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Autore: Lady_Wolf_91    23/03/2014    5 recensioni
Sally è una giovane e normalissima donna, ha una vita normale, un lavoro normale e un'amica fidata!
Certo ha qualche dolore passato ma come tutte le persone normali l'ha nascosto in fondo al cuore così che non possa più fare tanto male...fino a quando il suo passato ritorna, o meglio RIAPPARE pronto a metterla ancora alla prova!
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NONO CAPITOLO (quadro completo)





 

 

“Pensavo portassi anche il tuo amico!”

Non risposi, mi limitai ad avanzare lentamente.

Eloisa aveva inclinato la testa e mi osservava sorridendo:

“Carino il tuo messaggio davvero! Quasi poetico, mi ha fatto ripensare a tutti i nostri incontri in quella stanza, a tutte le tue piccole confessioni.”

La mia vocina interiore iniziò a urlare che quella era una pessima idea, ma decisi di ignorarla e scagliai un lampo di luce contro Eloisa, immediatamente l’ombra si allungò assorbendo la mia luce mentre il volto di Eloisa si oscurò: “Eppure mi sembrava di essere stata chiara! Anche se, lo ammetto, un po’ sono contenta sai? Prendere i poteri, assorbire l’anima di qualcuno uccidendolo è una sensazione indescrivibile, non sarebbe stato lo stesso farlo in questo modo!”

Si avvicinò con un ghigno sul volto, io le diedi le spalle e iniziai a correre, una sfera nera e densa mi colpì il braccio, ignorai il dolore e intravidi il cancello nero del cimitero così accelerai pregando!

Lanciai una sfera contro la serratura che si ruppe, Eloisa continuava a seguirmi, vidi l’ombra tentennare ma alla fine entrò anche lei, una volta dentro mi voltai e con un’altra sfera di luce richiusi il cancello bloccando.

La mia fantomatica cugina mi guardò senza capire: “Che stupida, piccola, cuginetta che ho! Ti sei intrappolata da sola...”

Fece un passo verso di me, tentò di farne un altro ma una mano bianca, spuntata dal terreno la bloccò afferrandole la caviglia, lei la guardò disgustata calciandola via, nemmeno il tempo di liberarsi che un altro spirito l’aveva afferrata e in breve altri iniziarono a spuntare: urlavano, si contorcevano e le tiravano le braccia, i vestiti, i capelli, cercavano di afferrarla, di aggrapparsi a qualsiasi cosa, altri ancora si erano affollati sull’ombra diventata improvvisamente piccola e tremante. Uno di loro si bloccò voltandosi poi verso di me e venendomi rapidamente incontro, chiusi gli occhi aspettando di sentire un dolore lancinante che non sentii così anche se timorosa li riaprii: il volto di Miles era a pochi centimetri dal mio: “Perché ti cacci sempre nei guai?”

Liberai un sospiro di sollievo sorridendo “Sapevo che saresti arrivato in tempo!”

La sua espressione dura si addolcì leggermente: “Già.”

Lo guardai negli occhi:“Tu arrivi sempre”

L’urlo di Eloisa mi fece voltare di scatto, lei era a terra mentre un numero indefinito di spiriti l’aveva circondata e trascinandola sotto un albero, continuava a dimenarsi e a urlare, mi morsi il labbro e Miles mi guardò sconvolto: “Non pensarci nemmeno Sally! Se lo merita, si merita tutto.”

Gli spiriti indietreggiarono e come se fossero un solo corpo la avvolsero completamente lei rivoltò gli occhi all’indietro emettendo una serie indistinta di versi.

“Non uccidetela vi prego…”

Miles scosse la testa, uno ad uno gli spiriti uscirono da lei, pieni di nuova energia:

“Dobbiamo andarcene”

Eloisa era immobile, respirava ancora, la pelle ingiallita e piena di grinze i capelli quasi del tutto bianchi.

“E la lasciamo qui?”

“Vuoi che la portiamo con noi e magari ci prendiamo cura di lei? Non la uccideranno, non ha più poteri!”

Annui e lo seguii fuori.

“Quindi è questo quello che fanno?”

Miles scrollò le spalle: “La sua energia era tutta negativa, saranno su di giri per un po’, immagino che con te sarebbe stato diverso”

Iniziai a preoccuparmi “Potrebbero fare del male a qualcuno?”

