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Autore: MaggieMary    23/03/2014    5 recensioni
× Quando sei solo un'unità ×
Una grandezza è una quantità che può essere misurata con strumenti di misura.
Non è quindi possibile misurare la bontà, la felicità, l’amore o perfino la bellezza di una persona.
“Ciao, mi presento. Mi chiamo Lee Sungjong e ho una bellezza pari a 5,5 unità di bellezza.”
[MyungJong] ~ [ + Possibili future nuove OTP /? ]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: L/Kim Myungsoo, Lee Sungjong
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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[5,5]
- Capitolo XI -

 


 


 
Sungjong se n'era rimasto per un po' dietro un angolo prima di sbucare fuori dal suo "nascondiglio".
 
Aveva passato diversi minuti a buttare occhiate verso quella panchina di legno usato prima di prendere coraggio e decidere di proseguire.
 
Quel giorno era sgattaiolato via prima della fine delle sue lezioni, in modo da essere sicuro di arrivare in quel posto senza troppo imprevisti.
 
E, tra tutti questi, quello che troneggiava era di incontrare una certa persona.
 
Si era ripromesso che non l'avrebbe più visto.
Si, lo aveva promesso a sé stesso.
 
Non sapeva in verità perchè lo stesse facendo ma, dopo quel pomeriggio in cui le loro labbra si erano incontrate, qualcosa era scattato in lui.
Una serie di sentimenti che in un certo senso erano sempre stati custoditi e cresciuti dentro di lui ma di cui non aveva mai notato le radici.
 
Come se per tutto quel tempo Lee Sungjong non avesse fatto altro che coltivare un fiore.
Un fiore delicato che però non aveva mai notato.
Perchè era cresciuto spontaneamente. Selvaticamente. Senza il suo volere.
Nascosto tra tanti altri fiori, tra tante altre distrazioni.
Eppure, senza rendersene conto, non aveva fatto altro che curarlo. Accrescendolo sempre di più.
Mentre innaffiava le altre piante, conseguentemente non faceva altro che dar nutrimento anche a quel piccolo fiore.
 
Lee Sungjong non si era mai accorto di tutto ciò.
Non aveva mai notato come le sue radici si fossero rinforzare giorno dopo giorno.
Solo quando i suoi occhi erano finalmente entrati in contatto con quei petali cresciuti, il ragazzo si era accorto della sua presenza.
Si era reso conto che quel fiore era sempre stato lì, prima messo da parte e oscurato da quella miriade di altre piante, ma che ora troneggiava.
Sungjong non aveva potuto far altro che sorridere e meravigliarsi di quel bellissimo fiore.
Non aveva potuto far altro che ammirare come quei colori si riflettessero meravigliosamente nei suoi occhi.
Come se i suoi occhi fossero sempre stati destinati ad osservare quel fiore.
Come se le sue narici fossero sempre state destinate a destinare quel profumo.
 
Eppure, c'era qualcosa che non andava.
Nell'istante esatto in cui le sue mani avevano toccato quel gambo verde sottile e lo avevano preso in mano, Sungjong si era sentito in colpa.
Si era sentito in colpa di aver estirpato quel fiore dal terreno.
Come se non fosse lui a dover decidere la sorte di quella pianta.
 
Si era sentito in colpa di aver fatto quello, prima di ricevere un permesso di un qualche tipo.
Quel fiore era selvatico, magari anche velenoso, magari anche illegale.
 
Lee Sungjong non lo sapeva perchè era la prima volta che ne vedeva uno così.
 
Pensava che, dopotutto, non fosse solo colpa sua.
Dopotutto, era stato il fiore a portare ad estirparlo.
La bellezza colorata di esso lo aveva spinto a prenderlo tra le sue mani come un oggetto prezioso.
 
E Lee Sungjong avrebbe solo voluto tenerlo per sempre con sé.
 
