Capitolo 13 - How amazing it feels
just to live again
'Quando sono arrivato in Africa, volevo morire. Ero lì
e mi domandavo: che razza di posto è questo? Insomma non c'erano castelli, o
fantasmi, o quadri parlanti, ma solo alberi, qualche capanna di canapa e un
fuoco scoppiettante nel bel mezzo del nulla. Io camminavo su quegli ettari di
erba e questa si seccava a ogni mio passo. Mamma e papà si guardavano come a
chiedersi se fosse o no la scelta giusta, se avessero fatto male a non
consultarsi con il ritratto di Silente nell'ufficio del preside.
Mchawi mi ha raggiunto poco dopo proprio dall'altro
lato della fiamma gigante, che ovviamente si era spenta a causa della pioggia
che vi avevo involontariamente fatto cadere. M’intimò di salutare i miei
genitori e m’informò che non li avrei visti o sentiti per i prossimi mesi. Lo
feci e quando loro si smaterializzarono, avvertì il mondo crollare tutto intorno.
Sarei dovuto restare in Africa solo sei mesi, al
massimo un anno. In realtà quasi due anni dopo ero appena riuscito a smettere
di far cadere pioggia o seccare l'erba perchè ero triste. La scena più cruenta
successe circa un paio di mesi dopo che mi erano stati proibiti i contatti con
le persone a me care.. Mchawi aveva cercato di farmi arrabbiare, e ci era
riuscito, ed io mi ero sentito triste e trafitto da una lama. Quel giorno mi
ero trasformato nuovamente in un Augurey, un Augurey adulto e più pericoloso,
quindi dopo aver duramente provato ed essere riuscito a trasformarmi nuovamente
in me stesso, ero spossato. Pensai di aver bisogno di qualche elisir o
infusione di energia... Andai nella mia tenda e poco dopo l'assistente di
Mchawi, Sungura, mi venne a trovare per portarmi qualcosa da mangiare..
Scoppiai a piangere perchè mi mancavano
i miei genitori, tu, la vita tranquilla ad Hogwarts... Sungura mi abbracciò ed
io le ho quasi tolto tutta l'energia vitale. Improvvisamente svenne. Se
l'avessi tenuta qualche secondo di più tra le braccia, sarebbe morta...'
Albus e Scorpius sedevano a uno dei tavoli più
appartati della tea-room dell'ospedale San Mungo. Scorpius ascoltava l'amico
con tangibile attenzione; aveva un'aria sfinita, i capelli tutti in disordine e
stringeva le gambe sotto il tavolo perchè tratteneva una pipì, ma al contempo
era troppo curioso di ascoltare il racconto di Albus.
D'altro canto il moro stava vuotando il sacco; avvolto dal mantello bianco di
guaritore, Albus si stava torturando le mani durante quell'exploit.
Le loro tazze d’infusi di radigorda avevano quasi smesso di fumare vapore.
'Mchawi ritenne che non fossi ancora pronto. Abbiamo
quindi cambiato il metodo di studio; mi faceva fare piccoli incantesimi, quelli
più banali, un po' di trasfigurazione e circa tre o quattro mesi dopo, non
ricordo di preciso, ho iniziato con i primi duelli. Io e Sungura meditavamo
spesso al calar del sole e all'alba, per riflettere su come affrontare la
giornata o su com’era andata. Sungura mi ha insegnato a essere a contatto con
la natura e a sentirmi parte dell'equilibrio della terra, io che cammino appeso
a un filo tra la natura e la magia dell'universo.
Così, nel giro di un anno, tra l'utilizzo d’incantesimi
di trasfigurazione e meditazione, sono riuscito a mantenere il giusto
equilibrio tra chi sono io e i miei poteri magici. Mchawi mi ha fatto costruire
questa collana, che in realtà è un amuleto, un manufatto per farmi capire
quando calmarmi e contare fino a dieci per fermare la tragedia.'
'E qui si spiegano tre anni, Albus, e gli altri sei?'
'Gli altri sei... Come ultimo test, Mchawi mi ha
mandato a vivere per circa un anno con una famiglia di babbani. Lì però è
diverso: i babbani riconoscono che c'è qualcuno con dei poteri magici, infatti
spesso andavano da Mchawi per la creazione di qualche amuleto o qualche pozione
curativa. Lì la magia non è come la nostra, è esclusivamente curativa. Ho
imparato un sacco di metodi per curare sia i maghi sia i babbani. Solo che non
potevo comunicare con nessuno perchè i gufi o le civette non riescono ad
arrivare, sono posti troppo caldi e afosi per loro. Ho studiato magimedicina lì
a Kampala, e appena ho preso il D.M. sono tornato qui, al paiolo magico. Un
secondo dopo aver preso la stanza, mi sono arrivate due lettere: una era
firmata da tuo padre, il ministro della magia, e l'altro da Lucky Coin, il
direttore del San Mungo che mi ha proposto di lavorare per lui qui. Il giorno
dopo ho incontrato te. I miei genitori non sanno ancora che sono tornato,
ammesso che non gliel'abbia riferito tuo padre.'
