dr. Eggman escogita un nuovo piano per realizzare i suoi desideri di conquista del mondo, contando anche su un aiuto giunto dal passato.
Sarà compito di Sonic the Hedgehog e Blossom Utonium, insieme ai loro amici, riuscire a fermarlo, sempre che Sonic non stia dalla parte sbagliata della barricata.
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mobius' War'
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-ESCI SUBITO DAL MIO LABORATORIO!-
-NON TOCCARE LE MIE INVENZIONI!-
-SMETTILA DI DARMI FASTIDIO MENTRE PROGETTO!-
Incredibile, aveva detestato quei momenti, eppure, in quel frangente, gli sembravano i ricordi più belli di tutta la sua vita.
Era come aveva detto Blossom -Le persone di cui diamo per scontata la presenza, poi sono quelle che più ci mancano.- ma avrebbe preferito non verificarlo mai.
Mentre si dirigeva verso la sua meta, il ragazzo pensò a tutti i momenti che aveva passato insieme a lei.
E’ vero, apparentemente la sua presenza non faceva che irritarlo, più volte aveva sperato che lei smettesse di importunarlo e si togliesse di mezzo, ma non si sarebbe mai immaginato che tutto ciò si sarebbe verificato nel modo peggiore.
-Promettimelo Dexter, se io dovessi morire, non usare mai la tua grande conoscenza per riportarmi in vita.-
Non sapeva dire cosa fosse più assurdo, che fosse riuscita a convincerlo a promettere una cosa che lui giudicava tanto “remota”, o il fatto che quella prospettiva che lui riteneva estremamente lontana si fosse avverata davvero.
Secondo le sue, inizialmente, pessimistiche previsioni, avrebbe dovuto sorbirsi la sua presenza fino all’età della vecchiaia, con lei che, malgrado i capelli bianchi e le membra provate dal corso del tempo, sarebbe stata l’eterna costante della sua vita, sempre a ficcare il naso nei suoi affari.
Chissà, forse avrebbe continuato a tormentarlo anche dopo la morte; se l’immaginava, in effetti, il suo spirito che continuava a pedinare il suo perfino nel Regno dei Cieli, ma per scoprirlo avrebbe dovuto aspettare ancora.
Finalmente giunse dove voleva arrivare.
Osservò ogni singolo dettaglio di quella lapide, memorizzandone all’istante ogni minimo dettaglio, come a volersela stampare bene in testa senza il rischio di dimenticarla.
Di certo non avrebbe mai dimenticato quel nome: DeeDee.
Se ripensava ai momenti in cui avrebbe voluto che sua sorella sparisse si sentiva un verme, responsabile unico di quella tragedia, avvenuta invece per colpa della sua stupida rivalità con Mandark.
Ironia della sorte, anche il suo acerrimo nemico non c’era più.
Destino beffardo: Mandark aveva sempre giurato che avrebbe distrutto il suo laboratorio, l’unica cosa che aveva distrutto era stata la vita di entrambi.
La morte di DeeDee aveva, probabilmente, avuto più effetto su di lui che sullo stesso Dexter, la psiche di Mandark ne era uscita a pezzi e da lì era partito tutto il viavai che aveva fatto sì che anche lui trovasse la morte, nel suo laboratorio, esploso per sua stessa volontà.
Se aveva sentito dentro di sè il desiderio di riportare in vita la sorella?! Fin dentro le viscere e ci aveva seriamente provato.
Fu in seguito che la voce della sorella, a meno che non fosse stato un frutto della sua immaginazione, gli fece capire che stava commettendo un errore gravissimo: chi era lui per sentirsi in diritto di giocare con questioni più “alte” come la vita e la morte? Poteva essere intelligente quanto voleva, ma non era nessuno per farlo.
