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Autore: Moonlight_Pleasure    23/03/2014    5 recensioni
Dal capitolo 1
E fu proprio durante quei mesi in cui non aveva niente di meglio da fare che osservare nel profondo le persone che aveva sempre avuto accanto a sé che notò una luce diversa in una persona in particolare.
Hermione.
Una ricerca, una missione e un nuovo personaggio. Una mia idea di cosa sarebbe successo dopo la morte di Voldemort, tra passione e scandali!
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, Luna/Neville
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da VII libro alternativo
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 Something

 
Something in the way she moves 
Attracts me like no other lover
Something in the way she woos me
I don't want to leave her now
You know I believe and how
 
Somewhere in her smile she knows
That I don't need no other lover
Something in her style that shows me
I don't want to leave her now
You know I believe and how



Something – The Beatles

 
 
Il Re degli scherzi e  la Regina dei suoi pensieri
 
 
 
Fred entrò nella sua stanza, con un cipiglio di assoluta soddisfazione che non passò inosservato agli occhi di George, il quale posò il foglio di pergamena su cui stava facendo il punto sull’inventario del negozio e gli sorrise. Realizzò che non poteva mai affermare con certezza di conoscere una persona a sufficienza, tantomeno colui con cui viveva in simbiosi da una vita. Infatti osservò una luce nuova negli occhi del fratello, gli occhi di una persona innamorata.

Aveva ammaliato molte donne durante gli anni, donne di cui ammirava più che altro l’aspetto fisico, certo. Nessuna, tuttavia, gli aveva mai causato quell’espressione. Quell’espressione di vittoria e ruggente felicità che non avrebbe espresso neanche dopo la vincita di un milione di Galeoni. Hermione, lei solamente, aveva fatto emergere qualcosa di nuovo in lui. Unico ed eccezionale. Quel sentimento che si pensa di provare facilmente, ma che, a quanto pare, realizzi di sentire raramente e te ne accorgi solamente quando ce l’hai dentro.

“Non sei affatturato, fratellino. Devo dedurne che hai raggiunto il tuo obiettivo! E questo me lo conferma anche la tua faccia da ebete.” disse George, con un sopracciglio alzato.

“Si, penso di aver fatto un passo avanti.” rispose Fred con nonchalance, ma il suo viso era un libro aperto per il fratello, non poteva nascondergli quel fuoco che bruciava dentro di lui. Il fuoco del successo.

“Ora cosa farai? “ chiese, George, incuriosito.
 
Beh, era un’ottima domanda. E ora, che avrebbe fatto? Il suo obiettivo era stato raggiunto, o almeno così pensava Fred. Infatti si sarebbe ricreduto qualche ora più tardi.
 


Era appena passata l’alba e Hermione era seduta sul bancone della cucina, le gambe incrociate e la mano occupata da una tazza da latte rossa. Alzò lo sguardo non appena Fred mise piede nella cucina e la osservò sorridendo
“ ’Giorno, Granger. Dormito bene?”

“Si bene, grazie!” disse senza osservarlo, girandosi dall’altro lato e iniziando a fissare con uno strano interesse l’interno della sua tazza. Beh, era quello il suo piano, ignorarlo. Avrebbe ceduto alla fine, ne era certa, ma doveva come minimo sforzarsi. Non voleva che la considerasse come una delle tante ragazze a cui bastasse il suo charme e uno schiocco delle dita per cadere ai suoi piedi.

“Anche se di charme ne aveva da vendere..” pensò Harmione, quando una seconda voce si intromise nella sua testa, risvegliandola “questo non depone a favore della tua causa, Hermione, sii concentrata!”

Continuava a ignorarlo, come se la sera prima non fosse successo niente, come se i baci che si erano scambiati non avevano lasciato il segno. Che assurdità. Li sentiva ancora pulsare su di lei, come se avessero lasciato un solco dolorante che poteva guarire solo con mille altri dei suoi baci.
Fred, per un attimo interdetto dal comportamento della ragazza, decise di non indagare più a fondo. L’aveva osservata per molto tempo e sapeva che era una tipa combattiva, non facile da sottomettere al proprio volere. Ridacchiò, prese una tazza di latte e si girò verso la porta.

