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Autore: mentaverde    25/03/2014    3 recensioni
Dovrei fare una lista di tutte le mie pessime scelte.
Probabilmente mi servirebbero molte pagine e molto inchiostro, perché in vent'anni di esistenza il mio tempismo era sempre stato pessimo.
(cap. 2)
Com’è possibile che ovunque io vada me lo ritrovi davanti? E per di più con quel suo sorrisino da trentenne sfigato che vorrei cancellargli con una sberla. [...] Vorrei dirti grazie, ma non lo faccio perché tu sei uno stronzo da vaffanculo più che da ringraziamenti. (cap. 3)
“E qui la gente la mandi a quel paese?”.
“Se se lo merita sì”.
“Quindi io me lo sono meritato?”.
(cap. 4)
Non lo vedi, signor Cooper?
Sono sbagliata.
Sono sbagliata come la neve ad agosto, come un’insufficienza a ginnastica, come il sole di notte.
Io sono fondamentalmente sbagliata. Sia nel tuo che nel mio mondo.
(cap. 5)
Io mi perdo.
Mi perdo nel tuo respiro.
Mi perdo nella tua voce.
Mi perdo nella tua mano che accarezza la mia schiena.
E poi mi perdo nelle tue labbra.
(cap. 10)
E allora lo faccio: ti bacio. (cap. 16)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Il mio sesto senso.
 
 
 
 
 
 
 