Potè però promettersi di fare in modo che non sarebbe mai più accaduto, nessun’altra persona a lui cara sarebbe morta per colpa sua.
Per questo motivo si sentì il cuore in gola quando rischiò seriamente di perdere anche lei.
-Dexter…- parli del diavolo.
Si voltò lentamente, quasi come se si vergognasse di guardarla in faccia.
-Blossom.-
Come faceva a sapere che era lì?
Non ebbe neanche la forza di chiederlo, si limitò a rigirarsi verso la lapide della sorella e a guardare con sguardo spento.
-Non devi sentirti in colpa, lei non ti vorrebbe vedere così.- cercò di consolarlo la ragazzina, ma l’umore del ragazzo-genio in quel momento, più che vicino allo zero, sembravo un numero altissimo con un meno davanti.
-Ho detto a Mandark che era tutta colpa sua, eppure comincio a dubitarne. Avrei dovuto lasciare che distruggesse il mio laboratorio la prima volta, tutto questo forse non sarebbe accaduto.-
Blossom si sentì leggermente crudele per averlo pensato, ma se tutto quello che aveva visto del passato di Dexter non fosse successo, probabilmente non l’avrebbe mai conosciuto.
Era egoista da parte sua pensarlo? Le cose erano, purtroppo, andate in quel modo, Dexter non doveva dimenticare, ma doveva superare il passato e se lei poteva stargli accanto e aiutarlo, non c’era niente di egoistico nel vedere le cose da quel punto di vista.
-Non facevo che dirle di sparire, di non starmi in mezzo ai piedi e robe simili, non ho mai potuto chiederle scusa e dirle che le volevo bene. Vorrei tanto che fosse qui per starmi vicino, mi saprebbe tirare su il morale, a modo suo.- non c’era niente nella sua voce a parte il risentimento.
Talmente assorto nei suoi dubbi, da non accorgersi che Blossom gli si era avvicinata e lo stava abbracciando da dietro.
Non aveva la forza per respingerla (in tutti i sensi) e, soprattutto, non voleva.
Il sentirla vicino era uno dei motivi principali per cui ancora andava avanti.
Non riusciva ancora a trovare una spiegazione sul quando e sul come in lui fosse nato quel sentimento che provava nei confronti della supereroina, ma era diventato per lui qualcosa di troppo importante per essere ignorato.
Quando si voltò i due si scambiarono uno sguardo intenso lei poi gli rivolse un sorriso sincero.
-Ascolta, forse fisicamente non c’è più, ma tua sorella ti sarà sempre vicina, nel profondo del tuo cuore, continuerà a vegliare su di te e a volerti bene. Si, ammetto che suona un po’ di “frase fatta” da commedia simil-romantica, ma non sapevo in quale altro modo dirtelo.- concluse, grattandosi imbarazzata una guancia.
Riuscì però nell’intento di far star meglio l’amico (avrebbe tanto voluto che fossero qualcosa di più), e non potè evitarsi di arrossire quando fu lui a rivolgerle un sorriso riconoscente.
-Grazie. Ora però potresti togliermi un dubbio? Io non ti ho mai parlato della morte di mia sorella, com’è che ne sei venuta a conoscenza?-
-Ehm…diciamo che… Otto mi ha fatto fare un viaggio nel tempo e mi ha mostrato il tuo passato.- rispose lei imbarazzata.
-Oh… davvero?!- il modo in cui Dexter lo disse, unito alla luce bianca che andò ad illuminare le lenti dei suoi occhiali, portò Blossom a pensare che aveva appena condannato l’amico a subire atroci torture.
-Domani io e Otto faremo una.. “bella chiacchierata”.-
 