Se voleva la guerra…

Nei pochi giorni che seguirono, Fred cominciò ad essere più freddo con Hermione, convinto che chi avesse inventato il modo di dire ‘Chiodo, schiaccia chiodo’ era un genio. Cominciò a trattare la ragazza quasi come se fosse una sorella, come se il bacio tra loro due non fosse stato nulla, come se quella serata non fosse mai esistita. Era furbo, era evidente. E in poco tempo il suo modo di fare, causò una reazione nel comportamento di Hermione. Per quanto si sforzasse di evitarlo, la ragazza era spinta da quel non so che di istintivo che la trascinava sempre vicino al rosso. Lui accorgendosene, si inventava qualche scusa plausibile, del tipo “Vado a vedere se Georgie ha bisogno di una mano” o “Vado a scrivere una lettera a mamma” e si allontanava, lasciando una sempre più delusa Hermione osservare le spalle di un Fred allegro e canterino.

Non si poteva giocare con Fred, era lui il Re dei Giochi; chi ci provava, restava deluso.

Il quarto giorno Hermione, ormai sull’orlo di una crisi interiore, decise che non poteva andare contro l’impulso del suo corpo, che urlava a gran voce quanto lo voleva. E farsi del male per questi motivi inutili era una tortura, che non le avrebbe portato niente di buono. Era una tortura inutile e improduttiva.  Avrebbe avuto la sua vendetta; prima o poi, ne era convinta, sarebbe arrivata la sua occasione.  Ma doveva essere studiata e non così infantile come quella di cercare di ignorarlo, senza successo. Una mossa da vera ingenua, se la vittima era Fred Weasley. Aveva compreso che era molto perspicace e che il suo comportamento era una diretta conseguenza del suo congegnato atteggiamento schivo. Decise di ritornare al suo solito modo di fare, per far intendere di aver sotterrato l’ascia di guerra.

“Fred?” aprì la porta della stanza di Fred e lo trovò sul letto, intento a guardare il soffitto, con concentrazione.

“Si, Granger?” disse con tono distaccato, non smettendo di fissare il soffitto. Guardare un punto fisso lo aiutava a rilassarsi e, stranamente, erano in quei momenti che riusciva a congegnare alcune delle idee più brillanti su cui poteva vantare di aver dato origine.

“Mi chiedevo se volevi fare una passeggiata.” Esclamò, osservando la finestra più che il volto di Fred, mentre sul viso di quest’ultimo di stava formando un leggero ghigno di soddisfazione.

“Certo” rispose, cercando di rendere il tono piatto e privo di emozioni. Osservò il volto di Hermione e si avviò verso la porta, lasciando che lei lo seguisse.

Uscirono imbattendosi nel tramonto, che rendeva l’aria estiva, soffocante di per sé, più mite e tiepida, e iniziarono a incamminarsi verso una stradina immersa negli alberi che si dilungava verso sinistra.
Arrivato in una zona circondata da alti tronchi, Fred si bloccò e si girò verso colei che era diventato il suo unico pensiero da qualche tempo e, con le braccia incrociate, disse:
“Allora, c’è qualcosa che vorresti dirmi, suppongo. Sai, non mi piacciono i giri di parole, per cui vado subito al punto.”
“Beh, si…” iniziò, ma si bloccò. Non era da Hermione non concludere una frase. Era ufficiale, quel ragazzo stava minando seriamente alla sua psiche. Non era più lei. Si schiarì la voce e buttò tutto d’un fiato:
 “Allora, Weasley, il fatto è questo.” Sollevò per la prima volta gli occhi verso Fred, immergendosi in quelle iridi verdi che scombussolavano le sue certezze. “Forse avrai notato il mio comportamento, come dire, diverso in questi giorni…”
“Si, Granger, ovviamente.” Buttò lì, pensando che perfino i muri avevano capito il suo giochetto.
“Bene. Ecco, ho notato che anche tu hai fatto lo stesso e mi chiedevo se…” Dio,è difficile esprimere ciò che si pensa…
“Se mi fossi pentito di quello che ho fatto?” sussurrò, osservando il disagio sul volto della ragazza e trattenendosi dal ridere. Mettere in difficoltà qualcuno era sempre il suo passatempo preferito, per non parlare del fatto che  a lui, quell’hobby, veniva sempre stramaledettamente bene.