Il mio sesto senso.
So di essere incredibilmente ripetitiva, ma c’è un pensiero fisso nella mia testa.
E non è lui… cioè lo è, ma ce ne è un altro che mi sta assillando in una maniera incredibile.
Ecco, ho sempre avuto un tempismo del cazzo, questo l’avevo già detto, visto la mia grande capacità nel tirarmi in situazioni completamente sconvenienti per chiunque.
Ma ho un sesto senso incredibile.
Dico davvero.
Si sa che ogni donna ha un sesto senso che prevede ogni cosa. Dopo che uno lo stia ad ascoltare è un altro conto.
Infatti io sono ‘l’altro conto’.
Io non lo ascolto.
Non perché sbagli. Non sia mai detto. Ma perché io sono fondamentalmente una testa di cazzo.
Sì, ecco.
L’ho detto.
Cioè pensato…
Insomma, sono una testa di cazzo incredibile.
Sono così stupida che prima di capire una cosa devo sbatterci la faccia fino a rompermi il naso e, per forza di cose, farmi del male.
Lo so anch’io che è da stupidi, e lo so che lo sai anche tu Ali che mi guardi con quella tua espressione di disappunto totale.
Okay. Stai tranquilla.
Anch’io li guardo i film, anch’io so come vanno a finire quelle storie.
Sì, Ali, quelle non queste.
“Che differenza fa?”, mi chiedi.
La nostra non è una storia.
La nostra è… poco niente.
Insomma c’è stato qualche bacio e qualche palpatina ma niente di vero. Nessuna dichiarazione particolare, niente di niente.
E la differenza c’è tra noi – non quel noi, Ali, io e il signor Cooper non siamo una coppia, mettitela via – e quelli dei film è che c’è sempre una dichiarazione smielata d’amore da parte di uno dei due. A meno che ‘fanculo’ abbia un qualche significato a me sconosciuto, allora non penso proprio che ci sia stata una qualche vera e propria dichiarazione.
Lo capisci, Ali?
Sì, okay. Rotolarsi su un divano non è certo essere completamente estranei. Anzi, si potrebbe fare anche da estranei, ma io non sono quel tipo di persona. Sarebbe facile esserlo, almeno non ci sarebbero sentimenti in mezzo, ma sarebbe troppo facile e…
Oh, insomma, Ali, la smetti di guardarmi così?
Sì, lo so che è sbagliato.
E sì, so come vanno a finire tutti quei film che mi stai elencando.
E so che la realtà non è così.
Lo so che col 99% delle possibilità uscirò con il cuore in mille pezzi e un naso da aggiustare per la millesima volta. Lo so che in tutti quei tuoi stupidi film l’unica persona che ci rimette sono quelle nella mia situazione e che alla fine io risulterò solo un passatempo del cavolo per rinvigorire ulteriormente l’amore tra il signor Cooper e la mia pomposa bionda.
Okay, Ali.
Ho capito.
Ma non ti ci devi mettere anche tu a dirmi quanto io sia stupida e incosciente.
Non serve che ti aggiunga alla lunga lista di fattori che mi stanno implorando di allontanarmi da lui e dalle sue scarpe laccate.
Tipo lui.
Non ‘lui’ il signor Cooper.
Ma quell’altro ‘lui’.
Il mio sesto senso.
Quel bastardo che ha sempre ragione.
No, davvero, ha ragione da vendere questo bastardo del mio sesto senso.
Come per Billy, sapevo che c’era qualcosa che non andata, davvero, ma ho mandato a quel paese tutte le ventate gelide sulla mia schiena e le calze rotte appena prima di uscire.
Insomma erano tutti presagi, no?
Me lo dicevi tu che se un attimo prima di uscire ti si rompono le calze allora è meglio che cambi programmi. E diciamo che io di calze ne ho cambiate tante quando uscivo con lui.
Diciamo anche che non ho dato ascolto né al mio sesto senso né a te e né a tutti i segnali che qualche buon’anima lassù mi ha mandato – allora non mi odiate poi così tanto, eh – probabilmente per immensa pietà.
“E’ pieno di ragazzi della nostra età…”.
È un riferimento ai suoi trent’anni?
Vogliamo parlare del tuo insegnante di discipline plastiche?
Quello che ti facevi tra una lezione e l’altra mentre eri in pausa con Liam?
Andiamo, Ali, lo sappiamo entrambe che quello dell’età è il minore dei problemi.
E poi illuminami: dov’è che è pieno di ragazzi della nostra età liberi?
Io vedo solo un mucchio di zitelle strette in vestiti di qualche taglia in meno con il radar da rimorchio acceso a tutte le frequenze.
“…e liberi…”.
Sì, liberi.
Liberi dal peso del cervello dici?
Quello si che è essere liberi.
Ma mi prendi in giro, Ali?
Ci hai mai parlato con gli amici di Liam? Quelli come Randy? Che non sanno articolare un discorso che non sia football o discoteche?
“…quindi perché lui, Lex?”.
Sul serio me lo stai chiedendo, Ali?
Perfino il mio sesto senso – che dovrebbe starsene zitto ogni tanto – mi sta dicendo che non hai capito un cazzo.
E non fare quella faccia.
Tu sei bella, Ali, sei bella da sempre e ormai non ti accorgi neanche più di essere al centro dell’attenzione. Tutti ti guardano, e lo stanno facendo anche adesso. Per me non è così, invece. Io non sono mai quella che si voltano per guardare perché troppo bella, io non sono quella che attira l’attenzione se non perché ci sei tu al mio fianco.
E lui mi guarda come tutti guardano te, Ali.
E io li conosco quegli sguardi perché gli ho sempre visti negli occhi degli altri quando guardano te. E ti ho sempre invidiata, perché sguardi così, oddio, li ho sempre sognati.
Tu non capisci, te lo vedo negli occhi anche senza l’intervento del mio sesto senso.
“Cosa ti dice che sceglierà te?”, mi chiedi e io vorrei andarmene per porre fine alla nostra conversazione perché mi stai creando una marea di dubbi che non va che a incrementare già tutti quelli che ho nella testa e che sto cercano di zittire.
Cosa mi dice che sceglierà me?
Assolutamente niente.
E, anche scavando, non c’è nessun cazzo di motivo sentimentale strappalacrime. Voglio semplicemente provarci, voglio sapere cosa si prova, Ali, ad essere guardati sempre come gli altri guardano te.
“Stai facendo una cazzata”, me lo dici incrociando le braccia al petto e guardandomi negli occhi.
E il mio sesto senso sta facendo il tifo per te con trombette e urli da stadio.
“Ti farà star male”.
Perché non sceglierà me, vero?
È questo quello che pensi?
Perché mai dovrebbe volere me?
Me lo domando anch’io, ma esisterà qualcuno al mondo che mi vorrà, no?
“Ti ha scritto oggi?”, mi chiedi e la risposta la sai già.
Sei una stronza, Ali.
“No”, ti rispondo e tu rimani in silenzio e aspetti una mia risposta che non arriverà.
 “Sai perché non te l’ha mandato?”, mi domandi mentre io zittisco a manganellate la vocina dentro di me che ti da ragione, “Perché è con lei”.
Se adesso avessi seguito il mio sesto senso sarei già in Islanda con la testa in un qualche pozzanghera ghiacciata pur di non sentire le tue parole, pur di non sentire ad alta voce quello che ho pensato per tutto il giorno.
E vorrei mandarti a fanculo.
Ma per una volta me ne sto zitta e abbasso gli occhi perché questa volta ha fatto male.
“Non è lui quello giusto, Lex. Sennò sarebbe qui”.
Mentre lui è là, con la sua cara Sienna, quella bionda e bella, quella che ha circa la sua età, che indossa bei vestiti non jeans strappati e converse.
E tu continui a guardarmi, aspettando che io mi arrenda dopo che mi hai distrutta in un attimo.
Sì, Ali, mi hai distrutta.
Hai preso tutte le mie certezze e ne hai fatto coriandoli.
Il mio sesto senso.
Sì, il mio stupido sesto senso mi sta dicendo che tu hai ragione da vendere.
E vorrei mandarti a quel paese, davvero, vorrei farlo tanto, ma hai ragione anche se non lo ammetterò mai.
Lui non si è fatto sentire come mi aveva detto.
Perché probabilmente sarà impegnato con lei, la pomposa bionda.
E io sto qua, sotto il tuo sguardo che mi accusa di essere un’idiota patentata, mentre potrei essere fuori a cercare un ragazzo che mi voglia.
Perché probabilmente tutti i film che abbiamo guardato dicono la verità, forse i produttori vogliono mostrare alle ragazze come me che è inutile lanciarsi in una storia già persa in partenza, quando troppi fattori dicono che è impossibile che continui.
Eppure io, non so perché, continuo ad avere questa stupida speranza.
E lo capisci, Ali?
Capisci perché il signor Cooper mi piace?
Capisci perché nella mia mente non può esserci qualcuno come Randy?
Se lo sai, ti prego, dimmelo perché io non so quanto potrò sopportare tutto questo.
Non so quanto potrò andare avanti ancora di voragini di dubbi e piccole certezze.
E poi tu dici una cosa improvvisa che mi lascia sconvolta: “Se proprio ti piace, Lex, dagli un ultimatum”.
Un ultimatum.
Dio mio, Ali, sei un genio.
Ma la cosa che mi manca sono le palle per farlo, perché non so se l’hai notato ma ho la coda di paglia.
“Non dire cazzate”, aggiungi passandomi il cellulare, “Sii cattiva”.
“Come con Jessie?”.
“Come con Jessie”, confermi ricordandoti del mio periodo da bulla verso la piccola e indifesa Jessie.
E mentre digito il tuo numero, signor Cooper, mi chiedo che fine abbia fatto quella ragazza. Probabilmente si troverà in una situazione migliore della mia.
O almeno spero per lei.
 
