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Autore: Layla    23/03/2014    1 recensioni
Lui sta per sedersi a un tavolo quando la porta si apre violentemente e due rapinatori entrano nel locale puntando la pistola su di noi.
“Consegnaci l’incasso!”
Mi urlano, io corro al ricevitore di cassa, prelevo i soldi e schiaccio l’allarme, poi consegno tutto ai banditi che iniziano a far passare i clienti.
Arrivati a Tom lui si rifiuta di collaborare e tenta di disarmare uno di loro.
È questioni di attimi, il rapinatore – troppo teso ed eccitato, forse un eroinomane – perde il controllo e gli spara. L’altro impreca e lo trascina via, lasciando Tom steso a terra.
Dovrei aspettare l’ambulanza, ma i miei piedi si muovono da soli e con un unico movimento mi inginocchio accanto a lui e gli premo la mano dove è stato colpito.
Mi concentro e una leggera luce scaturisce dalla mia mano, fortunatamente nessuno lo nota e io continuo fino a quando non sento tutti i tessuti e gli organi tornare normali e la pallottola svanire completamente.
Genere: Generale, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mark Hoppus, Nuovo personaggio, Tom DeLonge, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Violenza
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12) Ricordi (ora so chi sono).

 

Non ho mai vissuto un venerdì in cui le lezioni scorressero via così lentamente.
Seguo le lezioni con difficoltà, prendo appunto con una grafia incerta – che non sembra nemmeno la mia – e ho la testa pesante.
Non ho mai sofferto di una qualche malattia terrestre, tipo febbre o raffreddore, ma credo che oggi sia arrivato il mio momento.
Finalmente – dopo un tempo infinito – suona la campanella del pranzo, come al solito io, mia sorella e Tom ci mettiamo a un tavolo, oggi si aggiunge anche Keisha, mentre Joel rimane al suo tavolo da solo.
Meglio.
Non ho voglia di sopportare le sue stronzate oggi, non ne ho proprio la forza di sentirle.
“Ehi, stai bene?”
Mi chiede Tom.
“Sì, ho solo la testa un po’ pesante, nulla di cui preoccuparsi.”
“Ti vedo più pallida del solito, se è possibile.”
Io scuoto le spalle.
“Gente, che ne dite se stasera si va al Soma?”
Annuiamo tutti, spero che un po’ di divertimento mi aiuti a recuperare la forma, oltre alla testa pesante, sento  il tatuaggio e la collana scottare.
Avrei potuto lasciarla a casa, ovviamente, ma non mi va di lasciare incustodito un oggetto così potente, non ho idea di che cosa potrebbe succedere se la mettesse, ad esempio, mia madre.
Magari non le succede nulla, ma magari rimane morta fulminata.
“Chia, sei dei nostri?”
“Certo.”
“Viene anche Keisha, non fa niente vero?”
Io scuoto la testa.
“Può venire, basta che non si porti dietro anche Joel.”
“Tranquilla, lui rimarrà a casa. Fino a quando non gli parlerai?”
“Finché non riceverò le scuse che mi deve.”
Taglio corto, secca.
Il signorino non si è minimamente impegnato nel mostrarsi pentito o cose del genere, è rimasto semplicemente sulle sue, come se fossimo tutti lebbrosi.
“Ci sto lavorando, ma è testardo come un mulo!”
Keisha tenta, come sempre, di difenderlo, ma ormai le sue parole non fanno presa su di me, deve essere Joel a parlare, non sua sorella.
Dopo la pausa pranzo anche le ore pomeridiane di lezione si trascinano lente e noiose, pensavo sarei stata felice di ritrovare le mie origini, invece ora desidererei soltanto non sapere nulla.
Vorrei non avere questa collana al collo che a volte stringe come la catena di un carcerato e quei simboli che bruciano sulla schiena come se fossero fatti della stessa materia dell’inferno.
Suonata l’ultima campanella mi dirigo come uno zombie verso la macchina, lasciando che sia mia sorella a guidare, io non me la sento.
Arrivata a casa mi butto a letto e mi sveglio solo quando Izzie mi sveglia per dirmi che è pronta la cena.
