Pride (not for your
sake)
[AU, leggermente angst]
“Allora,
tra quanto esci?”
Soi
Fon tirò su col naso,
rivolgendosi ad una ragazza mora dalla pelle scura, che si rassettava i
capelli
davanti allo specchio. Il suo tono seccato e gli occhi rossi facevano
subito
intuire che tra le due c’era stata una litigata da non molto.
Yoruichi
Shihoin scosse la bella
coda dai riflessi violacei, rialzando la spallina dell’abito
rosso da sera che
indossava. Terminata “l’operazione di
riaggiustamento” si girò verso Soi Fon,
rivolgendole un’occhiata a metà tra
l’accondiscendente e il nervoso:
“Tra
cinque minuti. Te l’avevo
detto che sarebbe passato Kisuke, no?”
“Ma
certo, che stupida a
scordarmene.. quando Perfect Man invita qualcuno ad una serata di gala
per il
decennale dell’università, è un terribile
sgarbo essere in ritardo… anche se questo vuol
dire disertare una serata di
pizza e film con la propria coinquilina, ovvio”
ribatté sarcastica lei,
stendendo le gambe e assumendo sempre di più un
atteggiamento strafottente.
La
mora rifletté che sarebbe stato
meglio lasciar perdere, dopotutto.
“Ne
abbiamo già discusso,
Shaoling..”
[incredibile come riuscisse a
chiamarla sempre con quel
nome quasi dimenticato quando voleva riportarla alla
ragione…]
“..
e ti ho spiegato che non
potevo rifiutare. Che avresti fatto tu, se il tuo ragazzo ti avesse
invitata a
trascorrere una serata importante per lui insieme? Ne possiamo
organizzare
tante altre di serate con un film da vedere insieme.. ma una
così per me non
ricapiterà tanto pre-..”
Un
colpo di clacson le impedì di
terminare il discorso: Kisuke Urahara (il suo fidanzato) era appena
arrivato
sotto l’appartamento, annunciando la sua presenza. Sollevata
in cuor suo,
Yoruichi afferrò la borsetta dorata
dall’appendiabiti e si chinò verso
l’amica,
stampandole un bacio di saluto sulla fronte.
“E
dai, non rimanere così, che poi
mi sento in colpa.. da domani in poi ci sono di nuovo per romperti le
scatole a
tempo pieno” ridacchiò, tentando di farla
sorridere. Nessun risultato.
Prima
di avviarsi rassegnata verso
la porta, la ragazza si girò un’ultima volta verso
Soi Fon:
“Ecco..
non mi aspettare sveglia
fino a tardi stasera. Non penso che finirà presto.. anzi,
non credo proprio che
tornerò a casa, stanotte” (un lieve rossore si
impadronì delle sue guance
brune). “Quindi.. ci vediamo domani mattina! Ti voglio
bene” aggiunse, a voce
bassa, per poi chiudere piano la porta.
La
serata andava avanti, scandita
da quell’odioso ronzare dell’orologio che sembrava
voler sottolineare la
solitudine che pervadeva la casa.
Seduta
prima davanti ad una tavola
scarsamente apparecchiata (quando era sola si accontentava di poco,
giusto un
pezzetto di pane e un po’ di riso), poi al tavolino del
salotto in compagnia di
un quaderno tutto spiegazzato su cui stava scrivendo, Soi si
lasciò pervadere
da una malinconia senza precedenti: era come se una morsa
d’acciaio le
stringesse il cuore e la cassa toracica, impedendole di respirare
normalmente.
E
pensare che aveva del lavoro da
terminare…
Le
scartoffie ingombravano la sua
cartellina, ricordandole che il giorno di consegna era prefissato al
mattino
successivo: la lite del pomeriggio le aveva fatto scordare che aveva
promesso
all’editore un nuovo racconto, e che aveva giurato e
spergiurato di rispettare
i tempi (senza sforare come suo solito). Ora come ora però,
con la testa piena
di pensieri, non
sarebbe riuscita a
combinare nulla.
Quella
carta bianca non le diceva
nulla.
Di
cosa era colpa? Cosa c’è che
non va, si chiese scuotendo il caschetto scuro e sbuffando sonoramente.
Le
idee, che di solito scorrevano alla pari di un fiume in piena, quella
sera si
erano bloccate… come ostruite da qualcosa di impassibile,
compatto.
Senza
preavviso, le lacrime
presero a scorrere giù per il suo viso, accompagnate dai
singhiozzi piccoli e
continui, quelli di una bambina delusa e triste.
Ora
che Yoruichi non c’era, poteva
finalmente liberarsi: si tratteneva sempre dal piangere o sfogarsi in
sua
presenza… forse per conservare integro il suo aspetto di
ragazza forte, che non
aveva paura di nulla e resisteva a tutti i colpi infertigli dalla vita.
Ma nel
profondo di sé, dietro a quella corazza indistruttibile..
rimaneva il cuore di
una ragazzina.
E quell’insano, dolce,
distruttivo attaccamento alla sua
migliore amica.
Era
sicura che se avesse chiesto a
Yoruichi di portarla con sé quella sera lei non le avrebbe
detto di no, ma si
era trattenuta dal farlo. L’orgoglio, prepotente ed egoista
(spalleggiato dalla
dignità), le aveva imposto di rimanere “dietro le
quinte” e lasciarla a godersi
la serata con l’uomo che amava. All’inizio si era
sentita libera, felice del
gesto appena compiuto… ma poi aveva capito che dietro
esisteva una sola
ragione: non voleva assistere allo spettacolo di ciò che non
aveva.