Scosse la testa, poi avvicinò la mano alla serratura e un lampo di luce bianca si propagò attraverso le sbarre e tutto intono al cimitero.

“Nel caso gli venga in mente di uscire non potranno comunque farlo!”

“Ok!”

 

Tornammo a casa in silenzio, Miles mi aveva seguito senza proferire parola, mandai un messaggio a Ellen per tranquillizzarla ‘Sono viva, Eloisa non è più un pericolo ti racconterò tutto!’

Gettai il telefono sul letto e mi voltai a guardare Miles

“Grazie!”

Lui non mi guardò: “Devo andare via”

Sentii lo stomaco contorcersi “Oh ok, ci vediamo domani?”

Fece una smorfia e iniziò ad accarezzare Mocho “No”

“Ok ma-”

“Noi non ci vedremo più Sally!”

Appoggiai una mano al muro, mi sentivo improvvisamente le gambe fatte di gelatina “Che vuol dire?”

“Mi dispiace davvero, tu non sai quanto”

Sentii gli occhi farsi umidi e iniziare a pungere “Se questo è uno scherzo o un modo per vendicarti solo perché… ok non avrei dovuto impicciarmi e quello che è successo all'ospedale...ma-”

Alzò lo sguardo e i miei occhi si persero nei suoi che mi apparvero così tristi e vuoti “Nessuno scherzo, il tempo è finito, te l’avevo detto no? Tutto ha una fine”

“Ma io ho bisogno di te…”

Si alzò rivolgendomi un sorriso amaro “No, tu non hai mai avuto bisogno di me, in realtà penso proprio fosse il contrario!”

“Non puoi abbandonarmi! Non ora io…Miles…ti prego!” Ripensai alla conversazione nel bagno del' ospedale, sarebbe stato meglio? Se fosse sparito senza dire niente dopo quel litigio sarebbe stato meglio?

“Tu sei forte, lo sei sempre stata! Chissà magari, in un altro mondo, in un altro momento, forse noi, mi dispiace!”

Feci un passo verso di lui mentre ormai le lacrime mi rigavano il volto, mi prese il volto tra le mani e posò un delicato e al tempo stesso intenso bacio sulle mie labbra, i miei occhi si chiusero senza che me ne accorgessi e quando li riaprii lui non c’era più, a ricordarmi che non era stato solo un sogno le mie labbra ancora umide.

 

Rimasi stesa a fissare il soffitto con le lacrime che mi scivolavano lungo il volto e Mocho che mi camminava sulla pancia, finché mi lasciai trascinare da Morpheo nel mondo dei sogni.

A risvegliarmi il mattino dopo fu proprio Mocho con le sue adorabili zampette morbide sulla faccia, mi alzai di scatto ignorando le sue proteste e guardai l’ora: le nove e quaranta, mi ributtai a letto e presi ad accarezzargli la testa rilassandomi al suono delle sue fusa: “Io non sono così giusto? Non piango per i ragazzi in carne ed ossa figuriamoci per quelli incorporei, oh merda dovrei chiamare Brad vero? E cosa gli dico? Scusa se non ti ho più chiamato ma sai com’è, sono innamorata della mia stupida guida spirituale che ha deciso di piantarmi per sempre!”

Quando mi resi conto di quel che avevo detto mi tappai la bocca con entrambe le mani, Mocho miagolò sembrò quasi sorridere, io mi guardai intorno, come ad assicurarmi che non ci fosse nessuno:

“Ok io non l’ho mai detto e tu non l’hai mai sentito, chiaro? Dai, non posso averlo detto davvero…no! È solo che sono sconvolta, ecco sì tutto qui…sai cosa mi da più fastidio? Che mi abbia lasciato così, senza una vera spiegazione, ‘il tempo è finito’, ma che vuol dire scusa? Cos’è aveva una data di scadenza come per il formaggio? Allora l’ha sempre saputo, perché non me l’ha mai detto, perché non mi ha preparato perché….perché non mi ha detto cosa c’era in quella stanza d’ospedale? Sì lo so, ora tu dirai: ma cosa centra? È che io proprio non riesco a non pensarci, a non pensare a quella ragazza e sai cosa? Io ora vado lì e risolvo la cosa a modo mio, infondo è stato lui a dirmi di fidarmi del mio istinto e sai cosa mi dice il mio istinto? Che in quella stanza ci sono le risposte a tutte le mie domande…ma cosa mi invento? Cosa devo dire alla ragazza? Sai cosa, ci penserò strada facendo sì, farò così, che ne dici?”

