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Autore: Slytherin Pride    21/03/2014    1 recensioni
Dal capitolo 1: "Tento di concentrarmi sulla prof che parla, ma mi sento osservato e mi comincio a guardare attorno alla ricerca della fonte di quello sguardo finché non mi ritrovo a specchiarmi in un paio di occhi blu ghiaccio."
Dal capitolo 2: "Quell'anello glielo avevo sempre visto al pollice, ma ultimamente ce l’ha nell’astuccio e lo tira fuori ogni tanto, ma non per distrarsi dalle lezioni, come se qualcuno lo obbligasse…"
La mia prima fanfiction originale, nonchè la prima con diversi capitoli, spero vi piaccia!
ATTENZIONE: Il linguaggio usato è volgare, principalmente perchè il protagonista e narratore è un ragazzo di 18 anni che frequenta le superiori, quindi non risulterebbe credibile un linguaggio medio-alto. Per questo il rating è arancione, ma potrebbe diventare rosso se la mia beta mi convince a scrivere la lemon.
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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SCHWÄNE IM SCHILF BEIM ERSTEN MORGENROT
 
 
- Stai bene? Sei corso via, prima... -
J: - Cosa te ne frega? -
- Sono un tuo amico, é ovvio che me ne frega. -
J: - Gli amici non si parlano per due settimane pur essendo compagni di banco? -
- Gli amici, dopo non aver parlato per due settimane, ricominciano come se quelle due settimane non fossero mai esistite. -
J: - Sai sempre cosa dire... -
No, non é vero. Per esempio adesso non ho idea di cosa dire. É come parlare con un muro, vorrei quantomeno poterlo vedere in faccia.
Questo silenzio è a due poco imbarazzante, l'unica cosa che si sente é la musica del concerto che va avanti in lontananza.
J: - Perché sei qui? -
- Potrei farti la stessa domanda... -
J: - Io sono il bassista della band, perché TU sei qui? -
- Sono stato invitato. -
J: - Da chi? No, non rispondere, lo si già. -
- Sai anche perché non ha detto a nessuno dei due che c'era l'altro? -
J: - Penso di si, ma spero davvero di sbagliarmi. -
- E... -
J: - Non ho intenzione di dirtelo. -
Riecco il silenzio imbarazzante.
Perché non me lo vuole dire? È ancora arrabbiato perché non abbiamo parlato nell'ultimo periodo?
- Ascolta, mi dispiace. So che avrei dovuto relazionarmi di più con te, ultimamente, ma ho avuto un periodo allucinante e... -
J: - Lascia perdere, è acqua passata. -
- No, non lo é. O non saresti chiuso lì dentro senza che ti possa vedere. -
Dio, rispondimi! Dimmi qualcosa, qualsiasi cosa.
J: - Ho visto Simonetta, in sala... -
- Sì, è arrivata oggi pomeriggio. -
J: - Pensavo venisse per Natale... -
- É riuscita a convincere i suoi genitori anche per questo weekend con la scusa del compleanno di una sua amica... -
J: - Che amica? -
- Nessuna, é solo una scusa. -
J: - Mpf, se aveva così tanta voglia di darla via poteva andare a farsi un giro in tangenziale a Milano. -
- Woah, non é da te essere così acido! -
J: - Non mi piace quella ragazza, tutto qua. -
- E perché non ti piace? -
Nessuna risposta. Sono stanco di fare domande a una porta che non mi risponde, lo voglio vedere in faccia.
- Simo, aprimi. -
J: - No. -
- Simone... Ti prego... -
Un minuto di silenzio, senza apparenti reazioni, prima di sentire un lieve 'click' e di vedere la maniglia abbassarsi leggermente.
Mi avvicino ed entro.
Simo é raggomitolato per terra, seduto, con le braccia che stringono le gambe al petto e il viso nascosto.
- Hey... -
Mi inginocchio di fronte a lui.
- Hey, guardami... -
Alza la testa.
Ha gli occhi rossi, gonfi e lucidi, le guance rigate di strisce umide.
Come il primo giorno di scuola, rimango un attimo a fissare quel blu così maledettamente brillante che sembra liquido per colpa delle lacrime che minacciano di ricominciare a uscire.
Istintivamente mi avvicino, mi siedo accanto a lui, allungo le gambe e gli passo un braccio dietro le spalle, stringendomelo contro mentre lui inizia a singhiozzare.
- Simo, cos'hai? Se non me lo dici non posso aiutarti. -
Scuote la testa, senza riuscire a smettere di piangere.
J: - É colpa tua! É tutta colpa tua! -
- Ma cosa ho fatto? -
J: - Era tutto perfetto! E poi sei arrivato tu con... QUELLA! -
- Continuo a non capire cosa ho fatto di male! -
Cerco di ragionare, mentre lui continua a ripetere che é colpa mia.
Davvero, non ci arrivo.
Perché ce l'ha tanto con...
- Perché Simonetta non ti piace? -
J: - Niente. -
Lo afferro per le spalle e lo costringo a raddrizzarsi e a guardarmi in faccia.
- Rispondimi. -
J: - Perché piace a TE! -
Tutti i pezzi vanno a posto e mi sento come se fossi stato investito da un treno.
Rimango a fissarlo, inebetito.
Oddio, e adesso?
Gli torno di fianco.
Che cazzo sto facendo?
- Non piangere... -
J: - Non ci riesco! Non riesco a smettere! -
Gli prendo il viso tra le mani.
Qualcuno mi fermi, vi prego.
Mi avvicino e gli appoggio le labbra sulla fronte, sugli occhi, gli asciugo le guance.
Scendo ancora e lo bacio.
Fanculo, se qualcuno si azzarda a fermarsi ora, non sopravvivrà per raccontarlo.
 
☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆
 
Non uccidetemi, ve ne prego. Lo so che è un finale del cavolo. Lo so e vi prego di perdonarmi per il cliffhanger. La settimana prossima, come anticipato, sarò all’estero e quindi impossibilitata a utilizzare internet con il computer, quindi niente capitolo la settimana prossima. E niente, spero che vi sia piaciuto questo capitolo e spero di riuscire a mettere il prossimo ASAP!
Š☆P
   
 
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