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Autore: Tina_Legolas    25/03/2014    2 recensioni
Unconventional story, proprio come nel titolo, è una storia particolare nata da un sogno che ho fatto alcuni mesi fa e che non ho potuto far a meno di scrivere.
I personaggi principali sono Lindir e una nuova ragazza, Lory, giunta da un mondo lontano, Asgard. Vivrà a Gran Burrone, ma Loki ha alcuni piani per loro e non esiterà a metterli in pratica.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arwen, Elrond, Lindir, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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--- CAPITOLO 7 ---
 

“Dama Arwen, vi prego fatemi entrare...” la supplicò Lindir.

Arwen sorrise.

“Lindir sta andando tutto bene, calmati. Dovresti esserci abituato ormai...”

“Non penso che potrò mai farci l'abitudine. Vi prego...”

“Aspetta...”

Disse entrando e chiudendosi la porta alle spalle.

Lindir stava cercando di mettersi il cuore in pace, neanche questa volta l'avrebbero fatto entrare mentre Lory stava mettendo al mondo suo figlio.

“Lindir?” lo chiamò la principessa. “Vieni...” gli sorrise “Ma cerca di mantenere la calma o ti ritroverai ancora qui fuori...” disse indicando il corridoio.

L'elfo annuì prendendo un forte respiro.

Arwen gli posò una mano sulla spalla e strinse forte.

“Forza...” disse continuando a sorridere.

Lory era stesa sul letto con il volto contratto dal dolore, un leggero lenzuolo a coprirgli le gambe. Il sovrano era seduto sul bordo del letto.

“Lindir...” lo chiamò lei a passa voce.

L'elfo s'inginocchio di fianco a lei. Lory sorrise vedendo l'espressione spaurita del marito.

“Stai calmo...” sorrise lei “Non dovrei essere io a consolarti...”

“Scusami...scusami...” disse prendendole una mano e baciandola.

Lory rispose stringendola forte e serrandogli occhi respingendo una nuova contrazione.

“Ormai non manca molto...” disse Elrond.

“Per fortuna...” sorrise la giovane.

“Ho fatto nascere diversi bambini, tu sei l'unica che ho conosciuto in tutta la mia lunga vita che abbia mai riso così durante il parto...” sorrise l'elfo.

Anche Lindir sorrise.

 

**

 

Gildor e Eruannie ricomparvero una mattina di ottobre, prima delle nevicate, fecero ritorno a Gran Burrone.

I principi Elladan ed Elrohir erano nelle scuderie intenti a sellare i loro cavalli per un giro di ricognizione attorno al regno. Rimasero sorpresi quando videro tornare i due ragazzi.

“E adesso?” si chiesero.

Ma i due giovani erano già vicini e preferirono non parlare, preferendo la comunicazione mentale.

Ma non potevano tornare domani?” chiese Elladan.

A me lo stai chiedendo?” Gli rispose di getto Elrohir.

Teniamoli lontani dal palazzo fino a quando non avremo notizie da Arwen...” disse Elladan.

Arwen non sa neanche che siano qui!” Elrohir si mosse verso il fondo della scuderia “Trattienili qui! Torno subito!

Dove vai?” chiese Elladan.

Ad avvisarli...” sorrise mentre gli parlava nella mente.

I due gemelli, così come Arwen e re Elrond sapevano che i due figli di Lory e Lindir non erano informati della lieta notizia e che doveva essere una sorpresa.

Raggiunse in fretta i piani nobili del palazzo. Subito un urlò lo bloccò nel bel mezzo del corridoio.

“Io non busso...” disse fra se. Elrohir era un valoroso guerriero, come il fratello, e in quel momento avrebbe preferito essere in guerra che dover bussare alla porta di una partoriente.

“Oh per tutti i Valar, non posso farmi fermare da questo...”

Proprio in quel momento si aprì la porta.

“Allora?” chiese Arwen con uno sguardo di rimprovero stampato in viso. “Si può sapere che hai da farneticare dietro la porta? Dov'è Elladan?...” chiese poi stupita di non vederlo col fratello. Erano gemelli, non si separavano mai.