Rinchiuderlo magari tra le pagine spiegazzate di un libro di botanica, in modo da poterlo osservare ogni qual volta ne avesse voglia.
 
Ma non poteva.
Quel fiore non era di sua proprietà ed era sconosciuto.
 
Così lo aveva riappoggiato nell'erba verde e aveva tentato di ripiantarlo.
 
Ma le sue radici erano già state tolte.
 
Ora sarebbe stato impossibile riportare tutto com'era stato all'inizio.
 
E Sungjong lo sapeva.
Per questo non aveva cercato più di tanto di fare qualcosa per risolvere quella situazione.
Anche se ci aveva provato, dopo un po' aveva rinunciato a voler piantare quel fiore, ormai già troppo cresciuto.
Così lo aveva abbandonato tra le altre piante, cercando poi un modo per camuffarlo.
 
Così Lee Sungjong aveva preso quella targhetta d'oro preziosa, che per tanto tempo aveva tenuto sul suo comodino in attesa di essere restituita al legittimo proprietario.
 
Con un unico scopo: ridarla a Kim Myungsoo.
 
Il mese del loro contratto dopotutto era trascorso.
Che Sungjong non se ne fosse accorto, non importava.
Che fossero successe tante cose, non importava.
Che non volesse smettere di incontrare quel ragazzo, non importava.
 
Il contratto era iniziato con una targhetta e con quella sarebbe anche dovuta finire.
 
Era certo che non avrebbe più rivisto il 9,9 dopo quel giorno.
Le loro due esistenze sarebbe continuate ad andare avanti separatamente.
 
Come giusto che fosse.
 
Era stato sbagliato l'essersi incontrati.
Era stato sbagliato l'essersi visti più volte.
Era stato sbagliato l'essersi baciati.
 
E mentre appoggiava quella targhetta sulla panchina, nella speranza che avrebbe raggiunto il legittimo proprietario, Sungjong sentiva che stava facendo la cosa giusta.
 
 
Anche se il suo cuore gli stava sussurrando che non aveva mai preso decisione più errata.
 



 

Ormai si era abituato.
Il 5,5 ormai non si sorprendeva più di tanto delle occhiatacce che gli riservava la gente.
 
Ricordava che un tempo ne aveva avuto a male di ciò.
Si ricordava di infinite notti passate insonni a riflettere su ciò che non andava in lui.
Si ricordava di infiniti pomeriggi passati a fissare il suo riflesso in quello specchio sbeccato appeso in camera sua.
 
Da quand'è che non si era più soffermato su quella lastra di vetro riflettente però?
 
Da quand'é che gli sguardi erano tornati pesargli così tanto?
 
Sungjong non sapeva dare una risposta certa a nessuna delle due domande.
Era a conoscenza solo del fatto che improvvisamente era come se fosse tornato alla realtà.
Come se quel numero inciso su quel cartoncino di carta fosse tornato a farsi vedere.
 
Eppure non se n'era mai andato.
Era sempre rimasto appeso ai suoi indumenti.
 
Ma il ragazzo, per un certo periodo, ne aveva come sentito la scomparsa.
O comunque non ne aveva notato la presenza.
In un certo periodo, che forse si poteva semplicemente racchiudere in un mese.
 
Sungjong scosse forte la testa mentre proseguiva per quel viale alberato, verso il suo dormitorio dopo aver riconsegnato quella targhetta.
 
In altre circostanze, il 5,5 avrebbe camminato ai lati di quella strada, camuffandosi e nascondendosi dietro quei folti alberi.
Lontano da tutto e da tutti.
Come tutti i suoi compagni di unità facevano.
 
Eppure da lì a un po' la voglia di nascondersi era come scomparsa.
Come se essere un insufficiente non fosse poi così male.
 
"Hai proprio una faccia tosta ... 5,5." - la voce tagliente di un ragazzo si fece sentire alle sue spalle, interrompendo così il suo flusso di pensieri.
 
