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Autore: Jade Tisdale    24/03/2014    2 recensioni
Una terrestre che non è riuscita a sottrarsi al destino che il Dottor Gelo aveva previsto per lei.
Un androide che si è fatta assorbire da Cell e che da quel giorno ha iniziato a sognarlo.
Una moglie che non riesce a dimostrare il proprio affetto verso il marito.
Una madre che si chiede se sua figlia potrà avere una vita serena.
Un cyborg che sta cercando di progettare un futuro da umana.
Ma C18 che cos'è davvero?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: 18, Altri, Crilin, Marron | Coppie: 18/Crilin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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9. La notizia.

 

 

Era già passato un mese dalla festa di Goten. E in quel mese, mi ero allenata di continuo.
Quando il tempo lo permetteva, mi allenavo con Crilin all'aperto, altrimenti passavo molto tempo nella Gravity Room con Vegeta. 
Con il terrestre ero arrivata ad usare quattro decimi della mia forza per tenergli testa. Col sayan invece, utilizzando completamente la mia potenza, ero riuscita a metterlo al tappeto un paio di volte.
Sia lui che Crilin mi fecero notare sempre più spesso che la mia aura si percepiva anche da lontano e così, un giorno, mi ricordai finalmente di farmi dare un'occhiata da Bulma. Per quattro ore consecutive, caddi in una sorta di coma. 
«E' meglio fare un'analisi completa del tuo corpo.» mi aveva detto la scienziata.
Non le avessi mai dato retta! Sebbene il mio corpo non agisse più, la mia mente era fresca ed ebbi uno dei miei soliti incubi.
Stranamente, nell'ultimo periodo, si trattava solamente di ricordi ambientati nel laboratorio di Gelo, ma mai riguardanti Cell.
Quando mi svegliai, la donna dai capelli blu non era più nel laboratorio.
Da quando mi allenavo con Vegeta, avevo memorizzato alcune stanze della casa, perciò, con un po' di fortuna, riuscii a trovarla nella cucina più piccola, mentre dava da mangiare a Trunks.
«Allora?»
La donna continuò a imboccare il figlio, quasi come se non mi avesse sentita.
Trascorsi circa un minuto a guardarla impaziente. Se non fosse stata un'amica di Crilin, l'avrei già fatta fuori. 
Pulì la bocca del piccolo, lo prese in braccio e finalmente si decise a parlare.
«Non c'è niente che non va in te.»
«Ah no? Si da' il caso che io sia un cyborg, se non te ne fossi accorta. La mia aura non si dovrebbe sentire, perciò c'è per forza qualcosa che non quadra qui!»
La turchina sospirò.
«C18, non sto scherzando. E' tutto a posto col tuo corpo, davvero. La tua base è umana, hai solo dei circuiti e lo sai. Di conseguenza, la tua aura è percepibile.»
Alzai un sopracciglio.
«Allora perchè ha iniziato a sentirsi soltanto di recente?»
«Beh, questo non lo so. I casi sono due: o il Dottor Gelo non ha fatto bene il suo lavoro, oppure essendo rimasti in una sorta di coma per tanti anni, non appena tu e tuo fratello vi siete risvegliati, le vostre aure si sono temporaneamente azzerate.»
«Ma io l'aura di mio fratello non riesco a sentirla!» esclamai alzando un po' la voce.
Bulma fece un mezzo sorriso.
«E chi ti dice che non abbia azzerato volontariamente la sua aura?»
Non aveva tutti i torti. Se quando avevo visto C17 non si era trattato di un sogno, allora potevo anche credere che non volesse farsi trovare. 
«Quindi non c'è niente che non va?» chiesi un'ultima volta per sicurezza.
Fece una piccola risatina che mi infastidì parecchio.
«Oh, beh, più o meno...»
«Che significa più o meno
«Significa che lo scoprirai da sola.» concluse la turchina, guardando con due occhi dolci suo figlio.

 