Una coppia felice, un ragazzo che si
dedica solo a te, e ti
ama.
Raccolse
le ginocchia al petto,
lasciando che gli occhi fossero asciugati dal tessuto dei pantaloni.
Non
si era mai domandata, neppure
una volta, se l’amica desiderasse davvero la sua compagnia e
le sue attenzioni;
convinta di essere necessaria, si era sempre comportata in modo serio
ma
affettuoso con Yoruichi. Ora però capiva di essere stata un
peso.
E
se lei avesse deciso di
abbandonarla di nuovo?
Non
avrebbe dovuto essere così
attaccata alla loro amicizia: in fondo, poteva uscire un po’,
conoscere altre
persone, smettere di pensare solo e soltanto a lei. Non sarebbe
cambiato nulla,
sarebbero state sempre ottime e amiche…
ma quel senso di appartenenza non era
difficile da
recidere.
Altre
lacrime, questa volta di
tristezza impotente.
Odiò
la bambina in sé, la mocciosa
che provava la sensazione di essere pugnalata al petto ogni volta che
pensava
ai suoi fratelli [sposati, realizzati o
comunque ben sistemati economicamente] o alle amiche
soddisfatte dei loro
lavori e della vita sentimentale. Cosa aveva ottenuto lei, a ventuno
anni?
Era
una pseudo-scrittrice
squattrinata, sempre a caccia di lavoretti part-time e perennemente
single.
E
la situazione aveva l’aria di
non voler cambiare…
Si
alzò, aprendo la porta
scorrevole del balcone con un sospiro. La notte era quieta, il velluto
blu del
cielo trapunto di piccole stelle luminose come brillanti incastonati:
la serata
perfetta per trarre l’ispirazione che le serviva.. se solo
avesse avuto il
desiderio di scrivere veramente.
Risedutasi
sulla poltrona di bambù
a dondolo, la ragazza estrasse nuovamente il blocco e lo
posò sulle gambe. Gli
occhi ripresero immediatamente a vagare per la superficie stellata,
senza
soffermarsi su un particolare punto.
Era
facile scambiare quel suo
attaccamento per amore.
Solo
lei sapeva che le cose non
stavano realmente così. Non amava Yoruichi…
Quella
che sentiva dentro era
adorazione, maturata in profondo rispetto ed amicizia indissolubile.
Che,
lentamente, avevano preso il
controllo delle sue emozioni.
Regalò
un’ultima lacrima al cielo
estivo, godendosi il tocco delicato del vento sulla pelle; dopo tanta
tristezza, ecco la pace che cercava…
Le
dita corsero automaticamente
sulla penna, per poi raggiungere il foglio bianco: adesso si che le
appariva
invitante, pronto, grande abbastanza da essere riempito di parole e
frasi.
Anche
il titolo la soddisfava
moltissimo.
“Storia di una gatta e del
suo sogno”.
*****
Con
questo capitolo torniamo verso
le fic “serie” XD
Scherzi
a parte, ci ho messo tutta
me stessa nello scriverla: in primo luogo perché adoro Soi
Fon (la sento molto
simile a me, come Rukia), la sua solitudine e il suo rapporto con
Yoruichi.. poi
perché che mi è capitato di provare sentimenti
simili, quindi li ho concentrati
tutti in questo capitolo. Spero possa piacervi, come ha soddisfatto me
scriverlo! Anche nell’essere una “scrittrice
squattrinata” ricorda me stessa,
non ho potuto farne a meno XD
Per
il prossimo ho in mente di
inserire un personaggio spoiler, quindi ho preferito mettere
l’avviso nella
presentazione… anche se credo che ormai la conosciate tutti
^__^ piuttosto sono
io che dovrò documentarmi! *ride*.
Il
titolo del suo racconto è tremendamente stupido, ma mi
è venuto in mente solo
quello XD
Un
grazie speciale per tutte le
letture e le recensioni! Il vostro entusiasmo mi rende sempre
più felice :D vi
adoro, davvero. <3
Un
bacio grandissimo! Ino Chan
Kenjina: addirittura
una statua? #^____^# grazie mille! Un fanclub.. che onore! *arrossisce
ma è
molto contenta*. Che dire, sono felice di scrivere storie che ti
divertano! Sei
sempre così gentile.. tutti questi complimenti.. *sempre
più rossa* ^.^ spero
che mi seguirai ancora! Un bacione :*
LalyBlackAngel: sono
felice che ti sia piaciuto! XD kisses!
Selenia: tranquilla,
mi fa piacere che tu li abbia letti! Eh si, nella situazione di Kukaku
ci siamo
passate più o meno tutte.. quanto è forte quella
ragazza! (Poveri Renji e
Ichigo XD). Grazie ancora! Bacio :*
PikkiSakuraChan: un’altra
fan di Hitsugaya! :D Sono contenta che ti sia piaciuto anche in
versione
“torturata”..
poverino, forse sono stata
crudele con lui, che sotto sotto è così puccino!
XD e che tu abbia gradito
anche le altre! Kukaku l’ho sempre vista in
modalità “crazy” XD un bacione :*