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Autore: Lena Mason    24/03/2014    3 recensioni
“Era una fredda giornata di fine Ottobre, all’incirca verso mezzogiorno, quando una ragazza varcò le soglie dell’aeroporto di Narita, Tokyo, Giappone.”
L’arrivo di questa nuova ragazza all’accademia Ouran porterà parecchio scompiglio. Nuove amicizie, nuovi interessi e nuovi problemi colpiranno l’amato Host Club.
Riusciranno a salvarsi anche questa volta?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haruhi Fujioka, Kyoya Ohtori, Nuovo personaggio, Tamaki Suoh, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo XIII


La serata fu divertente anche se Tamaki bevve per sbaglio un alcolico e, da astemio, si ubriacò in un attimo, finendo col confessare ad Haruhi si essere attratto da lei e baciarla.

La ragazza era rimasta pietrificata in mezzo a tutti e solo l’intervento di Rossana l’aveva svegliata dalla trance: aveva trascinato Haruhi, con Kimie alle costole, in bagno e l’aveva scossa per farla riprendere.

«Tamaki-senpai… Cosa? Non capisco» riuscì a dire la brunetta, facendo ridere Rossana.

«Haruhi, mi pare ovvio che Tamaki sia innamorato di te… So che si è confessato da ubriaco, ma come si dice in vino veritas».

«Non so cosa pensare…».

«Prima dobbiamo capire se domani quell’idiota si ricorderà quello che ha detto o fatto… Poi deciderai, ok? » le disse Rossana, pensando che se Tamaki non se ne fosse ricordato glielo avrebbe rimembrato a calci nel sedere.

Ritornarono quindi alla festa, notando che Tamaki era sparito: Kyoya aveva chiamato i suoi scagnozzi, i quali lo avevano prelevato e portato a casa.

Ormai la serata era al termine, quando Mineko chiese a sua cugina di cantarle qualcosa.

Dopo aver scelto la canzone e averla cantata, seguita dal coro dei presenti nel locale, Rossana e gli altri se ne andarono.

Trovarono le limousine ad attenderli, ma videro che Kyoya e Akito salutavano le due ragazze, le quali salirono su una limousine bianca: capirono solo in quel momento che erano sorelle.

I due Ootori si avvicinarono al resto del gruppo e Kyoya, ancora una volta, vide che suo fratello maggiore fissava Rossana la quale si lamentava delle scarpe.

«Nii-san puoi smetterla di fissarla in quel modo? Sembri un maniaco».

«E tu sembri geloso, fratellino. La fisso quanto mi pare, perché è un gran bel vedere. Se non fosse troppo piccola per me, chiederei a nostro padre di farla diventare la mia fidanzata».

«Stai scherzando? Un matrimonio con lei non porterebbe alcun beneficio alla nostra famiglia».

«Io non sono Yuuchi o te. Voglio una moglie che almeno mi sia simpatica e sia di bell’aspetto. E Rossana sarebbe perfetta se avesse qualche anno in più. Non hai mai pensato di prendertela tu? Diventerà un donna molto attraente, lo vedo».

«Ora sei sensitivo? E comunque non mi interessa minimamente».

«Ah, meglio per te. Ho sentito che suo padre vuole farle sposare quel Kaito e sembra che i due vadano d’accordo. Lei non è innamorata di lui, almeno non ancora, ma lui lo è palesemente».

«Chi ti ha dato quest’informazione? Non ne sapevo nulla».

«Non sai sempre tutto, fratellino. Io so invece che quella ragazza ti incuriosisce e, fossi in te, approfondirei la sua conoscenza. Potrebbe rivelarsi ancora più interessante…» gli disse Akito prima di salutarlo e salire sulla limousine che lo avrebbe portato a casa.

