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Autore: Cassie Ainsworth    04/07/2008    2 recensioni
Hinata, 15 anni e un talento innato per la musica. Nella scuola d'elite di Tokyo si sente protetta dal mondo esterno. Poi però il mondo esterno prende il sopravvento, e Hinata non lo può evitare.
Hinata si rinchiude nella sua cameretta e rifiuta quel mondo che invece la vuole trascinare nella monotonia quotidiana.
Oggi,Hinata è ancora rinchiusa in quella cameretta, non ne è mai uscita. Forse mai ne uscirà.
Genere: Generale, Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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{ 31 agosto 2005

Seguiva lo spartito senza battere ciglio, Hinata.
Nota dopo nota, la riga finiva, per seguirne un’altra altrettanto complicata.
Non dava segni di cedimento Hinata, non un sospiro tra una pausa e l’altra.
Le dita scorrevano veloci lungo l’argentato flauto traverso in una sequenza premeditata, complicata, ma non abbastanza per Hinata.
Le persone davanti a lei seguivano quei movimenti estasiati, stregati.
Neanche loro riuscivano a chiudere e dischiudere le palpebre, poiché i movimenti della ragazza li
attraevano come il miele per le api.
Hinata Hyuga, 15 anni, una ragazza prodigio nel mondo ormai povero di artisti veri come quello della musica.
Lei e il suo strumento producevano vera arte, un piccolo sollievo per il cuore di chi l’ascoltava: il suo suono classico e armonioso allietava tutti, senza distinzioni.
Quando anche l’ultima nota lievemente sfumava verso il silenzio, la stanza risuonò di applausi, e una Hinata estasiata appoggiava lo strumento sulla sedia di legno ormai consunto e velluto rosso ove poco prima il suo corpo era adagiato, per inchinarsi gentilmente al suo piccolo pubblico, mentre quei ciuffi ai lati del viso, che sempre le incorniciavano il viso pallido dalla bianca carnagione, le ricadevano in avanti dolcemente.
Sì, Hinata Hyuga era proprio brava, e degna di frequentare quella scuola d’elitè in pieno centro di Tokyo che i figli di papà da sempre frequentano, che predilige la formazione musicale, me che alla fine riesce a fare un ottimo lavoro con ben pochi.
Se non altro, la famiglia Hyuga poteva vantarsi di avere una figlia che rientrasse nei “ben pochi”, e per una volta nella vita, Hinata non faceva qualcosa solo per soddisfare i genitori, ma era anche una sua piccola ambizione che, credeva, mai l’avrebbe abbandonata.
Si sedette tra due suoi compagni di classe ai quali rivolgeva poco la parola per guardare un ragazzo con i capelli biondo ribelli e lo sguardo azzurro mare prendere il posto che poco prima lei occupava, per esibirsi in un pezzo al pianoforte con le mani tremanti di chi ha paura di sbagliare, nonostante si sia impegnato a non vanificare sforzi che mai avrebbe pensato di fare.
Chiuse gli occhi lentamente la piccola Hinata, per godere di un udito migliore concentrato sul pezzo che il giovane si apprestava a fare, con impressa come ultima immagine quella del ragazzo che si stava sedendo in uno sgabello nero davanti al grande strumento.
Pochi secondi e il pezzo cominciò a rimbombare prepotente nella sala. Hinata continuava a tenere gli occhi chiusi estasiata dal suono del pianoforte, batteva le dita contro le ginocchia tenendo il tempo del brano, ormai lo conosceva a memoria.
Quante volte lei e quel ragazzo biondo avevano provato assieme quella melodia?
Dopo minuti, il silenzio ricadde nuovamente nella stanza, e la ragazza riaprì lentamente gli occhi e sussurrando lievemente un timido – Bravo Naruto…-

Le stesse persone che prima ascoltavano la piccola Hinata, Naruto e altri studenti della scuola, ora erano in una sala adiacente decorata in stile vittoriano, che consumavano un ricco buffet. Tutti, ad eccezione di alcuni studenti che, ormai oberati dallo studio del proprio strumento in preparazione a quell’esibizione, fumavano una sigaretta nella terrazza dell’edificio, convinti che quello che facevano li facesse stare meglio.- Non ne potevo più…- disse svogliatamente una ragazza dai lunghi capelli color del sole, mentre faceva uscire dalla bocca del fumo grigio/bianco che saliva verso il cielo, dissolvendosi pian piano. Un ragazzo accanto a lei annuiva lentamente, mentre con la suola delle scarpe spegneva la sigaretta al pavimento, quasi la sua esasperazione si volesse sfogare sul malcapitato tabacco. I suoi capelli rossi, dapprima ben pettinati, erano stati brutalmente scompigliati dalla propria mano libera dalla sigaretta ormai a terra.- Eddai ragazzi non è stato male…- solo Hinata sembrava voler difendere le ore di lezione passate in una stanza con poca aria condizionata per studiare in previsione di quel giorno, che ormai lentamente sfumava nelle tonalità del tramonto, ma non trovò sostegno da parte di nessuno dei suoi amici, che avevano la testa abbassata in un profondo dissenso.
Quel grosso e ingombrante silenzio fu interrotto dall’entrata in scena di Naruto che portava fra le braccia vittorioso alcune bottiglie di vino rosso aperte.
- Gran bel colpo Naruto!- disse allegramente un ragazzo seduto al fianco di Hinata. Naruto rispose mostrando il suo sorriso indisponente, mentre distribuiva le bottiglie duramente conquistate agli amici sorridenti.
Soltanto Sakura, la ragazza dagli eclettici capelli rosa, rifiutò: suo padre la scopriva sempre quando alzava un po’ il gomito; gli altri accettarono di buon grado il vino appena offerto dalle cantine della scuola.
Sì, loro erano proprio un bel gruppo, e anche se numeroso erano tutti uniti, e Hinata sperava che ciò sarebbe durato per sempre.

