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Autore: _isafan99_    24/03/2014    0 recensioni
Non tutto era perduto. Potevo ancora incontrarlo.
Potevamo ancora stare insieme.
Strinsi nella mano il ciondolo d’argento respirando profondamente e poi lo lasciai ricadere sul petto, dove c’era il cuore. Batteva, sì batteva, ma ad un ritmo nuovo. Eterno.
Avevo 17 anni.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo
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~~2) Si ritorna a casa

Stavo tornando.
Dopo 316 anni di viaggi in giro per il mondo, cercando di ambientarmi tra i mortali, cercando di condurre una vita che si possa chiamare tale, stavo tornando.
Londra. Non sapevo cosa avrei potuto aspettarmi da quel luogo che una volta avevo chiamato casa, nel quale una volta avevo una famiglia, nel quale una volta ero stata innamorata … nel quale una volta ero morta.
- Basta. – Mason mi diede una gomitata nelle costole.
- Uhm …? – chiesi confusa fissando gli occhi castani.
- Stai di nuovo pensando a lui. – disse.
- Non è vero. – cercai di oppormi con un tono non troppo convinto.
- Ah no? – mi prese in giro – Ma smettila: giochi sempre con quella collana quando pensi a lui! –
Abbassai lo sguardo sulla mano che stringeva il ciondolo lavorato e la lasciai ricadere sulla parte della gamba lasciata nuda dal pantaloncino di jeans ( al quale avevo abbinato a una camicetta senza maniche bianca ) che avevo indossato per il viaggio.
- Non rompere. – forse troppo scontrosa, ma quell’aereo era pieno di umani e l’odore del loro sangue mi innervosiva. Mi misi su gli occhiali da sole proprio nel momento in cui il sole entrò dal finestrino dell’aereo, evitando così che qualcuno si accorgesse del colore rosso acceso che i miei occhi prendevano alla luce.
Mason sorrise e fece lo stesso con i suoi rayban, riavviandosi i capelli biondo cenere con una mano.
Sì, stavo tornando in quel luogo maledetto che aveva cambiato per sempre la mia esistenza. Anzi, stavamo tornando, o almeno quelli di noi che erano rimasti.
Mi chiarisco meglio: dopo quasi due anni dalla mia trasformazione in vampiro, Denise (la cameriera-strega) fu bruciata su un rogo insieme a altre ragazze e donne come lei; qualche anno dopo nacque una famiglia di Cacciatori, di ammazza-vampiri, e alcuni di noi … beh … non fecero una bella fine. Quindi, i sopravvissuti, furono costretti a spostarsi spesso.
Alla fine eravamo rimasti io, Mason e … Rosmary. Per mia sfortuna.
- Che illusa che sei. – non tardò ad arrivare il commento acido di quest’ultima – Dovresti smettere di pensare a lui: probabilmente la streghetta ha sbagliato abracadabra e, se non l’ha fatto, sono comunque passati tre secoli. Se è rinato, è già morto da un pezzo … -
- ROSMARY! – di nuovo ripresa da Mason che, dalla mia trasformazione, era diventato particolarmente protettivo nei miei confronti e lo apprezzavo: era come un fratello maggiore.
Ma, dopotutto, Ros aveva ragione: Denise non ci aveva saputo dire né quando, né, tantomeno, dove Louis sarebbe rinato.
- La speranza è l’ultima a morire, Rossa. – dissi voltandomi verso di lei per godermi la sua reazione: odiava essere chiamata “Rossa”, anche se non ne capivo il motivo.
Lei mi guardò a sua volta togliendosi gli occhiali da sole dalla montatura nera e spessa.
- Non. Chiamarmi. ROSSA!! – sibilò fra i denti facendo diventare gli occhi più rossi dei capelli. Poi si mise le cuffie nelle orecchie e si rilassò sulla poltrona dall’altra parte del corridoio.
I suoi capelli erano stati tagliati in tutti quegli anni e ora erano corti dietro lasciando il collo scoperto, mentre davanti scendevano fino alle spalle. La fronte era coperta dalla frangia. Da qualche anno a questa parte aveva anche scoperto lo stile Dark, quindi se ne andava in giro con jeans neri e magliette nere con colletto alto. Non che non le donasse quel look, ma era troppo … nero! Non so se capite …
Per un po’ restammo in silenzio, ognuno assorto nei propri pensieri, poi Mason si riscosse.
