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Autore: foreverahero00    24/03/2014    1 recensioni
La persona che mi colpì di più fu un quattordicenne del Distretto quattro.
Non ne capì bene il motivo, ma guardando nei suoi grandi occhi color mare percepì la paura che provava. Apparentemente non voleva dimostrarlo, perché sul volto fingeva un sorriso tirato. Non so per quale ragione, ma decisi di doverlo proteggere. Assomigliava moltissimo a mio fratello, aveva i suoi stessi occhi profondi che parlavano ancor’prima della bocca. Ci voleva solo la persona giusta per saperli interpretare.
“Finnick Odair” Disse l’accompagnatrice del Distretto quattro.
Genere: Azione, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Finnick Odair, Nuovo personaggio, Tributi edizioni passate
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Guarda!” Disse in tono sorpreso.
“A quelli di Capitol City devi piacere molto!” Un sorriso mi si stampò sulle labbra.
Finnick aprì subito la piccola scatola appesa al paracadute.
 
 Ti farà bene,
           -Mags     

Lesse il biglietto che trovò dentro la scatola, poi prese la pomata e se la spalmò sulla spalla. Fece un sospiro di sollievo.
 
“Come va? Meglio?”
“Benissimo” Sembrava soddisfatto. “Domani starò bene”
 
Gli passai una coperta e mi ringraziò.
 
“Perché lo fai?” Chiese stupito.
“Beh, in fondo sei venuto tu da me chiedendo il mio aiuto” Sorrisi.
“Ehi, io non te l’ho mai chiesto!”
“Però sono convinta che l’hai pensato” Si mise a ridere. Per qualche istante dimenticai di essere nell’arena, sembrava come se stessi accanto a mio fratello.
 “Assomigli un sacco a mio fratello” Dissi a Finnick.
 
Mi guardò stupito. Forse capì che era per quello che lo stavo aiutando.
 
“Se devo allearmi con qualcuno qui nell’arena, tu sei in cima alla lista.” Era sincero. Lo si capiva dagli occhi che non stava mentendo.
“Lo stesso vale per me” Anche io ero sincera, “Perciò alleati?”
“Alleati”
 
Entrambi cademmo in un sonno profondo, forse sta notte sognai l’unica cosa felice da quando fui scelta alla mietitura. Sognai mio fratello, sognai il mio Distretto. Il mio Distretto era povero, ma era pur sempre casa mia, e in questo momento darei di tutto per ritornarci.
Mi svegliai di colpo. Uno strano rumore si era formato, qualcosa simile ad un ronzio. Le mani mi prudevano. Abbassai lo sguardo, migliaia di formiche si stavano avvicinando a noi. Formiche geneticamente modificate, ibridi. Svegliai subito Finnick. Prendemmo le nostre cose, non avevamo fatto in tempo, le formiche stavano già salendo sopra i piedi, e non si sarebbero fermate.

“L’acqua” Gridai. “Ci serve acqua”

Corremmo fino alla spiaggia. L’unico problema era che pure i favoriti erano la. Probabilmente stavano dormendo, perché di guardia c’era soltanto la ragazza del Distretto due. Mi scagliò un coltello contro. Mi si conficcò nel polpaccio. Mi bloccai, mi sbilanciai e caddi in acqua. Non riuscii a rialzarmi, È la fine pensai. Poi sentii qualcosa che mi tirò su, Finnick. Mi guardai intorno, la ragazza del Due giaceva a terra senza vita. Il volto di Finnick era scioccato, probabilmente per quello che aveva appena fatto. Si tuffò in acqua, e finalmente il prurito delle formiche scomparve anche per lui. Il polpaccio bruciava, ma fortunatamente avevamo con se la pomata. Mi trascinai all’asciutto. Me ne spalmai un bel po’, quella roba era veramente miracolosa. La ferita non mi faceva male come prima.
I favoriti non si fecero vivi, così decidemmo di non restare molto distanti dalla spiaggia.
 
“Sai arrampicarti sugli alberi?”
“Posso provarci” Si guardò la spalla. “La mia spalla sta benissimo” Aveva ragione, ormai era quasi guarita del tutto.
“Tu credi di farcela?” Mi disse preoccupato.
“Certo che ce la faccio” Non ne fui molto convinta. Il polpaccio faceva ancora male, e sarebbe stato difficile arrampicarsi su un albero alto. Dopo qualche decina di minuti di ricerca trovammo un albero adatto. Ordinai a Finnick di andare per primo. “Scherzi? Vai prima tu, così posso vedere come si fa” Mi disse e io annuii.
Afferrai qualche ramo sporgente e pian piano mi arrampicai fino in cima. Finnick fece lo stesso, era molto più veloce di me. Il polpaccio faceva sempre più male.
Finnick notò il mio sguardo addolorato.

“Tieni, prendila tutta”
“Ce n’è ancora poca, a me non serve” Dissi. Aveva capito che stavo mentendo.
“Non penserai mica che sono così imbranato da farmi male di nuovo?” Disse sorridendo.
“Grazie”
Mi spalmai la pomata sul polpaccio, il dolore era quasi passato. Rimanemmo in silenzio per un po’.
 
“C’è qualche ragazza che ti aspetta la al Quattro?” Dissi, per rompere il silenzio.
“No, no” Disse semplicemente.
“Ma come, un bel tipo come te” Mi guardò con uno sguardo assassino. Non potei fare a meno di ridere.
“In realtà ho un’amica. Si chiama Annie”
“Lo sapevo io” Risi ancora. “E com’è?”
“È la mia migliore amica. Ha dei bellissimi occhi color mare, con qualche sfumatura di verde.  Basta che ci guardo dentro una volta, e mi sento a casa.”
  
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