nel modo più felice del mondo…

 “La felicità è un qualcosa di
  Destinato a non
  Durare…
  
  Perciò non vale la pena
  Di viverla
  Completamente…

  Il rimorso di qualcosa
  Che è finito
  Ci farebbe solo
  Stare peggio…”

Eugenio Montale

Proprio per questo le non sembrò vero di sapere che di lì a poco il suo piccolo mondo fatto di amici e musica si sarebbe sgretolato in maniera così brutale.
Tornati alla sala del ricevimento, il gruppo di amici si divise per raggiungere le rispettive famiglie, in quella grande sala piena di brusii e risate forzate.
Hinata raggiunse la sua famiglia, i tacchi che aveva sulle ballerine producevano un ticchettio fastidioso a contatto con il marmo del pavimento, e il rumore del parlottare della gente le stava facendo venire un forte mal di testa. Prima di rivolgere al padre uno dei suoi soliti finti e ben costruiti sorrisi, si girò verso Naruto, che sbadigliava maleducatamente dietro una donna dai suoi stessi tratti somatici.
Non un “brava, bella esibizione!”, o altri tipi di complimenti da parte del padre, solo uno sguardo pieno di orgoglio misto a tristezza, rivelati dagli occhi uguali a quelli della ragazza.

Il tragitto in macchina che la riportava in quella lussuosa villetta poco fuori Tokyo fu silenzioso e destato soltanto da pochi e lievi sospiri del giovane Neji, che sapeva qualcosa che la piccola Hinata trascurava. No, in quel momento tutta la sua (poca) intuizione non esisteva, poiché lei fissava solamente il padre, cercando un suo messaggio, un debole sussurro, un cenno d’intesa o una qualunque cosa che le spiegasse la malinconia che l’uomo malcelava. Ma il padre non faceva parola, e fissava il finestrino insistentemente.
Le porte di Villa Hyuga si aprirono, e Hinata entrò al fianco del padre, che la condusse con un gesto nella sala adiacente all’ingresso, un piccolo salottino pieno di orchidee, il fiore preferito della signora Hyuga.
-Vedi Hinata…- cominciò suo padre, appena chiusa la porta- il fatto è che sei l’erede della nostra compagnia… E non posso permettermi di farti spendere il tuo tempo prezioso per lo studio di ciò che erediterai in lezioni di flauto traverso che mai ti saranno utili…- disse ciò in fretta, come costretto, respirò a fondo e continuò – perciò, da lunedì, frequenterai una nuovo scuola, di economia: mi dispiace…- le ultime due parole risuonarono false nella mente di Hinata, che aveva gli occhi sgranati e lucidi.
-No- riuscì solamente a dire. Una sola sillaba che ne valeva mille, nel suo piccolo cuore.
Il padre respirò a fondo nuovamente, e poi sempre più autoritario, disse - niente no, tu ci andrai e basta. Hinata un giorno capirai- un giorno capirai... quante persone avevano pronunciato inutilmente quella frase? Troppe volte era stata sprecata.
E senza possibilità di replica Hinata se ne andò da quella stanza degli orrori.
Corse, corse, e corse ancora per tutta quella sua immensa casa, fino a raggiungere la sua cameretta. Si fermò davanti alla porta, ammirando il suo piccolo mondo, e fu subito presa da rabbia. Scaraventò a terra il computer portatile sopra la scrivania, aprì l'armadio e buttò a terra tutti i vestiti, insieme a libri, cd e qualunque cosa ci fosse in camera sua.
Si fermò solamente davanti ad una scatola nera, che conteneva la sua vita: il suo amato flauto traverso. Solo allora pianse, copiose lacrime le rigarono il volto, e il poco trucco che aveva le colava nelle guance. Si mise a sedere in terra e lentamente singhiozzava.
Neji, dall'altro lato della porta, sentiva la cugina piangere, ma la sua mano non voleva andare alla maniglia della porta per aprirla e consolarla. Quella era la vita degli Hyuga, ma fortunatamente lui non doveva abbandonare i suoi sogni...

La vita di Hinata si stava lentamente sgretolando, e lei non poteva far nulla per evitare tutto ciò.
Oppure si?
Avrebbe fermato il tempo, avrebbe avuto eternamente 15 anni, sarebbe sempre stato il 31 agosto di quel caldo 2005.
Sarebbe rimasta chiusa nella sua camera, distrutta com'era. Il tempo lì non sarebbe mai esistito in nessuna forma.
C'era solo lei, e le sarebbe bastato.

Prima di chiudere definitivamente la porta, Hinata portò fuori dalla stanza il flauto traverso, appoggiandolo nel pavimento del corridoio con un tonfo sordo. 
Lì sarebbe rimasto per tanto tempo.

 

1.1  31/08/2005 Start Of The Nightmare {Hinata}  Fine

 

Cassie's corner:

Per chi non lo sapesse, in Giappone il fenomeno degli "Hikikomori" è molto frequente. sono ragazzi che rifiutano la società nella quale si ritrovano e si rinchiudono in camera loro. Coprono le finestre della propria camera con carta nera per non vedere la luce del sole, vivono di lavoretti su internet, sono eterni bambini. Chiedo scusa per questo inizio triste...ç__ç (tanto la storia si sistema per il meglio vero? è__é ndHinata)(emh...s-si...ndCassie), ma erano le esigenze del copione! U__U

Spero vi piaccia, grazie a tutti quelli che recensiscono ( o che leggono semplicemente ^_^")

 

 

 

  
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