Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: TheSlayer    25/03/2014    8 recensioni
Kimberly Fletcher ha vent'anni, viene da Londra ed è una ragazza cinica. Non crede nell'amore e odia le manifestazioni d'affetto pubbliche. Ha una sorella gemella, Cassie, che è il suo totale opposto. Insieme stanno per intraprendere una nuova avventura: trasferirsi a New York City per un anno. Cassie frequenterà un corso per diventare Wedding and Event Planner, mentre Kim farà uno stage con la sua fotografa preferita, la famosa Sophia Warden. E la donna avrà solo due regole per quel lavoro: "segui le mie istruzioni e non uscire mai con uno dei miei clienti".
Cosa succederà quando Kim incontrerà Harry, affascinante membro di una boy band famosa, nonché cliente di Sophia?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Capitolo 9 – The Ocean
 

Sophia non sospettò di nulla quando mi vide uscire dall’ascensore in pigiama e con la macchina fotografica. Invece mi intimò di muovermi, così mi cambiai velocemente, abusai pesantemente del correttore per le occhiaie e tornai in corridoio in meno di cinque minuti. Dovetti controllare per strada di essermi vestita bene e di non aver indossato una scarpa in testa o un reggiseno al posto dei pantaloncini, ma ce l’avevo fatta. Missione compiuta, Sophia non sapeva che avevo passato tutta la notte con Harry.
Seguimmo la band negli studi di una nota stazione radiofonica, dove Ryan Seacrest intervistò i ragazzi e Sophia cominciò a scattare foto, sbraitandomi qualche ordine ogni tanto.
“Kim!” Esclamò Harry a fine intervista. Mi disse di avvicinarmi con un cenno della mano e quando lo raggiunsi mi porse una tazza di caffè. “Immagino che tu ne abbia bisogno quanto me dopo stanotte.” Aggiunse e sorrise.
Louis, che era di fianco a lui, scoppiò a ridere dopo aver sentito quella frase.
“Seriamente? Sarai anche bravo con le ragazze, ma tutti sanno che non si dicono cose del genere dopo una notte passata insieme.” Commentò con un sorriso sarcastico. “Kim, io, se fossi in te, gli tirerei un sonoro schiaffo!”
Chiusi gli occhi e scossi la testa. Grandioso, ci mancava solo che i suoi compagni di band si facessero l’idea sbagliata!
“Non hai capito, Lou. Nessuno dei due riusciva a dormire, ci siamo incontrati per caso sul tetto e abbiamo chiacchierato tutta la notte.” Replicò Harry. Louis si voltò per guardarmi negli occhi, forse per capire se il suo amico stesse dicendo la verità.
“Confermo.” Dissi. “Anche perché se avessimo davvero fatto altro e lui mi avesse detto una cosa del genere non l’avrebbe passata liscia.” Aggiunsi.
“Mi piaci.” Commentò Louis, guardandomi negli occhi e dando una pacca sulla spalla a Harry. “Rimettilo al suo posto, è abituato alle ragazze che gli lasciano fare tutto quello che vuole.”
“Ma perché state parlando di me come se non fossi qui?” Si lamentò Fossette. Louis ed io scoppiammo a ridere.
 
Quello fu l’unico momento di pace di tutta la giornata, perché poi cominciò l’inferno. Interviste, giornalisti, stazioni radiofoniche, fan ovunque – persino nei bidoni dell’immondizia fuori dal luogo del concerto! – prove, cena con i discografici, concerto con migliaia di ragazzine urlanti e successivo after party. Sophia ed io seguimmo i ragazzi per tutta la giornata e la donna scattò centinaia di foto di ogni momento. Il Rolling Stone voleva materiale per scrivere un articolo su una giornata nella vita della boyband più famosa del mondo e la fotografa voleva essere sicura di aver fatto un buon lavoro. Rose Bradley, la giornalista mandata dalla rivista, aveva passato tutto il tempo a prendere appunti e aveva approfittato di ogni momento tranquillo per fare domande ai ragazzi. Era stata una giornata stancante – contando che non ero nemmeno riuscita a dormire – ma mi ero innamorata ancora di più del lavoro. Volevo fare quello che faceva Sophia, volevo essere brava e rispettata come lei un giorno.