“Scendo subito.”
“Sei sicura di voler venire al Soma in queste condizioni?”
“Sì, voglio vedere Tom.”
Lei annuisce, ma sembra preoccupata. Gesù, devo proprio avere un aspetto orribile se spavento persino mia sorella!
Prima di scendere mi do una sistemata, per non preoccupare ai miei, mi siedo giusto in tempo per vedere la cena arrivare in tavola.
Mamma ha fatto le cotolette, buonissime!
Le mangio con appetito, forse inizio a migliorare!
“Dove pensate di andare questa sera, ragazze?”
Ci chiede nostro padre.
“Al Soma con i ragazzi.”
“Verrà anche Johnny?”
Io guardo Izzie, mi sono dimenticata di chiamarlo.
“Sì, viene anche lui. L’ho chiamato mentre Chia dormiva.”
“Grazie, Isabel.”
“Figurati.”
Mio padre sospira.
“Beh, se c’è lui mi sento sollevato. I malintenzionati vi staranno alla larga, lui fa paura.”
Mia madre storce il naso, ma non aggiunge nient’altro, temo che non apprezzerà mai Johnny, nemmeno se mi salvasse la vita.
Finita la cena, lavo io i piatti e poi corro a prepararmi, non metterò nulla di speciale.
Indosso un paio di pantaloni neri larghi e una maglia verde acido con disegni di teschi, una felpa gialla e verde dell’Adidas, dei vecchi anfibi e una sciarpa. Non fa ancora così freddo per mettersi il giubbotto di pelle o un cappotto.
Mia sorella invece indossa una gonna di jeans forse un po’ troppo corta stracciata, una maglia dei blink, un felpa rossa e degli anfibi dello stesso colore.
Mamma guarda con disapprovazione la gonna, ma alla fine la fa uscire.
Izzie si mette al volante  e si dirige verso casa di Johnny, non appena lui è entrato anche lui nota che sono troppo pallida e sciupata.
Cosa posso farci?
Mi sono truccata per rendermi decente e se non basta quello non so fare i miracoli.
Poi raccatta anche Keisha e io mi chiudo nel mio solito mutismo, solo Johnny le parla, mia sorella deve fare attenzione alla strada, di solito sono io quella che guida per andare a San Diego.
“Hai una brutta faccia, Chia.
Molto bene.”
Io la guardo senza capire, mi sta prendendo in giro?
“Significa che forse presto riacquisterai i ricordi della tua vita precedente.”
“Wow.”
Rispondo piatta.
Speriamo che il gioco valga la candela.
Arriviamo al locale, parcheggiamo e poi sia io che mia sorella voliamo nelle braccia dei nostri rispettivi ragazzi, mettendo a disagio Johnny e Keisha.
“Anne non c’è?”
Il tono di Johnny è cauto, ma Mark lo fulmina lo stesso.
“È a Los Angeles con mia madre, per questioni che riguardano il divorzio.”
“Hai la casa tutta per te allora, stronzo!”
Tom rifila un pugnetto nella pancia del suo amico per stemperare la tensione e ci riesce.
“Sì, dopo vado a far festa!”
Io sorrido, poi – da un momento all’altro – la testa inizia a girarmi e rischio di cadere a terra, Tom mi prende appena in tempo.
“Cosa hai?”
“La testa… Ho la testa in fiamme.”
Rantolo, prima di finire segregata in una dimensione di semi oblio.
“Cosa facciamo Keisha?”
Lei rimane un attimo in silenzio, poi guarda Mark.
“La portiamo a casa sua.”
“E perché non in ospedale?”
Chiede un pallidissimo Mark.
“Perché non possiamo, poi ti spiego.”
Taglia corto Johnny.
“DeLonge, ce la fai a portarla in macchina o vuoi una mano?”
“Ce la faccio.”
Mi porta nella mia macchina e mi fa stendere sui sedili posteriori, ho la testa appoggiata sulle sue gambe. Davanti a noi ci sono Izzie al volante e Keisha.
Johnny deve essere andato con Mark.
La mia testa è pesante, in fiamme e ogni tanto colgo alcuni flash della mia vita passata, sulla terra non esiste un cielo così viola con due lune.