 
 
-Hai detto che si è manifestato un Chaos Emerald? Dopo soli due giorni?!- esclamò sorpreso Knuckles.
Solitamente le sette gemme non ritornavano a manifestare il proprio potere così presto dopo l’ultimo ricongiungimento seguito dalla seguente dispersione.
-Beh, il radar dice così. Secondo la mappa, è in una città non molto lontana, Megaville. La distanza è di circa venti minuti/mezz’ora, col Tornado, se usassi il Tornado X come minimo la dimezzerei.- annunciò sicuro Tails, convinto che non ci avrebbero messo molto a montare a bordo di uno dei suoi congegni volanti e partire al recupero.
-Non vedo alcun motivo per farlo.- agli occhi del volpino e dell’echidna giunse noncurante la voce di Sonic, cosa che li sorprese non poco.
-Che vorresti dire con “Non vedo alcun motivo per farlo”?- chiese stizzito Knuckles, sbattendo un piede sul pavimento del tetto in cui si erano riuniti.
Il riccio blu si limitò ad un’alzata di spalle.
-Quello che ho detto. E poi c’è più bisogno di noi qui che altrove.- assurdo, in quel momento Sonic stava mischiando eroismo e menefreghismo, come faceva a fare così la sapeva solo lui.
-Ma Eggman potrebbe avere già organizzato qualcuno dei suoi piani?- cercò di metterlo in guardia il suo migliore amico.
-Reputo difficilissimo anche questo, Testa d’uovo ne è uscito con le ossa rotte dalla faccenda di Chaos, credo che per un po’ non farà sentir parlare di se.- sembrava quasi esserci un briciolo di ragionamento sotto quel discorso.
Sonic non abbandonò neanche un istante il suo sorriso sicuro.
-Vi dico che non c’è motivo di preoccuparsi ragazzi, la priorità ora è dare una mano qui, poi ci penseremo al Chaos Emerald.-
Malgrado questo, gli altri due erano ancora scettici.
-Anzi, facciamo così: Tails, ci andrai tu da solo a prenderlo!- decise poi il blu di sana pianta.
-Perché?-
-Uno: hai detto che col Tornado X ci metteresti al massimo dieci minuti, troppo tempo per i miei standard, a quel punto me la farei a piedi la strada. Due: sarà il modo migliore per farvi capire che il vostro allarmismo è esagerato. Terzo: Knuckles mi serve qui.- motivi convincenti, in un certo senso.
-Beh, se la metti così… d’accordo, vado a prendere il Tornado X e parto, speriamo solo che sia come dici tu.-
Dopo che il volpino li ebbe lasciati da soli, Knuckles riprese la parola.
-Allora, a cosa ti servo?-
Sonic gli fece un sorrisetto birbante.
-Ad un fico secco.-
-Come sarebbe a dire? Allora perché non mi hai lasciato andare con lui. Se avessimo ragione noi, se Eggman si fosse messo anche lui alla ricerca dei Chaos Emerald? Tails potrebbe cacciarsi in grossi guai, non lo lascerò andare da solo.-
Ma il blu gli sbarrò la strada, con un sorriso serio e fiducioso.
-Non hai motivo di preoccuparti. Era solo una… tattica.- fece il misterioso, ma quando il rosso alzò un sopracciglio gli diede le dovute spiegazioni.
-Knuckles, lo sto facendo per aiutare Tails. Lo sai che è sempre stato uno che si… butta giù per poco. Riuscire a recuperare il Chaos Emerald da solo lo aiuterà ad avere più fiducia in se stesso e nelle sue potenzialità. E anche nel caso in cui davvero Eggman si facesse vedere, Tails ha dimostrati di saperlo affrontare. Mi fido di lui, quindi lo lascio andare da solo.-
Quella fu la seconda volta che Sonic lo sorprese quel giorno, aveva stabilito un record probabilmente.
-Se la metti sotto questo punto, allora ti appoggio. Mi fido ciecamente di Tails, non ha mai deluso le nostre aspettative. Piuttosto, tu sei quello che mi sorprende, non ti facevo tipo da discorsi tanto seri.-
E il riccio blu tirò fuori il suo sorriso arrogante tipico di quando si vantava.
-Io sono serio, se voglio esserlo, ma sai che noia. Ora che ne dici di farci una mangiata di chili-dog? Vediamo chi ne tracanna di più.-
Ed ecco che, come al solito, i punti di stima che guadagnava li buttava all’aria poco dopo.
-Idiota.-
 
 
 