La festa dopo il concerto – l’ultimo prima di un periodo di tre mesi di pausa per tutta la band – era nel pieno dello svolgimento, ma Sophia decise di non rimanere fino alla fine.
“Ho scattato qualche foto, adesso lasciamo un po’ di privacy ai ragazzi. Avranno voglia di divertirsi e di non sentirsi costantemente osservati.” Disse. Annuii e cominciai a sistemare l’attrezzatura. “Possiamo tornare in hotel e dormire un po’. Poi, domani mattina, dovremo andare in aeroporto. Scatterò un paio di foto alla band con i bagagli e tutto e loro prenderanno un aereo per l’Inghilterra, noi per New York.” Spiegò la donna.
Annuii di nuovo. Conoscevo il programma della giornata, era toccato a me organizzare tutto. Non dissi nulla, però, perché ero troppo stanca.
“Ehi!” Esclamò Harry, avvicinandosi a noi. “Ve ne state andando?” Domandò poi con aria preoccupata. Lanciò un’occhiata alla custodia della macchina fotografica che stavo chiudendo.
“Sì, andiamo a riposarci e vi lasciamo in pace.” Rispose Sophia con un sorriso.
“Oh, d’accordo. Allora ci vediamo domani mattina in aeroporto, giusto?”
“Sì, per le ultime foto.” Confermò la donna.
Harry rimase in silenzio per qualche secondo, poi mi guardò. Per un momento vidi un velo di incertezza nei suoi occhi, come se volesse chiedermi qualcosa ma non avesse il coraggio di farlo.
“Non volete rimanere per un ultimo drink?” Domandò lui, guardando prima Sophia e poi me. Spostò velocemente lo sguardo di nuovo sulla fotografa e abbozzò un sorriso.
“No, caro, io ho bisogno di dormire.” Rispose lei. “Ma tu rimani pure se hai voglia, Kim. Sei più giovane, se vuoi divertirti un po’ fallo, basta che domani mattina sei pronta all’ora giusta.” Aggiunse.
Il sorriso di Harry diventò più grande e, contro la mia volontà, anche le mie labbra si stiracchiarono leggermente e imitarono il gesto del ragazzo.
“Ti aiuto a portare l’attrezzatura al taxi.” Dissi, prendendo due borse e dirigendomi verso l’uscita dell’hotel.
Harry decise di aiutarci a trasportare le cose più pesanti, poi abbracciò Sophia e le diede due baci sulle guance per salutarla.
“Ricordati le regole, Kim. Dovrai comportarti in modo strettamente professionale questa sera.” Mi avvertì Sophia a bassa voce, assicurandosi che Harry non sentisse. La guardai negli occhi, ma fui incapace di sostenere il suo sguardo a lungo.
“Certo.” Risposi. Avevo davvero intenzione di comportarmi bene, ma provavo attrazione per Fossette, quella era già una violazione delle sue regole.
 
L’after party era stato organizzato a Santa Monica e il paesaggio esterno era completamente diverso da quello che avevo visto uscendo dal Roosevelt quella mattina.
Non c’erano turisti, persone travestite da celebrità o negozi di tatuaggi come a Hollywood. Invece si sentivano le onde dell’oceano dall’altra parte della strada e si vedevano le luci della ruota panoramica del molo. Non sembrava nemmeno di essere nella stessa città.
“E’ strano che i fan non abbiano scoperto della festa.” Disse lui, guardandosi intorno e non notando gruppi di ragazzine appostate dietro i cespugli. “Vuoi tornare dentro o vuoi venire con me?” Domandò poi, voltandosi verso di me e guardandomi negli occhi. Provai una strana sensazione e il mio cuore cominciò a battere più velocemente.