Arriviamo a casa di Mark, Tom mi porta in braccio sul divano e poco dopo sento un fresco sollievo alla testa: mi hanno messo una pezza bagnata sulla fronte.
Che bello.
“Cosa facciamo?”
Chiede isterico Tom a Keisha.
“Non so, dobbiamo mantenerla a questa temperatura, ma non so come. È al limite della fusione.”
 “Ragazzi?"
"Cosa intendi dire con fusione?
Cosa le hai fatto?”
Il tono di Johnny è duro e tagliente, è chiaramente furioso.
“Non le abbiamo fatto nulla, le ho solo sbloccato il meccanismo che teneva prigionieri i suoi ricordo della vita precedente!”
“E non hai pensato che forse le sono stati bloccati perché le fanno male?”
“RAGAZZI!”
Quello di Mark ormai è un urlo e tutti si voltano verso di lui.
“Volete spiegarmi cosa succede?
Chia sta per morire, ha 46 di febbre e delira su pianeti con due lune e ribelli e voi parlate di cose assurde come vite precedenti e fusione. Voglio – anzi esigo – una spiegazione!”
Vedo – dalla mia stranissima prospettiva distaccata – che Izzie, Keisha, Tom e Johnny si guardano l’uno l’altro, alla fine sia Johnny che Keisha fanno un lieve cenno di assenso.
“Mark, siediti.”
Mia sorella lo fa dolcemente sedere su una sedia e Johnny inizia a parlare.
“Io, Chia e Keisha siamo tre alieni.”
“Non è possibile!”
Mark li guarda a occhi sgranati, senza dire nulla Jo fa alzare in volo tutti gli oggetti della stanza e Keisha trasforma un orrendo vaso a fantasia fiorata nel busto di Machiavelli.
Mark  rischia di svenire.
“Allora non stavate scherzando.”
“Assolutamente no.”
Lui si passa la mano sul viso.
“Beh, immagino che il fatto che Chia stia delirando a una temperatura impossibile per un umano lo provi. Cosa volete fare?
E poi cosa c’entra la sua vita precedente?”
Keisha sospira.
“Beh, tecnicamente né John né Chia sono del tutto alieni. Abbiamo sintetizzato il dna della nostra regina e del suo fidanzato con del dna terrestre e abbiamo chiuso in uno scomparto della mente i loro ricordi della vita precedente.
Io e mio fratello Joel siamo qui per liberare questi ricordi e per portare a termine una missione, che consiste nel uccidere alieni ostili e soprattutto eliminare le loro uova.”
“Ok, fino a qui ci sono. Ma ora mi volete spiegare cosa volete farne di Chia e perché sta così?”
È di nuovo Keisha che parla.
“Ieri le ho affidato una cosa molto importante e che dovrebbe aiutarla ad aprire la porta ai suoi ricordi. Ha aperto questa porta, il problema è che il suo cervello si sta sovraccaricando come un computer che riceve troppi dati, ecco che ha la febbre.
Io non posso interrompere questo processo, ma non so cosa fare per mantenerla a una temperatura costante.”
“Chia aveva ragione, a voi due non importa nulla di come stiamo, siete solo interessati a noi come armi per la vostra missione!”
Johnny fulmina la viola con lo sguardo, curioso che sia giunto alle mie stesse conclusioni.
“Non dire così, Johnny! Non è vero!
Non è assolutamente vero, è che voi siete i primi ad essere stati sottoposti a questi trattamenti, volevamo essere sicuri che sopravviveste, per questo avete anche del dna terrestre.”
“Forse potreste raffreddarla.”
Si voltano tutti verso Izzie.
“Insomma quando quella luce blu esce dalle vostre mani fatela uscire fredda, non lo so.
Cazzo, siete voi gli alieni non io! Io rivoglio indietro mia sorella e vorrei che voi spariste dalla vostra vita, da quando vi ha incontrato non ha fatto altro che stare male.”
Izzie scoppia a piangere e Mark la abbraccia immediatamente, Keisha abbassa gli occhi.
“Johnny, Tom datemi una mano e proviamo a fare quello che dice Isabel.”