Sungjong si girò alle sue spalle, venendo così faccia a faccia con 3 ragazzi più o meno alti come lui.
 
Da quand'è che anche i 6,5 si ritrovano a fare i bulli di questo campus?, si ritrovò a pensare, osservando le facce da strafottenti che aveva assunto quei tre sconosciuti.
 
Senza dire nulla, il ragazzo fece retrofronte tornando sui suoi passi, ma senza però riuscire a camminare per un lungo tratto.
 
"Ehi!" - lo richiamarono - "Stavamo parlando con te!"
 
Il giovane roteò gli occhi al cielo - "Non voglio avere nulla a che fare con tipi come voi." - si ritrovò questa volta a replicare a tono.
 
Sungjong sapeva che avrebbe dovuto tacere.
Se ne sarebbe dovuto star zitto e proseguire per la sua strada.
Prima o poi si sarebbe annoiati di importunarlo.
Lui doveva solo ignorarli.
 
Eppure Lee Sungjong non era uno di quei ragazzi che amava subire solamente.
Preferiva di sicuro agire.
Suo malgrado.
 
La sua unità non gli avrebbe mai permesso di fare una simile cosa senza ricevere conseguenze.
 
Conseguenze che come d'abitudine arrivarono.
 
Una mano si poggiò fortemente sulla sua spalla, impedendogli di proseguire e costringendolo a girarsi.
 
"Con chi credi di parlare, nullità?!" - gli sputarono crudelmente in faccia.
 
Sungjong fece una smorfia, mentre il suo cervello gli suggeriva che era il momento giusto per darsela a gambe.
 
Era un 5,5 e, se quella situazione fosse peggiorata, nessuno sarebbe mai corso a salvarlo.
 
Quel viale era pieno di persone che andavano e venivano.
Ma tutti li ignoravano, come "giusto" che fosse.
 
Se un insufficiente e tre poco più che sufficienti litigavano, cosa sarebbe mai dovuto importare a dei superiori?
 
Il ragazzo era a conoscenza di ciò, per questo aveva sempre tenuto un basso profilo per evitare simili cose.
 
Allora perchè quel giorno si stava comportando in quel modo?
Forse perché aveva come scoperto che le unità superiori a lui non fossero poi tanto superiori?
Forse perchè aveva capito che non erano altro che semplici ragazzi come lui?
 
Forse perché aveva conosciuto un 9,9 che lo aveva trattato come una persona e non come un numero?
 
Non lo sapeva, ma si ritrovò comunque a riaprire bocca - "Nullità ..? Non mi sembra che voi siate messi tanto meglio!"
 
I tre 6,5 lo guardarono con uno sguardo truce, corrugando le fronti.
 
Il più alto tra di loro fece per parlare, ma Sungjong lo superò per tempo, non sapendo nemmeno lui perchè lo stesse realmente facendo.
 
"Siete solo delle unità di mezzo. Né 6, né 7."
 
"Tsk. Da che pulpito! Tu stesso sei un caso del genere!"
 
"Ne sono consapevole... proprio per questo ne posso parlare con sicurezza. Altro che gente come voi che sentendosi superiore pensa di poter sparare sentenze senza un minimo di verità. Date solo aria ai denti!"
 
Le parole di Sungjong furono la goccia che fece traboccare il vaso.
 
La mente del ragazzo non aveva fatto altro che cercare di fermarlo.
Aveva cercato di frenare quel flusso di rabbia improvvisa che lo avevano fatto parlare.
 
Eppure una parte di lui non aveva fatto altro che aspettare quel momento.
Momento in cui avrebbe potuto finalmente esprimere a parola i suoi pensieri, fregandosene delle possibili conseguenze.
 
Una parte di lui aveva sempre e solo aspettato che quel 6,9 afferrasse il colletto della sua giacca.
E così fu.
 
Quel che sembrava il leader di quel piccolo gruppo gli strinse con forza il cappotto e la sciarpa tra le sue mani, quasi sollevando il suo corpo all'altezza del suo viso.
 
