12) Ricordi (ora so chi
sono).
Non
ho mai vissuto un venerdì in cui le lezioni scorressero via
così lentamente.
Seguo
le lezioni con difficoltà, prendo appunto con una grafia
incerta – che non
sembra nemmeno la mia – e ho la testa pesante.
Non
ho mai sofferto di una qualche malattia terrestre, tipo febbre o
raffreddore,
ma credo che oggi sia arrivato il mio momento.
Finalmente
– dopo un tempo infinito – suona la campanella del
pranzo, come al solito io,
mia sorella e Tom ci mettiamo a un tavolo, oggi si aggiunge anche
Keisha,
mentre Joel rimane al suo tavolo da solo.
Meglio.
Non
ho voglia di sopportare le sue stronzate oggi, non ne ho proprio la
forza di
sentirle.
“Ehi,
stai bene?”
Mi
chiede Tom.
“Sì,
ho solo la testa un po’ pesante, nulla di cui
preoccuparsi.”
“Ti
vedo più pallida del solito, se è
possibile.”
Io
scuoto le spalle.
“Gente,
che ne dite se stasera si va al Soma?”
Annuiamo
tutti, spero che un po’ di divertimento mi aiuti a recuperare
la forma, oltre
alla testa pesante, sento il
tatuaggio e
la collana scottare.
Avrei
potuto lasciarla a casa, ovviamente, ma non mi va di lasciare
incustodito un
oggetto così potente, non ho idea di che cosa potrebbe
succedere se la
mettesse, ad esempio, mia madre.
Magari
non le succede nulla, ma magari rimane morta fulminata.
“Chia,
sei dei nostri?”
“Certo.”
“Viene
anche Keisha, non fa niente vero?”
Io
scuoto la testa.
“Può
venire, basta che non si porti dietro anche Joel.”
“Tranquilla, lui rimarrà a
casa. Fino a quando non gli parlerai?”
“Finché non riceverò le
scuse che mi deve.”
Taglio corto, secca.
Il signorino non si è
minimamente impegnato nel mostrarsi pentito o cose del genere,
è rimasto
semplicemente sulle sue, come se fossimo tutti lebbrosi.
“Ci sto lavorando, ma è
testardo come un mulo!”
Keisha tenta, come sempre,
di difenderlo, ma ormai le sue parole non fanno presa su di me, deve
essere
Joel a parlare, non sua sorella.
Dopo la pausa pranzo anche
le ore pomeridiane di lezione si trascinano lente e noiose, pensavo
sarei stata
felice di ritrovare le mie origini, invece ora desidererei soltanto non
sapere
nulla.
Vorrei non avere questa
collana al collo che a volte stringe come la catena di un carcerato e
quei
simboli che bruciano sulla schiena come se fossero fatti della stessa
materia
dell’inferno.
Suonata l’ultima
campanella mi dirigo come uno zombie verso la macchina, lasciando che
sia mia
sorella a guidare, io non me la sento.
Arrivata a casa mi butto a
letto e mi sveglio solo quando Izzie mi sveglia per dirmi che
è pronta la cena.
“Scendo subito.”
“Sei sicura di voler
venire al Soma in queste condizioni?”
“Sì, voglio vedere Tom.”
Lei annuisce, ma sembra
preoccupata. Gesù, devo proprio avere un aspetto orribile se
spavento persino
mia sorella!
Prima di scendere mi do
una sistemata, per non preoccupare ai miei, mi siedo giusto in tempo
per vedere
la cena arrivare in tavola.
Mamma ha fatto le
cotolette, buonissime!
Le mangio con appetito,
forse inizio a migliorare!
“Dove pensate di andare
questa sera, ragazze?”
Ci chiede nostro padre.
“Al Soma con i ragazzi.”
“Verrà anche Johnny?”
Io guardo Izzie, mi sono
dimenticata di chiamarlo.
“Sì, viene anche lui. L’ho
chiamato mentre Chia dormiva.”
“Grazie, Isabel.”
“Figurati.”
Mio padre sospira.