“Beh..Si.” In che situazione mi sono cacciata…

“No, Granger. Io non mi pento di quello che faccio, mai.” Esclamò Fred con convinzione.

Hermione lo osservò interrogativa, senza parlare, aspettando che lui continuasse a chiarire i suoi dubbi.

“E’ vero, sono sempre stato … come dire … molto superficiale nelle mie passate relazioni. E non pensare che loro non sapessero. Superficiale si, ma mai falso!”

“E allora con…” esordì Hermione.

“Non interrompermi, piccola saputella!” disse toccandole il naso e abbozzando un sorriso. Non c’era niente da fare, le faceva tenerezza quando assumeva quell’aria confusa che, a quanto pare, era lui a causare.

“Dicevo.. molto superficiale e la controparte accettava questa mia indifferenza. Ma c’è una cosa che non ho mai fatto con le altre.”

“ E sarebbe?”

“Ho cercato di conquistarle per portarmele a letto, ma non mi sono mai impegnato per farle innamorare del sottoscritto. Certo, le invitavo a bere qualcosa al paiolo magico, a prendere un gelato da Florian, ma niente di più.”

Hermione lo osservava un po’ titubante
“Che ne potrei sapere se quel fiore non era altro che una scusa per portarmi a letto?”

“Ti è sfuggito un dettaglio, mia cara.” Disse tamburellandosi la tempia sinistra con l’indice, con l’aria di chi ne sapeva molte.

Hermione cercava di ripercorrere la conversazione, convinta di non aver sentito niente che potesse confutare a prescindere la sua tesi.

“Non facevo nient’altro che invitarne una fuori. E se rifiutava, pazienza. Si passava alla prossima. Ma posso dire, con piacere, che nessuna mi ha mai detto di no.” Accennò, deciso a darle una mano per arrivare a svelare l’arcano e rimase ad osservare il suo cervello macchinare in cerca della soluzione. Dopo un minuto, Fred, che si stava divertendo a vederla in difficoltà, decise di darle un secondo indizio.
“Sapevano che non ero l’uomo della loro vita poichè dicevo loro chiaramente che non ero il tipo che avrebbe mai instaurato una relazione seria. E loro accettavano comunque”   Le donne, valle a capire certe volte, pensò.

“Ancora non capisco quale dettaglio mi sia sfuggito” mise le braccia incrociate e si appoggiò ad un albero

“Non ti ho mai invitata fuori, Granger, semplice.” E mosse un passo verso di lei, in modo che tra di loro ci fosse solo mezzo metro di distanza.

“E questa dovrebbe essere una prova inequivocabile?” chiese, sempre più dubbiosa.

“Assolutamente. Come dice il mio caro gemello degenere, la mia scarsa originalità di approccio è fortunatamente compensata dal fascino Weasley.” Affermò sicuro di sè, muovendo una mano tra i capelli in modo da disordinarli.

Hermione sbuffò, quell’uomo era un concentrato di egocentrismo. Tuttavia la concentrazione stava prendendo una piega promettente e decise di tacitare il suo io interiore che batteva i pugni contro la parete della mente, decisa ad approfittare di quell’occasione per controbattere.

“Ma la verità è che cercavo di conquistare donne che erano, per così dire, di facili costumi. Bastava un sorriso ammiccante ed era fatta.”

“Quindi anche con Angelina è andata così?”

