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Autore: Despicable Meggs    21/03/2014    3 recensioni
"Erano ritornati a casa con la figlia il giorno dopo Natale.
Quell'anno avevano passato le feste nel modo migliore. Loro due, nella loro casa con la loro bambina"
Questo è il seguito della mia FF "Per una riga in più..."! :D
Vedremo Tony e Ziva alle prese con la loro nuova vita da genitori, dopo la nascita della loro primogenita Amira!
Tanto Fluff e tanto TIVA family! Spero vi piaccia! Enjoy! :D
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sick days
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Come tutti i pomeriggi Ziva, dopo aver finito di lavorare, andò a prendere Amira da scuola. L'unica differenza era che quel giorno Tony non era con lei. Al lavoro avevano un caso difficile così uno dei due doveva rimanere per portare avanti le indagini.

Quando Ziva entrò a scuola, Amira come al solito le corse in contro, abbracciandola.
"Mamma, finalmente sei arrivata" le disse la bambina stringendola.
"Tutto bene oggi, amore?" le domandò. Sapeva che ad Amira piaceva raccontare cosa aveva fatto a scuola.

In quel momento arrivò l'insegnate.

"Oggi... Diciamo che aveva un po' voglia della mamma, vero Amira?" disse la maestra.
"Si, voglio stare con la mia mamma" rispose la bambina.

Ziva la stacco per guardarla in faccia.

"Ma ora sono qui, forza prendi le tue cose che andiamo a casa" le disse dandole un bacio.
"Ok, ma dov'è papà?" domandò Amira.
"È ancora al lavoro, tornerà più tardi" le disse Ziva.

Amira annuì e andò a prendere la giacca e lo zainetto.

"Si é comportata male?" chiese Ziva all'insegnate.
"No, era solo un po' fuori fase. Succede, ogni giorno c'è qualche bambino che vuole la mamma" rispose la maestra.

Dopo meno di un minuto Amira tornò, pronta per andare a casa. Ziva la prese per mano, la portò alla macchina e l'aiutò a sistemarsi nel suo seggiolino.

"Ora andiamo a comprare quello che ci serve per la cena e poi torniamo a casa. Vuoi anche il gelato?" le disse Ziva.
"No... Io voglio che andiamo a casa e che mi leggi il libro" rispose Amira.
"Di nuovo quel libro? Lo abbiamo già letto cinque volte questa settimana, amore... Cosa ne pensi se la mamma ti compra un nuovo libro?" le propose.
"Si! Uno lungo così dura di più" rispose Amira.
"Va bene, affare fatto! Andiamo allora" disse Ziva salendo in macchina.

Passarono un'oretta al centro commerciale e Amira, come promesso, scelse un libro nuovo.
Mentre tornavano a casa in macchina, Ziva si accorse che Amira aveva qualcosa di diverso.

"Tesoro, va tutto bene? Sei silenziosa oggi" le chiese.
"Si, tutto bene" rispose.
"Sei stanca, Amira?" domandò guardando dallo specchietto retrovisore.
"Un pochino" disse la bambina.
"Ora andiamo a casa e ci riposiamo un po', va bene?" rispose Ziva.

Dopo essere entrate in casa, Ziva sistemò la spesa poi si sedette sul divano insieme alla figlia. Le aveva promesso che avrebbero letto insieme il nuovo libro, e così fece.

"Ok, tesoro. Ora la mamma deve andare a preparare la cena altrimenti quando papà arriva a casa si lamenta che ha fame" disse Ziva dopo un po' che erano a leggere.
"No, no! Voglio che stai con me" gridò Amira.
"Non fare i capricci, dopo leggiamo ancora" rispose Ziva seria.
"No... Io voglio stare con te" disse la bambina.
"Ok, che ne dici di venire in cucina con me?" propose Ziva.

Andarono insieme in cucina e Amira sedeva sul bancone mentre Ziva preparava la cena.

