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Autore: AuraNera_    24/03/2014    2 recensioni
Non serve superare degli esperimenti genetici per essere speciali. Si può scampare alla morte... o essere posseduti.... non saperlo è pericoloso.... ma se ne sei a conoscenza, come va a finire? Qual è il tuo futuro? Perché combattere? Per chi?
Ma soprattutto..... contro chi?
Genere: Drammatico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Louise

“Che ci facciamo qui fratellone? E’ da tanto che non esci, sei scappato?”
Quello non diede segno di avermi notato. Cafone.
“Prontoooooooooo!!!” A mali estremi, rimedi peggiori. Avevo strillato dritto dritto nel suo condotto uditivo. Niente di niente. ‘Si è rimbambito del tutto’ pensai, ma poi notai la guardia. Mark. Quel cretino in divisa. Ecco perché mio fratello non mi parlava. Ops. Forse non dovevo assordarlo.
Mi guardai attorno. Eravamo su un tetto a parecchi metri di altezza. Troppi, per i miei gusti. Da sotto vedevo delle luci e delle strane decorazioni. Zucche? Possibile? Era già Halloween? Per noi fantasmi la cognizione del tempo è più veloce che quella dei viventi. A dirla tutta non abbiamo più niente a che fare con i vivi. Perché non andiamo all’altro mondo? Semplice. Dobbiamo passare una prova. Non sappiamo quale. Bella fregatura, vero?
“Allora? Che devo fare?”
Oh, finalmente lo ha chiesto. Era ora! Ero curiosa.
“E’ probabile che questa sera i cinque assassini andranno in giro a raccogliere informazioni. Voglio che studi e impari a riconoscere quella nuova, Egypt. Chiaro? Sguinzaglia i tuoi dannati spiriti ma datti da fare.”
Sguinzaglia i tuoi dannati spiriti? Insensibile! Provai a tirargli un ceffone, ma purtroppo sono impalpabile. L’unica reazione che riuscii a provocargli fu un brivido di freddo lungo la schiena e un lieve malessere temporaneo. Alcune persone sono più sensibili di altre. Sghignazzai. Avevo avuto la mia piccola vendetta.
“Bene. Io vado” Mio fratello captò la mia presenza. Lo teletrasportai in una strada poco più avanti. Ero morta giovane, per cui il mio spirito era poco maturo e saggio, e poco forte. Quella piccola azione mia aveva fatto scolorire l’aura. Mi presi del tempo per riprendermi.
“Ora cosa hai intenzione di fare?” sussurrai poi al ragazzo che era rimasti a fissarmi come fossi un quadro in una pinacoteca. Lui scrollò le spalle.
“Vado a fare quello che mi hanno chiesto di fare.” Ok, questa non me l’aspettavo. Ci avviammo in silenzio.
“Spero tu stia scherzando. Se no dovrò controllare che tu non abbia la febbre. Da quando in qua prendi ordini da quei palloni gonfiati?” sbottai ad un tratto infastidita. Lui per tutta risposta sospirò. “Da quando non ho scelta, Louise. E comunque, anche se non me l’avessero ordinato, l’avrei fatto. Voglio saperne di più. Inoltre, voglio cercare Pearl. Lui può spiare gli assassini al posto mio.” Spiegò poi.
Ah, ecco. Pearl... lo avevo visto un paio di volte. Capelli non troppo corti, bianchi lattei, come la pelle e occhi azzurrissimi. Lui, come la ragazza mora chiamata Valkyria, era stato posseduto da un demone. Ma un tipo diverso da quello di lei. Valkyria aveva dentro di se un jinn, un demone muta-forma. Pearl aveva dentro di se una lamia, un essere di sembianze animalesche, nel suo caso, un pipistrello. Si dice che bevano sangue. Tutte frottole. Assorbono l’energia e, attraverso il loro contraente, le manifestano in vari modi. In più hanno un’aura potentissima. Persino per me sarebbe stato roba da nulla rintracciarlo. Appena lo dissi a Night mare, lui mi guardò stupito, poi sorrise.
“Allora lo lascio a te. Io vado a cercare Egypt... o Lucy Ranubi, come immagino la chiameranno. Ci ritroviamo qui. O in caso trovami tu.”
Detto questo di affiancò a un fantasma e si smaterializzò. Mi volsi nel verso opposto. ‘A noi due Pearl.’

Echo
Ero sulla cima di un campanile. Non mi piacevano le feste. Da quando non provo più sentimenti le considero vuote e prive di significato. Così me ne stavo appostata su quella postazione alta, nascosta nell’oscurità della notte di Halloween. Le altre facevano un giro in perlustrazione, ovviamente in maschera. Quindi figuratevi: degli assassini ricercati da tutte le forze dell’ordine che se ne vanno tranquillamente a bussare alle porte altrui trillando ‘dolcetto o scherzetto?’ rigorosamente in maschera. Ah, ovviamente ero stata costretta anch’io a mettermi un ridicolo costume da befana, con tanto di cappello, scopa e naso finto. E poi si chiedono anche perché non vado con loro.
Ero la più ridicola nella compagnia. La mia sorellina era vestita da scheletro, Egypt da zucca, i due fratelli da lenzuoli. Cioè, da fantasmi.
Tra l’altro, chissà che cosa dovevamo perlustrare. Forse dobbiamo semplicemente raccogliere informazioni. Se fosse così, la mia presenza sul campanile sarebbe del tutto fuori luogo. Ma io vestita da befana, in strada non ci vado. Il mio punto di osservazione va benissimo.
Infatti.
Non ci feci subito caso, lasciai che il mio sguardo ci passasse sopra. Poi lo riconobbi. ‘Nightmare? Che diavolo fa a zonzo così esposto?’ Neanche a finire di pensarlo. Scomparve. Probabilmente aveva usato l’energia delle anime dell’altro mondo. Dannazione. Per questo genere di cose, mi serve Wish. Lei può identificare le aure. E quella non può diventare invisibile per lei. Perché, effettivamente, le aure sono invisibili.
Recuperai la scopa. Premetti un pulsante nascosto e la copertura di Purgatorio fu annullata. Il problema del mio potere è che io sono l’unica che necessita assolutamente di un arma come potere. Tra le due è lei l’assassina. Azionai Saint, la lama bianca. Come aveva fatto il ragazzo poco prima, diventai anch’io invisibile. Dovevo essere veloce.