Scorpius lo guardò scettico mentre sorseggiava quel
disgustoso infuso che era costretto a bere e che Albus si era versato nella
tazza per farlo sentire meno solo in quell'impresa. Aveva i capelli spettinati
e l'aria ancora stanca e provata: non sarebbe mai più andato in quella locanda,
dove gli avevano servito del velenosissimo stramonio; dannato Hugo che l'aveva
convinto a passare la serata in quella bettola.
Qualcosa, però, non gli quadrava e mentre stava per
chiederglielo, il moro riprese a parlare.
'Quando ho, involontariamente, rubato l'energia vitale
di Sungura, ho avuto paura per le poche persone cui voglio bene. I miei
genitori, mio fratello, mia sorella... E te. Ho pensato che siamo stati
fortunati. Se avessi un giorno abbracciato te, troppo stanco, e ti avessi messo
in pericolo? Se ci fossi stato tu, al posto di Sungura... Non me lo sarei mai
perdonato. Prima di tornare qui e riprendere quei pochi contatti che avevo,
volevo sincerarmi di non essere dannoso per voi. Non volevo sentirmi additare
come quello strano o quello pericoloso, e tornare a rinchiudermi in qualche
stanza per paura di far del male a qualcuno.'
Il biondino fissava il moro con aria più
accondiscendente, ora che aveva ascoltato tutto e saputo quello che doveva
sapere.
'Sei stato uno sciocco. Io sono stato qui ad aspettare
un qualcosa, non sapevo se eri vivo, se eri morto, se stavi bene... Mi sono
preoccupato molto. Dopo Hogwarts ero dai Weasley almeno una o due volte a
settimana, li sentivo parlare, dicevano che stavi bene. Forse quel Mchawi comunicava
tue notizie ai Potter?' lo vide scrollare le spalle e annuire, e quindi
proseguì 'E mi domandavo perchè a me non avevi detto nulla. Ho studiato molto
con Hagrid, dopo i MAGO, sai, non è un caso se ora lavoro all'ufficio regolazione e controllo creature magiche...
In più ho avuto anche un fratellino, lo sai?'
'Un fratellino? E la questione del fidanzato?'
'Sì, un fratellino. Ah, già... Quella' il biondino scoppiò a ridere, coprendosi
la bocca con la mano 'Ero arrabbiato con te, ho avuto i miei validi motivi!
Insomma, mi ero sentito sciocco a restarmene lì da solo a domandarmi se fosse
giusto aspettarti pur non avendo notizie, ma non avrei mai potuto frequentarmi
con qualcun altro e non pensarti.. Insomma una volta sola sono uscito con
Rocco, un giovane mago che lavora ai tre manici di scopa, ed è stato un fiasco
totale. Ho finto di essere ubriaco dopo mezzo sorso di whiskey incendiario e
alla fine sono tornato a casa. Ho detto che ero fidanzato perchè volevo
studiare la tua reazione, del resto tu sei stato in Africa circondato dagli
stregoni più fighi...'
Albus ridacchiò e scosse un po' la testa, fingendosi
affranto.
'E lo ammetti così? Lo dicevo io, che voi grifondoro avete un cervello troppo
semplice'
'Taci, almeno io non sono subdolo e abbandonatore come qualcun altro.'
'Hey, ero a riacquistare la mia dignità. Hai presente, quella cosa di cui ti
parlavo circa dieci anni fa?'
'Tu dovresti acquisire un po' di savoir faire, altro che dignità,
Potter. Fattelo dire, sembra strano vederti lavorare in un ospedale, tu che con
le persone non ci sai proprio fare!'
'Me lo spieghi tu, allora?'
'Non lo so, sai... Ne va della mia dignità, ammesso che tu sappia di cosa stia
parlando.'
'Per favore!'
'Mh... Non ne sono molto convinto, insomma, voglio dire...' Scorpius storse il
muso, sembrando pensieroso, trattenendo una risata. Albus, cogliendo la
sensazione di déjà-vu, sorrise speranzoso.
'Ti prego Scorpius, ne va del mio lavoro qui al San Mungo!'
'Ahh, allora, se mi supplichi così, va benissimo!'
I due si scambiarono uno sguardo e si erano già detti
tutto.
'Accompagnami giù, nella 707, che sento freddo!'
Albus annuì repentinamente e gli si avvicinò per
aiutarlo ad alzarsi; l'avrebbe portato sottobraccio anche fino in capo a mondo
se tutto quello che avevano vissuto fosse valsa la possibilità di vivere una
vita normale insieme a lui.
'Scorpius...'
'Mh?'
'No... Niente.'