Mi alzai appena e vidi Mocho intento a leccarsi la gamba

“Mocho!! Potevi almeno fingere di ascoltarmi!” Lui mi fissò con lo sguardo incantato, mi alzai infilando la prima cosa che trovai, presi il cellulare buttato sul letto e sentii la zampa di Mocho sul braccio.

“Cosa? Che c’è? Vuoi dirmi che è una pessima idea? Che dovrei vivere e lasciar vivere? Che dovrei dimenticarmi di lui magari uscendo con Brad?”

Mocho chiuse gli occhi e nel silenzio totale della stanza sentii il brontolio del suo stomaco.

“…Hai solo fame vero?”

Miagolò sempre sorridendo

“Ed è solo per questo che sei rimasto ad ascoltarmi tutto il tempo…va bene, vieni!”

Gli riempii la ciotola e cambiai l’acqua, lo guardai mangiare la sua colazione felice e uscii di casa.

Feci pochi passi verso la macchina e mi sentii tirare il braccio, mi voltai e Ellen mi piantò uno schiaffetto dietro la nuca “Ai”

“Te lo meriti anzi ti meriteresti di peggio, ti sembra normale? Sai quanto sono stata male? E tu mi liquidi con un ‘sono viva Eloisa non è più un problema’ pensi che basta?”

Abbassai gli occhi “Scusa è che è, Miles se ne andato”

“E chi se ne frega! Aspetta, andato nel senso di?”

“Di andare via per sempre, almeno così mi ha detto”

“E questo è un male perché…”

“Ellen!”

“Scusa ma, io sono rimasta al fatto che tu volessi abbandonare i tuoi poteri e di conseguenza anche lui!”

“Non è più così, credo non sia mai stato così, hai ragione non dovevo liquidarti così ma per Eloisa avevo un piano.”

“E perché non mi hai detto niente?”

“Non ero sicura, non ero sicura che avrebbe funzionato e soprattutto non ero sicura che non mi stesse controllando e se lo stava facendo lei doveva essere convinta che io volessi davvero cederle i poteri. Ma dopo tutto quello che ha fatto non avrei mai potuto e, sono stata fortunata, il mio piano ha funzionato e sono ancora qui.”

“Mi racconterai mai per bene tutta la storia?”

“Che importanza ha? Oh Ellen, io non sono pronta a lasciarlo, non così, mi deve almeno una spiegazione non può fare come l'ultima volta!”

“Beh l'ultima volta non ti ha nemmeno detto che doveva andare via ma, Sally è davvero solo questo? Non c’è altro? Non hai finalmente capito di essere in-” “No! Non dire quella parola”

Ellen alzò le mani con aria sconfitta: “D’accordo e quindi cosa vuoi fare?”

“Sto andando all’ospedale, vieni con me?”

Sospirò e alzò gli occhi al cielo, poi annui e mi abbracciò.

 

 

“Ti prego spiegami di nuovo perché siamo qui!”

Fissai l'entrata del' ospedale: “Perché sono sicura quasi al cento per cento che Miles mi nasconda qualcosa e che quel qualcosa si trovi qui”

“Questo perché prima di sparire ti ha detto di stare lontana da qui?”

“E da quella stanza.”

“Ok, quindi siamo qui perché lui ti ha detto di non stare qui certo, come ho fatto a non capirlo prima? E come pensi di scoprire qualcosa? Ti trasformerai in qualcun altro?”

Sbuffai “Sai che non so come farlo…tu solo: seguimi e basta, mi inventerò qualcosa”

Prendemmo l’ascensore senza farci notare da nessuno e in un attimo fummo davanti alla porta bianca, Ellen continuava a fissarmi: “Sai di non poter entrare e basta vero? Cioè se c’è la ragazza dentro, come ti giustifichi?”