“Beh, se c’è lui mi sento
sollevato. I malintenzionati vi staranno alla larga, lui fa
paura.”
Mia madre storce il naso,
ma non aggiunge nient’altro, temo che non
apprezzerà mai Johnny, nemmeno se mi
salvasse la vita.
Finita la cena, lavo io i
piatti e poi corro a prepararmi, non metterò nulla di
speciale.
Indosso un paio di
pantaloni neri larghi e una maglia verde acido con disegni di teschi,
una felpa
gialla e verde dell’Adidas, dei vecchi anfibi e una sciarpa.
Non fa ancora così
freddo per mettersi il giubbotto di pelle o un cappotto.
Mia sorella invece indossa
una gonna di jeans forse un po’ troppo corta stracciata, una
maglia dei blink,
un felpa rossa e degli anfibi dello stesso colore.
Mamma guarda con
disapprovazione la gonna, ma alla fine la fa uscire.
Izzie si mette al
volante e si dirige
verso casa di
Johnny, non appena lui è entrato anche lui nota che sono
troppo pallida e
sciupata.
Cosa posso farci?
Mi sono truccata per
rendermi decente e se non basta quello non so fare i miracoli.
Poi raccatta anche Keisha
e io mi chiudo nel mio solito mutismo, solo Johnny le parla, mia
sorella deve
fare attenzione alla strada, di solito sono io quella che guida per
andare a
San Diego.
“Hai una brutta faccia,
Chia.
Molto bene.”
Io la guardo senza capire,
mi sta prendendo in giro?
“Significa che forse
presto riacquisterai i ricordi della tua vita precedente.”
“Wow.”
Rispondo piatta.
Speriamo che il gioco
valga la candela.
Arriviamo al locale,
parcheggiamo e poi sia io che mia sorella voliamo nelle braccia dei
nostri
rispettivi ragazzi, mettendo a disagio Johnny e Keisha.
“Anne non c’è?”
Il tono di Johnny è cauto,
ma Mark lo fulmina lo stesso.
“È a Los Angeles con mia
madre, per questioni che riguardano il divorzio.”
“Hai la casa tutta per te
allora, stronzo!”
Tom rifila un pugnetto
nella pancia del suo amico per stemperare la tensione e ci riesce.
“Sì, dopo vado a far
festa!”
Io sorrido, poi – da un
momento all’altro – la testa inizia a girarmi e
rischio di cadere a terra, Tom
mi prende appena in tempo.
“Cosa hai?”
“La testa… Ho la testa in
fiamme.”
Rantolo, prima di finire
segregata in una dimensione di semi oblio.
“Cosa facciamo Keisha?”
Lei rimane un attimo in
silenzio, poi guarda Mark.
“La portiamo a casa sua.”
“E perché non in
ospedale?”
Chiede un pallidissimo
Mark.
“Perché non possiamo, poi ti
spiego.”
Taglia corto Johnny.
“DeLonge, ce la fai a
portarla in macchina o vuoi una mano?”
“Ce la faccio.”
Mi porta nella mia
macchina e mi fa stendere sui sedili posteriori, ho la testa appoggiata
sulle
sue gambe. Davanti a noi ci sono Izzie al volante e Keisha.
Johnny deve essere andato
con Mark.
La mia testa è pesante, in
fiamme e ogni tanto colgo alcuni flash della mia vita passata, sulla
terra non
esiste un cielo così viola con due lune.
Arriviamo a casa di Mark,
Tom mi porta in braccio sul divano e poco dopo sento un fresco sollievo
alla
testa: mi hanno messo una pezza bagnata sulla fronte.
Che bello.
“Cosa facciamo?”
Chiede isterico Tom a
Keisha.
“Non so, dobbiamo
mantenerla a questa temperatura, ma non so come. È al limite
della fusione.”
“Ragazzi?"
"Cosa intendi dire con
fusione?
Cosa le hai fatto?”
Il tono di Johnny è duro e
tagliente, è chiaramente furioso.
“Non le abbiamo fatto
nulla, le ho solo sbloccato il meccanismo che teneva prigionieri i suoi
ricordo
della vita precedente!”
