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Autore: Lady Five    23/03/2014    4 recensioni
Una bellissima donna consapevole del suo fascino. Un uomo apparentemente di ghiaccio. Una passione improvvisa che non sanno dove li condurrà. E un fatto doloroso del loro passato che li accomuna, un'oscura minaccia che devono finalmente affrontare...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fujiko Mine, Goemon Ishikawa XIII, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Fujiko stessa si stupì della confessione che le era uscita dalla labbra quasi senza che se ne rendesse conto.
Goemon ebbe un sussulto appena percettibile. Fissò i suoi occhi grigi pieni di meraviglia in quelli di lei.
“Mi dispiace... forse non è il momento giusto per dirtelo... ma è la verità - la donna cominciò a parlare in modo concitato, come faceva sempre quando era in imbarazzo - Cioè, io credo sia così... ma mi conosci, ormai, lo sai che io sono una incasinata... e poi non amo più nessuno da tanto tempo... Per questo avrei dovuto aspettare, per esserne sicura... Io non vorrei mai farti soffrire, devi credermi … quindi prendila con le pinze...”
Goemon sorrise.
“Come si fa a prendere con le pinze una cosa del genere? Solo tu puoi fare certe affermazioni.”
Le accarezzò i capelli, fino ad avvolgerle delicatamente la nuca con le dita, la attirò a sé, contro le sue labbra, contro il suo corpo, stordendola con baci appassionati, con carezze estenuanti.
La guardò di nuovo negli occhi.
“Quello che tu credi, per me è una certezza... Io sono sicuro di amarti, Fujiko, e questo a prescindere da quello che provi tu. E non m'importa se sei incasinata, se sei ...come sei... anzi, mi piaci proprio per questo. Sono un pazzo incosciente, lo so.”
Le si riempirono gli occhi di lacrime, non avrebbe saputo dire se per la sorpresa o la felicità. Fu lei questa volta a baciarlo con foga appassionata. Si fissarono ancora, frementi di desiderio.
Ma erano in casa d'altri, in una situazione particolare.
“Non è il caso di farlo qui, vero? - chiese Fujiko - Il tuo amico potrebbe sentirci...”
“Già.”
La ragazza si lasciò andare sulla schiena con un sospiro.
“E se scopre che non hai rispettato il voto di castità... chissà che cosa potrebbe succederti!”
Lui soffocò una risata.
“Sei davvero un'impudente senza nessun rispetto! Quando questa storia sarà finita avremo tutto il tempo del mondo. Adesso dormiamo.”
Fujiko cercò la sua mano, intrecciò le sue dita a quelle di lui e si abbandonò sulla sua spalla, cercando di prendere sonno.