“Dove vuoi andare?” Chiesi di rimando. Lui assunse un’aria divertita e scosse la testa.
“Non te lo dico. Dovrai fidarti di me, Fletcher.”
“Perché dovrei farlo?”
“Perché potrei portarti a fare qualcosa che non hai mai fatto nella tua vita.”
“Oh.” Dissi e sorrisi con ironia. “D’accordo, accetto la sfida. Ma se poi scopriamo che ho già fatto quello che mi vuoi far fare pretendo il rimborso.” Aggiunsi.
Lui scoppiò a ridere.
“Affare fatto. Ti fidi?”
“So già che me ne pentirò, ma sì. Come vuoi, Styles.”
“Dai, vieni!” Esclamò lui. Mi prese per mano, facendomi provare un brivido al contatto, e cominciò a correre verso il semaforo dei pedoni. Aspettò che diventasse verde e poi ricominciò a correre. Attraversammo la strada e arrivammo più vicini all’oceano.
“Mi vuoi portare al molo?” Domandai. “E’ scontato e da turisti, dai!” Lo presi in giro.
“No, sei fuori strada.” Rispose lui. Invece mi fece attraversare l’enorme parcheggio – una mostruosità artificiale. Cosa ci faceva una tale distesa di cemento tra la sabbia a pochi metri dall’oceano?! – e mi portò sulla spiaggia. “Siamo sotto il molo.” Puntualizzò una volta arrivati a destinazione. Dovetti togliere le scarpe perché i tacchi e la sabbia non andavano d’accordo. Anche lui tolse le sue e insieme camminammo fino quasi al bagnasciuga.
“Ci sediamo qui?” Domandai. Il cielo era buio, non sapevo che ore fossero, ma probabilmente notte fonda. La spiaggia era illuminata solo dalle luci delle attrazioni del molo e da un falò poco lontano da noi. Alcuni ragazzi e ragazze stavano festeggiando qualcosa. Ridevano, bevevano birre e suonavano la chitarra intorno al fuoco.
Harry annuì e si sedette di fianco a me. Il rumore delle onde era forte e l’oceano era illuminato dalla luna. Riuscivo a distinguere solo la schiuma bianca dell’acqua che si abbatteva contro il molo e poi arrivava sulla spiaggia.
“Quindi?” Mi chiese il ragazzo.
“Mi hai sorpresa un po’, ma non posso dire di non essermi mai seduta sulla spiaggia di notte.” Risposi. In realtà mi era capitato solo una volta, con Cassie.
I Fletcher ci avevano portate in vacanza a Brighton – l’unica città che avessi mai visto oltre a Londra – e Cassie ed io eravamo sgattaiolate fuori dall’albergo di notte per sederci sulla spiaggia e parlare. Eravamo state adottate da poco e stavo vivendo un brutto periodo per colpa di Aria e Brian e la mia gemella voleva fare qualcosa di diverso dal solito per distrarmi.
“Allora dovrò inventarmi qualcos’altro.” Rifletté Harry ad alta voce. Passò qualche minuto e poi si voltò verso di me con aria trionfale. “Ci sono! Non hai mai nuotato nell’oceano, vero? Soprattutto di notte?”
“No, posso dire con certezza di non averlo mai fatto.” Risposi. Quel pazzo di Fossette voleva davvero che ci immergessimo nell’acqua gelida di marzo, al buio?
“Vuoi?” Mi chiese. Lo guardai per qualche secondo, prima di spostare lo sguardo all’orizzonte. Le onde non sembravano pericolose e in ogni caso non sarei andata più lontana di qualche metro dalla spiaggia. I miei piedi avrebbero toccato la sabbia per tutto il tempo.