"Mamma, dov'è il mio ciuccio?" chiese all'improvviso la bambina.
"Nel cassetto del tuo comodino. Perché amore?" rispose Ziva.
"Me lo vai a prendere?" chiese Amira.
"Tesoro, sono mesi che non lo usi più..." iniziò Ziva confusa dalla richiesta della figlia. Era stata Amira a dire alla madre che non lo voleva usare più, fosse stato per Ziva glielo avrebbe lasciato per tutto il tempo che voleva.
"Ma io voglio il ciuccio!" gridò iniziando a piangere.

Ziva appoggiò quello che aveva in mano e prese in braccio la figlia.
"Amira, che hai oggi?" le chiese. Solo in quel momento si rese conto di quanto fosse calda la figlia. Aveva sicuramente la febbre alta.
"Piccola, vai a fuoco... Vieni andiamo a provare la febbre" aggiunse portandola in camera.

Alla fine Ziva dovette lasciar perdere la cena e occuparsi della figlia. Aveva la febbre alta e voleva starle in braccio. Dopo averle fatto prendere a forza le medicine per abbassarle la febbre le mise il pigiamino, le diede il suo ciuccio e si sedettero sul divano ad aspettare Tony.

Quando Tony rientrò notò subito un certo silenzio.
"Dov'è la mia ranocchietta che mi salta sempre in braccio quando torno a casa?" disse entrando in salotto in cerca della figlia.
Poi la vide in braccio a Ziva, con il volto rosso per la febbre alta e gli occhi lucidi.

"Che succede?" chiese sedendosi a fianco a Ziva.
"Sta male... Oggi la maestra ha detto che a scuola era strana e adesso mi sono accorta che ha la febbre" spiegò.
"Scusa, non sono riuscita a preparare la cena" aggiunse accarezzando il volto della figlia che si agitava tra le sue braccia.

Tony prese Amira in braccio e diede un bacio a Ziva.
"Tranquilla amore, ora ci penso io alla mia bambina e comunque possiamo prendere una pizza per stasera" propose Tony.
"Grazie amore. Vado a farmi una doccia e poi ceniamo" rispose Ziva.

Mentre lei faceva la doccia, Tony ordinò la pizza e rimase con la figlia sul divano. La stava coccolando un po' nella speranza di farla stare meglio.

"Hey patatina, vuoi bere qualcosa di fresco? Magari ti fa star meglio" le chiese Tony.
"No... Perché voglio tenere il ciuccio" rispose con un filo di voce.
"Ok. Vuoi che ti legga il libro?" domandò Tony vedendo il nuovo libro appoggiato sul tavolo del salotto.

Amira annuì. Rimasero a leggere finché Ziva non uscì dalla doccia e il fattorino suonò alla porta con la pizza.
Si sedettero a tavola per mangiare e Tony continuava a tenere Amira in braccio.

"Tesoro, vuoi mangiare qualcosa?" le chiese Ziva.
"Uno dei tuoi biscotti preferiti, magari?" aggiunse.
"No..." rispose lei stringendosi ancora di più a Tony.

Non passò molto che Amira iniziò ad agitarsi tra le braccia del padre.

"Papà..." disse staccandosi da lui. Tony non fece in tempo a capire cosa volesse dirle che la figlia gli vomitò addosso.
Lo guardò negli occhi, spaventata e dispiaciuta per quello che era successo. Tony prese il tovagliolo e le pulì la bocca.
"Tranquilla amore" le disse Tony.

Appena Ziva capì cosa era successo si alzò, prese Amira in braccio e la portò in bagno. Le legò in capelli con uno degli elastici che teneva al polso e rimase con lei mentre stava male.
Poco dopo anche Tony le raggiunse in bagno, Ziva stava sciacquando il volto di Amira con dell'acqua fresca.

