Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: Flos Ignis    22/03/2014    2 recensioni
Ohayo, minna!
Sono nuova del fandom, e questa è solo la mia seconda fanfiction, per cui vi prego di essere clementi e di farmi sapere se vi piace o meno, così da potermi migliorare. Spero comunque di intrattenervi piacevolmente!
Ambientata dopo il secondo film: Sakura fa un incubo che la tormenta, e capendo che si tratta di un sogno premonitore decide di consultare i Tarocchi delle Carte per scoprire cosa attende lei ed il fratello.
Nell'ombra si nasconde un Cacciatore.
Dalla Cina e dall'Inghilterra, due ragazzi accorrono per aiutare i loro amici in questa nuova impresa della Padrona della Carte.
In un gioco frenetico di guardie e ladri, a determinare la vittoria sarà solo la magia più forte di tutte.
L'Amore.
Ok, non sono brava nelle introduzioni, ma spero di avervi dato un'idea. Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Lee Shaoran, Sakura, Sakura Kinomoto, Tomoyo Daidouji, Touya/Toy, Yukito/Yuki | Coppie: Shaoran/Sakura, Touya/Yukito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lee
 

L’arciere predatore ghignò, abbassando leggermente l’arco d’ebano. Il suo cacciatore era dunque arrivato. Era molto giovane quel mago, ma nonostante ciò era un degno avversario.
-Ce ne hai messo di tempo per individuarmi! Iniziavo ad annoiarmi, per cui spero non ti dispiaccia se nel frattempo ho trovato di meglio da fare… potremmo rimandare di qualche minuto il nostro gioco? Stavo per mangiare un bel po’ di magia-
L’unica risposta che ottenne dal ragazzo furono una raffica di fulmini dalla scarica mortale che si dirigevano uno dopo l’altro verso di lui, con il preciso scopo di eliminarlo. Povero illuso, sperava bastasse così poco a farlo fuori? Dalla sua aveva centinaia d’anni  in più di esperienza!
-Ma cosa credi di fare?- l’arciere si stava stufando di quello stupido balletto, per cui scoccò una freccia alla velocità della luce contro il giovane mago, che saltò giù dalla sua postazione privilegiata, parandosi davanti alla ragazza.
-Questo. Fuoco, vieni in mio aiuto!- Lee piantò la sua spada nel terreno con forza, generando dei gayser nel terreno che sputavano fiamme… e che si avvicinavano molto velocemente all’arciere.
Naturalmente lui riuscì tranquillamente a schivarli, quell’attacco non era particolarmente ben riuscito rispetto ai molti altri che il ragazzino gli aveva mandato contro nei loro precedenti duelli, in Cina. Che si stesse indebolendo? O forse era solo deconcentrato da qualcosa?
La risposta se la diede un minuto più tardi, il tempo necessario a liberarsi da tutto quel fuoco  e dai fulmini che ancora crepitavano nell’aria.
Quell’attacco all’apparenza sconclusionato era stato solo un diversivo. Le sue prede erano sparite. Non potè trattenere un ringhio minaccioso di gola, quando capì di essere stato ingannato.
 
Quando finalmente si trovarono tutti e tre al sicuro nel salotto di casa sua, Lee lasciò finalmente la presa sul fratello di Sakura, poggiandolo pesantemente sul divano, e abbandonò la mano della ragazza, seppur a malincuore. Si accasciò a terra, semi svenuto. Aveva prosciugato tutte le forze che gli rimanevano per teletrasportare sé stesso e i due fratelli Kinomoto al sicuro, e l’unico posto vicino che gli era venuto in mente era la sua vecchia casa.
Forse però aveva osato troppo. Fece appena in tempo a vedere un paio di amati occhi verde giada scrutarlo ansiosi prima di chiudere definitivamente gli occhi.
 