La mattina dopo un limpido sole estivo filtrò dalla finestra, colpendo il viso della ragazza, che si decise ad aprire gli occhi dopo qualche minuto. Si stiracchiò voluttuosamente, constatando che si sentiva abbastanza riposata. Si accorse che il futon accanto al suo era vuoto. Uscì dalla stanza e cercò di capire dove fosse il bagno. Una volta trovato, si stupì che ci fosse l'acqua calda corrente...ma, del resto, se usavano i satelliti... Resistette alla tentazione di farsi un lungo bagno rilassante nella tradizionale vasca di legno, optando per una più veloce doccia. Si vestì e tornò nel locale in cui avevano cenato la sera prima. Goemon era già lì, seduto, e stava facendo colazione con Juro. Si era rimesso i suoi soliti abiti da samurai. La salutò con un sorriso, mentre l'altro la invitava a prendere posto insieme a loro. Fujiko provava una strana sensazione: percepiva che tra loro era cambiato qualcosa, nulla sarebbe più stato come prima, avevano imboccato una strada sconosciuta e imprevedibile.
Inevitabilmente il discorso finì ancora sul “Sentiero del Dragone d'oro”.
“La setta commissiona ancora omicidi, come allora?” chiese Goemon.
“No, in quel modo così plateale non ci risulta. Quell'ondata di delitti è stato l'unico caso nella storia dell'associazione. E, anche se era difficile che qualcuno collegasse quei fatti, avvenuti in posti anche molto lontani tra loro, pare che non tutti i vertici avessero gradito. Perché avevano paura di attirare l'attenzione, non certo per motivi morali o umanitari. Ma sicuramente non hanno smesso di mettere a tacere le persone scomode. Lo fanno solo con più discrezione. Abbiamo motivo di credere che molti fatti attribuiti alla microcriminalità, come rapine finite male, oppure pirati della strada, o incidenti, siano in realtà ordinati da loro.”
La donna aveva sempre una domanda in testa, a cui non era riuscita a dare una risposta convincente. Forse Juro ce l'aveva.
“C'è una cosa che non capisco. Tu hai detto che hai compiuto le tue operazioni di pulizia con l'aiuto dei figli di alcune delle vittime...”
“Esatto.”
“Quindi sono evidentemente ancora vivi... come me, del resto. Perché per Goemon non è stato così? Perché lui sembra l'unico che avrebbe dovuto essere ucciso? Perché la setta voleva morto anche lui, oltre ai suoi genitori?”
I due tacquero perplessi.
“Non sappiamo se sia l'unico - intervenne Juro - Io conosco solo una minima parte di quei ragazzi...”
“Sì, ma c'è anche il mio caso. Anch'io ho potuto vivere indisturbata, e non ho mai saputo nulla di pericoli o minacce. Inizialmente abbiamo pensato che fosse così perché sono una donna... ma non mi convince. L'unica particolarità che aveva lui è che stava diventano un samurai... come te, del resto... Ora, sarebbe utile sapere se, tra i sopravvissuti, c'è qualcuno come Goemon, oppure anche gli altri aspiranti samurai siano stati fatti fuori o siano dovuti fuggire e nascondersi...”
“Temo sarà molto difficile scoprirlo - commentò Juro sconsolato - E poi i samurai sono solo qui in Giappone... mentre gli omicidi sono avvenuti in tutto il mondo.”
“Meglio! Così si restringe il campo di ricerca. Aspettate!”
Fujiko andò in camera e tornò con l'elenco delle vittime che aveva trovato Julien.
“Questa potrebbe essere una traccia...”
Goemon la interruppe.
“Ma che importanza ha, in fondo? Per me non cambia nulla. Io farò fuori quell'assassino, in ogni caso. E così anche la mia vita non sarà più in pericolo.”
“E invece secondo me è fondamentale scoprirlo! Capire se c'è sotto qualcosa d'altro potrebbe aprire nuovi scenari. Se non conosciamo il nemico, non sapremo nemmeno come affrontarlo!”
Fujiko parlava accalorata. Si rivolse a Juro, porgendogli i fogli.
“Pensi di riuscire a scoprire qualcosa? In fondo hai trovato alcune di quelle persone, potresti individuarne altre.”
“Avevo le indicazioni del maestro... ma ora sono passati altri anni”
“Ora hai queste. E in fondo 8 anni non sono poi così tanti...”
Il samurai prese i fogli con una smorfia.
“Ci proverò. Mi farò aiutare dagli altri, se per voi va bene.”
“Sì, non c'è problema.”
“E voi, che cosa farete?”
La donna si morse le labbra. Non ne avevano ancora parlato. Lei, in realtà, non aveva la più pallida idea di come muoversi, e non sapeva se invece Goemon avesse già un piano. Qui non si trattava di svaligiare una banca o rubare un diamante... qui bisognava fare una “caccia all'uomo”, un uomo che viveva blindatissimo, difficile da avvicinare, figurarsi da uccidere! E poi, loro non erano dei killer... non erano abituati a questo....
Killer? Ma certo! Assoldare un killer professionista poteva essere la soluzione... uno avvezzo a pedinare, a studiare il bersaglio... e che, soprattutto, avrebbe usato un'arma di precisione, non un'antica katana.
Ma sapeva che Goemon non avrebbe mai accettato. Non si sarebbe mai privato del sottile piacere della vendetta. E poi il suo senso dell'onore glielo avrebbe impedito. Avrebbe potuto ingaggiarne uno lei, di nascosto... non le mancavano né le conoscenze né il denaro. Ma lui prima o poi l'avrebbe scoperto, e non glielo avrebbe mai perdonato.
“C'è un albergo, o una locanda, qui, dove possiamo stare finché non decidiamo il da farsi?” chiese Fujiko, scacciando quei pensieri inopportuni.
Juro trattenne un sorriso.
“No, non ce ne sono mai stati. Ma potete restare in questa casa, per me non ci sono problemi. Il posto c'è, se vi accontentate...”
“Solo a un patto - intervenne Goemon - Se ci permetterai di contribuire a vitto e alloggio. Altrimenti affitteremo una stanza da qualche altra parte.”
“D'accordo, se insistete. Anzi, tu potresti dare qualche lezione ai miei ragazzini. Darebbe lustro alla mia scuola, la possibilità di esercitarsi con un grande samurai...”
Goemon si schermì.
“Cosa stai dicendo? Io non sono nemmeno un vero samurai! E poi vivo altrove da troppo tempo, ho perso la mano...”
“Stai scherzando? Tu eri il migliore di tutti noi! Avevi un talento naturale! Ti prego, fallo per me, che ti costa?”
“Va bene, in nome della nostra antica amicizia e per quello che stai facendo per noi.”
Fujiko non intervenne. E vedrai quanto ha perso la mano! si limitò a pensare.

Il padrone di casa li accompagnò a vedere la stanza da cui gestiva il blog. C'erano computer di ultima generazione e altre apparecchiature molto sofisticate, che creavano un curioso contrasto con il resto della casa e del paese, così conformi alla tradizione.
“Qui arrivano tutte le informazioni che riusciamo a raccogliere in giro su Sosa Abe e sulla setta... purtroppo finora non sono mai stati sufficienti per poter organizzare un'imboscata... credimi, ci abbiamo provato in tutti i modi!”
Goemon annuì. Il suo pensiero andò ai suoi amici, a Lupin e a Jigen... loro avrebbero sicuramente saputo che cosa fare.
“Ora cercherò di ottenere le informazioni che mi avete chiesto, usando la mia rete di contatti... ci vorrà un po' di tempo.”
“Grazie, Juro” disse gentilmente Fujiko.
Il giovane guardò Goemon.
“C'è un'altra cosa che forse dovresti sapere” disse con una punta di esitazione nella voce. Lanciò un'occhiata fugace alla ragazza.
“Puoi parlare davanti a lei, non ti preoccupare” disse il samurai perentorio.
Fujiko arrossì di piacere.
“C'è una persona che collabora con noi... una donna che tu conosci...”
“Chi è?” chiese Goemon sinceramente perplesso.
“Non puoi non ricordarti di lei... è Miya.”

  
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