Fanfic su artisti musicali > Union J
Segui la storia  |       
Autore: FlyLoveBelieve    21/03/2014    1 recensioni
Don’t ever say you’re lonely
Just lay your problems on me
And I’ll be waiting there for you
The stars can be so blinding
When you get tired of fighting
You know the one you can look to
------------------------------------
Non dire mai che sei sola
Solo affida i tuoi problemi a me
E io starò qui ad aspettarti
Le stelle possono essere così accecanti
Quando sei stanca di combattere
Sai a chi puoi rivolgerti
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: George Shelley, Josh Cuthbert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO QUARTO
 
Era da quando Liz si era allontanata per prendere da bere che Cece era rimasta sola, seduta su quel divanetto bianco, cercando di farsi il più piccola possibile per non farsi notare troppo..si stava preoccupando perché era passata circa un’ora e mezzo e la sua amica non si era ancora fatta vedere, conoscendola sarebbe potuta essere dovunque…restava il fatto che era stata lei a trascinarla in quel posto e era con lei che Cece sarebbe dovuta tornare a casa. Dopo un’ora Cece aveva deciso di chiamarla per sapere dove fosse … il cellulare aveva squillato, ma nessuno aveva risposto..comprensibile, in quella bolgia infernale sarebbe stato impossibile sentire il telefono. Dopo aver provato cinque o sei volte, Cece si era rassegnata e aveva deciso di aspettare le quattro per cercare Liz, perché a quell’ora sare bbe scattato il coprifuoco dei loro genitori, e dato che Cece non aveva alcuna voglia di mettersi a vagare per il locale sperando di trovarla, decise di rimanere seduta su quel divanetto, l’unico angolo di quel locale che la faceva sentire un po’ piùprotetta.
Sapeva di essere esagerata, in fondo non c’era nulla di male in quella festa..eppure il ricordo di quella sera era ancora vivissimo in lei da impedirle di trovare qualcosa di positivo in quelle feste, in quei luoghi, in quella gente..
*A YEAR AGO*
Cece si trovava con Liz ed altre sue amiche ad una festa su una chiatta in riva al mare organizzata da un loro compagno di corso, di cui Cece era follemente innamorata..Mike Damon.  Si era preparata a lungo per quell’evento, e non vedeva l’ora di andarvi..bhè, avrebbe fatto meglio a rimanere a casa.  Stava ballando con Liz e le altre quando una loro compagna cominciò ad indicare due figure avvinghiate, sedute ad un tavolo..un ragazzo e una ragazza…non c’era nulla di strano, capitava sempre durante una festa di vedere coppiette che pomiciavano da ogni parte…non c’era nulla di strano, se non fosse stato per il fatto che il ragazzo a cui stava attaccata quella viscida cozza era Mike.
I ginocchi di Cece cominciarono a tremare, si dovette aggrappare a Liz per non cadere a terra, e la nausea le salì dallo stomaco alla gola fino alla bocca. Vomitò tutto ciò che aveva nello stomaco, vomitò tutto ciò che aveva dentro di sé, vomitò la sua anima. Le sue amiche dovettero portarla fuori di peso perché non si reggeva più in piedi, e mentre usciva  sospesa tra la realtà e l’incoscienza, Cece avvertì i commenti della gente, le risate, gli scherni…sarebbe voluta morire. 
Quando rinvenne,  Liz la coccolò per quella che a Cece, con gli occhi gonfi di pianto e il petto squassato dai singhiozzi, parve un’eternità. 