Sakura stava avendo una mezza crisi isterica. Quello che aveva vissuto nell’ultima ora scarsa  era stato troppo per la sua psiche. Rivedere Lee l’aveva scioccata, soprattutto in una situazione del genere, ma non aveva potuto evitare di pensare a quanto fosse bello il suo ragazzo – e qui il rossore che le aveva colorato le guance l’aveva scaldata piacevolmente – e che quando lei si trovava nei guai, lui appariva magicamente per aiutarla. Come in quel caso, quando stava per scontrarsi contro quel maledetto individuo che aveva tentato di fare la pelle a suo fratello e ferito la sua amica. Senza parlare del fatto che voleva mangiare i loro poteri magici, da quanto aveva capito.
Non si erano detti una parola, ma Sakura non aveva distolto lo sguardo da quello del ragazzo per tutto il tempo in cui lui aveva combattuto per salvarli. Era… affascinante, mentre usava la magia: l’aveva incantata, letteralmente. Non appena aveva riconosciuto l’amata figura del ragazzo cinese, tutta la sua paura era scomparsa, lasciando il posto ad un tale senso di pace che l’aveva stordita per un istante. E subito dopo aveva desiderato prendere Lee per mano per portarlo da qualche parte, per stare un po’ da soli, dopo tanto tempo che non si vedevano.
Ma la paura del loro nemico, di Toy paralizzato dallo shock e della Carta dello Specchio sanguinante  l’avevano fatta riprendere appena in tempo per vedere l’ampia schiena di Lee davanti a sé, un secondo prima che il ragazzo piantasse per terra la sua spada. Lee mormorò qualcosa, e altri fulmini aiutarono a confinare dietro il muro di fiamme l’aggressore in nero; poi lui aveva estratto la spada, si era issato in spalla Toy e le aveva preso una mano, mormorando parole probabilmente cinesi mentre la guardava rassicurante. Quando aveva iniziato a diventare trasparente aveva avuto paura, ma gli occhi ambrati di Lee l’avevano subito fatta calmare. Si fidava di lui.
Ancora una volta l’aveva salvata. Ignorando momentaneamente il fatto che ora si trovava nel salotto di quella che ricordava fosse la casa di Lee, si assicurò che nei dintorni non ci fosse ancora quella presenza, ma sentendo Lee lasciarle andare la mano provò l’impulso di voltarsi verso di lui per trattenerlo vicino a sé. Ma vederlo accasciarsi a terra rischiò di farle perdere la testa per la preoccupazione.
-Lee!-
Accorse accanto a lui, osservandolo da capo a piedi per capire se fosse ferito, ma fu irrimediabilmente attratta dai suoi occhi, ambra preziosa incastonata su quel viso dai tratti decisi che in quel momento mostrava un’espressione sofferente. Svenne in pochi secondi.
-Ti prego Lee, dimmi cos’hai, come posso aiutarti! Lee! Svegliati, ti prego…-
Skura si guardò freneticamente attorno, cercando qualcosa di utile, ma suo fratello la precedette. Si riscosse dal suo stato di trance, posò la carta che aveva stretto spasmodicamente in mano fino ad allora, imbrattandosi di sangue, e poi trascinò il ragazzo sul divano.
Sakura si precipitò a prendere una bacinella d’acqua fresca, posando una pezza bagnata sulla fronte di Lee. Ignorando la presenza di Toy, gli prese la mano e iniziò ad accarezzargliela.
Era preoccupata. Aveva percepito bene lo sfoggio di magia che aveva fatto il suo ragazzo, e il controllo perfetto che ne aveva mantenuto per trasportarli al sicuro gli doveva essere costato tutte le sue energie.
Lui era sempre stato forte, ma doveva essersi allenato duramente per migliorare così tanto.
Sakura ripensò alle parole che aveva detto quell’arciere. Probabilmente stava parlando di Lee quando aveva accennato a qualcuno che gli dava la caccia: non poteva essere una coincidenza che fosse arrivato a salvarli proprio lui al momento giusto. Tra l’altro, l’arciere gli aveva parlato come se si conoscessero.
Quel che era certo, era che non erano in buoni rapporti, anzi tutt'altro.
Sakura continuò a prendersi cura di Lee per più di un’ora, con suo fratello che non li perdeva d’occhio per un solo istante. Che cosa stava controllando, poi, non lo sapeva: cercava forse di evitare che rimanessero da soli? O controllava che stessero bene?
-Sakura…-
Chiamata, la ragazza posò subito lo sguardo sul volto di Lee, che aveva finalmente aperto gli occhi: i suoi bellissimi occhi ambrati lambivano il suo viso e quel poco che poteva vedere del suo corpo in cerca di ferite, o forse si stava solo abbeverando della presenza della ragazza che amava accanto a lui, dopo mesi di assenza.
-Lee non sforzarti, hai usato tutte le tue energie per trarci in salvo, devi riposare-
-Direi che mi sono riposato anche troppo…  Piuttosto, tu e tuo fratello state bene?-
-Sì, sei arrivato giusto in tempo a salvarci… grazie, Lee-
-Ma di che…- Sakura trovò adorabile, oltre che rassicurante, il rossore che prese a colorare teneramente le guance del suo ragazzo. Dimenticò per un secondo la presenza di Toy, e si avvicinò per dargli un lieve bacio a fior di labbra, salutandolo finalmente come si deve. Le era mancato davvero moltissimo, ed ora lo scampato pericolo ed il fatto che finalmente Lee era sveglio e al suo fianco sano e salvo le avevano fatto crescere il bisogno di sentirlo vicino. Abbracciò stretto il ragazzo, nascondendo gli occhi umidi nell’incavo tra collo e spalla, lasciando fluire via le precedenti preoccupazioni.
Lee mise un braccio intorno alla vita di Sakura, godendosi il suo calore e il corpo minuto e atletico di lei contro il suo. Chiuse gli occhi, godendosi finalmente la presenza della sua ragazza accanto a lui.
-Ehm, scusate… lungi da me l’idea di interrompere la vostra riconciliazione, ma c’è qualcuno qui che temo abbia bisogno di aiuto- nonostante le parole, il tono seccato con cui Toy si intromise era piuttosto palese.
-Fratellone, per una volta non potresti essere gentile? E poi, chi è che ha bisogno d’aiuto?-
-Sto parlando…- disse quasi arrabbiato – della Carta dello Specchio-
Sakura si riscosse di botto, sentendosi in colpa per essersi dimenticata della sua piccola amica. Aver ritrovato Lee l’aveva scombussolata per tutte le emozioni che le aveva procurato, ma questa non era una scusa. Doveva capire quanto stesse male veramente lo Specchio.
-Toy, cosa credi le sia successo? Perché sanguinava, anche una volta tornata carta?-
-Sakura, anche se le Carte sono entità magiche, quando assumono forma corporea possono subire gli stessi danni che subirebbero se fossero entità reali. La Carta della Specchio è, in effetti, una ragazza umana. E lo specchio che tiene in mano è il suo cuore. Ed ora è stato distrutto. Ha bisogno di cure, altrimenti potrebbe…- era stato Lee a parlare, tirandosi a sedere e accettando di appoggiare la testa sulla spalla di lei, visto che suo malgrado si sentiva ancora incredibilmente spossato. Sakura gli passò un braccio intorno alla vita per farlo rimanere seduto dritto. Lo aveva ascoltato attentamente, certa che lui sapesse molte cose sulle Carte che ancora lei ignorava. D’altronde, era stato addestrato fin da piccolo per diventarne il padrone.
Le cose erano andate diversamente, ma Lee era comunque molto più ferrato di lei in materia di magia.
-Continua… cosa accadrebbe se non riuscissimo a curarla?-
Lee era palesemente in difficoltà, sembrava aver voglia di essere inghiottito dal terreno piuttosto che rispondere a quella domanda. Alla fine ci fu costretto, visto che gli occhi di Sakura lo stavano implorando di aiutarla.
-Potrebbe… scomparire-