“E non hai pensato che
forse le sono stati bloccati perché le fanno male?”
“RAGAZZI!”
Quello di Mark ormai è un
urlo e tutti si voltano verso di lui.
“Volete spiegarmi cosa
succede?
Chia sta per morire, ha 46
di febbre e delira su pianeti con due lune e ribelli e voi parlate di
cose
assurde come vite precedenti e fusione. Voglio – anzi esigo
– una spiegazione!”
Vedo – dalla mia
stranissima prospettiva distaccata – che Izzie, Keisha, Tom e
Johnny si
guardano l’uno l’altro, alla fine sia Johnny che
Keisha fanno un lieve cenno di
assenso.
“Mark, siediti.”
Mia sorella lo fa
dolcemente sedere su una sedia e Johnny inizia a parlare.
“Io, Chia e Keisha siamo
tre alieni.”
“Non è possibile!”
Mark li guarda a occhi
sgranati, senza dire nulla Jo fa alzare in volo tutti gli oggetti della
stanza
e Keisha trasforma un orrendo vaso a fantasia fiorata nel busto di
Machiavelli.
Mark rischia di
svenire.
“Allora non stavate
scherzando.”
“Assolutamente no.”
Lui si passa la mano sul
viso.
“Beh, immagino che il
fatto che Chia stia delirando a una temperatura impossibile per un
umano lo
provi. Cosa volete fare?
E poi cosa c’entra la sua
vita precedente?”
Keisha sospira.
“Beh, tecnicamente né John
né Chia sono del tutto alieni. Abbiamo sintetizzato il dna
della nostra regina
e del suo fidanzato con del dna terrestre e abbiamo chiuso in uno
scomparto
della mente i loro ricordi della vita precedente.
Io e mio fratello Joel
siamo qui per liberare questi ricordi e per portare a termine una
missione, che
consiste nel uccidere alieni ostili e soprattutto eliminare le loro
uova.”
“Ok, fino a qui ci sono.
Ma ora mi volete spiegare cosa volete farne di Chia e perché
sta così?”
È di nuovo Keisha che
parla.
“Ieri le ho affidato una
cosa molto importante e che dovrebbe aiutarla ad aprire la porta ai
suoi
ricordi. Ha aperto questa porta, il problema è che il suo
cervello si sta
sovraccaricando come un computer che riceve troppi dati, ecco che ha la
febbre.
Io non posso interrompere
questo processo, ma non so cosa fare per mantenerla a una temperatura
costante.”
“Chia aveva ragione, a voi
due non importa nulla di come stiamo, siete solo interessati a noi come
armi
per la vostra missione!”
Johnny fulmina la viola
con lo sguardo, curioso che sia giunto alle mie stesse conclusioni.
“Non dire così, Johnny!
Non è vero!
Non è assolutamente vero,
è che voi siete i primi ad essere stati sottoposti a questi
trattamenti,
volevamo essere sicuri che sopravviveste, per questo avete anche del
dna
terrestre.”
“Forse potreste
raffreddarla.”
Si voltano tutti verso
Izzie.
“Insomma quando quella
luce blu esce dalle vostre mani fatela uscire fredda, non lo so.
Cazzo, siete voi gli
alieni non io! Io rivoglio indietro mia sorella e vorrei che voi
spariste dalla
vostra vita, da quando vi ha incontrato non ha fatto altro che stare
male.”
Izzie scoppia a piangere e
Mark la abbraccia immediatamente, Keisha abbassa gli occhi.
“Johnny, Tom datemi una
mano e proviamo a fare quello che dice Isabel.”
Mark guarda il suo
migliore amico sorpreso.
“Sei un alieno anche tu?”
“Una specie. Hai presente
il casino al Blue Moon?”
“Sì, ti davano per morto,
ma alla fine non ti eri fatto nemmeno un graffio.”
Tom sospira.
“Ero quasi morto,
la pallottola mi era entrata nello
stomaco, Chia mi ha salvato la vita, solo che questo ha implicato che
il mio
dna venisse modificato e che diventassi un po’ alieno anche
io.