“Gildor e Eruannie sono tornati!” esclamò.

“Dove sono?”

“Nelle scuderie...”

“Teneteli occupati almeno per le prossime quatto ore!” disse chiudendo la porta in faccia al fratello.

“Certo, ti sembra facile?” urlò come se lei, con le sue orecchie da elfo, non potesse udirlo.

“No, trovate un modo...” gli rispose da dentro la stanza.

Elrohir scosse il capo e si allontanò.

Rientrò, come se nulla fosse, nelle scuderie salutando i ragazzi che si erano fermati a parlare con il gemello.

“Ben tornati, ragazzi!” esclamò.

“Salve, principe...” esclamarono inchinandosi.

“Come siamo diventati ossequiosi!...” sorrise Elrohir “Da piccoli non ci trattavate certo così!” i due gemelli risero “Sinceramente mi sento vecchio trattato così...e tu Elladan?” chiese ridendo.

“Decisamente!” tutti risero.

“I nostri genitori?”

Cosa gli diciamo?” chiese Elladan mentalmente.

“Stanno bene...” disse Elrohir.

“Cosa fate già qui?” domando Elladan.

“Ci mancava la nostra terra...” disse Eruannie.

Non vi poteva mancare domani???” chiese esasperato Elrohir.

Elladan lo fulminò con gli occhi.

Che c'è? Sono un guerriero non una balia!

“Ragazzi che ne dite di accompagnarci? Staremo via poco, stavamo cercando due guardie, ma sono tutte impegnate...poi non sarà una cosa difficile, il regno è tranquillo. Solo una semplice ricognizione...” chiese Elladan.

“Ma veramente...vorremmo abbracciare i nostri genitori...” disse Gildor.

“Vostro padre è impegnato e vostra madre starà sicuramente riposando...su torneremo fra poco e andrete da loro...” cercò di convincerli Gildor.

“Va bene...” sorrisero fratello e sorella.

“Perfetto...seguiteci!” sorride Elladan salendo in groppa al suo destriero.

Ci voleva molto fratello?...” chiese Elladan.

Tu parla, io combatto...mi sembra un buon compromesso..” rispose Elrohir sorridendo al fratello.

Quanto tempo?

Almeno quattro ore...” disse Elrohir.

 

**

 

La luce del giorno stava delicatamente facendo spazio al buio della sera.

Un pianto riempiva l'aria della camera, un pianto forte, ma allo stesso tempo delicato.

“Un ultima spinta forza...” la incitò il sovrano.

Lindir era seduto dietro Lory, le sorreggeva la schiena e le asciugava le gocce di sudore quando questa appoggiava il capo alla sua spalla per riprender fiato.

Pochi attimi dopo un secondo pianto si unì al primo. Questo fu ancora più delicato, più soffice.

Lory si lasciò andare spossata contro il marito che le accarezzò la fronte portando i lunghi capelli corvini, che si erano incollati al viso, dietro le orecchie.

“Sei stata bravissima...” le sussurrò.

“Stanno bene?” chiese cercando di reggersi leggermente sui gomiti.

“Stanno benissimo...” sorrise Arwen.

“Gemelli?” quiese Lindir sorridendo.

“Lo sapevamo da poco, Lory voleva fosse una sorpresa...” disse Elrond.

“Stai bene?” chiese poi Lindir alla moglie.

Lory sorrise alzando una mano per appoggiargliela sulla guancia e abbassarlo verso di se.

“Si...” disse rubandogli un bacio.

“Eccoli qui...” disse Arwen porgendogli i piccoli che erano stati appena lavati e fasciati in una candida stoffa bianca.

“Un maschio e una femmina...” sussurrò Lindir.

Lory li tenne stretta sul petto con Lindir che gli passava le mani intorno alla vita.

“Sta iniziando a nevicare...” disse Arwen guardando fuori dalla finestra.

“Aeglos...” sussurrò Lindir accarezzando la testa del maschietto. Lory lo guardò negli occhi “Vuol dire Punta di Neve...” Lory sorrise.