Inspirai profondamente. Quella era una situazione assurda che non avrei mai e poi mai pensato di vivere in tutta la mia vita. Nuotare nell’oceano con Harry Styles di notte? Al diavolo qualsiasi tipo di preoccupazione, dovevo farlo. Non vedevo l’ora di tornare a New York, il giorno successivo, per raccontare alla mia gemella quello che avevo fatto. Sapevo già come avrebbe reagito: avrebbe assunto un’aria scandalizzata, mi avrebbe detto che ero completamente fuori di testa e poi avrebbe riso e mi avrebbe fatto mille domande sull’esperienza.
“Ci sto.” Dissi. Harry si alzò e cominciò immediatamente a togliersi la maglietta e i pantaloni. L’aria era fredda, ma il vento non mi aveva mai spaventata. Ero nata e cresciuta in Inghilterra. Indossavo giubbotti di pelle quando nevicava, non mi sarei ammalata per quello.
Tolsi l’abito che avevo messo per l’after party e lo abbandonai sulla spiaggia. Il vento non era fastidioso sulla mia pelle, potevo farcela. Ero esaltata e non vedevo l’ora di correre nell’acqua.
Harry prese di nuovo la mia mano e mi trascinò nell’oceano. E sì, l’acqua era gelida, ma nulla batteva la sensazione di libertà che stavo provando in quel momento. Nemmeno il freddo.
“Cosa ne pensi adesso?” Mi chiese il ragazzo, prendendo anche la mia altra mano nelle sue e avvicinandomi a sé.
“Non pensavo che nuotare nell’oceano di notte potesse essere così liberatorio!” Esclamai. Le onde erano potenti, molto più di quello che sembravano da lontano, e ci facevano oscillare. Ogni movimento ci faceva avvicinare l’uno all’altra, finché Harry circondò la mia schiena con le braccia e appoggiò la sua fronte alla mia. Nessuno dei due disse una parola per un bel pezzo. Non ce n’era bisogno in quel momento.
“Non ho mai provato niente del genere.” Disse lui, sorridendo.
“Che cosa?” Domandai. “Non l’avevi mai fatto nemmeno tu?”
“No, è la prima volta.” Rispose. “Era nella mia lista di cose da fare, ma non avevo mai trovato l’occasione giusta.”
“Beh, allora cosa ne pensi?” Chiesi. Ormai non sentivo nemmeno più il freddo dell’acqua sulla mia pelle. Provavo dei brividi costanti lungo la schiena, ma non ero sicura del motivo. Avrebbe potuto essere per la temperatura bassa, certo, ma avrebbe potuto anche essere la vicinanza di Fossette a me. Le sue braccia intorno alla mia schiena, le nostre gambe che si incrociavano, le mie mani intrecciate intorno alla sua nuca, le nostre labbra così vicine. Sentivo il suo respiro sulla mia pelle e continuavo a spostare il mio sguardo dalla sua bocca ai suoi occhi.
“Credo che non avrei potuto trovare il momento migliore per farlo.” Mormorò lui. Ogni parola provocò un brivido ancora più forte. Ormai sentivo il cuore che rimbombava nella mia cassa toracica. Mi sembrava di avere un’intera classe di batteristi là dentro. E le farfalle… oh, quelle stavano danzando a ritmo con il battito del mio cuore. Sfioravano le pareti del mio stomaco e sembravano ancora più numerose dell’ultima volta.
“V-vogliamo provare a nuotare sul serio?” Domandai, obbligandomi a concentrarmi su qualsiasi altra cosa. Le sue labbra erano un pensiero fisso nella mia mente. Come sarebbe stato sentirle sulle mie? Sembravano morbide. Che sapore avrebbero avuto? Per qualche motivo continuai a pensare alle fragole che avevo visto al buffet della festa.
Harry si allontanò leggermente da me. Chiuse gli occhi per pochi secondi, poi si passò la lingua sulle labbra e annuì.
“D’accordo, vediamo chi torna prima sulla spiaggia.”
Con non pochi sforzi mi allontanai da lui. Mi sembrò sbagliato spostarmi, perché stare avvinghiata a lui era così… giusto. Le nostre gambe sembravano essere fatte per incrociarsi, le sue braccia per stare intorno alla mia vita e le mie per stare intorno al suo collo.