Sungjong non fece resistenza in nessun modo, rimanendo solo lì a stringere i denti come stava facendo anche il ragazzo di fronte a lui.
 
Cosa gli avrebbe fatto ora?
Come sarebbe andata a finire quella storia?
 
Sarebbero finiti per picchiarsi a vicenda?
Perchè quei tre ragazzi parevano avere abbastanza esperienza al riguardo.
 
Il 5,5 non lo sapeva.
Era solo certo che nessuno sarebbe accorso in suo aiuto.
 
"Non ti hanno insegnato le buone maniere, brutto?"
 
Sungjong strinse gli occhi, mentre il 6,5 aveva stretto la presa, portando il minore a tossire per quella improvvisa fatica a respirare.
 
Si morse un labbro, prima di aprire bocca e replicare nuovamente a quelle parole dure che gli erano state rivolte.
 
O perlomeno cercò.
Cercò di replicare, ma con scarso successo.
 
Senza rendersene conto, qualcuno era giunto al loro fianco.
Qualcuno che lo aveva cercato per tutto quel parco alberato e che lo aveva ritrovato in quella situazione.
Qualcuno che Sungjong non avrebbe in nessun modo voluto incontrare.
In particolare in quella situazione.
 
Quel nuovo arrivato staccò le mani del 6,5 dal colletto del giovane e velocemente lo fece spostare da lui.
 
"Non mi sembra un comportamento adeguato alla vostra unità. Siete ancora troppo in bilico, non vi conviene farvi venir rimproverare da quelli del palazzo centrale."
 
Il 6,5 lo guardò con gli occhi fuori dalle orbite.
 
"Che vi succede a voi inferiori oggi? Avete tutti voglia di fare i rivoluzionari?!"
 
L'interpellato gli riservò un sorrisetto, mostrandogli poi una targhetta luccicante che teneva tra le mani.
 
"Non dovreste trarre conclusioni infondate."
 
I due ragazzi al fianco del 6,5 fecero automaticamente un passo indietro dopo aver letto quell'unità sulla targhetta.
 
"Hyung ..." - intimarono poi all'amico - "Andiamocene. È meglio smettere di scherzare...."
 
Quest'ultimo strinse i pugni lungo i fianchi, prima di calciare un sasso lontano e andarsene via di lì, scocciata a e infuriato per quella sconfitta per cui nemmeno aveva combattuto.
 
Ma un 6,5 aveva già la partita persa con un 9,9.
 
Sungjong, che per tutto quel tempo non aveva fatto altro che starsene in disparte, fece un passo indietro, pronto ad andarsene velocemente via da lì.
 
Nemmeno pochi minuti prima si era ripromesso di non vedere mai più quel ragazzo ed ora invece era già riapparso?
 
Il karma ce l'aveva con lui.
Ma a dire il vero la fortuna non era stata mai particolarmente dalla sua parte.
 
Se no a quel momento non sarebbe stato un 5,5.
 
"Dove credi di andartene?!" - gli domandò Myungsoo, trattenendolo per un pulso prima che Sungjong se ne potesse andare definitivamente di lì.
 
Il giovane scosse la mano, in modo da fargli perdere la presa.
Il 9,9 lo guardò amareggiato.
 
"Non mi ringrazi nemmeno?"
 
"Non mi sembrava di averti chiesto in alcun modo aiuto."
 
"Però ne avevi bisogno."
 
Ed era vero?
Senza l'arrivo di Myungsoo quella situazione si sarebbe conclusa per il peggio?
 
"Non puoi litigare con un tuo superiore così a cielo aperto! Immagina se qualcuno avesse chiamato le autorità!" - lo fece riflettere - "Se ti avessero portato al palazzo centrale ... di sicuro avrebbero abbassato ancora di più la tua unità..."
 
Il maggiore lo stava rimproverando.
Sgridando per ciò che aveva fatto.
Eppure allo stesso tempo poteva sentire una certa preoccupazione nelle sue parole.
 