“Liz…voglio andare a casa…” aveva poi sussurrato tra un singulto e un altro. E Liz l’aveva accontentata, aveva chiamato suo padre e l’aveva riportata a casa, accertandosi che si fosse messa a letto prima di andarsene, facendosi promettere dalla madre di Cece che se l’amica avesse avuto bisogno  di qualcosa l’avrebbe fatta chiamare. Quella sera Cece fece una cosa che da tempo non aveva più fatto, scese in cucina e sottrasse dal borsellino del padre una sigaretta, salì in veranda e fumò...fumò lentamente, gustando il sapore della nicotina che, scendendole nella gola, la faceva pizzicare, assaporando l’aroma del fumo che le solleticava il naso e le irritava gli occhi ancora gonfi di pianto..fumò i suoi pensieri quella notte, lasciandoli fluttuare nell’aria come le nuvolette che emetteva soffiando fuori il fumo dalla bocca, lasciando loro prendere il volo nella notte scura, lasciandoli dissolvere nel cielo illuminato dalla luna, sola come lei. Nella pace e nel silenzio di quella notte sentì il suo giovane cuore pulsare, pensò che in quel mondo grande doveva pur esserci un posticino per lei, un posticino tranquillo e isolato, dove poter vivere senza il timore di disturbare ed essere disturbata, e decise che da quel momento non avrebbe più concesso a nessuno di entrare nel suoi pensieri e di impossessarsi del suo cuore, impedendo di ferirla. In quella sera di dolore e frustrazione, Cece trovò il suo posto nel mondo.
*BACK TO THE PRESENT*
Cece aveva caldo, le mancava l’aria e aveva sete, per cui decise di uscire a prendere una boccata d’aria. Dover abbandonare il suo angolino le costò molto, anche perché se Liz fosse tornata non l’avrebbe trovata lì, ma d’altra parte erano quasi due ore ormai che Cece la aspettava, cosa sarebbe potuto succedere se si fosse allontanata per un po’? Giusto il tempo di rinfrescarsi e riprendere fiato, poi sarebbe rientrata.. in fondo  anche lei avrebbe fatto volentieri a meno di alzarsi dal suo comodo divanetto bianco. Si alzò e si diresse, sempre rimanendo a bordo pista, verso le porte scorrevoli che portavano al giardino sul retro, e passando davanti al piano bar decise di prendere un bicchiere d’acqua fresca. Mentre aspettava al bancone, sentì qualcuno sfiorarle la schiena delicatamente. Si voltò, ma l’unica cosa che vide fu una chioma di capelli mossi color dell’oro allontanarsi nella calca di . Finalmente il bicchiere d’acqua arrivò, e dopo aver ringraziato la barista, Cece uscì sul retro del locale. Era molto freddo fuori, e l’aria fresca che la investì  in piena faccia la fece rabbrividire; mentre si malediva mentalmente per non aver preso il giubbotto, Cece avvertì un movimento alle sue spalle, qualcuno si era seduto su una sedia di vimini alle sue spalle.
Cece si girò lentamente, era come se  qualcosa la spingesse a farlo, come una forza misteriosa. Così girò lentamente il capo, e vide la stessa chioma mossa color dell’oro che aveva scorto prima mentre era al bar, la chioma  di quel ragazzo che prima l’aveva sfiorata. Il desiderio di sapere chi fosse quel ragazzo era troppo forte, ma dall’altra parte quel senso di paura e di timore che le incuteva la gente la fece esitare, quel tanto che bastò al ragazzo misterioso per alzarsi ed andarsene. Cece provò una strana sensazione, non avvertiva più il freddo, ma un senso di curiosità misto all’ansia di scoprire chi fosse quel ragazzo prese il sopravvento e la spinse ad alzarsi e a seguire quella figura che sembrava seguirla. Rientrata nella sala, Cece non riuscì subito ad identificare il suo ragazzo, lo trovò solo dopo dieci minuti buoni passati a scrutare nella massa indistinta di persone. Quando lo vide, sul suo viso spuntò un sorriso dolce, era felice. Cercando di non