Doveva ammettere che non era stato tanto difficile quanto aveva immaginato all’inizio.
Infiltrarsi a Prison Island era stato meno complesso del previsto, era bastato mettere fuori servizio i sistemi di sicurezza e aggirare le guardie e il gioco era fatto.
Evidentemente quegli stupidi non erano lontanamente capaci di competere con la sua mente geniale, era senz’altro quello il motivo per cui li aveva fregati come allocchi.
Se le informazioni che aveva scoperto erano vere, se davvero quel progetto era stato conservato, allora doveva impadronirsene ad ogni costo, mai come in quel momento si sarebbe potuto trovare tra le mani un’arma talmente potente da permettergli di mettere il mondo in ginocchio.
E poi, se era vero che l’autore del progetto era davvero lui, un motivo in più per accaparrarselo.
Dopo aver girato i corridoi necessari ed evitato le guardie che vagavano confuse in seguito al numero incessante di guasti alla sicurezza che aveva causato, lui e i suoi assistenti raggiunsero la stanza in cui l’essere giaceva.
L’unica cosa che vi era in quella stanza era una capsula di stasi dal vetro appannato a tal punto da impedire di vedere cosa ci fosse dentro, un alimentatore a cui era collegata e un computer che, evidentemente, serviva per manovrare i macchinari.
Il dottore cominciò a manovrare con esso, una volta accesso tirò fuori una chiavetta che inserì nell’apposita apertura.
Decoe, Bocoe e Bokkun pensavano che fosse una pessima idea, ma non avevano il coraggio di esprimere la loro opinione, che tanto il loro creatore non avrebbe considerato.
-Meglio essere prudenti, una volta che avrò copiato tutte le informazioni di questo file, provvederò a cancellare l’originale, meglio evitare che anche qualcun altro possa scoprire la password e accedervi.- asserì quest’ultimo, iniziando l’operazione.
Ci sarebbero voluti alcuni minuti, ma non aveva motivo di preoccuparsi.
Un leggero *bip*, proveniente da una delle tasche della sua giacca, attirò la sua attenzione.
“Uhm, sembra che ci sia un Chaos Emerald che ha deciso di manifestarsi prima del previsto. Bene, invierò un segnale ad uno dei robot alla base, gli invierò le coordinate cosicché possa andarlo a prendere. Io ora non posso permettermi distrazioni.”
Pigiò il tasto di un telecomando nella sua tasca, il segnale sarebbe arrivato al robot nella sua base in pochi minuti.
L’importante, in quel momento, era accertarsi che il risveglio della creatura andasse liscio come l’olio.
 
 
 
Buttercup si stava seriamente chiedendo cosa diavolo ci facesse lei lì.
Non che la presenza del professor Jack le desse fastidio, anzi, provava una grande stima verso l’uomo che, oltre a salvarle la vita una volta, era anche un grande insegnante.
Solo che non riusciva a capire cosa c’entrasse la meditazione.
A lei nemmeno piaceva meditare, il suo unico interesse era menare le mani contro nemici forti (da quant’era che non si faceva vedere qualche robot impazzito o simile per una bella scazzottata).
Quindi, perché aveva accettato di prendere parte ad una lezione pomeridiana sulla meditazione?
A detta di Suzie e Tootie, li accanto a lei, era stata spinta dalla sua cotta per l’insegnante, cosa che lei prontamente aveva smentito.
-Ricordate ragazzi, un guerriero deve saper mantenere un perfetto equilibro tra corpo e anima.- spiegò con calma l’uomo dai tratti orientali ai suoi quattro alunni (c’era anche Otto), assumendo una posizione a gambe incrociate e con le mani posizionate in una maniera che a Buttercup sembrava indecifrabile.
Che diamine, cosa avrebbe dato per una bella lotta in quel momento?
Si sforzò di mantenere la concentrazione, ma era una cosa troppo noiosa per lei, dopo pochi istanti le scappò un singhiozzo poco elegante che non si sforzò minimamente di trattenere.
“Cavoli, in questo momento persino il giocare con quello stupido cane mi sembrerebbe divertente.”
Non l’avrebbe mai detto, ma in quel momento invidiava sua sorella Bubbles.
La ragazzina bionda in questione era nel giardino della scuola a giocare col suo amico Courage.
In quel momento la biondina era alla ricerca del tenero cagnolino rosa, nascostosi e in attesa che lei lo trovasse.
Era già da qualche minuto che cercava, ma il simpatico botolo sembrava introvabile.
Se avesse immaginato quante volte quel cucciolo aveva dovuto nascondersi dai cattivi avrebbe capito da dove aveva attinto tutta quella bravura nel nascondino.
Courage era nascosto sotto terra, aveva scavato una piccola buca sotto la quale si era rapidamente infilato; tutto quello che doveva fare era attendere che la sua amica umana si arrendesse, sperando che il fiato gli durasse abbastanza.
-Courage, mi arrendo!-
Vittoria per lui; il batuffolo di pelo sbucò fuori e prese l’amica alle spalle saltandole affettuosamente addosso.
La ragazzina ricambiò con un’affettuosa carezza in testa, chiedendosi come sua sorella Buttercup potesse chiamare “stupido cane” un animale tanto carino e simpatico.
-Che dici , Courage, facciamo un’altra partita? Ma stavolta mi nascondo io.-
Il cane annuì mettendosi dietro un cespuglio per contare, perché si, era intelligente a tal punto.
La ragazza non ebbe però il tempo di cominciare a pensare ad un nascondiglio che il cane rosa corse verso di lei abbaiando, per poi nascondersi dietro le sue gambe.
-Ehy, che ti succede? Stai calmo, va tutto bene.- cercò di calmarlo con una carezza sulla schiena.
Lui sembrò sentirsi meglio e poi le indicò il cespuglio in cui prima si era recato.
-C’è qualcosa lì?  Allora aspetta che vado a vedere.-
Il cucciolo guaì, come a volerle dire di non andare, ma la ragazzina non lo ascoltò.
Scostò i rami del cespuglio e lo vide.
-Wow, ma che cos’è?-
Allungò una mano per afferrare l’oggetto che tanto aveva spaventato il suo amico, ma un’ombra improvvisa apparve sopra di lei, costringendola a scansarsi per non essere schiacciata.
-Ma che cosa…?- si chiese confusa, con il cane messosi nuovamente dietro di lei, ancora più spaventato di prima.
Davanti a loro si ergeva un’imponente figura metallica, alta almeno due metri, con un mille scritto in bianco sul lato destro del busto.
Malgrado l’inespressività dei suoi occhi, Bubbles capì che non aveva buone intenzioni.
 