Mark guarda il suo migliore amico sorpreso.
“Sei un alieno anche tu?”
“Una specie. Hai presente il casino al Blue Moon?”
“Sì, ti davano per morto, ma alla fine non ti eri fatto nemmeno un graffio.”
Tom sospira.
“Ero quasi  morto, la pallottola mi era entrata nello stomaco, Chia mi ha salvato la vita, solo che questo ha implicato che il mio dna venisse modificato e che diventassi un po’ alieno anche io.
Ho alcuni dei loro poteri.”
Mark annuisce con occhi vacui, non sono l’unica che sta per andare in tilt!
In ogni caso i tre si mettono intorno a me e cercano di raffreddarmi o almeno ci provano, infatti inizio a sentire un po’ di refrigerio e anche la mia parte che sta assorbendo i ricordi si sente andare a fuoco un po’ di meno.
“Izzie!”
“Cosa c’è Keisha?”
“Penso che ci vorrà tutta la notte per aiutare tua sorella, chiama tua madre e inventati qualcosa, idem Mark pensa qualcosa per Tom.”
Annuiscono tutti e due.
Mia sorella esce di casa con il telefonino in mano, Mark cerca il cordless e chiama casa DeLonge, inventandosi che Tom si fermerà a dormire da lui perché è troppo ubriaco per tornare a Poway.
Izzie ritorna poco dopo pallida.
“Ho detto a mia madre che siamo a dormire a casa di Anne, la sorella di Mark perché Chia non si sentiva bene e io non ero in grado di guidare.
Mi ha fatto una predica, ma se l’è bevuta almeno.”
Sospirano tutti, la notte è lunga.
 

All’alba mi sembra di riemergere dal fondo dell’oceano.
I miei tre salvatori si sono addormentati tutti e tre e giacciono a terra in pose scomposte, Tom mi tiene ancora la mano, in quanto a Izzie e Mark dormono abbracciati su una poltrona vicino al divano.
Io mi sento la testa leggera e il corpo debole, sono molto sudata.
Ora ricordo tutto, il palazzo fatto di marmo bianco, le lunghe corse fatte su quei corridoi lucidi da bambina con mio fratello. Giocare a nascondino nel giardino pieno di piante strane e che rilucevano di luce propria anche di giorno insieme a Keisha.
E poi ricordo quando la fazione rivale alla nostra fece irruzione nel palazzo,avevano fucili spianati e sguardi di ghiaccio. Uccisero i miei genitori sotto i miei occhi e quelli di mio fratello, eravamo nascosti in una stanza segreta vicina al trono, ricordo che volevo piangere, urlare, fare loro del male, ma non potevo fare nessuna delle tre cose.
I ribelli dovevano uccidere anche noi, ma non ci hanno mai trovato, il padre di Keisha ci ha fatto uscire da palazzo e unire alla resistenza.
Mio fratello aveva quindici anni, io solo tredici, passai dal maneggiare bambole e aggeggi per il cucito al maneggiare fucili, bombe e granate.
Poco dopo mi venne consegnata la milleottanta, come chiamano la mia collana, e divenni il terrore dei nostri nemici. Il nostro gruppo di resistenza era molto piccolo, ma estremamente forte.
Guardo Johnny e mi ricordo di quanto l’ho amato allora, era un amore viscerale, di quelli in cui si è disposti a morire insieme piuttosto che stare separati, ora però per me è solo un amico.
Guardo Tom e quella mano stretta alla mia, è lui che amo ora, è per lui che farei di tutto.
Ricordo l’ultima missione, era una missione suicida che avevano affidato a me e a John, la accettammo senza neanche un ripensamento. Compiuto quella mio fratello sarebbe tornato sul trono e poi ci avrebbero mandati qui per eliminare del tutto i nostri nemici con l’aiuto di Keisha e Joel che avevano svolto egregiamente il loro ruolo di infiltrati tra gli abitanti di Naria, una delle nostre lune. I miei l’avevano previsto in caso di emergenza e mia madre aveva registrato anni prima il messaggio che ho visto io.
Buffo, come tutto ora sia morto e sepolto, ma mi richiami.
