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Autore: Nikkio    03/07/2008    7 recensioni
"La mia è una storia strana, che inizia una mattina di 4 anni fa, quando mi svegliai senza più un ricordo e con un mal di testa spaventoso."
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri | Personaggi: Ginny Weasley, Hermione Granger, Pansy Parkinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ti amo”
Mi sveglio di soprassalto.
Di nuovo quel sogno.
Di nuovo quella voce dolce e triste a cui non riesco a dare un viso.
La sveglia alla mia sinistra segna le sei. Sospiro sapendo che tanto non riuscirei più ad addormentarmi e mi alzo diretta verso la cucina.
Mentre preparo il caffè sento la porta d’ingresso aprirsi e poco dopo vedo entrare nella stanza una ragazza in tuta da ginnastica.
“Wow! Vederti fuori dal letto a quest’ora mi sembrava più improbabile del riuscire a diventare presidentessa degli Stai Uniti!”. Si avvicina mettendomi una mano sulla spalla e con fare teatrale mi dice “Grazie! Mi hai dato una nuova speranza”.
Non è che io sia una dormigliona, tutt’altro. Da 4 anni a questa parte soffro di una persistente insonnia e ,le poche volte che riesco a dormire, faccio sempre lo stesso sogno.
Sento questa voce, proviene da una figura indistinta, ma quando provo ad avvicinarmi per capire chi sia mi sveglio e non riuscire più a riprendere sonno.
Tuttavia questo non mi hai mai impedito prima d’ora di rimanere a letto tutta la mattinata, cercando di dare un significato a questi sogni nonché alla mia sconclusionata vita.
“Sai Kim” dico guardando la ragazza di fronte a me che al momento si sta versando una tazza di caffè “per quanto io apprezzi il tuo sarcasmo, oggi non credo proprio di essere dell’umore giusto per poterlo reggere”.
Mi sono alzata con il cosiddetto piede sbagliato.
“Oh andiamo Ash! Stavo scherzando! Niente più sarcasmo per oggi! Promesso!”. Mi dice portandosi la tazza alla bocca “Piuttosto, come va la tua ricerca? Novità?”.
Alzo le braccia sopra la testa stiracchiandomi e annuisco “Si, ho trovato il numero di questa nuova psicologa che ha aperto lo studio da circa un mese. Ho un appuntamento per oggi pomeriggio, spero riesca ad aiutarmi”
Kim alza lo sguardo dalla tazza per volgerlo al mio viso.
“Sono sicura che questa sia quella giusta! Vedrai, uscita di lì ti ricorderai tutto!”mi dice con espressione convinta prima di posarmi un bacio sulla fronte e dirmi che andava a farsi una doccia.

Ricordare…Comincio a credere che non sia più possibile.
La mia è una storia strana, che inizia una mattina di 4 anni fa, quando mi svegliai senza più un ricordo e con un mal di testa spaventoso. In mano stringevo una barretta di legno che solo in secondo momento ,mi accorsi, somigliava a quelle che i maghi e le streghe avevano nelle fiabe.
Guardandomi intorno vidi solo una stanza spoglia il cui unico mobilio era il letto sul quale mi ero svegliata e sul quale si trovava un documento d’identità. Così scoprii che mi chiamavo Ashley Parker, che avevo 20 anni e vivevo a New York niente di più niente di meno.
Ero sola in una città di circa 8 milioni di abitanti senza sapere neppure chi fossi.
Lo ammetto, all’inizio non fu affatto facile.
Tuttavia decisi di non demoralizzarmi e dopo 2 mesi trovai lavoro come cameriera in un piccolo ristorante italiano. Fu così che incontrai quella che oggi considero la mia migliore amica, Kim.
È strano come riuscii a stringere un legame quasi immediato con quella ragazza assurda, che , quando non lavorava, passava la vita sopra i libri.
Dopo un anno, durante il quale la nostra amicizia diventò sempre più solida, decidemmo di andare a vivere insieme in appartamentino a Manhattan.
Quello stesso anno su suggerimento di Kim, alla quale avevo raccontato della perdita di memoria, decisi di cercare aiuto per scoprire chi ero, e chi meglio di uno psicologo per ritrovare se stessi?
Non ho avuto molta fortuna.
Quello di oggi sarà il 15 specialisti che vedo ed ancora non sono riuscita a trovare la persona che sto cercando da 4 anni: quella che ero, prima del black out mentale.

Ero così concentrata in questo salto nel passato che neanche mi sono accorta della tazza che sta fluttuando davanti i miei occhi. Merda.
In un attimo l’oggetto cade frantumandosi al suolo.
Lascio che un nuovo sospiro esca dalla mie labbra prima di chinarmi e ripulire il piccolo danno.
Per quanto posso sembrare assurdo, questo spettacolino non è una cosa straordinaria. Per lo meno non per me. Devo dire però che la prima volta, quando mi sono vista arrivare in mano il telecomando che stavo cercando, non la presi molto bene.
E con “non molto bene” intendo prendere il telefono, chiudersi nello sgabuzzino e chiamare un esorcista.
Ora riesco a tenere il fenomeno abbastanza sotto controllo, gli unici momenti in cui ancora mi succede sono proprio quando mi immergo nei pensieri e perdo la concezione di ciò che mi sta intorno.