La primavera era alle porte. Era trascorso praticamente un anno da quando ero andata a vivere alla Kame House e mancavano appena due mesi al giorno del mio matrimonio.
Già, matrimonio. Chi l'avrebbe mai detto che un giorno mi sarei mai sposata? Con quel nanerottolo poi!
Alla fine però mi ero decisa. Non so cosa mi fosse preso quel giorno quando, alla poroposta di Crilin, avevo risposto affermativamente rimanendo impassiva, anche se dentro di me morivo dalla felicità.
Ero proprio cambiata in quei mesi. Per quanto fossi scontrosa, acida, fredda, isterica e quant'altro, ero diventata anche più sensibile, buona, gentile e per quanto mi nuocesse ammetterlo, dolce.
Il matrimonio si sarebbe svolto in una piccola chiesa sui Monti Paoz e visto che Bulma aveva insistito tanto, avremmo continuato i festeggiamenti alla Capsule Corporation.
Mi chiedevo cosa spingesse quella donna ad organizzare tutte le feste dei suoi amici a casa sua. 
Gli ultimi giorni d'inverno sembravano trascorrere abbastanza tranquillamente. Sembravano...
Da un paio di settimane mi sentivo più strana del solito. Avevo molta nausea, mal di stomaco e mi sentivo più debole del solito.
Quella notte inoltre vomitai di continuo. Vomitai la cena, vomitai il caffé, vomitai l'anima. Praticamente il mio corpo era diventato vuoto. Ma fu proprio mentre vomitavo che, per quanto impossibile potesse sembrare, ebbi una mezza idea su cosa potesse trattarsi.
Cazzo! Credevo di non poter avere dei figli! pensai spazientita. Sono stata insieme a Crilin una volta, una fottutissima volta a capodanno perchè avevo bevuto troppo, altrimenti non gli avrei mai concesso il mio corpo!
Mi accasciai a terra e mi presi i capelli fra le mani.
Non potevo essere incinta. Eppure, tutto coincideva, persino lo strano comportamento di Bulma.
Crilin entrò in bagno proprio in quel momento. Si sedette davanti a me e mi guardò per cinque minuti buoni senza dire una parola.
«Vai a dormire.» dissi secca. «E' notte fonda.»
Il terrestre sorrise.
«Sono già le cinque di mattina. E poi vorrei capire che cos'hai.»
Allungò una mano verso di me nel tentativo di accarezzarmi la guancia, ma io mi allontanai prima che ciò accadesse.
«Che succede?»
«Succede che...» Mi bloccai. La gola mi bruciava e le lacrime erano pronte per cadere. Ma non mi potevo mettere a piangere. Non in quel momento.
«Ho un ritardo.» continuai. 
Mi guardò con uno sguardo scettico, cercando di trovare le parole. Ma non ce n'erano.
Andai via dalla Kame House e volai verso ovest alla ricerca di risposte.

 

«Che ci fai qui?» mi chiese la turchina infastidita. «Non sai che a quest'ora del mattino la gente dorme? Avresti potuto svegliare Trunks!»
Mi versai un po' di caffé in una tazza celeste e mi comportai allo stesso modo in cui si era comportata Bulma un mese prima: feci finta di non averla sentita.
Bevvi un sorso della mia bevanda prima di aprire bocca.
«Perchè non mi hai detto che ero incinta?»
La donna dai capelli blu sbadigliò.
«Perchè non ne ero completamente sicura. Durante il controllo, il computer ha captato un'altra forma di vita all'interno del tuo corpo, ma la percentuale era molto bassa. Così ho dedotto che la gravidanza fosse solo all'inizio.»
«Ciò non toglie il fatto che avresti dovuto dirmelo.» 
Bulma si fece seria in volto come non l'avevo mai vista.
«Sarai anche umana, ma non hai la più pallida idea di come si porti avanti una gravidanza. Non è così?»
Il mio silenzio le fece capire che aveva ragione.
«Da quanto tempo sei incinta?» mi chiese la turchina sedendosi sulla sedia a capotavola.
«Se non ho sbagliato i calcoli, un mese e dieci giorni.» risposi bevendo un'altro sorso di caffé.
«E' tempo di andare da un dottore allora.»
«Non ho intenzione di andare in un ospedale e di farmi visitare da uno sconosciuto!» esclamai decisa, alzando un po' la voce.
Bulma scoppiò in una sonora risata simile a quella della volta precedente.
«Si può sapere perchè ridi sempre?» chiesi seriamente infastidita, mentre lei si asciugava le lacrime.
«E' solo che mi ricordi molto Goku: anche lui non voleva mai andare in ospedale per paura che gli facessero una puntura!»
Arrossii lievemente.
«Io non ho paura delle punture, hai capito? E' solo che non mi piacciono gli ospedali perchè le stanze al loro interno mi ricordano quelle in cui il Dottor Gelo ci torturava!»
Avevo detto quelle parole senza pensare a chi avevo davanti. Mai, ripeto, mai avevo detto una cosa riguardante il mio passato a qualcuno che non fosse Crilin.
Nella stanza si diffuse un silenzio di tomba per diversi minuti.
«Mi dispiace.» disse ad un tratto Bulma. «Io non immaginavo che...»
«Non fa niente.» risposi fredda.
«Puoi venire qui da me, una volta al mese almeno. Non sarò un dottore, però i miei macchinari sono i più all'avanguardia del paese...»
Posai la tazza sul tavolo e me ne andai senza dire altro. 