Una preoccupazione che Lee Sungjong non avrebbe mai voluto percepire.
 
"E allora?!" - gli replicò contro ad alta voce - "Tanto la mia unità è già da miserabile! Per di più ... tu non dovresti preoccuparti di quello che mi accade!"
 
Myungsoo lo fissò dritto negli occhi, portando il 5,5 ad abbassare gli occhi verso la punta delle sue scarpe usate.
 
"E se non lo faccio io, chi dovrebbe farlo allora... ?"
 
Sungjong sobbalzò per quella frase improvvisa.
 
Come poteva dire una simile cosa con leggerezza?
Per il 5,5 non era una frase da nulla.
 
Myungsoo tentò di appoggiare una mano sulla guancia del più piccolo, ma quest'ultimo fu più veloce a ritrarsi.
 
"Non devi pensare a me." - gli sussurrò a denti stretti, prima di scappare via da quel viale affollato e andarsene nella sua stanza.
 
Il 9,9 lo guardò andare via, convinto in un qualche modo di averlo definitivamente perso.
 
Ma forse non era così.
Forse c'era ancora qualcos'altro che poteva fare.
 
 
Così Kim Myungsoo si arrotolò le maniche del suo cappotto e si sistemò bene la tracolla sulla sua spalla.
 


 


 
 
Note dell'autrice
Pubblico ad un orario indecente, con un ritardo indecente ed un capitolo altrettanto indecente. Ma andiamo per gradi (?)
Prima di tutto, mi inchino a voi per chiedere umilmente scusa per la mia improvvisa e abbastanza prolungata assenza da efp ; A ; Ultimamente ero in uno stato di "guardiamoci anime e leggiamoci manga finché non mi si seccano i bulbi oculari"(?) e tra la gita scolastica e mille mila compiti non riuscivo a ricavare nemmeno un attimino-ino-ino (?) per voi ; // ; Sono pessima,quindi vi chiedo scusa all'infinito qwq
Secondo, forse starete pensando "Aggiorna così tardi e per di più con un capitolo così moscio e aperto?!" ... ecco, non voglio essere affatto sadica nei vostri confronti ; A ; Potrebbe sembrare, ma sono una persona gentile io ; - ; (?) Solo che il capitolo si stava facendo incredibilmente lungo e noioso quindi mi sono detta che forse era meglio fermarsi con una fine aperta piuttosto che scrivere velocemente ed in breve il seguito ...
Forse sono cretina, ma ormai il danno è fatto (?)
Terzo, perchè Sungjong fa improvvisamente il bulletto? Bah, sinceramente Jongie ha assunto questo carattere nella fanfiction, piuttosto diverso da "You're my panda" ma neanche troppo, quindi ho lasciato che il suo comportamento si esprimesse in maniera più naturale possibile (???) Per di più ... tumblr e social network vari sono PIENI di foto sue che si finge delinquente, quindi forse mi sono fatta inconsciamente influenzare./?
Quarto, GRAZIE PER AVER LETTO ANCHE QUESTO CAPITOLO ; VVV ; Vi amo e venero per starmi ancora seguendo nonostante la mia lentezza e vi ricordo la mia pagina d'autore (https://www.facebook.com/pages/Maggiemary-EFP-/657116371016674). Un grazie in particolare a chi ha inserito la storia nelle preferite/seguite/ricordate e a chi ha recensito (hae na, Made in China, NGNG, mia sorella che continua a recensire non so per quale miracolo /?, e la mia unnie Made) -lancia cuori- ; uu ;
 
E nulla, penso basta (?)
Grazie grazie grazie ancora ; v ;
Cercherò di non morire nuovamente e continuate a sostenermi finchè potete, anche se la tiro davvero troppo per le lunghe ; - ;
 
Alla prossima, stupendi;
 
Love you,
Maggie
 
 

 
   
 
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