Ho alcuni dei loro
poteri.”
Mark annuisce con occhi
vacui, non sono l’unica che sta per andare in tilt!
In ogni caso i tre si
mettono intorno a me e cercano di raffreddarmi o almeno ci provano,
infatti
inizio a sentire un po’ di refrigerio e anche la mia parte
che sta assorbendo i
ricordi si sente andare a fuoco un po’ di meno.
“Izzie!”
“Cosa c’è Keisha?”
“Penso che ci vorrà tutta
la notte per aiutare tua sorella, chiama tua madre e inventati
qualcosa, idem
Mark pensa qualcosa per Tom.”
Annuiscono tutti e due.
Mia sorella esce di casa
con il telefonino in mano, Mark cerca il cordless e chiama casa
DeLonge,
inventandosi che Tom si fermerà a dormire da lui
perché è troppo ubriaco per
tornare a Poway.
Izzie ritorna poco dopo
pallida.
“Ho detto a mia madre che
siamo a dormire a casa di Anne, la sorella di Mark perché
Chia non si sentiva
bene e io non ero in grado di guidare.
Mi ha fatto una predica,
ma se l’è bevuta almeno.”
Sospirano tutti, la notte
è lunga.
All’alba
mi sembra di
riemergere dal fondo dell’oceano.
I miei tre salvatori si
sono addormentati tutti e tre e giacciono a terra in pose scomposte,
Tom mi
tiene ancora la mano, in quanto a Izzie e Mark dormono abbracciati su
una
poltrona vicino al divano.
Io mi sento la testa
leggera e il corpo debole, sono molto sudata.
Ora ricordo tutto, il
palazzo fatto di marmo bianco, le lunghe corse fatte su quei corridoi
lucidi da
bambina con mio fratello. Giocare a nascondino nel giardino pieno di
piante
strane e che rilucevano di luce propria anche di giorno insieme a
Keisha.
E poi ricordo quando la
fazione rivale alla nostra fece irruzione nel palazzo,avevano fucili
spianati e
sguardi di ghiaccio. Uccisero i miei genitori sotto i miei occhi e
quelli di
mio fratello, eravamo nascosti in una stanza segreta vicina al trono,
ricordo
che volevo piangere, urlare, fare loro del male, ma non potevo fare
nessuna
delle tre cose.
I ribelli dovevano
uccidere anche noi, ma non ci hanno mai trovato, il padre di Keisha ci
ha fatto
uscire da palazzo e unire alla resistenza.
Mio fratello aveva
quindici anni, io solo tredici, passai dal maneggiare bambole e aggeggi
per il
cucito al maneggiare fucili, bombe e granate.
Poco dopo mi venne
consegnata la milleottanta, come chiamano la mia collana, e divenni il
terrore
dei nostri nemici. Il nostro gruppo di resistenza era molto piccolo, ma
estremamente forte.
Guardo Johnny e mi ricordo
di quanto l’ho amato allora, era un amore viscerale, di
quelli in cui si è
disposti a morire insieme piuttosto che stare separati, ora
però per me è solo
un amico.
Guardo Tom e quella mano
stretta alla mia, è lui che amo ora, è per lui
che farei di tutto.
Ricordo l’ultima missione,
era una missione suicida che avevano affidato a me e a John, la
accettammo
senza neanche un ripensamento. Compiuto quella mio fratello sarebbe
tornato sul
trono e poi ci avrebbero mandati qui per eliminare del tutto i nostri
nemici
con l’aiuto di Keisha e Joel che avevano svolto egregiamente
il loro ruolo di
infiltrati tra gli abitanti di Naria, una delle nostre lune. I miei
l’avevano previsto
in caso di emergenza e mia madre aveva registrato anni prima il
messaggio che
ho visto io.
Buffo, come tutto ora sia
morto e sepolto, ma mi richiami.
Questa missione va fatta,
non mi piace per nulla, vorrei non avere questo fardello, ma ornai
è tardi.
Fatta questa, sarò libera di essere una terrestre.
Ho visto il mio mondo e
non mi manca, forse solo la natura, magari in futuro io e Tom ci faremo
un
giro.