“Beh, no, Angelina era un caso a parte. E’ una storia interessante, ma adesso non è il momento di parlare di lei.” Gli occhi si fecero velati per un istante, mentre un flash di ricordi gli attraversava la mente, e si risvegliò solo al suono soave della voce di Hermione.

“Allora il succo della questione qual è, Weasley?” Hermione sollevò gli occhi al cielo, non capiva dove stava portando quella conversazione, anche se aveva una speranzosa sensazione che il suo marcato scetticismo spingeva sempre più giù ogni secondo che passava. Nonostante questo pensiero, non avere il controllo su questa conversazione la irritava.

“Voglio te, Granger, mi pare palese. Solo te, nessun'altra.”

Hermione prese fuoco, le guancie si infiammarono e il cuore accelerò il ritmo.  Nonostante ci sperasse, la conferma della sua sensazione arrivò così d’improvviso e così violentemente, che rimase spiazzata. Tuttavia, la vocina nella sua testa, la vocina dello scetticismo, riemerse facendole riprendere il controllo dei battiti del suo cuore o, almeno, ci provò.
“E perché sarei diversa dalle altre?” quella vocina era proprio fastidiosa. Voleva godersi l’attimo, seguire l’istinto, buttarsi tra le sue braccia e stringersi a lui. Eppure era la ragione che comandava, che aveva sempre comandato.

Fred la osservò, gli occhi ridotti a fessura, cercando di pensare al motivo per cui stava facendo quella sceneggiata. La verità è che non lo sapeva neppure lui. Seguiva l’istinto. E l’istinto era più che convinto che stare lì davanti a lei era la cosa giusta. Era sempre stata una ragazza diversa dalle altre. Le sue vittime, maestre di superficialità, venivano grandemente spazzate via dalla personalità forte e orgogliosa di Hermione. Era lei la Regina dei suoi pensieri. Decise di sforzarsi di rispondere nella maniera più adatta alla ragazza. Rimase in silenzio un minuto, sotto lo sguardo di lei, mentre pensava.
Hermione era sempre stata unica, non solo nelle virtù che la distinguevano, ma, Fred realizzò, anche nelle piccole cose. Era qualcosa in lei di sottile; il modo in cui sorrideva e faceva ricadere quei boccoli sulla schiena a ritmo mentre si muoveva, il modo in cui arricciava le labbra se era in dubbio, mentre passava in rassegna qualcosa per risolverlo, mentalmente. Non era appariscente, ma sapeva che, solo la luce dei suoi occhi poteva incatenarlo e far sì che lui non avesse bisogno di nessun’ altra.
“Non lo so. Mi incuriosisci.” sorrise

“Ti incuriosisco?”

“Si, non sei come le altre. Non so, il tuo modo di fare; ciò che sei.” Rispose vago, osservandola negli occhi tanto intensamente da non farle sentire il suolo sotto i piedi.

“Ma…”

“Niente ma, Hermione. Hai già avuto troppe risposte per oggi. Adesso tocca a me” affermò, deciso a cambiare quel discorso che l’avrebbe portato a rendersi ridicolo di fronte a lei.

La riccia convenne che era giusto che anche lui avesse la possibilità di chiederle qualcosa. Dopotutto era riuscito a rispondergli direttamente e per questo meritava altrettanto.
“Va bene. Chiedi allora.”

Fred sorrise seducente e appoggiò le mani sui fianchi della ragazza, che si tinse di rosso. Un sorriso accattivante spuntò dalle sue labbra mentre sussurrò.
“Non riesci a resistermi”

Hermione rimase paralizzata. Ormai non si sarebbe stupita se il suo cuore avesse deciso di uscire dalla gabbia toracica e se ne fosse andato. Stava esplodendo. Le sue mani, calde e morbide, separate dalla sua pelle da una sottile canottiera di cotone verde, le causarono una scossa.
“Cosa?! Ma questa non era una domanda.” Il tono di voce un po’ più acuto e gli occhi in direzione delle sue labbra morbide e candide.