“Potrei”

“No”

La guardai scandalizzata “Cosa? Non hai nemmeno sentito la mia idea”

“So che è pessima, come lo so? Poteri di miglior amica ricordi? Non ci hai pensato abbastanza!”

Misi su un piccolo broncio cercando di concentrarmi: “D’accordo, se riuscissi a tenerla fuori abbastanza a lungo…”

“Quindi se io, riuscissi a tenerla fuori abbastanza a lungo”

“Già, ma non so come”

Vedemmo la maniglia abbassarsi e ci nascondemmo dietro una colonna, la ragazza usci richiudendosi la porta alle spalle, fece un lungo respiro e si coprì gli occhi iniziando a piangere, diedi una spinta ad Ellen “Vai!”

“Ma cosa le dico?”

“Inventati qualcosa no?”

scosse la testa e si avvicinò lentamente “Tutto bene?”

la ragazza alzò il volto, gli occhi arrossati e pieni di lacrime, Ellen le poggiò una mano sulla spalla “Non voglio sembrarle invadente, ma se vuole possiamo prenderci un caffè, così ci distraiamo un po’”

La ragazza le rivolse un timido sorriso e annuì, Ellen si voltò a guardarmi e sparirono nell’ascensore.

Ecco Sally, questo è il tuo momento, appoggiai una mano sulla maniglia e sentii mille brividi percorrermi il corpo, l’abbassai con una lentezza disarmante, ingoiai l’enorme groppo che avevo in gola e mi decisi ad entrare. Fissai la stanza bianca per un po’: le pareti asettiche, la finestra piccola, le tende grigie e il letto candido, ci misi un po’ a mettere a fuoco la figura che avevo davanti a me, i miei occhi, quei due traditori, erano appannati e urlavano per chiudersi, feci un passo verso il letto, lentamente mi avvicinai sempre di più e fissai Miles. Non era il mio Miles, quello che si divertiva a comparire e scomparire e a lanciare lampi di luce, quello che amava prendermi in giro e che nessuno poteva vedere, no! Questo era un Miles triste, muto, immobile in quel letto troppo bianco, sembrava dormire, un sonno profondo e incessante, l’unica cosa che faceva capire che non stava semplicemente dormendo erano i numerosi fili colorati attaccati al suo corpo, ognuno di loro portava a delle macchine e una in particolare, continuava a fare un bip a intermittenza, sfiorai una mano di questo Miles con la punta delle dita, era reale, dannatamente reale, così reale da fare male.

“Non dovresti essere qui”

Mi voltai appena, la mano ancora nella mia, ed eccolo il mio Miles, quello incorporeo, quello che mi aveva mentito per tutto questo tempo

“Perché non me l’hai mai detto?”

Fissò se stesso steso e la mia mano appoggiata alla sua, si morse il labbro: “Perché non puoi fare niente”

“Non lo sai, posso provare, posso-”

“No! Non puoi fare niente Sally, niente io, sto morendo, in effetti, non ti ho mai mentito, sono davvero morto, non c’è speranza per me”

“Ma io, se tu…Loro cosa dicono? Possono farlo?”

“Sally mi dispiace, avrei dovuto immaginare che saresti comunque venuta, ma devi andartene, non posso, non voglio che tu rimanga qui”

“Per tutto questo tempo eri qui? Io…e tu eri qui?”

Le lacrime scivolavano sul mio volto mentre stringevo più forte quella mano inerme “Non lo sai ok? Non puoi dirmi che non posso fare niente, non lo sai, non mi hai fatto provare, perché non mi hai fatto provare? Perché non mi hai detto che eri in coma? Perché…perché non mi hai detto quello che ti portavi dietro?”

“Perché mi sono innamorato di te, molto tempo fa ormai, perché non merito il tuo aiuto e perché non volevo vederti piangere o soffrire perché ti conosco e so che non ti arrendi mai, faresti qualunque cosa e io non voglio, non puoi fare niente per me, niente!”

“Volevi che ti odiassi e che credessi che fossi solo uno stronzo!?”

“Sì e che ti facessi una vita, magari con Brad”

La porta si aprì all’improvviso, mi voltai col viso arrossato, la ragazza mi fissava sconvolta: “Chi è lei? Cosa ci fa nella stanza di mio fratello?”