Kyoya, invece, doveva andare da Tamaki poiché il biondo voleva passare un po’ di tempo con il suo amico: il moro sapeva che l’idiota doveva dirgli qualcosa e così aveva accettato. Ora non sapeva se fosse il caso di andare dall’amico poiché era stato portato via ubriaco. Come se gli avesse letto nel pensiero a distanza, ricevette un messaggio dal diretto interessato:

Sono sano. Non azzardarti a darmi buca. Ti aspetto a casa, mon ami.

Salì quindi sulla limousine, sedendosi al fianco di un’ancora sconvolta Haruhi, mentre Rossana, dandogli la perfetta visuale delle sue gambe, era seduta di fronte a lui.

L’autista scaricò prima la castana e poi si diresse verso casa Tamaki: la limousine era di Rossana, poiché quella del biondo lo aveva portato a casa per fargli smaltire la sbornia.

Nessuno dei due fiatava e la tensione poteva tagliarsi con il coltello, quando il silenzio fu rotto dall’autista:

«Signorini, vi avviso che c’è un po’ di traffico. C’è stato un incidente poco lontano».

«Non c’è problema, grazie» rispose Rossana «Avvisa l’idiota o comincerà a delirare su una tua possibile morte» aggiunse rivolgendosi a Kyoya,il quale aveva già pensato a quell’eventualità.

Non preoccuparti amico mio. So che sei in buona compagnia.

«Non è divertente, Tamaki».

«Mh? Cosa hai detto?».

«Ho la strana sensazione che tutto questo sia stato organizzato da Tamaki».

«In che senso?».

«Credo che abbia finto di essere ubriaco per inscenare l’incidente e far si che rimanessi tu ed io. Da soli».

Rossana ponderò sull’ipotesi di Kyoya e poi esclamò: «Quell’infame! Ha fatto tutto di proposito! Ha addirittura confessato i suoi sentimenti ad Haruhi per essere più credibile».

«Verrà punito per questo».

«Ancora non ha capito che tra di noi non può esserci nulla?».

«A quanto pare ha bisogno di un pugno per capirlo».

Rossana si voltò verso il vetro che li divideva dall’autista, con l’intento di bussare e richiamare la sua attenzione, quando una brusca frenata la fece sbalzare in avanti, direttamente addosso all’altro occupante.

Rimasero fermi immobili per qualche secondo, a pochi centimetri uno dall’altra e, forse, qualcosa sarebbe successo se l’autista non avesse abbassato il finestrino per chiedere come stavano: un pirata gli aveva tagliato la strada, obbligandolo a inchiodare.

«Senti io ho fame. Dato che sulla strada c’è un McDrive ho intenzione di fermarmi a prendere qualcosa. Tanto siamo in coda e una fermata di dieci minuti non cambierebbe nulla» gli disse Rossana, vedendo che Kyoya annuiva semplicemente.

Mentre dava ordine all’autista, Kyoya le diede una lunga occhiata, iniziando a pensare che forse suo fratello Akito non avesse tutti i torti: il vestito che quelle due pesti dei gemelli avevano scelto lasciava ben poco di non visibile.

Le gambe erano in bella mostra così come le braccia e l’abbondante decolleté. Inoltre il vestito fasciava il resto del corpo, obbligando Kyoya a distogliere lo sguardo.

È sexy, ammettilo a te stesso. Se non pensassi alle conseguenze le salteresti addosso da bravo sedicenne in preda agli ormoni.

Ed eccola che tornava, dopo settimane, a farsi sentire la voce della pazzia che si era sviluppata proprio a causa di Rossana.

Quando la ragazza gli porse il sacchetto del McDonald, Kyoya la guardò confuso: non aveva chiesto nulla da mangiare.

«Non fare quella faccia. Mangia e senti com’è buono. Poco sano, ma gustoso» gli disse addentando il suo panino e causando una fuori uscita di ketchup da lato opposto a quello del morso. La salsa le imbrattò prima il mento e poi, come se volesse segnalare a Kyoya cosa ci fosse poco più in basso, gocciolò sul petto.