Ti ho preso alla sprovvista, signor Cooper?
Vi ho interrotti proprio in un momento intimo?
Accettando la parte malvagia che risiede in me e in ogni altra donna, spero proprio di sì.
E lei, come ti sta guardando?
Con rabbia?
Ti sta chiedendo chi vi disturba?
Non dirmi che le dirai che parliamo di investimenti, signor Cooper, perché altrimenti mi deluderesti per la tua scarsa immaginazione.
“Che succede?”, mi chiedi.
Che succede?
Beh, ho raccontato tutto ad Ali che mi ha fatto un interrogatorio peggio dell’FBI e mi ha distrutta in un attimo, facendomi sentire la persona più idiota del mondo perché sono qui ad aspettare un coglione… oh, aspetta: quel coglione sei proprio tu, signor Cooper.
Quindi, per rispondere alla tua stupida domanda dire che quello che succede sei tu, e nel senso che tu, signor Cooper, vedrai per la prima volta una Alexis incazzata cosa che non auguro a nessuno.
“Non ti vedo”, ti dico.
“Scusa?”.
Non capisci al contrario di Ali che sta già sorridendo.
“Hai detto che saresti stato qui e non ti vedo”.
“E’ che ho avuto degli impegni…”, c’è confusione in sottofondo.
Mi fai sorridere, signor Cooper, perché il mio sesto senso mi dice che sarò vincitrice molto più velocemente del previsto.
“Ti disturbo?”, balbetti qualcosa che penso sia un sì che non vuoi pronunciare, “Beh, sinceramente non me ne frega un cazzo”.
Non mi hai mai sentita parlare così, vero signor Cooper?
Non c’è più rumore di sottofondo. Dove cavolo sei?
“Quanto sei stupida”, dici ridendo e, se ti avessi davanti, ti darei un pugno.
E poi aggiungi: “Guarda fuori dalla finestra, Alexis”.
Non mi muovo dalla sedia, “Mi prendi in giro?”.
“Tu guarda… E’ Alison quella che mi sta facendo il medio?”.
“E’ un fanculo da parte mia”.
E tu ridi e penso che ci sia un reparto all’ospedale psichiatrico per persone come te, con problemi nel capire che un fanculo non è una battuta, ma un invito ad andare in un certo luogo.
“Me lo sta facendo anche con l’altra mano”.
“Quello è da parte sua”.
Lo rifai. Ridi ancora.
“Mi fai salire?”.
“Assolutamente no”, ti dico e questa volta non ridi perché la mia voce è cambiata, “Non mi faccio prendere in giro da te e da nessun altro. E non faccio neanche l’amante”.
“E’ arrivato l’ultimatum?”, mi chiedi facendo una risata nervosa.
“Vedo che hai indovinato la parola chiave della nostra conversazione”.
“Devo scegliere”.
Sei perspicace, signor Cooper.
Ovviamente il mio è sarcasmo.
“Domani mi dirai cosa hai scelto”.
Ventiquattro ore saranno già troppe da sopportare per il mio cervello, soprattutto se continui a guardarmi così, Ali.
Lascia che sia il mio sesto senso a portarmi a fare harakiri. 

 



















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Scusate l'incredibile ritardo, ma ero impegnata con la scuola (tesina da preparare e simulazioni imminenti) e ho avuto un maledetto blocco. Fatto sta che quando sono riuscita a ritagliarmi del tempo ho iniziato a scrivere questo capitolo... spero che vi piaccia.
A proposito, sapete quando Lex parla delle calze che se si rompono prima di uscire è meglio cambiare i propri programmi?
Beh, in realtà a dirmelo è stata mia nonna, e per mia esperienza personale (spero che a voi non sia mai capitato) è meglio stravolgerli i piani, non solo modificarli!!!
Spero di ricevere delle vostre recensioni, e soprattutto qualche vostro segnale particolare che cogliete quando qualcosa andrà storto... Ecco, cosa vi dice il vostro sesto senso!!!

Ahhaahahah,

a presto,

Blue

 
  
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