Louise.
Lo vedevo camminare con aria persa in giro. Poverino. Deve essere stato scioccante per lui. L’assassino assassinato. Lo rincorsi.
“Bu!”
Si girò stupito. Ah, già. Io conosco lui ma lui non conosce me. Ops. Sfoderai il mio miglior sorriso e tesi la mano (noi fantasmi possiamo toccarci tra di noi, se lo desideriamo)
“Molto felice di avere una comunicazione a doppio senso con te per la prima volta! Io mi chiamo Louise. Sono la sorellina deceduta qualche anno fa di Nightmare.” Dissi radiosa. Dico ‘comunicazione a doppio senso’ perché ogni tanto gli avevo detto una qualche parolina, ma dato che era effettivamente vivo e vegeto e io morta e per nulla vegeta non poteva né sentirmi, né vedermi. Ora, invece, poteva anche toccare la mia mano senza avere effetti collaterali.
“Piacere mio... ecco...” cominciò a farfugliare lui, stringendo appena la mia mano.
Aaah, il panico da prestazione. Pearl era sempre stato un po’ timido, d’altronde. Mi sorprendo nel constatare quante cose conosco su di lui. Il che forse avrebbe dovuto darmi da pensare, ma al momento ero troppo esaltata dalla mia “missione”. Guardai ancora sorridente il volto del ragazzino. Non poteva avere più di 12 anni. Meglio togliersi il dubbio.
“Ehi, ehi, tranquillo, mica mordo. Ti conosco perché sono morta da più tempo di te. Tu non puoi conoscermi. Avevo e quindi ho tutt’ora 9 anni. Tu invece?”
Quello sembrò rilassarsi un poco. Sorrise pure lui. Aveva un bel sorriso, bianco come tutto il resto.
“Ah, beh... io avevo ed ho 11 anni. E mezzo.” Disse lui. Era ancora un po’ impacciato, ma faceva progressi. Non è che avevo molto tempo, comunque. Nonostante mi sembrasse una persona un po’ delicata decisi di andare subito al punto.
“Ascolta... tu ti ricordi di mio fratello, Nightmare... giusto? E ti ricorderai che il suo potere consisteva nel vedere e interagire con noi fantasmi, teoricamente. Beh, ora sei un fantasma anche tu e... beh, mio fratello richiede il tuo aiuto.” Avevo detto tutto d’un fiato. Mi fermai a respirare un attimo. Ahm... a dirla tutta quello della respirazione è un concetto delicato, dato che noi effettivamente siamo morti e teoricamente non dovremmo sentire la necessità di respirare. Credo che sia un concetto di abitudine.
Ripresi. “Tu facevi parte del progetto ‘Alternative Assassins’, e quindi conosci la loro base e tutto. Beh, dovresti fare la spia, o qualcosa del genere, e poi riferirci tutto a proposito di una certa Egypt. Ti dice nulla?”
Quello mi guardava inebetito. Posso capirlo, dato che sono passata dal chiedergli l’età a questo. Poveretto. Feci un sorrisino a mo’ di scusa. Quello scosse la testa e sorrise a sua volta.
“Vuoto assoluto, mi dispiace. Deve essere entrata nel gruppo dopo la mia uccisione. Quindi devo raccogliere informazioni? Beh, non dovrebbe essere troppo difficile, dal momento che non mi vede. Ho capito bene?” mi chiese lui prudentemente.
“E io che ne so? E’ mio fratello che ha architettato il famoso piano.” Ecco, lo lasciai di stucco, con la bocca che formava una perfetta ‘o’. Poi iniziò a ridere come un idiota. Aveva una risata contagiosa, quindi lo seguii a ruota.
“Dai, ti accompagno da lui così forse ci capiamo qualcosa in questo casino.” Proposi infine.
Lui annuì sorridente, mi prese la mano e insieme ci smaterializzammo.

Echo
Li incrociai in un vicolo deserto. A quanto pare si erano divisi e si stavano scambiando le informazioni. Piombai in mezzo a loro, premurandomi di togliere il naso finto prima di tornare visibile. Ciononostante feci prendere un colpo a tutti i presenti.
“Echo! Ma sei scema?!” Valkyria e la sua delicatezza. Egypt le fece cenno di stare in silenzio, intuendo che avevo qualcosa da comunicare loro. Ripresi fiato.
“Ho avvistato Nightmare”

Angolino nascosto nel nulla:
Ciao a tutti o a nessuno.
Mi scuso immediatamente con tutto per i miei errori di scrittura e di tempi verbali di cui si è lamentata la mia amica _beatlemania is back e che sicuramente ci saranno anche in questo capitolo, nonché nello spazio autrice (^^”). Inoltre, e mi rivolgo alla medesima giovincella, spero di aver messi abbastanza spazi.
Che dire, spero che il capitolo 5 vi sia piaciuto e che vi sia piaciuto Pearl. Si comincia ad entrare nel vivo della storia (forse) !
Al prossimo capitolo! *si lancia in un bidone della pattumiera del vetro e si taglia per i cocci*
Ahi...

  
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