Mio Dio, ma chi ero diventata? Dov’era finita la solita Kim, quella che odiava tutto quello che aveva a che fare con amore e coppie e che pensava che quelle fossero tutte stronzate?
Lanciai un’ultima occhiata nella direzione di Harry e poi cominciai a nuotare fino alla spiaggia. I miei piedi bagnati entrarono a contatto con la sabbia e il vento – che fino a poco prima non era fastidioso – cominciò a farsi sentire sulla mia pelle, facendomi provare brividi di freddo.
“Che stupido, avrei potuto portare un asciugamano o qualcosa di simile.” Disse il ragazzo, raggiungendomi. Poi mi guardò negli occhi e capì che qualcosa non andava. “Perché sei scappata così in fretta?”
Valutai varie opzioni. Avrei potuto dirgli che avevo sentito qualcosa toccarmi la gamba – chi non era terrorizzato dal fondale dell’oceano, soprattutto di notte? – oppure avrei potuto inventarmi letteralmente qualsiasi altra cosa: avevo sentito il cellulare suonare sulla spiaggia (poco credibile, il rumore delle onde l’avrebbe sovrastato di sicuro), avevo sonno perché la notte prima non avevo dormito per colpa sua (molto più probabile) e via dicendo. Ma la realtà era che non mi ero mai sentita più sveglia e non volevo mentirgli.
“Non volevo baciarti.” Risposi, pentendomi immediatamente di quelle parole.
“Mi dispiace.” Disse lui, avvicinandosi. “Perché io non riuscivo a pensare ad altro.” Aggiunse, avanzando di qualche altro passo.
Abbassai lo sguardo sui miei piedi pieni di sabbia. Nuotare nell’oceano era stata un’idea stupida, non avevo nulla con cui asciugarmi, come avrei fatto a tornare al Roosevelt in quelle condizioni?
“Torniamo in hotel? Comincia a fare freddo qui.” Cercai di cambiare argomento, perché la voglia di sentire le sue labbra sulle mie non era ancora passata. Sapevo che avrei fatto qualcosa di cui mi sarei pentita e non potevo permettere che succedesse. Il mio lavoro con Sophia era molto più importante di qualsiasi altra cosa.
“D’accordo.” Disse Harry, prendendo i suoi vestiti dalla spiaggia.
 
Sul taxi che ci aveva portati da Santa Monica a Hollywood nessuno dei due disse una parola. Io guardai fuori dal finestrino per tutta la durata della corsa e cercai con tutta me stessa di non sentirmi così in imbarazzo. Non era successo nulla tra di noi. Non sarebbe mai successo nulla tra di noi.
Harry pagò il taxista e insieme entrammo dall’ingresso sul retro dell’hotel per evitare di incontrare qualsiasi tipo di paparazzo o fan.
“Kim, stavamo per baciarci nell’oceano e lo sai anche tu.” Disse improvvisamente quando la porta dell’ascensore si aprì al mio piano. Invece di rimanere su per raggiungere la sua camera, Harry mi seguì in corridoio.
“Ti sbagli, io non avevo nessuna intenzione di baciarti.” Risposi a bassa voce. Era tardi, non volevo che nessuno degli ospiti nelle stanze sentisse quello che stava succedendo.
“Certo! Allora sono pazzo e mi sono inventato tutto. Mi sono immaginato la tensione tra di noi, gli sguardi che ci siamo scambiati e tutto il resto, vero?” Replicò lui senza curarsi di parlare piano.
“Abbassa la voce, la gente sta dormendo.” Sibilai. Ormai ero arrivata davanti alla porta della mia camera. Mi fermai e mi voltai verso di lui. Aveva ancora i capelli bagnati dalla nuotata nell’oceano e anche i suoi vestiti erano umidi.
“Non mi interessa, voglio solo capire cos’è successo là fuori.”