 
 
Buio.
La creatura giaceva incosciente in quel limbo che sembrava eterno.
Voleva chiederselo: da quanto era lì? Ne sarebbe mai venuto fuori? Se si, quando?
Ma non poteva fare niente, solo sentire le voci che si affollavano nella sua mente, una sopra l’altra, martellanti e pesanti.
Continuavano a tormentarlo.
-Dottore, sembra che la capsula si stia aprendo.-
-Accidenti, allora tra poco lo vedremo.-
-Secondo me è un bestione arrabbiato incontrollabile.-
-Tacete ferraglie, non mi serve la vostra telecronaca live-action.-
Un momento, quei suoni non provenivano dalla sua testa.
 
Per la prima volta, dopo innumerevoli anni…
 
“Queste voci…”
 
… la creatura sentì qualcosa che non provava da troppo tempo…
 
“…vengono da fuori…”
 
… l’istinto di vivere!
 
“… dove io dovrei stare.”
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Ora che non vi venga in mente che vedrete un capitolo nuovo ogni giorno, oggi si è trattato di un caso perché non avevo un beneamato da fare.
Forse starete pensando “Blossom e Dexter?! Sul serio?!” e, in effetti,  anche io all’inizio sono rimasto basito, eppure, man a mano che la storia andava avanti, mi sono reso conto che questa coppia era davvero bella e alla fine ho finito per tifarli.
Mi ritengo ufficialmente un fan della Blossom x Dexter.
Come potete vedere, inoltre, Bubbles e Courage sono stati attaccati, da chi? Fatevi le vostre supposizioni, intanto vi dico che potrebbero ricevere un aiuto inaspettato.
Per concludere, l’ultima frase, detta dalla “creatura” (che tanto ormai sapete tutti chi è) che si è appena svegliata, è presa dal primo film Pokémon “Mewtwo colpisce ancora.” (anche se mi chiedo il perché dell’ancora, visto che era la prima volta).
Io personalmente ci vedo molte affinità tra questo personaggio e Mewtwo, perciò ho voluto usare quella citazione, oltre che per celebrare uno dei miei Pokémon preferiti.
Detto questo, vi saluto e vi auguro buon proseguimento di giornata.
 
  
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