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Autore: Tina_Legolas    23/03/2014    2 recensioni
Unconventional story, proprio come nel titolo, è una storia particolare nata da un sogno che ho fatto alcuni mesi fa e che non ho potuto far a meno di scrivere.
I personaggi principali sono Lindir e una nuova ragazza, Lory, giunta da un mondo lontano, Asgard. Vivrà a Gran Burrone, ma Loki ha alcuni piani per loro e non esiterà a metterli in pratica.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arwen, Elrond, Lindir, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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--- CAPITOLO 6 ---
 

“Se vi becco...” disse la giovane rincorrendo i bambini che giocavano in giardino.

I due risposero con una sonora risata cristallina.

Lindir, con un leggero sorriso stampato sulle labbra, li guardava dalla finestra della sala ricevimenti, ormai vuota.

“Vai, finisco io qui...”

“Mio signore ho quasi finito...”

“Ti ho detto di andare...” sorrise Elrond.

Lindir posò i fogli che teneva in mano e li impilò su una scrivania.

“Grazie, mio signore...” disse allacciandosi il sottile mantello.

“So cosa vuol dire essere padre, non saranno così per sempre. Presto cresceranno, vai e goditeli...” sorrise.

Lindir abbandonò la sala lasciando Elrond a compilare le ultime missive.

“Ada!!!” gli corsero incontro i due piccoli.

Lindir si abbassò per poterli abbracciare entrambi, li strinse a se scoccando due baci sulle loro fronti.

“Stavate giocando?” chiese facendo finta di non averli visti.

“Si...” disse ridendo il più piccolo

“La mamma stava facendo l'orco e noi scappavamo” disse Eruannie ridendo anche lei.

“La mamma è un orco? Non lo sapevo!” scherzò Lindir.

Lory era riapparsa alle sue spalle portandosi un dito alle labbra facendo segno ai bambini di non parlare, un sorriso che non le abbandonava mai le labbra.

“Preso!!!” urlò la giovane abbracciando Lindir e due figli che si divincolando scappando lontano.

“Prendeteci!” urlò Gildor.

Lindir rise trascinandosi la moglie sulle ginocchia.

“Stai diventando brava, Lory...” disse baciandola dolcemente “Non ti avevo quasi sentita...” sorrise.

“Bel complimento da un elfo...” rispose lei rubandogli un bacio.

“Bleeeeeah!” disse il piccolo.

“Ma tu senti un po' questo...Gildor ora ti vengo a prendere e ti riempio di baci. Vediamo se ci farai ancora quel versaccio...” disse ridendo e alzandosi di corsa.

Il piccolo rise, una risata così cristallina che illuminò il cuore dell'elfo che li guardava estasiato.
“Ada...” si sentì tirare la veste da una leggera manina.

“Dimmi piccola...” disse inginocchiandosi di fronte a lei.

“Mi prendi in braccio?” chiese.

“Sei grande ormai...” sorrise Lindir.

“Ti prego!” sfoderò due occhioni talmente azzurri da ricordargli il cielo estivo.

“Vieni qui amore mio...” la prese fra le braccia sprofondando la testa fra i lunghi capelli castani, identici ai suoi.

 

**

 

Lory stava piangendo.

Non le capitava spesso, ma quando doveva piangere preferiva essere sola.

Lindir la trovò, una spalla appoggiata a una colonna che decorava il giardino privato, stava fissando le imponenti cascate di Imladris.

“Lory...” la chiamò

La moglie si asciugò immediatamente le lacrime.

Lindir si avvicinò a lei, fino a quando non fu talmente vicino da cingerla da dietro e passargli le braccia in vita per tenerla più stretta.

“Sono grandi ormai...”

“Lo so...” disse cercando di trattenersi dal piangere di nuovo.

“E anche loro devono fare come tutti gli altri giovani elfi...”

Lory annuì.

Lindir le accarezzò le spalle.

“Torneranno, non staranno via molto...”

Lory si girò abbracciandolo.

Anche Lindir aveva gli occhi lucidi, ma cercava di trattenere le lacrime.

“Ada! Nana!...” esclamarono i due ragazzi “Vi stavamo cercando!” Gildor e Eruannie si immobilizzarono di fronte allo sguardo della madre.

Erano cresciuti ormai. Eruannie era una bellissima elfa, capelli castani raccolti sulla nuca, un fisico longilineo, snello, alta quasi quanto il padre, Gildor era diventato un magnifico elfo, lunghi e lisci capelli neri gli ricadevano ai lati del viso, occhi color cielo completavano il tutto.