Che cosa avrei potuto rispondere? Sì, ti sei inventato tutto e sei un pazzo. Hai frainteso quello che c’è tra di noi. Voglio solo essere tua amica.
Ma chi stavo prendendo in giro? Quelle parole erano così lontane dalla verità da farmi quasi venire da ridere.
“E’ successo che mi sono resa conto dell’errore che stavo per fare.”
Harry ed io ci guardammo con aria di sfida. Era come se i suoi occhi volessero dire: “non ti credo, dimostrami che intendi davvero quello che stai dicendo”, mentre i miei urlavano: “vattene, lasciami in pace” e “che cosa aspetti? Baciami!” nello stesso momento. Non sapevo nemmeno io quello che volevo in quel momento.
Poi, prima che uno dei due potesse commettere lo sbaglio più grande del mondo, aprii la porta della mia stanza e mi chiusi dentro. Mi appoggiai alla porta e mi accorsi di avere il respiro pesante. Il mio cuore batteva a una velocità mai provata prima. Ero troppo giovane per avere un infarto? Era quello che mi stava succedendo? Maledetto Fossette, maledetta California e maledette labbra che ero convinta sapessero di fragole!
Passarono pochi secondi e poi sentii bussare.
“Kim, apri la porta per favore.” Disse Harry. No, non volevo. Ero riuscita a interrompere quel contatto magnetico tra i nostri occhi, non potevo permettere che succedesse di nuovo.
Il ragazzo bussò ancora un paio di volte e cedetti. Non potevo permettere che svegliasse tutto l’hotel, Sophia compresa. Decisi di sentire quello che aveva da dire. Aprii la porta e lo osservai in silenzio, in attesa.
Poi lui fece il primo passo. Si avvicinò velocemente a me e sentii le sue labbra sulle mie. Chiusi istintivamente gli occhi e passai una mano tra i suoi capelli, come se non avessi mai fatto altro. Era stato un gesto automatico, qualcosa che sembrava così giusto in quel momento. Non avevo mai provato quel livello di tensione insieme a nessun altro ragazzo in tutta la mia vita. Quello che c’era tra noi in quel momento era fuoco. Passione pura.
Lui circondò la mia vita con le braccia e mi sollevò leggermente da terra, continuando a baciarmi. Le sue labbra erano esattamente come immaginavo sarebbero state. Erano morbide e sapevano di fragola. Forse ne aveva mangiata anche lui qualcuna al buffet dell’after party. La festa, le foto, il lavoro.
Che cosa stavo facendo? Harry era un cliente di Sophia ed io stavo infrangendo una delle sue uniche regole.
Interruppi bruscamente il contatto tra le nostre labbra e i miei piedi toccarono di nuovo il terreno, letteralmente e fisicamente.
“Kim…” Mormorò.
“No, lasciami stare.” Risposi e chiusi velocemente la porta della mia stanza.



Nuova settimana, nuovo banner e nuovo capitolo! Sophia non ha scoperto nulla di quello che è successo sul tetto. Kim e Harry sono sempre più attratti l'uno dall'altra e questa volta non sono riusciti a stare lontani. Da questo momento può succedere letteralmente di tutto, ma le premesse non sono buone. Il giorno successivo Harry e Kim si devono salutare, e questa volta è per parecchio tempo. La band va in pausa, quindi non ci sono più servizi fotografici di nessun tipo con Sophia. E Kim, dopo questo episodio, ha innalzato qualsiasi tipo di difesa intorno al suo cuore.
Cosa succederà nel prossimo capitolo? Lo scopriremo martedì!
Grazie davvero a tutte le persone che hanno letto fin qui, a chi ha inserito questa storia tra le preferite, seguite o ricordate e alle ragazze che commentano sempre <3 Grazie, grazie, grazie!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, alla prossima!

 

Blog | Pagina Facebook | Account personale Facebook | Twitter | Tumblr

   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: TheSlayer