"Scusa papà" disse Amira dispiaciuta.
"Hey, non è successo niente. Capita quando si sta male" la tranquillizzò lui.
"Ma ti ho sporcato la tua camicia firmata" rispose guardando il pavimento.
"La laviamo e torna come nuova" le disse Ziva.
"Ora cosa ne pensi di vedere un bel cartone animato sdraiata sul divano?" chiese Tony.
"No... Voglio stare in braccio alla mamma" rispose lei con le lacrime agli occhi.
"Va bene, puoi stare con me" le disse Ziva prendendola.

Rimasero con Tony mentre sistemava la cucina, Ziva teneva Amira in braccio e cercava di farla addormentare.

"Piccola, chiudi gli occhi e fai la nanna. Domani starai meglio" le disse Ziva dondolandola un po'.
"Lo posso tenere il ciuccio mentre dormo?" chiese Amira.
"Certo" le rispose.
"E se sto ancora male?" chiese ancora.
"Basta che ci chiami e noi veniamo da te" le disse Tony.
"Ti fa ancora male la pancia?" aggiunse Ziva.

Amira annuì, era stanca anche per parlare.
Tony finì di sistemare la cucina e si sedettero tutti davanti alla televisione, mentre aspettavano che Amira si addormentasse.
Ziva la teneva in braccio mentre Tony le massaggiava lo stomaco.

La portarono nel suo lettino e accesero il baby monitor che utilizzavano in queste occasioni.
Poi andarono a letto anche loro, sapendo che quella sarebbe stata una notte faticosa.

"Tutto bene, Ziva?" chiese Tony vedendo Ziva un po' preoccupata.
"Si... Mi dispiace solo che stia così male" rispose lei.
"Anche a me... Domani vuoi chiamare la baby sitter o resti a casa con lei?" le domandò Tony.
"Resto con lei, lo avverti tu Gibbs quando vai al lavoro?" rispose Ziva.
"Certo... Se continua a non stare bene chiama il dottore e fallo venire a visitarla" disse Tony.
"Si, non ti preoccupare. Avrà preso l'influenza a scuola... Solo non siamo abituati a vederla così poco attiva" commentò Ziva.

Si addormentarono dopo poco, ma fu nel bel mezzo della notte che Ziva si svegliò trovandosi Amira di fronte.

"Hey, cucciolo. Che succede perché non sei a letto?" le chiese mettendole una mano sulla fronte.
"Fa male la pancia, di nuovo" disse Amira indicandosi lo stomaco.
"Stai per sentirti male?" chiese Ziva.

Amira annuì, Ziva la prese per mano e la portò in bagno.
Fece del suo meglio per tenerla tranquilla mentre stava male, non voleva che si spaventasse.

"Va meglio ora?" le chiese.
"Si... Mamma, non voglio vomitare più" disse Amira piangendo.
"Tranquilla, vedrai che presto starai meglio. Non piangere amore" la consolò Ziva.
"Vuoi venire a fare la nanna con me e papà?" aggiunse.

Amira annuì, stringendo forte Ziva. Lei la portò nel letto e si accorse che Tony era sveglio.

"Che succede?" chiese mentre copriva la figlia con il lenzuolo.
"È stata male, di nuovo" rispose Ziva.
"Vuoi che chiami la guardia medica?" chiese Tony,
"No... Non voglio il dottore!" gridò Amira spaventata.
"Tranquilla piccola, dormi. Non viene il dottore" la calmò Ziva.

Tony le massaggiò la pancia finché non si addormentò di nuovo e poi sia lui che Ziva tornarono a dormire.
Ma furono svegliati poco più di un'ora dopo da Amira che gridava.








Angolo dell'autrice:

Intanto scusate per l'orario ma sono stat fuori tutto il giorno! XD
Poi... Ehm... Sorry per il finale del capitolo, ma era troppo lungo e l'ho diviso in due parti XD
Quindi mi dispiace ma dovrete aspettare la prossima settimana per sapere che succede ad Amira.
Scusate la cattiveria... Ma sapete che questa è una storia felice e quindi già vi posso tranquillizzare dicendo che andrà tutto bene!

Spero vi sia piaciuto comunque!

A presto!
Baci, Meggie.
  
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