“Che succede?” chiese Gildor.

Lory sorrise flebilmente.

“Nulla, sono una sciocca...” sorrise.

“Mamma torneremo presto...” disse Eruannie, sorridendo, abbracciandola.

“Lo so, piccola mia...” disse stringendola forte a se.

Lindir aveva gli occhi sempre più lucidi.

“Anche tu, no!...” disse, sorridendo, Gildor abbracciando il padre.

“Lo so...” rispose l'elfo abbracciando il figlio “Mi mancherete...” sorrise prendendo fra le sue braccia anche Eruannie “Siete cresciuti così in fretta...” disse allontanandosi accarezzando le loro guance.

“Andate su, state attenti, Gildor prenditi cura di tua sorella...” disse Lory.

“Hey! So combattere anch'io!” ribattè la ragazza.

“Non ho dubbi!” sorrise Lory “Ma Gildor è un maschio...”

“Sempre questa storia...” sbuffò la figlia.

“Non prendere questa cosa con leggerezza!” la redarguì Lindir.

“No, ada. Mi hai già fatto questo discorso. Starò attenta...”

“Brava la mia piccola!” disse baciandole ancora la fronte.

S'incamminarono verso l'entrata Ovest di Gran Burrone dove due addetti alle scuderie portarono due cavalli che erano già stati sistemati con le sacche dei due ragazzi.

Lindir e Lory erano abbracciati mentre i due figli stavano caricando le ultime cose, stavano quasi per salire in groppa, quando, guardandosi a vicenda, si lanciarono ancora fra le braccia dei genitori.

Poi si allontanarono a fissarli.

“Il sole è ormai sorto...” disse Lindir con una lacrima che gli bagnava la guancia “Su andate!...” disse sorridendo.

“Tenna' ento lye omenta” (fino a quando non ci rivedremo di nuovo)...” sussurrò quando ormai i due ragazzi erano saliti a cavallo.

Lory passò una mano sul volto del marito per asciugare le sue lacrime.

“Alla fine hanno fatto piangere anche te...” sorrise Lory.

Lindir rispose al sorriso con un sorriso.

“Siete riusciti a lasciarli andare...” Elrond comparve alle loro spalle.

“Si, mio signore...” sorrise Lindir.

“E' arrivato anche il loro momento. Devono conoscere il mondo che li circonda...” sorrise ai due sposi “E poi penso che quando torneranno avranno una sorpresa...” disse voltandosi sorridendo.

“Di cosa sta parlando?” chiese Lindir.

“Bhe ecco. Lindir ti devo parlare, vieni...” disse prendendolo per una mano e trascinandolo su un balcone a strapiombo su una cascata.

“Cosa c'è? Mi preoccupi...” chiese in ansia.

“No, stai tranquillo. Siediti però...”

“Lory...” la chiamò spaventato.

La ragazza lo spinse su una panca mettendosi poi in piedi di fronte a lui.

“Dammi la mano...”

L'elfo glie la porse immediatamente.

“Cosa mi nascondente tu e re Elrond?”

Lory sorrise guardando l'espressione spaurita dell'elfo.

“Sei identico a quando ti ho conosciuto...” disse la giovane socchiudendo gli occhi.

Erano già passati più di trecento anni dal loro matrimonio e il tempo non sembrava aver toccato nessuno dei due.

“Lory!!! Mi stai uccidendo! Cosa c'è?” chiese preoccupato.

Lory rise appoggiando poi la mano dell'elfo al suo ventre.

“...anco...io...da quanto?” balbetò un pò l'elfo non riuscendo a collegare le parole.

“Secondo re Elrond due mesi...” sorrise la giovane.

“Ma..da quanto lo sai?”chiese sorridendo Lindir.

“Pochi giorni...è ancora troppo presto per dirglielo, ho preferito che partissero....”

Lindir sorrise, facendola sedere sulle sue gambe, abbracciandola stretta e baciandola.

“E' meraviglioso!” esclamò l'elfo.

“Non ti mancava un piccolo cucciolo a farci compagnia?”

“Si, mi mancavano le notti in bianco e i pianti a ogni ora del giorno e della notte...” sorrise quando la giovane gli diede un leggero pugno ad una spalla.

Lindir rispose stringendola ancora più forte.

Lory appoggiò la testa sulla sua spalla.

“Stai bene?”

“Mai stata meglio...” sorrise contro il suo collo.

“Come la prenderanno quando torneranno?” sorrise l'elfo.

  
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