Questa missione va fatta, non mi piace per nulla, vorrei non avere questo fardello, ma ornai è tardi. Fatta questa, sarò libera di essere una terrestre.
Ho visto il mio mondo e non mi manca, forse solo la natura, magari in futuro io e Tom ci faremo un giro.
La mano di Tom si muove leggermente, poco dopo i suoi occhi scuri mi fissano e sul suo volto si accende un sorriso.
“Sei tornata.”
“Sì, ho attraversato l’inferno a piedi da sola o quasi.”
Gli sorrido.
“Adesso che hai tutti i ricordi chi ami?
Me o Johnny?”
“Te, stupido.
Sono morta in quella vita e non sono quella che ero allora, sono cambiata.
La principessa Ava è morta per salvare la sua patria, qui c’è solo Chia.”
“Non rivuoi quel ruolo?”
Io scuoto la testa.
“Non tocca più a me. Ho un debito verso il mio pianeta e lo pagherò eseguendo la missione che ci hanno assegnato, poi potrò essere libera, ci penserà mio fratello al mio pianeta.”
“Com’è tuo fratello?”
“Un ragazzo dalla chioma blu e dalla pelle troppo chiara, anche i miei capelli naturalmente sono azzurri.”
Lui sorride, il nostro chiacchiericcio ha svegliato anche Johnny e Keisha.
“Tutto bene?”
Chiede il mio amico.
“Tutto bene. È stato molto romantico morire insieme, ma qui non lo faremo.”
“No, tu non mi ami.”
Io rido.
“Nemmeno tu se per questo!”
Lui fa uno strano verso.
“Keisha, eravamo migliori amiche allora.”
Lei annuisce.
“Spero che anche qui potremo esserlo, anche se mi rendo conto che tu non sei Ava. Io credevo stupidamente di ritrovarla uguale a come l’ho lasciata, non ho pensato al fatto che per lei probabilmente ero solo un’estranea un po’ invadente.”
Ci sorridiamo.
“Svegliamo anche la coppietta?”
Io annuisco, Johnny scuote delicatamente Mark, che lo guarda senza capire, poi nota che sono sveglia e mi sorride.
“Sei davvero una ragazza piena di sorprese, prima addomestichi DeLonge..”
“Io non sono un cane!”
“Po si scopre che sei un’aliena. Sono in debito con te per aver salvato la vita del mio migliore amico.”
“Figurati.”
Mia sorella, sentendo la mia voce sguscia fuori dalle braccia di Mark e mi stritola, piangendo.
“Non farmi più spaventare così!
Ieri sera pensavo saresti morta, avevi la febbre, deliravi, a un certo punto ti sei messa persino a levitare urlando come se ti stessero uccidendo.”
“Mi dispiace, cercherò di non farlo più, ma ora sto bene.”
“Per fortuna o non avrei saputo giustificare la tua morte alla mamma.”
All’improvviso scoppiamo tutte e due a ridere senza una ragione precisa e gli altri si uniscono a noi, non so se sia pazzia o uno sfogo isterico a lungo represso. Forse tutte e due.
Sono qui e sono ancora viva e guardando il salotto di Mark non posso fare a meno di ringraziare una divinità superiore che ha deciso che io meritassi di continuare a vivere.
La mia missione non sarà facile, forse ci saranno giorni in cui starò peggio di così, ma per ora sono solo felice di essere viva e circondata dalle persone che amo.
Sorrido come non ho mai sorriso prima, ho capito quanto sono importanti le cose che ho proprio quanto rischiavi di perderle.
Per un attimo il fuoco che divampava dentro me mi aveva sopraffatta e l’unico motivo per cui sono riuscita a domarlo e a tornare indietro è in questa stanza.
Sono tornata per la dolcezza di Izzie.
Per poter sentirmi ancora completa con Tom accanto.
Per capire cosa vuole Keisha da me.
Per divertirmi come una matta con Mark.
Sono tornata per abbracciare John come una sorella fa con un fratello che non si vede da tanto tempo.
Grazie a tutti, anche se non lo saprete mai.

Angolo di Layla

Ringrazio DeliciousApplePie per la recensione.

   
 
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