La mano di Tom si muove
leggermente, poco dopo i suoi occhi scuri mi fissano e sul suo volto si
accende
un sorriso.
“Sei tornata.”
“Sì, ho attraversato
l’inferno a piedi da sola o quasi.”
Gli sorrido.
“Adesso che hai tutti i
ricordi chi ami? Me
o Johnny?”
“Te, stupido.
Sono morta in quella vita
e non sono quella che ero allora, sono cambiata.
La principessa Ava è morta
per salvare la sua patria, qui c’è solo
Chia.”
“Non rivuoi quel ruolo?”
Io scuoto la testa.
“Non tocca più a me. Ho un
debito verso il mio pianeta e lo pagherò eseguendo la
missione che ci hanno
assegnato, poi potrò essere libera, ci penserà
mio fratello al mio pianeta.”
“Com’è tuo fratello?”
“Un ragazzo dalla chioma blu e dalla pelle troppo chiara,
anche i miei capelli naturalmente sono
azzurri.”
Lui sorride, il nostro
chiacchiericcio ha svegliato anche Johnny e Keisha.
“Tutto bene?”
Chiede il mio amico.
“Tutto bene. È stato molto
romantico morire insieme, ma qui non lo faremo.”
“No, tu non mi ami.”
Io rido.
“Nemmeno tu se per
questo!”
Lui fa uno strano verso.
“Keisha, eravamo migliori
amiche allora.”
Lei annuisce.
“Spero che anche qui
potremo esserlo, anche se mi rendo conto che tu non sei Ava. Io credevo
stupidamente di ritrovarla uguale a come l’ho lasciata, non
ho pensato al fatto
che per lei probabilmente ero solo un’estranea un
po’ invadente.”
Ci sorridiamo.
“Svegliamo anche la
coppietta?”
Io annuisco, Johnny scuote
delicatamente Mark, che lo guarda senza capire, poi nota che sono
sveglia e mi
sorride.
“Sei davvero una ragazza
piena di sorprese, prima addomestichi DeLonge..”
“Io non sono un cane!”
“Po si scopre che sei
un’aliena. Sono in debito con te per aver salvato la vita del
mio migliore
amico.”
“Figurati.”
Mia sorella, sentendo la
mia voce sguscia fuori dalle braccia di Mark e mi stritola, piangendo.
“Non farmi più spaventare
così!
Ieri sera pensavo saresti
morta, avevi la febbre, deliravi, a un certo punto ti sei messa persino
a
levitare urlando come se ti stessero uccidendo.”
“Mi dispiace, cercherò di
non farlo più, ma ora sto bene.”
“Per fortuna o non avrei
saputo giustificare la tua morte alla mamma.”
All’improvviso scoppiamo
tutte e due a ridere senza una ragione precisa e gli altri si uniscono
a noi,
non so se sia pazzia o uno sfogo isterico a lungo represso. Forse tutte
e due.
Sono qui e sono ancora viva
e guardando il salotto di Mark non posso fare a meno di ringraziare una
divinità superiore che ha deciso che io meritassi di
continuare a vivere.
La mia missione non sarà
facile, forse ci saranno giorni in cui starò peggio di
così, ma per ora sono
solo felice di essere viva e circondata dalle persone che amo.
Sorrido come non ho mai
sorriso prima, ho capito quanto sono importanti le cose che ho proprio
quanto
rischiavi di perderle.
Per un attimo il fuoco che
divampava dentro me mi aveva sopraffatta e l’unico motivo per
cui sono riuscita
a domarlo e a tornare indietro è in questa stanza.
Sono tornata per la
dolcezza di Izzie.
Per poter sentirmi ancora
completa con Tom accanto.
Per capire cosa vuole
Keisha da me.
Per divertirmi come una
matta con Mark.
Sono tornata per
abbracciare John come una sorella fa con un fratello che non si vede da
tanto
tempo.
Grazie a tutti, anche se
non lo saprete mai.
Angolo di Layla
Ringrazio DeliciousApplePie per la recensione.