Mi sdraio sul divano decisa a poltrire fino l’ora dell’appuntamento. Dio,sono così svogliata!
“Non pensarci neanche!”
Alzo lo sguardo per incontrare gli occhi verdi della mia coinquilina. “Andiamo Ash! Fuori è una bellissima giornata e tu passi tutto il tempo a non far-”
“Parla colei il cui hobby è studiare! Per favore risparmiami la ramanzina” la interrompo con un gesto annoiato della mano.
Sbuffa e si siede vicino a me passandomi una mano tra i capelli “È davvero così necessario ricordare?” vedendomi aggrottare la fronte si affretta ad aggiungere “ Sei sicura che starai meglio dopo? Insomma forse se hai dimenticato forse c’è un motivo…”.
Con un gesto stizzito mi alzo dal divano, avvicinandomi al piccolo balcone prendo il pacchetto di sigarette e ne estraggo una. Non è la prima volta che affrontiamo questo discorso; lo tira fuori ogni volta che cambio psicologo e puntualmente finisce che io lascio la stanza incazzata.
Poggiandomi al davanzale faccio un lungo tiro dalla sigaretta per poi lasciar uscire il fumo dal naso.
Kim mi arriva alle spalle poggiandomi il mento sulla spalla e stringendomi la vita “ Scusa, mi spiace…” sospira al mio silenzio prima di continuare “Ho solo paura che nel momento in cui riavrai i vecchi ricordi dimenticherai i nuovi…Non sono pronta a perderti!”.
Mi volto per poterla guardare in faccia e le metto le mani sulle guance “Non esiste! Senza di te non so dove sarei” sorride leggermente “E poi se la mia stupida testa decidesse di fare il bis, allora ci sarai sempre tu a farmi tornare la memoria, no?”.
Faccio in tempo a terminare la frase mi getta le braccia in torno al collo. No, davvero non posso permettermi di perderla.

****

Guardo le lettere dorate sulla porta scura Eleanore Richards.
Speriamo che questa sia la volta buona.

Apro la porta e mi trovo in un’ampia sala d’aspetto; sulla destra noto con la coda una scrivania e una ragazza piegata su di essa intenta a cercare qualcosa.
Mi da la schiena, posso solo vedere una cascata di lisci capelli rossi che le arrivano poco sotto le spalle, vestita con un elegante completo grigio. Mi sposto al suo fianco riuscendone così a scorgere il profilo. È molto giovane, credo abbia pressappoco la mia età, il viso cosparso di lentiggini e gli occhi azzurro cielo sono puntati su delle carte che ricoprono la scrivania.
Mi schiarisco la gola “ Mi scusi, la dottoressa Richards?”.
Troppo concentrata in quella che sta facendo non alza neanche la testa prima di rispondermi “Oh no! Io sono solo la neolaureata che ha preso per lo stage! La dottoressa sarà da lei tra poco”
Scocciata da questo atteggiamento mi volto verso la parete vicina dove sono appese alcune foto. Non avendone di miei ho sempre trovato interessanti i ricordi degli altri.
Mi avvicino per poter vedere meglio e all’improvviso sento il cuore fermarsi.
Gli stessi occhi nocciola.
Gli stessi capelli ricci.
Lo stesso modo di arricciare il naso quando sorride.
L’ho trovata finalmente!
La foto sembra scattata in un parco. Davanti ci siamo io e la rossa qui vicino, lei ha le braccia attorno al mio collo e la guancia premuta contro la mia. Sembro così..felice.
Dietro ci sono invece due ragazzi. Quello più alto somiglia alla rossa in tutto e per tutto mentre l’altro un po’ più basso ha dei capelli neri arruffati e dei buffi occhiali tondi.
Tutti e quattro indossiamo delle divise piuttosto strane, con un lungo mantello nero dal quale risaltano i colori rosso e oro.
Ancora sconvolta mi giro verso la ragazza alle mie spalle, nel momento stesso in cui lei decide di posare finalmente lo sguardo su di me.
Vedo i suoi occhi azzurri spalancarsi e la sua bocca aprirsi; direi che è scioccata almeno quanto me.
Dopo pochi secondi che mi sembrano interminabili, dalle sue labbra esce un suono flebile appena udibile in realtà, ma che alla mie orecchie risuona come un tuono.

“Herm…”

Innanzi tutto vorrei ringraziare tutti quelli che hanno letto e commentato l’altra mia fic: grazie veramente, non mi aspettavo un giudizio così positivo!!

Poi, ringrazio sin da ora chi leggerà questa storia, e soprattutto chi commentando mi aiuterà a scriverla perché ancora ho solo una vaga idea circa lo sviluppo! Allora che ne dite, proseguo o la cancello?!?

  
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