 

Trascorsi tutto il giorno in città, saltando da un negozio all'altro, ma nessun vestito o accessorio sarebbe riuscito a farmi stare meglio.
Tornai a casa solo a tarda sera. Mi sedetti in riva al mare e mi misi a guardare un punto fisso all'orizzonte.
Dopo poco, Crilin si avvicinò e mi mise una coperta sulle spalle.
«Non dovresti stare qui. Fa freddo.» disse accennando un sorriso. «Avanti, entriamo in casa.» 
Entrammo nella Kame House e ci dirigemmo in camera da letto. Il mio futuro marito restò in piedi davanti alla finestra, mentre io mi sedetti sul letto.
Restammo in silenzio per diversi minuti. Nessuno sapeva cosa dire. Entrambi eravamo imbarazzati e confusi.
«Non credevo che potessi avere figli.» disse ad un tratto Crilin, per cercare di spezzare quel silenzio di tomba.
«E' stata una sorpresa anche per me.» ammisi.
Il terrestre arrossì.
«Senti, C18...» Fece un sorriso imbarazzato. «So che forse a te questa storia non va giù, però... A me onestamente non dispiace. Insomma, è capitato proprio adesso che ci stiamo per sposare. Non sembra un segno del destino?»
Non avevo idea di cosa dire. Era come se in un attimo mi fossi dimenticata tutti i vocaboli che conoscevo.
«Forse non sei d'accordo con me, anzi, magari dopo questa domanda vorrai farmi fuori, però devo fartela. C18, tu... Tu vorresti avere un figlio?»
Mi ero già posta quella domanda molto tempo prima, ma non ero mai riuscita a trovare una risposta ben precisa.
Volevo un bambino? Ero disposta a rinunciare a tutto pur di diventare madre?
Provai una strana sensazione allo stomaco, ma non si trattava della creatura che stava crescendo dentro di me.
Era un sentimento nuovo, un sentimento piacevole che non avevo mai provato prima. Entusiasmo.
Mi tornarono alla mente le espressioni di Chichi e Bulma quando avevano tra le braccia i loro figli. La prima era un po' severa, ma al tempo stesso si capiva che era una donna tenera. L'altra invece, amava suo figlio più di sé stessa e ogni momento libero era buono per stare con lui.
Ma io? Io ero pronta per un simile passo?
«Crilin, io...» I suoi occhi neri e speranzosi incrociarono i miei cerulei e spaventati. «Io non lo so...»
Mi portai le mani agli occhi, nella speranza di riuscire a bloccare le lacrime che di lì a poco sarebbero cadute. Ma fu inutile.
«Dopo tutto quello che è successo... Io non so se sarò in grado di fare la madre!»
Crilin mi abbracciò, stringendomi a lui più che poteva.
«Andrà tutto bene C18! Tutte le cose che sono successe non sono state a causa tua! Tu hai fatto solo quello che credevi fosse necessario per il tuo futuro! Ma adesso sei qui con me ed è questo ciò che conta! Ti prometto che farò il possibile per cercare di far avere alla nostra famiglia una vita normale! Tesoro io te lo prometto, te lo prometto sulla mia stessa vita!»
Le lacrime che avevano bagnato la sua maglietta non erano più di paura, bensì di gioia.
Mi resi conto soltanto in quel momento di amare veramente, ma veramente l'uomo che avevo davanti. Quell'uomo che che mi amava nonostante le mie lune storte, quell'uomo che aveva distrutto il telecomando di autodistruzione per salvarmi, quell'uomo che aveva utilizzato un desiderio di Shenron solo per me, quell'uomo a cui riuscivo a dire tutto senza provare imbarazzo, quell'uomo che voleva mettere su famiglia con me, quell'uomo che riusciva sempre a consolarmi.
Lo strinsi a me più di come aveva fatto lui.
«Grazie.» dissi incurvando le mie labbra in un piccolo sorriso. «Ma non chiamarmi più tesoro, altrimenti ti spezzo le braccia.»
Il terrestre scoppiò a ridere, senza mai sciogliere quell'abbraccio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Hello everybody!
Ok, scusatemela questa, è che ho finito da poco di fare i compiti di inglese, perciò... xD
La mia ‘gara’ non dev'essere andata male, ma non ho ancora ricevuto i risultati.
Siccome a voi non ve ne frega sicuramente un cactus (?) sorvoliamo.
Penso abbiate capito che sono un po' una romanticona, per questo nei miei capitoli C18 appare molto più sensibile del solito. Nonostante all'inizio pensavo di creare una storia con personaggi completamente IC, col tempo ho capito che non era esattamente ciò che volevo, perciò me ne sono fatta una ragione.
Spero comunque che la storia sia di vostro gradimento anche se i personaggi sono un po' OOC!
Riguardo alla suddivisione delle parti, la prima dovrei concluderla a breve, non so di preciso quando, ma ve lo farò sapere al momento opportuno.
Ora penso che mi dedicherò a scrivere un capitolo di qualche altra mia storia, visto che ultimamente mi sto dedicando solo a questa :')
Il prossimo capitolo inizierò a scriverlo domani o mercoledì, perciò tra sabato e domenica (se non prima) dovrei riuscire a pubblicare il decimo capitolo.
Mi raccomando, ditemi come al solito cosa ne pensate con una recensione c: 

   
 
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