“Io, posso spiegare, davvero” Guardai Miles

“Io chiamo la polizia”

Miles sospirò: “Leonora, si chiama Leonora”

“Leonora! Ti prego lasciami spiegare, io conosco tuo fratello, sono una sua amica”

Mi fissò turbata

“Io non ti ho mai visto…d’altra parte non ho mai visto nessuno dei suoi amici, scusami, ho avuto una reazione esagerata solo, non è una bella giornata”

Mi asciugai una lacrima con il dorso della mano “Cosa gli è successo?”

“…Non lo sai?”

Deglutii:“No noi, ci eravamo persi di vista e, ero fuori per un viaggio, sono tornata pochi giorni fa e…”

“Capisco, ti va se ne andiamo a parlare fuori? Davvero non riesco ancora a guardalo così”

Annui e la seguii, prima di chiudere la porta guardai i miei due Miles, davvero non potevo fare niente? Ma io dovevo poter fare qualcosa, avevo già perso Laura, non potevo perdere un’altra persona che amavo no, a costo di provarle tutte io dovevo aiutarlo, dovevo farlo per lui, per me, per noi.

 

“Quindi, come conoscevi Miles?”

Mi fissai la punta delle dita, odiavo mentire “Ecco, amici in comune”

“Capisco, ed eravate?”

“Uhm? no, insomma solo amici, già”

“Immagino non ti avesse mai parlato di me o della situazione a casa, vero?” Deglutii, lanciando uno sguardo ad Ellen seduta dall’altra parte della sala e nascosta da un enorme giornale.

“In effetti no”

“Ovvio, era così lui”

“Senti Leonora come, insomma lui come?”

Lei si accarezzò l’indice e sospirò: “Aveva diciassette anni, poco più di un bambino. Ma noi non siamo mai potuti essere dei normali bambini, siamo dovuti crescere prima del tempo. Vedi noi, eravamo una delle più classiche delle famiglie: due genitori amorevoli e due figli che si volevano un gran bene anche se passavano la maggior parte del tempo a litigare. Nostro padre aveva un lavoro molto impegnativo e stava via molte ore e noi, noi ci divertivamo a preparagli torte colorate o biscotti divertenti e poi, e poi nostro padre ha perso il lavoro e quasi contemporaneamente mia madre si è ammalata.

Lui era sempre più frustrato e non smetteva di bere.

E quasi subito iniziò ad essere violento, quando tornava a casa io e Miles ci nascondevamo in camera fino a che le urla di nostra madre non cessavano.

Non sapevamo cosa fare, eravamo piccoli e spaventati e nostra madre ci ripeteva che era solo un periodo di passaggio, che presto sarebbe passato, che dovevamo capirlo e non dire niente a nessuno perché lui ci amava.

Ma più passava il tempo e più diventava violento, a un certo punto smise con nostra madre e iniziò a prendersela con Miles, lui cercava di non piangere, di non urlare perché sapeva che mi sarei spaventata e quando tornava nella stanza, gonfio di lividi, mi sorrideva e diceva che aveva combattuto contro un mostro e aveva vinto, faceva il duro e soffriva più di tutti.

Crescendo iniziò a ribellarsi: nostro padre cercava di prenderlo e lui scappava, gli rispondeva anche se sapeva che l'avrebbe picchiato ed è andata avanti così finché Miles non ha compiuto diciassette anni; nostro padre era particolarmente ubriaco quel giorno e Miles non si trattenne più, gliene disse di tutti i colori, di stare lontano da noi o altrimenti avrebbe chiamato la polizia, nostra madre gli diedi uno schiaffo dicendo che non doveva mancare di rispetto a suo padre…e poi lui è scappato, è corso via senza guardarsi indietro.