“E la piccolina?”

“Tinuviel...che ne pensi?”... poi aggiunse “Figlia del crepuscolo...”

Lory annuì guardando i due piccoli fra le sue braccia.

Re Elrond salutò come di consueto i piccoli e poi, assicurandosi che la madre stesse bene, tornò nelle sue stanze. Arwen recuperò due culle dalla stanza attigua.

“Tu lo sapevi!” esclamò Lindir.

“Certo!” sorrise Arwen.

Lory rise.

“Sorpresa!” disse baciandolo.

“Per poco non mi avete fatto prendere un colpo! Mai più...” sorrise ribaciando la ragazza.

“Ora i piccolini vanno a dormire nei loro lettini, Lindir vai a cercare Eruannie e Gildor mentre io aiuto Lory a sistemarsi...” disse sorridendo “Sinceramente non so cosa possono aver combinato Elladan ed Elrohir!” sorrise prendendo i piccoli addormentati uno dalle braccia della madre e l'altra dalle braccia del padre che si era coricato di fianco alla moglie.

“Tornerò presto...”

“Lindir non stai andando in guerra!” sorrise Lory baciandolo.

“Mi sento proprio in quel modo...” sorrise abbandonando la camera.

 

**

 

“Ada!!!” urlarono i due giovani smontando di corsa da cavallo e correndo incontro al padre che aveva aperto le braccia facendosi letteralmente investire dai due ragazzi che lo strinsero a se.

“Mi siete mancati!” disse stringendoli talmente forte da bloccargli il respiro.

“Adar non siamo stati via neanche un anno!” sorrise Gildor ancora stretto fra le sue braccia.

Lindir si allontanò, le mani appoggiate sulla spalla di una e sulla spalla dell'altro.

“I miei bambini...” sorrise riabbracciandoli di nuovo.

“Non siamo più piccoli!” sorrise Eruannie passando una mano sulla schiena del padre.

“Mankee naa nana?” (dov'è mamma?”) chiese Gildor.

Lindir li guardò in viso.

“Lle tyava quel?” (ti senti bene?”) chiese preoccupata Eruannie.

“Sto bene...” sorrise il padre “Venite...” disse voltandosi e rientrando a palazzo.

Quando passarono le loro camere e il padre continuò a salire le scale i due ragazzi iniziarono a preoccuparsi.

“Ada...” lo chiamò Gildor.

“Perchè stiamo salendo?” chiese Eruannie.

Lindir si voltò sorridendo. Si fermò di fronte ad una porta, conoscevano molto bene quell'ala del palazzo, faceva parte degli appartamenti reali.

“Ada?” chiamò Gildor preoccupato.

Lindir si voltò prendendo le loro mani e sorridendo.

“Statemi bene a sentire. Se sta dormendo non disturbatela, le parlerete fra poco. Non fate rumore...” Gildor ed Eruannie si scambiarono uno sguardo interrogativo appena prima di varcare la porta che il padre teneva aperta.

Un'espressione sorpresa gli si dipinse in viso.

Eruannie saltò subito al collo del padre, cercando di non far rumore, abbracciandolo stretto.

Gildor rimase pietrificato, come qualsiasi altro uomo di fronte a quella scena.

“Perchè non ce l'avete detto? Avremmo rimandato la partenza!” sussurrò Eruannie felicissima scoccando un braccio al padre prima di avvicinarsi alle due culle.

“Non lo sapevo, solo vostra madre ne era a conoscenza e ha preferito non dirvelo fino al vostro ritorno, era troppo presto...” sorrise Lindir.

“Quando sono nati?” chiese Gildor sorridendo abbracciando il padre.

“Meno di un'ora fa...” sorrise.

“Cosa?” chiese Eruannie.

Lindir annuì.

“Ecco perchè Elladan ed Elrohir erano così strani!” sorrise.

Lory, che stava dormendo, aprì gli occhi proprio in quel momento.