- Ragazze, vi ho parlato del lavoro? – chiese.
- Eeehh??! – lo squadrai. Sapevo che ogni volta che Mason ci trovava lavoro in un posto nuovo per “ambientarci e cercare di essere normali”, come diceva lui, era SEMPRE un casino.
- Oh no, Mason! – si lamentò Ros che aveva sentito e si era tolta le cuffiette.
- Dai ragazze, gli altri non sono andati così male. – cercò di rimediare.
- Siamo stati licenziati da quel bar in America perché Rosmary ha aggredito un cliente. – gli ricordai - Con una sedia! –
- E vogliamo parlare del lavoro da bidelli in quella scuola spagnola? Non mi è sembrato un lavoro grandioso come ci avevi assicurato! – fece eco la Rossa.
- Forse ho sbagliato qualche volta … - il biondo si grattò la testa.
- E in Russia? – chiesi.
- E in Cina?? – Rosmary.
- Okay, avete ragione. – si arrese il ragazzo alzando le braccia in segno di resa – Ma questo è davvero bello! E comunque durerà solo un paio di giorni … poi sarete voi a cercarvi un impiego. –
Comincio ad avere paura. Pensai preparandomi al peggio.
- Aiuteremo ad allestire il concerto di una band famosissima in Inghilterra e nel resto del mondo, a quanto pare …  – fece una pausa ad effetto guardandoci entrambe – Lavoreremo nella preparazione del concerto degli … One Direction! – concluse soddisfatto.
Calò il silenzio tra di noi.
- Mai sentiti. – annunciò Rosmary.
- No, neanche io. – scossi la testa.
- Io neppure se è per questo, ma pagano bene e per una volta … - abbassò la voce - … potremmo provare a sembrare mortali. –
Fece scorrere lo sguardo da me a Ros e da Ros a me in cerca di un segno di approvazione.
- Ora ho ufficialmente paura. – commentai.
- Siamo in due. – approvò l’altra.
- Andiamo ragazze!! – Mason era sull’orlo dell’esasperazione.
- Senti - posai la mano sulla sua – concordiamo tutti che tu non sei un asso nel scegliere cose del genere, quindi non puoi concederci un briciolo di dubbio? – chiesi.
- E poi chi caspita sono gli One Direction?? –
- Chi sono gli ONE DIRECTION?!?! – una ragazzina seduta nel posto davanti a noi si voltò verso Rormary con la bocca e gli occhi spalancati, in un’espressione tra lo stupito e lo scandalizzato – Gli One Direction sono la boyband più famosa in questo momento: sono 5 ragazzi, di cui 4 inglesi e 1 irlandese, che sono arrivati terzi a XFactor e … -
- Ma guarda che ficcanaso questa qui …  – la interruppe acida Ros – Vedi di farti gli affaracci tuoi ragazzina!! –
Quest’ultima si voltò offesa e stette zitta.
- Non ci riesci a trattare le persone in maniera migliore? – le chiesi.
- Ma taci una buona volta: è maleducazione ascoltare le conversazioni degli altri! – si rimise le cuffie ignorando Mason che la riprendeva per la duecentesima volta, come se fosse un padre che sgridava la bambina viziata.
- E per la casa? Dove staremo? – chiesi al ragazzo al mio fianco.
- Ho comprato una villetta con i soldi dell’ultimo lavoro dato che aveva fruttato bene. – mi sorrise beffardo.
Alzai gli occhi al cielo e mi appoggiai allo schienale della poltrona guardando fuori dal finestrino. Sentii delle dita accarezzarmi la mano e mi ricordai di aver lasciato questa su quella di Mason.
La ritrassi senza togliere lo sguardo dal panorama sotto di me. Lui sospirò e aprì il libro che stava leggendo prima di interrompere i miei pensieri su Louis, prima di interrompere i dolorosi ricordi dei suoi sorrisi, dei suoi occhi, della sua voce …
Ricevetti un’altra gomitata. Infilai la collana nella camicetta e feci una linguaccia a Mason che si mise a ridere.
*****
Dopo un’ora l’aereo atterò a Londra e fu il momento di scendere. Feci per prendere il borsone sopra il mio sedile quando un tipo con una massa di ricci castani in testa, occhi verdissimi e due adorabili fossette sulle guance, mi precedette, tirandomelo giù e porgendomelo.