Quella stessa notte nostro padre picchiò la mamma più del solito, io cercavo di non sentire le urla e me ne stavo chiusa in camera, finché le urla non sono cessate e sono scesa di sotto e, ho trovato mia madre in una pozza di sangue, con un coltello piantato nel fianco e mio padre che si torturava le mani insanguinate e quando mi vide, cercò di prendere anche me senza riuscirci, scappai di sopra e chiamai…chiamai la polizia, se solo l’avessimo fatto prima…”

Le presi una mano “Mi spiace, io non volevo farti ricordare queste cose”

Lei mi sorrise dolcemente: “Non preoccuparti, fa sempre bene parlarne a qualcuno che non prenda appunti su di te in ogni caso, quando Miles lo venne a sapere lui, si diede la colpa di tutto, era convinto che se non fosse uscito di casa, se non avesse detto quelle cose a nostro padre o se avesse avuto il coraggio di chiamare la polizia, beh che nostra madre sarebbe ancora viva, mi lasciò sola all’ospedale e tornò a casa, si buttò nella vasca piena di acqua gelata imbottendosi di pillole e si tagliò i polsi…lui…l’abbiamo preso giusto in tempo, io non so davvero chi ci abbia aiutato ma… quando lo portarono all’ospedale io ero ancora lì che piangevo, non avevo dove andare ed ero rimasta lì tutta la notte e poi arrivò lui: lo portarono su una barella pieno di sangue aveva, la bava alla bocca e non, non respirava, e poi dopo ore, è uscito un medico e mi ha detto che mio fratello era entrato in coma e non sapevano quando e se ne sarebbe uscito…e ancora oggi vivo nell’incertezza del suo risveglio, più passa il tempo e più le nostre speranze si abbassano!”

Abbassai lo sguardo e mi morsi il labbro, tutto questo tempo e non mi aveva detto niente? Perché si era tenuto tutto dentro?

“Mi spiace davvero, io non avevo idea”

Ritirò la mano dalla mia e mi fissò negli occhi: “Come sai il mio nome?”

“Cosa?”

“Hai detto che Miles non ha mai parlato di noi quindi, come sa il mio nome?” “Io, è stato lui a dirmelo”

“Ma”

“Però non mi ha mai raccontato nulla”

“Capisco”

“Senti ti dispiacerebbe se, ecco se”

Si passò una ciocca di capelli dietro le orecchie: “Puoi andare da lui non preoccuparti”.

 

Mi alzai e raggiunsi Ellen.

“Allora?”

“Allora è complicato, più complicato di quanto immaginassi, ci vediamo dopo ora salgo da lui!”

“Hai capito almeno perché non ‘puoi aiutarlo’?”

“Sì! Lui è in coma perché ha tentato il suicidio, non posso aiutare chi cerca di togliersi la vita.”

“Quindi non c’è niente da fare?”

“Questo non lo so”

“Mai hai detto-”

“So quello che ho detto! Ma ora è diverso”

“Solo perché si tratta di Miles?”

Scossi la testa e senza risponderle salii al piano superiore.

 

Mi avvicinai al letto e l’osservai dormire, sembrava così sereno, così...

“Sai? C’è una cosa chiamata privacy, che tu hai bellamente violato parlando con mia sorella!”

Mi voltai squadrando lo spirito di Miles da capo a piedi, era così strano guardare quel pallido riflesso mentre davanti a me c’era l’uomo in carne ed ossa “è stata colpa tua, non mi hai mai detto niente, perché non l'hai fatto?”

Alzò gli occhi al cielo: “ E cosa cambia ora che lo sai?”

Tutto brutto idiota! Sei vivo, si d’accordo sei in coma, ma dannazione per anni ho pensato di essere innamorata di un morto e ora...

“Niente! Solo mi piace sapere la verità”

“Certo”

Gli voltai le spalle e frugai nella mia borsa

“Cosa stai cercando?”

Non perdeva mai la sua innata curiosità eh?

“Carta e penna”

“Vuoi scrivermi una poesia?”

E a quanto pare nemmeno la sua stupida ironia, scossi la testa: “Voglio scriverti un incantesimo!”

Lo sentii sbuffare e avvicinarsi “Non funzionerà”

“Non puoi saperlo!”

“Si che lo so, e poi sono anni che non usi incantesimi, non funzionerà mai”

“Dovresti aggiornarti perché ne ho usato uno proprio l’altro giorno e ha funzionato alla grande, credi di essere peggio di un tumore? Secondo me non lo sei!”

Mordicchiai la penna cercando di concentrarmi e scrissi tutto d’un fiato, presi un respiro e afferrai la sua mano: “Svegliati Miles, ti ordino di spezzare le catene del tuo sonno, in questo preciso istante, se è tuo volere svegliati!”