“E chi ha mai detto che ti avrei fatto una domanda.” Sbottò, gli occhi scintillanti per la vicinanza a lei.
Hermione boccheggiò e divenne sempre più rossa. Perfetto, contro quel ragazzo,con quella sua solita faccia tosta, il suo autocontrollo veniva sbriciolato e bruciato come carta al fuoco. Avrebbe dovuto ingegnarsi. Ma come poteva se lui, il suo viso, i suoi occhi e il suo sorriso vispo riuscivano a farle crollare anni di certezze su sé stessa?

Un sorriso malandrino esplose sul viso lentigginoso del Weasley.
“Come pensavo” si avvicinò ancora di più, facendo aderire il suo corpo contro il suo e, mettendole una mano dietro la schiena, la baciò.

Un bacio caldo, un bacio dapprima sussurrato come il leggero rumore delle foglie sopra di loro smosse dagli uccelli che cinguettavano, poi sempre più temprato. Hermione si sciolse sotto quell’improvviso incontro con le labbra seducenti e passionali di Fred. Le ferite lasciate dalla mancanza di quelle labbra si cicatrizzarono e il suo corpo veniva cullato da quella sensazione di beatitudine che nessun altro era mai riuscito a darle. Fece salire le mani verso il suo viso, scorrendo con le dita fino all’attaccatura dei capelli infuocati. Quanto aveva desiderato quelle calde labbra! Cercavano le sue con la stessa passione di un uragano, si spingevano sempre più oltre, lasciando spazio alle loro lingue di incontrarsi e danzare. Non voleva perdere più un solo secondo della sua vita senza di esse, erano la tempesta che la teneva salda a lui e non se la sarebbe fatta fuggire di nuovo.

Fred la strinse ancora di più a sé, accarezzando la schiena coperta dal cotone e con la mano libera la strinse sul fianco, impedendole di scappare da lui. Era lei il suo ossigeno. C’era il momento per giocare, per farla arrabbiare e per vendicarsi, ma quel momento era dedicato solo ai loro corpi che si accarezzavano e a loro respiri che si univano. Era il loro momento e ne avrebbero approfittato fino alla fine. I suoi baci erano dolci e, a tratti, sempre più esigenti; un’altalena di emozioni che lo faceva impazzire. Scese a baciarle il collo, percorrendo la carotide con la lingua e sentì lei trattenere il respiro.


Ad un tratto sentirono un rumore dietro di loro e si staccarono di slancio. Il rumore proveniva dalla loro destra, dietro un alto cespuglio di fiori rosa. Fred si parò davanti a lei, a mo di scudo e avanzò lentamente verso quella direzione ma dietro c’era solo un piccolo gatto nero con gli occhi castani, accovacciato sulle zampette chiare che lo osservò incuriosito. Fred lo accarezzò e sorrise. Dopo tutto quello che era successo realizzare che i rumori sinistri potevano essere solo dei gattini teneri, era un ottimo traguardo. Lasciò il gatto e prese la mano di Hermione.


“Andiamo Granger, si staranno chiedendo dove saremo finiti … o quale incantesimo avrai usato per uccidermi e nascondere il mio corpo!” disse sorridendo, allegro e beato e guardandola come se non potesse farne più a meno.
 
 
 






NdA
 
Yeh, I’m back!
Ok, questa fan fiction era in stalla da molto. Avevo perso l’ispirazione, cercavo quel qualcosa di particolare che mancava alla storia, quel qualcosa che l’avrebbe resa interessante e non solo una semplice storiella romantica. Con questo capitolo ho deciso di mettere da parte la prima vendetta di Hermione (infatti l’ho fatta iniziare e concludere senza dilungarmi troppo) e il motivo è piuttosto semplice. Il mio sblocco sarà anche la sua vendetta, che è decisamente più intrigante della prima. Che altro dire, i prossimi tre sono già più o meno pronti. Buona lettura e godetevi l'ultimo capitolo tranquillo e senza colpi di scena, perchè dal prossimo si ci diverte!
  
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