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Autore: Justanotherpsycho    23/03/2014    1 recensioni
Può l'orgoglio di un Dio e la sua sete di gloria e potere aizzarlo contro suo Padre? Verrà l'Olimpo scosso dall'ultima e più grande delle Tre Guerre Divine, quella mai narrata?
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LIBRO III - Capitolo 35 La Signora degli Usci Lo sguardo attonito di Cerbero, di tutte e tre le sue teste, fisso su quell’insolita figura. Il tempo sembra essersi fermato.
La vecchietta, dal corpo nodoso e grinzoso quanto il suo bastone da passeggio, ha un braccio che termina proprio in legno, da cui è ricavata una torcia accesa.
Si muove lentamente, ma non sembra degnare il putiferio che la circonda e gli Echidnidi.
«Persefone! Figliola!» fa invece rivolta al corpo che tutti avevano ignorato, disteso poco distante, con tono sinceramente preoccupato ma senza riuscire a contrarre la faccia in modo da dimostrarlo o senza poter affrettare il passo.
Ares, invisibile presenza ancora sospesa sulla scena della battaglia, aveva osservato tutto, silenzioso, non che qualcuno potesse sentirlo.
Continuamente questa storia riesce a sorprenderlo: chi era ora quella figura così lontana dal conflitto che aveva risolto, quasi inconsapevolmente?
E Persefone, non l’aveva notata prima d’ora: era sempre stata nella sala del Trono? Dov’era allora prima, quando vi era stato condotto da Thanatos?
Forse… era lei quel tepore caldo che aveva avvertito quella volta?
Eppure adesso da lei non sembra provenire che freddo, come di una fiamma consumata dalla notte.
La metà che ancora conserva la bellezza del mondo dei vivi e dell’Olimpo in cui è nata sta scomparendo; la sua pelle bellissima e delicata divorata dalla sua controparte cadaverica nel modo in cui normalmente un cadavere viene logorato dal tempo e dai vermi.
«Cosa ti è successo?» fa la vecchietta, giunta al capezzale della donna e vedendole il sangue sgorgare dalla ferita all’addome.
«Ade…» risponde debole la sua parte viva, ma con un piccolo sorrisetto soddisfatto.
«Hai fatto bene a chiamarmi» commenta la vecchietta, accennando ad un ciondolo a mo’ di piccola porta che la dea regge nella mano sana.
«Qualcuno mi vuole spiegare cosa sta succedendo?» ruggisce Cerbero.
«Come osi rivolgerti in questo modo alla Signora degli Usci?» alza la voce Persefone.
«Ecate – la interrompe quella – Potete chiamarmi Ecate»
«Lei ha il potere di viaggiare ovunque in questo Mondo, persino tra il Regno dei Morti e quello dei Vivi. E’ stata lei la mia via di fuga da questa prigionia in tutti questi anni e lei la prima ad avvisare mia madre della prigionia! E’ la vostra via di fuga, unica speranza di salvezza!»
«Già, perché sicuramente quello stupido Dio della Guerra non ha pensato a come farvi uscire di qui!» ride sprezzante il cadavere della Dea, corrodendo sempre di più la sua bellezza come ruggine sul ferro.
Ares in effetti non ci aveva pensato, e la frecciata lo coglie in pieno. Per dipiù chi l’aveva lanciata per un attimo sembrava l’avesse guardato: che anche lei potesse vederlo? Da morto a morto?
«Che senso ha!? – urla Cerbero – E’ finita! La Guerra è persa prima di essere cominciata! Ares è perso, il suo corpo in pezzi, e mio fratello è morto!»
«No, non è morto… sentiamo ancora la sua energia vitale, per quanto debole» lo rassicura la bella Persefone.
«Tu! Piccola meretrice!» le urla contro il suo cadavere, in qualche modo oltraggiata.
D’un tratto Ecate sferra un deciso colpo di bastone alla tempia incancrenita della sua protetta, facendo svenire la sua parte morta senza apparenti ripercussioni su quella immortale.
«Mi stava proprio stufando» commenta la Signora degli Usci.
«Ecate, sai che ora sarai considerata nemica dell’Olimpo, vero? Verrai perseguitata e combattuta alla stregua di loro alleata»
«Non mi importa, non riusciranno a prendermi. E se questo è il fato che mi spetta per aiutare far felice te e tua madre, così sia»
«Scusatemi! – interrompe ancora Cerbero, stupito della calma delle due donne – Sono felice di sapere che mio fratello è ancora vivo, ma non è ancora fuori pericolo, per non parlare di Ares sarà fra le grinfie di Thanatos e che non ha più un corpo!»
«Ares è qui – risponde Persefone, finalmente rivelando di poterlo vedere – Ma la questione del corpo…»
«Beh, una soluzione ci sarebbe… - inizia Ecate - … Ares ha bisogno di un corpo… mentre vostro fratello di uno spirito talmente forte da tenere in vita il suo… L’anima immortale di Ares potrebbe sanargli le ferite…»
«Ma il corpo del mostro non si può dire propriamente “integro”…» interviene Persefone.
«Sono sicura che un’anima forte come la sua riuscirà a soprassedere alla mancanza di un braccio…»
«Hai sentito Ares? Dovrai impossessarti del corpo del tuo alleato! Un piccolo trucchetto da spettri…»
Il Dio della Guerra, finalmente tirato in causa, viene colto alla sprovvista come uno spettatore che venga tirato su a forza dalla platea e condotto sul palco durante una tragedia.
Certo, entrare nel corpo di qualcuno non si addice ad un Dio, ma è l’unica speranza.
«Aspettate un attimo! Cosa succederà a mio fratello?»
«E’ privo di sensi e debole ora, non se ne accorgerà, e una breve esposizione ad un’altra anima, per quanto quella di un Dio, non dovrebbe intaccare la sua psiche…»
Preso un bel respiro, come un mortale che si tuffi nell’acqua gelida e profonda, Ares si tuffa nel corpo immobile di Chimera.
  
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