farsi notare cominciò ad osservare il ragazzo, che stava in piedi  appoggiato a una colonna, in disparte anche lui come lei. Aveva le mani nelle tasche dei pantaloni, un paio di pantaloni di un bel grigio che gli fasciavano le gambe magre e lunghe. ..sembrava quasi che fosse il suo corpo a reggere la colonna, e non il contrario. Indossava una camicia bianca, semplice ma elegante,  un gilet abbinato ai pantaloni, un papillon al collo di un rosso sgargiante, dello stesso colore delle blazer. Ma la cosa più bella da ammirare erano i suoi capelli, di un castano talmente chiaro che sembravano oro, boccoli morbidi e lucenti. Gli ricadevano sul viso dolcemente, incorniciandolo e coprendo un poco gli occhi, che scrutavano attenti la massa di persone, come se fossero alla ricerca di qualcosa…o qualcuno. Cece si voltò di scatto, rossa in volto..forse quel qualcuno che il ragazzo stava cercando era lei. Quando si voltò per tornare ad ammirarlo, il ragazzo non c’era più. Cece si guardò intorno cercando quei capelli, quegli occhi, quel viso, ma nulla…sembrava essersi dissolto nel nulla. Uscì fuori, tornò nel  giardino, per vedere se lui fosse lì, ma non lo trovò nemmeno fuori…in compenso, seduta a terra, con gli occhi rossi e le guancie rigate di lacrime, trovò Liz.
“Oh merda…Liz che ti è successo, ti senti male?”

Cece si chinò accanto all’amica, avvolgendola in un abbraccio caldo che fece sciogliere Liz in un pianto disperato.
“Cece!! Grazie a Dio sei arrivata..ti prego non mi lasciare anche tu, non lo fare…me lo prometti?”
“Liz ma che stai dicendo? Io non..”
“Promettimelo Cece, promettimelo!”
 Liz alzò il capo, fissando i suoi occhi verdi, rossi e gonfi di pianto, in quelli dell’amica. Le lacrime le rigavano le guancie e i brividi le percorrevano il corpo facendola tremare convulsamente. Cece la strinse a sé ancora più forte, così forte che se avesse potuto l’avrebbe fatta entrare nel suo cuore, perché per lei ci sarebbe stato sempre un posto lì, al caldo, al sicuro dalla cattiveria della gente…
“Certo che non ti lascio Liz, sei l’altra metà del mio cuore, come posso vivere con il cuore a metà?”
Le due amiche restarono legate in quell’abbraccio per tanto tempo, non ha importanza quanto..l’unica cosa importante era che ancora una volta si dimostrarono come ognuna di loro ci fosse per l’altra, che fossero loro contro il mondo, come sempre..Cece si ritrovò a sorridere tra le lacrime che erano cominciate a scendere anche lungo le sue guancie..che strano..proprio  quella sera si era ritrovata a pensare ad un anno prima, quando ad una festa come quella  era stata lei ad aver bisogno di Liz.. ma stavolta era Liz ad aver bisogno di lei, e Cece c’era…ci sarebbe sempre stata.  Non chiese nulla a Liz, non disse una parola, solo rispettò il silenzio dell’amica lasciandole sfogare il suo dolore,  carezzandole dolcemente i capelli biondi, lasciando che le sue lacrime calde le bagnassero il vestito.
 
Buonsalve pipol Ecco aggiornata la mia storia, che piano piano si modella e cresce..mi è piaciuto da matti scrivere e rileggere questo capitolo, perché mi sono ispirata ad una persona a me tanto cara e al rapporto che ho con lei per descrivere l’amicizia tra Liz e Cece, perciò spero vi piaccia Nel prossimo capitolo continua questo strano rapporto tra Cece e il ragazzo della discoteca, e spero che questo mistero  vi invogli a continuare nella lettura :) se avete dei consigli o c’è qualcosa che non vi piace o che vorreste suggerirmi fatelo, mi piacerebbe davvero poter sapere da voi cosa ne pensate altrimenti resta solo una cosa tra me e voi e non tra noi :)  
A presto, Fly <2

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Union J / Vai alla pagina dell'autore: FlyLoveBelieve