Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: karlsonn    23/03/2014    2 recensioni
Quando la lama affondò nel suo sterno il primo pensiero fu: “Ho fatto una cazzata”. E il secondo: “Mycroft”.
Gli amici di Lestrade alle prese con il suo ferimento, e Mycroft Holmes tra questi, naturalmente.
(Mystrade)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lestrade, Mycroft Holmes, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 4
 
Ricordo n.43, sez. R.
Parole chiave: “casa al mare”, “sesso”, “lista”, “presa d’atto”
Warning: fa male. fa sempre male.
Note: Errata corrige in fondo.
 
Ti guardo da lontano, dall’alto di questa breve salita acciottolata.
Cammini.
Sei tu, ti riconoscerei tra mille. Ti ho sempre riconosciuto tra mille.
Cammini contro il cielo, contro il mare,
verso di me, verso il nostro appuntamento.
Sei troppo lontano perché possa distinguere le tue fattezze,
ma non perché possa riconoscere il tuo modo di camminare,
di muovere le spalle e la testa mentre lo fai.
Sei più vicino, ora, e riconosco come, a ritmo con un certo numero di passi che muovi, alzi il braccio destro portando la mano alla bocca: non posso vedere la sigaretta, ma anticipo il sapore che ne sentirò nella tua bocca.
E mi prende una stretta al basso ventre, all’inguine.
 
Mi arrivi accanto e sei accaldato, la sigaretta accesa, un velo di sudore sulla fronte.
“Ciao.”
“Ciao.”
Solo ciao. Vorrei stringerti e amarti qui, in mezzo alla strada. Altro che ciao. E invece camminiamo uno accanto all’altro in silenzio fino alla porta di legno scolorita dall’aria salmastra. Stai in silenzio mentre la apro e prima di entrare getti il mozzicone per terra e lo schiacci sotto a una scarpa, lanciando uno sguardo rapido e furtivo in giro. Forse ti chiedi chi ci vede, chi può aver capito di noi, o forse no, è solo la tua abitudine di poliziotto.
 E chiudo la porta dietro di noi. E tu mi sei addosso. E io ti sono addosso. Con una fame, con una sete, di te, di me, baci voraci e mi sei mancato e ti voglio e finalmente e mani a spogliare gli abiti e a frugare e a trovare la pelle nuda. Sai di sigaretta e di dopobarba, come sempre, e penso che perderò il controllo ora mentre ti spingi contro i miei fianchi, mentre mi spingo contro i tuoi fianchi. “Andiamo su” mi dici e la tua voce è roca e non ti rispondo perché non c’è niente da rispondere e quelle scale che saliamo con le mani intrecciate e strette  sono solo aspettativa e desiderio e voglie che ci sussurreremo nelle orecchie l’uno dell’altro, tra poco, ora, subito, adesso, per trovare cento e mille modi per poterle soddisfare.
 
La casa è piccola e le finestre sono grandi. E si vede il mare. E si sente il rumore del mare. Sento il profumo del tè che stai preparando e il tintinnio del cucchiaino e i tuoi passi dentro la stanza… e poi siamo di nuovo sdraiati vicini e tu mi parli e io ti ascolto e vorrei che non smettessi mai.
 
Tieni la testa rovesciata a guardare le stelle. Sono in piedi accanto a te. E davanti a noi gli scogli, il mare. Il rumore delle onde è ritmico. Ogni onda un respiro. Ogni onda te. Te dentro di me. Non avrei dovuto attaccarmi a te. Non avrei dovuto lasciarmi coinvolgere. E invece guarda dove sono. Nascosto a tutti, a mio fratello, al governo e al mondo intero. In una casa al mare. Io e te. Ore e giorni rubati a tutti e a tutto, senza vergogna. Ogni onda un respiro. Ogni respiro te, che mi entri dentro, fino in fondo all’anima. Un brivido mi attraversa mentre mi riconosco così perduto per te. “Mycroft, hai freddo?” “No.” Ho le mani nella tasca del cappotto: infili una mano e intrecci le dita con le mie. Mi piace quando fai così. “Andiamo a casa, My?” “Sì”.
 
Questa volta ci amiamo con tenerezza, con lentezza, anche. Sai di sale Gregory, sai di sale e di vento e di mare, mentre ti spogli e io ti bacio il collo, la nuca, il petto. Stare nudo sotto di te abbracciato a te mentre mi baci e ti bacio e ti muovi su di me è come stare in mare, lasciarsi sommergere e travolgere dalle onde del mare. Solo che tu sei caldo e profumi di muschio bianco e di tabacco, solo che tu mi mordi, solo che tu sussurri parole sconnesse al mio orecchio, solo che le tue spinte sono a ritmo del battito del mio cuore… solo che mentre ti spingi dentro di me, e sei lento, e sei forte e mi fai male, e mi dai piacere, io voglio farmi travolgere e lasciarmi andare. E mi sorprende l’orgasmo, in calde ondate che partono dal profondo, da un punto oscuro e lontano che non conoscevo, che tu col tuo corpo sei andato a cercare, a scavare, e contro cui ti spingi, ora, più veloce, con più vigore; e mentre verso tutto il mio seme tra il mio ventre e le tue dita sento che il piacere ancora non finisce e mi scuote in tremiti e sussulti, e sento la tua voce roca che sussurra il mio nome e l’ultima spinta con cui ti svuoti dentro di me, sopraffatto.
 
E io ti amo, Gregory.
 
E’ un pensiero chiaro, improvviso, abbagliante, come uno sparo fragoroso e bianco nella notte. Lo so, ora, adesso, in questo preciso istante, con piena certezza. Anche se non ho mai amato nessuno, prima d’ora, anche se non avrei saputo che significato dare a queste parole fino a qualche tempo fa. E nello stesso momento in cui mi è chiaro sento la tua domanda.
 
“E tu mi ami?”
 
Mi manca l’aria.
 Essere coinvolti non è un vantaggio.
Io sono coinvolto da te e questo non è un bene.
 Tu sei coinvolto da me è questo è un grosso, grossissimo male.
Riprendo fiato, ripassando la lista dei perché: è una lista lunga, complessa e articolata. Contiene pregiudizi, vulnerabilità, mass media e occhio del ciclone, pericoli, rischi per la carriera, nemici dichiarati, avversari potenziali, la mia vita oscura che irrompe nella tua, le ragioni di stato che finiranno per schiacciarti, ricatti, prima pagina, giochi di potere…
E’una lista lunga e spietata.
Fatta anche di nomi, di facce, di luoghi e di date: non è fatta solo di ipotesi o paure, oh no, è anche concreta, precisa, fattuale.
Mi ci vuole molto tempo a ripercorrerla, ma voglio farlo, lo devo fare, prima di capire che cosa posso risponderti…
 Ed è così che resto in un silenzio assorto, finché tu parli di nuovo, alzandoti, e capisco che hai scambiato il mio silenzio per la risposta alla tua domanda: e io te lo lascio fare, perché in fondo va bene così, è più facile così, anzi è addirittura perfetto così.
 
N.B.
Errata corrige:
 
“E tu mi ami?” “Sì”.
 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: karlsonn