Mi sorrise e io ricambiai.
- Grazie. – dissi interpretando la parte della ragazzina timida.
- È sempre un piacere aiutare una bella ragazza. – mi rispose lui e notai la voce calda. Sentii l’intenso profumo del suo sangue inondarmi i sensi e farmi venire la gola secca.
- Sì, grazie. – fece Mason lanciando un’occhiata omicida al ragazzo – Ma non ce n’era bisogno. –
Il castano fece passare lo sguardo da me a Mason e contrario e poi mi sorrise.
- Bene, ci si vede. – fece un cenno col capo e fece per andarsene ma poi si rigirò e disse – Comunque, non sono tanto male gli One Direction. – mi fece un occhiolino, si mise gli occhiali da sole e se ne andò.
Pensai che era proprio stato carino ad aiutarmi, anche se non ne avevo proprio bisogno data la forza innaturale che possedevo … e il suo sangue …
Mason si schiarì la voce guardandomi dall’alto – Vogliamo andare o aspettiamo anche qualcuno che ti porti in braccio fino al taxi? –
- Mi piaci quando fai il geloso Mason. – commentai con un sorriso sulle labbra.
- Io non sono geloso!! – subito sulla difensiva.
Risi della sua reazione e scesi finalmente dall’aereo.
*****
Dopo qualche sorrisino e qualche flirt da parte di Rosmary, riuscimmo a non pagare il tassista, che decise di farci fare un viaggio gratis, e scendemmo davanti a una villetta niente male tutta bianca con davanti un giardino ben curato. La porta si aprì e uscì una vecchietta con in mano delle chiavi.
La, ormai, ex padrona di casa baciò la guancia di Mason ( con un po’ troppo entusiasmo per i miei gusti ) che l’aveva avvisata del nostro imminente arrivo. Poi strinse la mano mia e di Ros con due grandi sorrisi un po’ sdentati, dicendo che le faceva piacere che tre bei ragazzi come noi si prendessero la sua casa in cura. E non aveva tutti i torti, eravamo proprio tre ragazzi bellissimi, molto più del normale, ma ciò era causato dalla trasformazione in vampiri, insomma: eravamo “predatori di umani” e l’aspetto esteriore era fondamentale per attirare ingenue vittime.
La ringraziammo dei complimenti che continuava a farci e lei ci fece fare il giro della casa affidandoci, infine, le chiavi.
Mason ci mise tutto il suo carisma e il suo fascino irresistibile per buttare, letteralmente, quella vecchina chiacchierona fuori di casa. Quando finalmente chiuse la porte d’ingresso sbuffò, facendomi ridere.
Ripresi in mano il mio bagaglio e salii le scale che portavano al piano di sopra, occupato da due stanze, una da una parte di uno stretto corridoio e una dall’altra, e un bagno. Entrai nella camera a destra, che mi era sembrata la più accogliente con quelle pareti tinte di un rosa pesca, il letto a due piazze e i mobili in legno, e mi buttai sopra il materasso a pancia in giù respirando il profumo alla vaniglia delle coperte.
Presi il ciondolo di Louis e lo aprii.
Ti amerò per sempre.
Ti amerò per sempre.
Ti amerò per sempre.

Sospirai.
- Pare che questo ‘per sempre’ sia proprio una fregatura, sai Louis? –
Qualcuno bussò alla porta. Mi girai e vidi Mason appoggiato allo stipite.
- Posso? – chiese con un sorriso.


Mason’s pov
- Pare che questo ‘per sempre’ sia proprio una fregatura, sai Louis? – disse con un sospiro.
Se solo avesse saputo quanto mi faceva stare male vederla così, se solo avessi avuto il coraggio di dirle ciò che provavo, se solo avessi potuto convincerla che io avrei potuto darle tutto ciò che voleva, se solo …
- Posso? – mi sentii dire dopo aver bussato alla sua porta aperta. Sorrisi.
Lei annuì, chiudendo il ciondolo e rimettendolo nella camicetta. Batté la mano sul materasso al suo fianco e mio mi sedetti.
- Come ti senti? – chiesi cercando, invano, di incontrare il suo sguardo che, invece, era concentrato sul parquet sotto i suoi piedi.