Silenzio agghiacciante. Toy prese la carta in mano, controllando il panico che sentiva montargli dentro per controllare come stava la carta. Non gocciolava più sangue, ma le macchie incrostate erano inquietanti anche da sole, e la figura della ragazza stava diventando man mano più trasparente e la Carta sempre più fredda.
Sakura si lasciò scappare un singhiozzo di paura, temendo di star per perdere un’amica. Tuttavia la mano calda e rassicurante di Lee era ora stretta alla sua, e questo la tratteneva dal lasciarsi andare completamente. Un minimo di lucidità cominciò a brillarle nella mente, tenendola ancorata alla realtà.
-Lee, c’è un modo per impedirlo? Come posso curare lo Specchio?-
-Devi darle la tua magia, in modo che possa guarire. Ma è difficile passare la giusta quantità, rischi di sovraccaricarla o di non dargliene abbastanza. E anche tu corri il pericolo di stancarti troppo o addirittura di perdere la tua magia-
-Non importa, devo provarci! Toy, prendi Lee, allontanatevi, devo scatenare la mia magia e non sono ancora brava a controllarla. Non intendo mettere a rischio anche voi-
-Ma..-
-Niente ‘ma’, Lee, ora tu vai con Toy nell’altra stanza e ti riposi, io resto qui a curare lo Specchio. Via, filate!-
-Sorellina…-
-No, Toy, evita le proteste, tu ora lo aiuti, e inizierai portandolo nella sua stanza! Deve riposare, e tu anche: lo so, che prima che io e Specchio arrivassimo, prima che Lee ci portasse in salvo, l’arciere ti ha risucchiato molte energie. Non me ne sono resa conto subito, ma parte della tua energia vitale era in lui. Non è forse così?-
-…-
-Appunto. E ora, se non vi dispiace, devo occuparmi di un’amica. Sciò!-
-Sorellina, solo sta attenta, ok?-
Toy prese, di malavoglia, un braccio del ragazzo più piccolo, sostenendolo in piedi, mentre lo trascinava recalcitrante in un’altra stanza. Sua sorelle aveva da fare. Doveva salvare una cara amica ed evitare che sparisse per sempre. E loro non potevano aiutarla.
Lee continuava a fare resistenza, ma non poteva molto nelle sue condizioni. Lanciò solo un ultimo, intenso sguardo alla sua ragazza, che a sua volta cercò di rassicurarlo con il sorriso più grande e sincero che le riuscì.
 
Quando rimase sola, Sakura si permise di lasciar uscire un sospiro tremulo di paura. Non si sentiva affatto pronta ad una prova del genere, e le mani le tremavano di paura mentre evocava lo Scettro della Stella, ma al tempo stesso si sentiva estremamente determinata a fare in modo che tutto andasse per il meglio. Al pari della paura, o forse anche di più, il coraggio e la forza crescevano in lei: aveva un compito da svolgere.
E non si sarebbe tirata indietro, o non sarebbe stata degna di essere chiamata padrona e amica delle Carte.
  
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