La luce iniziò a sprigionarsi dalla mia mano e a confluire nel suo corpo, si espanse lungo il braccio e sul petto, sorrisi poi, in un attimo, come risucchiata da una fortissima corrente, la luce tornò nel mio palmo e Miles rimase immobile, con gli occhi chiusi e il battito leggero, fissai il suo spirito, scossi la testa e mi concentrai meglio, ripetei l’incantesimo per altre tre volte, la luce iniziava sempre a espandersi senza completare mai il processo, non avevo ottenuto niente, escludendo il mal di testa atroce.

“Te l’avevo detto!”

Non capivo, sembrava funzionare e allora?

“No! Stava funzionando, stava…tu!!”

Mi voltai di scatto puntandogli il dito contro, lui indietreggiò: “Cosa?”

“è colpa tua!”

“Ma se non ho fatto niente!”

“Il punto non è se posso salvarti o meno il punto è che TU non vuoi essere salvato”

Girò la testa: “Te l’ho detto Sally, lascia perdere”

“Perché? Dimmi almeno perché, me lo devi!”

Si mise le mani tra i capelli, la macchinetta segnò un improvvisa accelerazione dei suoi battiti, poi si calmò: “Perché è colpa mia, non capisci? Se solo fossi stato più forte, se solo non fossi scappato via, a quest’ora”

La mia espressione si addolcì “Non è colpa tua se tuo padre è uscito fuori di testa, non è colpa tua se tua madre non ha trovato la forza di reagire e vi ha reso succubi a vostra volta”

“Non è solo mia madre io, sono stato debole non ho pensato a quello che sarebbe successo, ho pensato che farla finita era la cosa migliore, ma non ho pensato a mia sorella, tu non hai la minima idea di quello che ha passato in questi anni per colpa mia”

“Perderti non l’aiuterà, sai cosa potrebbe aiutarla? Riaverti con se”

“Tu non capisci”

Mi alzai furiosa: “No! Sei tu che non capisci ora, ora ho il quadro completo e se pensi che mi fermerò solo perché tu non riesci a vedere le cose come stanno, non mi conosci affatto!”

Come una furia uscii dalla stanza e mi precipitai in macchina ottenendo uno sguardo perplesso da parte di Ellen: “Ha funzionato?”

“No”

“E ora?”

“Ora si passa al prossimo piano”

“Che sarebbe?”

“Andiamo a casa, devo provare una cosa”.

 

 

Mi precipitai nella mia stanza e iniziai a rovistare tra le vecchie cose

“Vuoi provare a sembrare una pazza furiosa? Perché ci stai riuscendo”

Non prestai attenzione alle sue parole e mi fermai solo quando ritrovai la piccola scatola di paglia verde, l’appoggiai sul tavolo e afferrai un foglio, scrissi velocemente la prima cosa che mi veniva in mente e fissai Ellen.

“Ok, io ho bisogno di te adesso, ma non sarà una cosa bella e se vuoi puoi andare via, lo posso capire”

Lei mi afferrò la mano: “E perdermi l’ennesima follia? Nah, e poi sarà come tornare ai vecchi tempi no?”

Annuii sorridendole e aprii la scatola, lei alzò un sopracciglio: “Quindi, tu hai una scatola per tutto?”

“Più o meno!”

“Bene”

Tirai fuori un sacchettino color prugna e ne svuotai il contenuto sul tavolo, presi anche una provetta con del liquido nero e un piccolo mortaio

“Sì, ho tutto”

“Si, ehm, quelle sono foglie?”

“Sì!”

“E nella provetta c’è?”

“Infuso di belladonna”

“Ovviamente…e com’è che hai queste cose?”

Iniziai a pestare le foglie rosse insieme al liquido nero: “Noi due non eravamo ancora amiche c’era, si era aperto un luna park vicino casa di Laura e ci andammo insieme, lei pensò che viste le mie capacità, sarebbe stato divertente andare dall’indovina e vedere cosa ci diceva. Beh l'indovina non disse nulla, cacciò via Laura e mi diede queste cose dicendo che un giorno ne avrei avuto bisogno”

Ellen deglutì lasciandosi cadere sulla sedia:“E con questo credo che non andrò mai da una sensitiva ok, ma cosa devi fare?”