Rossana divenne rossa quando Kyoya le pulì il mento e le porse poi il fazzoletto, indicandole che si era sporcata anche in altro posto.

«Mi succede sempre. Mordo il panino troppo forte e mi sporco» disse la ragazza presa a pulirsi la macchia «Per fortuna che il vestito è scollato, altrimenti…»

Non riuscì a finire la frase perché Kyoya le aveva tolto di mano il panino, il sacchetto con la bibita e le patatine ed ora la fissava a pochi centimetri di distanza.

«Rossana, se non la finisci di attirare la mia attenzione su certe parti del tuo corpo potrebbe finire male» le disse senza peli sulla lingua.

«Mi stai dicendo che mi salteresti addosso, Kyoya-kun?» gli disse, scandendo il nome del ragazzo lentamente e sorridendogli furba.

«Non giocare con me, Rossana. Sai che perderesti».

«Probabile, ma mi piace rischiare» gli disse, avvicinandosi ancora un po’ al ragazzo.

Fallo, razza di idiota. Baciala e falla tacere una buona volta. Falle vedere chi comanda.

Ma non lo fece: si limitò a ghignare ed allontanarsi da lei, lasciandola delusa.

Non poteva permettersi nessun colpo di testa: il suo obbiettivo era superare i fratelli e riuscire ad avere il comando degli affari di famiglia e una come Rossana avrebbe portato solo distrazioni e problemi.

Scese dalla limousine, accennando un minimo saluto alla rossa e, accolto dal maggiordomo, varcò la soglia di casa Suou e trovò il suo amico ad attenderlo nel salotto.

Tamaki si alzò, gongolante, e una volta vicino all’amico gli sorrise apertamente:

«Allora com’è andato il viaggio? Interessante?».

«So che hai organizzato tutto per farmi avvicinare a Rossana, ma non ha funzionato e non funzionerà, Tamaki. Non ho intenzione di farmi distrarre da niente e da nessuno. Accetterò il matrimonio combinato con Kimie-san. Fine della questione» disse Kyoya, senza lasciar possibilità di replica al suo migliore amico che lo guardava affranto.

«Mi dispiace per te, mon ami. Così non sarai mai felice, ma se è una tua scelta, per quanto la ritenga sbagliata, l’accetterò. Mi dispiace per Rossana: sono convinto che sia seriamente interessata a te» .

«Io non credo. Penso la veda di più come una sfida. Sa che è impossibile farmi innamorare di lei e dato che le piace vincere ci prova in tutti i modi».

«Sicuro che sia impossibile innamorarsi di lei?».

«Per me sì. Forse potrebbe esserci un po’ di attrazione fisica perché, inutile negarlo, è carina, ma nient’altro».

«E se ti dicessi che suo padre vuole farla sposare con Kaito-kun?».

«Non accetterà».

«E se lo facesse?».

«Mi congratulerei con loro» rispose secco Kyoya senza, come al solito, far trasparire nessuna emozione.

«Spero che le tue scelte attuali non rovinino la tua felicità futura né quella di Rossana né quella di Kimie-hime» disse Tamaki prima di alzarsi e condurre l’amico verso la camera dove avrebbe dormito.

Tamaki rimase sveglio un po’ a pensare al suo amico: sapeva che Kyoya aveva obbiettivi ambiziosi, ma non pensava che li avrebbe posti dinnanzi alla sua felicità.

Perché non sapeva come mai, ma era certo che con Rossana il suo migliore amico sarebbe stato felice: quella ragazza era una continua sfida ed era una persona del genere che andava bene per Kyoya.

Kimie-hime era dolce e gentile, ma a parte benefici per gli affari, non ne avrebbe dato alcuno al suo amico.

In qualunque caso sapeva che se Kyoya prendeva una decisione era difficile fargli cambiare idea e non aveva intenzione di far soffrire Rossana: sperava solamente che la ragazza rifiutasse il matrimonio con Kaito.

 

 

   
 
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