“I miei piccoli!” sorrise “Venite qui..” disse alzando le braccia.

I due ragazzi, con ancora i vestiti da viaggio, le si lanciarono fra le braccia. Uno inginocchiato sul bordo del letto e l'altra salendo nella parte libera coricandosi vicino a lei. Lindir si sedette vicino alle gambe della moglie, sul bordo, vicino al figlio ammirando le due culle.

“Come li avete chiamati?” chiese Gildor.

“Aeglos e Tinuviel” sussurrò Lindir.

“Un maschietto e una femminuccia?” esclamò Gildor.

“Non te ne eri accorto?” lo canzonò la sorella.

“Simpatica come sempre!” disse Gildor riservandole un sorriso.

Lindir e Lory sorrisero.

“Adesso ci servirà il vostro aiuto con loro...” disse Lory.

“Certo!” sorrise Eruannie.

“Ci dobbiamo fidare di queste due pesti?” sorrise Lindir.

Tutti scoppiarono a ridere cercando di non svegliare i piccoli.

 

**

 

Lindir era a sbrigare i suoi impegni, i due ragazzi ancora dormivano e Lory era in camera con i due piccoli che dormivano nella loro culla.

Si stava acconciando i capelli quando una figura dai capelli neri comparve alle sue spalle facendola sussultare.

“Loki! Disse mettendosi una mano sul petto “Mi hai spaventata!”

“Scusa...” sorrise il giovane.

Lory si alzò e lo abbracciò.

“Da quanto tempo non ci vediamo?” sorrise Loki.

“Più o meno trecento anni? Non sei cambiato...a parte i capelli.” sorrise.

“Anche tu non sei cambiata...mamma.” sorrise il moro. “So che ne hai avuti tre...”

“Si...” disse orgogliosa di se.

“Posso vederli?”

Lory annuì.

“Questo è Aeglos e questa Tinuviel...” disse accarezzando le teste dei piccoli che dormivano abbracciati...”

“Nella stessa culla?” chiese Loki.

“All'inizio no, ma pare che non riescano a stare divisi, smettono di piangere solo quando sono assieme...”

“Saranno dei buoni figli...” sorrise Loki “So che hai avuto anche un maschio...”

“Si, Gildor...è una persona meravigliosa...”

“Come te...” disse Loki appoggiando una mano alla spalla della giovane che si era sporta sulle culle ad ammirare i suoi piccoli.

“E la giovane Eruannie?...lei è l'unica che ho conosciuto...”

“E' diventata una magnifica ragazza. E' cresciuta così in fretta...” disse Lory con occhi sognanti.

“Ma dimmi di te...hai un'aria strana...”

“Mi sono sposato.” sorrise Loki.

“Cosa?” disse ridendo “Chi ha rubato il cuore del dio degli inganni?”

Loki rise.

“Si chiama Sigyn...aspettiamo un bambino.” disse Loki guardandola negli occhi.

Lory l'abbracciò. “E' bellissimo!!! Quando nascerà?”

“Tra un paio di mesi...”

“E ad Asgard?”

“Ho avuto solo qualche problemino, ma ora è tutto risolto...”

“Che hai combinato?”

“E' una storia lunga, un'altra volta.”

“Thor?”

“E' re...”

“Davvero?”

Loki annuì triste.

“Tuo padre...?”

“E' morto.”

“Mi dispiace Loki...”

“Non ti dispiacere...” disse cercando di sorridergli “Non era la persona che immaginavo che fosse, un giorno te lo racconterò. Adesso...”

“Non è il momento, se non te la senti non ti obbligherò...”

“Grazie...” sosprirò “Sono solo passato per farti un saluto...mi manchi amica mia.”

Lory sorrise abbracciandolo.

“Manchi anche a me...”

“Devo andare, ma tornerò.”

“Vedi di non far passare altri trecento anni...”

Loki rise.

“Ci proverò...”

“E Loki?...” lo chiamò la giovane.

Il dio degli inganni si voltò.

“Congratulazioni...”

Loki sorrise e scomparve come era arrivato.

  
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