“Berlo”

“E?”

“Ok, questa è la parte non bella: devo, devo provare a parlare con Loro, provare a farci un patto o, non lo so, ma devo provare a salvare Miles e questa è, è l’unica cosa che mi viene in mente.”

Ellen continuava a fissare l'intruglio torturandosi il labbro “Ma come farai a parlare con Loro? Credevo che solo i morti potessero vederli-oh…”

“No, non solo i morti, Miles non è davvero morto io, una volta che l’avrò bevuto, entrerò in uno stato di coma profondo e potrò entrare in contatto con Loro”

“Come?”

Le mostrai il foglietto: “Incantesimo!”

“Sei sicura che funzionerà?”

“No, ma devo provarci”

“Ma poi come farai a tornare indietro?”

“E a questo che mi servi tu, avrò un’ora di tempo, è a questo che servono le foglie, ad ammortizzare l’effetto della belladonna ma dopo un’ora, il processo sarà irreversibile”

Ellen deglutì “Cioè sarai…”

“Morta”

“Bene, quindi cosa devo fare?”

Le misi in mano il biglietto che avevo usato con Miles “Leggere questo, mettendo il mio nome, invece di quello di Miles”

“E se non funziona? Io non ho poteri Sally”

“Lo so non preoccuparti, non farai davvero un incantesimo ma mi servirà come punto di ritorno, la tua voce sarà come un faro per me e mi riporterà indietro!” “E se non funziona?”

“Se non funziona, chiama l’ambulanza”

“Sally”

“Io mi fido di te ma se non vuoi farlo puoi andartene, io però lo farò comunque, con o senza di te, io devo farlo”

“Ti voglio bene e, so quanto è importante per te, ma giuro che se non ritorni da me faccio un rito voodoo, ti riporto in vita e ti uccido con le mie mani, chiaro?” L’abbracciai forte: “Cristallino”

“Bene! Facciamolo”

 

Mi stesi sul letto e bevvi l’intruglio, ispirai a fondo mentre sentivo già la bocca farsi secca mentre Ellen mi teneva la mano.

“Con l’influsso degli astri e dell’universo, proietto me stessa in un posto diverso!”

La luce iniziò a darmi fastidio e dovetti chiudere gli occhi: “Con l’influsso degli astri e dell’universo, proietto me stessa in un posto diverso.”

Sentii il cuore battermi sempre più forte, i muscoli contrarsi “Con l’influsso degli astri e dell’universo proietto me stessa in un posto diverso.”

La pelle sembrava bruciarmi e la testa girava per conto suo, ma non potevo fermarmi “Con -l’influsso-degli astri e del’ universo, proietto me stessa, in, un, posto, divers-o”

Le palpebre si facevano sempre più pesanti, la voglia di dormire sempre più forte, mi rilassai andando in contro a ciò che mi aspettava e fu allora, che il mio cuore si fermò.










Angolino così carino e polpettino:
E dunque eccomi qui.
Vi avverto, siamo ormai ad un passo dalla fine.
Come vi è sembrato il capitolo?
Forse vi aspettavate più fuoco e fiamme tra Eloisa e Sally e in effetti mi stanno venedo un po' di dubbi sull'allungare quella parte ma in verità vi dico che a me quel pezzo piace così com'è.
Intelligenza batte Forza.
Sally ha elaborato il piano in tutti i suoi dettagli, assicurandosi che Eloisa fosse sicura della sua resa e quinid impreparata ad uno scontro ed era sicura che Miles sarebbe arrivato a proteggerla.
Ha agito d'astuzia e si merita mille punti(ma di che??)
Ah già...Miles, alcuni di voi ci avevano preso: Miles è in coma.
Quindi non è morto, ma questo non rende più semplice le cose anzi!
E nel prossimo capitolo connosceremo i tanti nominati Loro, e sappiate che mi sono divertita(e scervellata) un sacco a scrivere l'inizio del prossimo capitolo, capitolo che è tipo il penultimo, penutlimo capite?? tristezza ç__ç
vabbe a domenica prossima!
bacini e grazie del vostro supporto, siete troppo tropposi *^*

   
 
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