- È … strano. – disse accennando ad un sorriso – Insomma: tornare a casa dopo così tanto tempo … e scoprire che non è rimasto niente di casa tua. Da un certo punto di vista – alzò lo sguardo che si fermò fuori dalla porta – è un sollievo, ma … è strano. –
Finalmente mi guardò e io potei ammirare quelle bellissime iridi che dal verde tendevano all’azzurro, fino a quando non diventavano rosse intorno alla pupilla.
- Sono sicuro che ti abituerai. – sostenni il suo sguardo – Ormai i cambiamenti ci appartengono, no? –
Lei mi sorrise.
E quelle labbra … rosse e piene. Dopo tutto quel tempo sapevo come controllare le reazioni del mio corpo, ma, se fossi stato ancora umano, sarei sicuramente diventato color porpora mentre le scostavo un ciuffo di capelli neri dietro l’orecchio, sfiorandole la guancia morbida e pallida.
Eravamo così vicini che riuscivo a sentire il suo respiro sul viso mentre le nostre ginocchia si sfioravano.
Era così bella.
Oh, quanto vorrei dirglielo … quanto vorrei che sapesse che lo penso ogni volta che la vedo …
- Eh-ehm!!! – un colpo di tosse distrusse quel momento magico e perfetto – Scusate se interrompo qualcosa … - Rosmary aveva una smorfia sul volto mentre ci squadrava.
La fulminai con lo sguardo sperando che in quel momento un fulmine la incenerisse.
Esatto, ci hai interrotti! Perché non te ne vai?!?!
- Lo sai che non hai interrotto niente, Ros. – Delailah le fece un sorriso forzato. Anche lei faceva fatica a sopportarla.
- Ceeeeerto … comunque: Mason, c’è la vecchiaccia di prima che si è dimenticata di darti le chiavi di riserva e vuole darle SOLO e solamente a te! È fuori dalla porta ad aspettarti. – detto questo, la rossa si voltò ed entrò nella camera di fronte con la sua valigia.
Ma porc …
- Scusa, io … -
- Non ti preoccupare, – mi sorrise lei – io metto a posto. Vai pure dalla signora. – si alzò e si avviò verso l’armadio aprendolo.
- Ehm … ok. – mi alzai anch’io, avviandomi verso la porta lentamente: non volevo lasciarla – Ci vediamo giù, ho delle sacche di sangue per la cena. –
- Fantastico! – esclamò distrattamente sistemando dei jeans su una gruccia.
- A dopo. – feci un cenno con la mano che lei non vide, troppo impegnata con i vestiti.
Scesi le scale strusciando i piedi e sospirai aprendo la porta. La vecchina era ancora lì, mi fece un sorriso e cominciò a parlare … e parlare … e parlare … finché non le presi le chiavi di mano e le chiusi la porta in faccia borbottando un ‘Buona serata’ che, sorda com’era, sicuramente non aveva sentito.
Con la mia “supervelocità” ( come mi piaceva chiamarla ) andai a posare il mio borsone sul letto in una camera vicino alla cucina e mi stravaccai sul divano ripensando a qualche momento prima, quando ero stato a tanto così dal dichiararmi a Delailah: ripensai ai suoi occhi, alla sua voce, al suo profumo …
Presi un cuscino, che l’ex proprietaria ci aveva lasciato, insieme a tutti i mobili ( un’idea mia!!! ), e me lo premetti sulla faccia soffocando un urlo.
Quando ebbi finito di sfogarmi accesi la tv facendo zapping, non trovando un programma decente da vedere, ma che comunque non avrei seguito: ero troppo impegnato a reprimere i miei sentimenti e a soffocarli dentro il petto come avevo fatto per tre secoli.
Sapevo che non mi amava, non poteva: c’era quel … Louis!
Quindi non avrei mai potuto dichiararmi: l’avrei persa.
E non potevo perderla …

 

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Ma ciaoooooooo!!!
Ecco a voi un altro capitolo!
Allora, chi mai sarà quel ragazzo tanto gentile con la protagonista di questa ff?
Ah, e poi abbiamo capito i sentimenti di Mason, ve l’aspettavate? Forse era un po’ prevedibile, dai …
I nostri protagonisti sono arrivati a Londra, ce la faranno a condurre una vita normale?? Lo scoprirete leggendo ;P
Mi raccomando, recensite: è davvero molto importante sapere cosa pensate!
Grazie :-*
Al prossimo capitolo!
_isafan99_

  
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