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Autore: Inathia Len    25/03/2014    2 recensioni
Ognuno ha dei segreti o cose che non racconterebbe mai a nessuno. I nostri personaggi non sono da meno, perché c'è sempre qualcosa che nessuno di vi dirà. In questa raccolta, si raccontano, svelando quattro segreti su di loro e le loro vite...
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Quasi tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Aveva sempre voluto un cavallo

Ne aveva sempre desiderato uno, lo avrebbe chiamato “Black” anche se fosse stato bianco. Anzi, lo voleva proprio bianco. Bianco, grande e immenso, dalla coda e la criniera un pelo più scure rispetto al manto, ma sempre bianco. E lo avrebbe cavalcato come i cavalieri delle favole che la mamma gli leggeva la sera prima di andare a letto, e sarebbe stato il più grande tra loro. Ma poi suo padre aveva perso tutto in borsa, sua madre si era ammalata e aveva smesso di leggergli le favole. E Jim aveva imparato, a soli dieci anni, che né i soldi né l’affetto dei propri cari sono un qualcosa di duraturo. L’unica cosa davvero importante era il sapere. Perché con quello, suo padre non avrebbe investito nei fondi sbagliati, sua madre non si sarebbe ammalata e Jim avrebbe avuto il suo cavallo bianco. Senza il cavallo non poteva essere un cavaliere, questa era la cosa che lo rendeva più triste di tutte. Lui doveva essere un cavaliere, era tutto quello che gli interessava. Se non poteva essere un cavaliere, cosa gli rimaneva?

 

Odiava i fiori

Suo nonno aveva una serra enorme, nella sua casa in campagna, e ci passava ore e ore da solo, tornando in casa solo quando la moglie gli gridava che il pranzo era pronto. Jim ci aveva passato le sue vacanze quando era piccolo e aveva spesso dato una mano al nonno James –che si chiamava proprio come lui- a piantare lillà e girasoli, travasando rose e violaciocche. Gli piaceva e, soprattutto, trovava divertenti i battibecchi tra nonno James e nonna Helen, durante i quali lei si lamentava perché non la aiutava mai in casa e lui, per farsi perdonare, le regalava sempre mazzi di fiori diversi. A Jim, all’epoca, i fiori piacevano. Li riconosceva tutti dal solo profumo, aveva anche provato a dipingerli, ma con scarsi risultati, anche se nonna Helen –che aveva appeso i disegni sul frigorifero- li riteneva dei capolavori. Poi, una notte era cambiato tutto. Dei vandali avevano trasformato in un rogo la serra di nonno James e lui era corso tra le fiamme per salvare i suoi amati fiori. Era stata in quella occasione che Jim aveva conosciuto il fuoco. Era rimasto immobile, affascinato, a guardarlo divorare la serra, i fiori e il nonno. Per quello odiava i fiori, perché si erano portati via tutto. Ma gli avevano dato il fuoco.

 

Al liceo aveva amato una sua insegnate

Si chiamava Christine, Jim non era mai riuscito a pensare a lei come alla signorina Moore. Era bella, intelligente e giovane, e Jim si era innamorato di lei non appena l’aveva vista. E letteratura era diventata la sua materia preferita. Ovviamente non si era mai fatto avanti, l’aveva adorata da lontano, logorandosi dentro quando l’aveva vista mano nella mano con il signor Walloby, l’insegnate di storia. Cosa ci vede in quello? continuava a pensare. Il giorno di San Valentino le aveva lasciato una rosa sulla cattedra, insieme a un cioccolatino. Aveva sperato che lei si accorgesse di lui, magari in maniera discreta, sorridendogli un po’ di più durante la lezione e poi ringraziandolo. E invece, lei era corsa da Jordan, il quale si era preso il merito delle sue fatiche. E Jim aveva fatto licenziare entrambi, mettendo in giro voci su loro due e su un’ipotetica brutta influenza che avrebbero avuto sugli studenti. E poi aveva deciso che non avrebbe più fatto quell’errore. Ci aveva messo quasi un anno intero a cercare di avvicinare Christine per dirle del suo amore, ma solo una settimana per farla cacciare. Era meglio essere temuti che amati.

 

Portava sempre in tasca un vecchio fermacapelli

Non era un sentimentale. Tra tutte le parole nel vocabolario, di certo non avrebbe scelto quella, per definirsi. Non lo era mai stato, neppure da bambino. Eppure, ogni volta che usciva di casa, controllava di avere quel fermacapelli nella tasca interna della giacca. Era ormai diventato un gesto scaramantico e pretendeva di essersi dimenticato come mai lo portasse sempre con sé, ma non era vero. Non era vero niente. Annabelle Fairchild era stato il nome della proprietaria, una bimba paffuta che aveva frequentato il primo anno della scuola elementare insieme a Jim. Erano stati compagni di banco, lui le faceva sempre i dispetti, ma lei, a differenza delle altre bambine tutte fronzoli, rideva dei suoi scherzi. Era diventata sua amica, perché non aveva paura di sporcarsi le mani di terriccio per giocare lui e non si metteva nessun problema a spiare le altre bambine per poi riferire tutto a Jim. Organizzavano fantastici scherzi, insieme, grazie alle informazioni di Annabelle. Ma le altre bimbe erano stufe degli scherzi e prendere in giro i chili in più di Annabelle per loro erano l’unica difesa. E Annabelle piangeva, con solo Jim a consolarla. Alla fine dell’anno, però, i suoi genitori decisero di farle cambiare scuola e, complice la promozione del signor Fairchild, si trasferirono ad Edimburgo. Jim non l’aveva mai più vista, ma quando si erano salutati lei gli aveva regalato il suo fermacapelli preferito, quello con Barbie principessa sopra. E Jim le aveva promesso che lo avrebbe sempre conservato.

 

 

Inathia's Nook:

Ecco qui anche Jim, così siete tutte contente :) non è tatoso? devo ammettere che il mio amore per questo personaggio cresce ogni giorno di più e scrivere di lui in questa chiave mi è piaciuto un sacco. E dato che è inutile provare a fare la misteriosa, vi dico subito che domani aggiornerò con Sally Donovan. Prima che mi lanciate dei pomodori, vi chiedo solo di leggerla (non dico recensire, solo leggere) e di giudicare poi. Perchè so che Sally non è molto amata (modo per carino per dire che la odiano tutti ;P) ma forse questa piccola raccolta potrebbe almeno strapparvi un sorriso. 

Un bacio e a domani

  
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