Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Drizzle__93    25/03/2014    2 recensioni
'' Moriremo tutti , moriremo tutti '' .
Nausea e vomito . Jean non riesce a pensare lucidamente . Non se Marco è accanto a lui , perchè la paura che prova fa da specchio nell'anima dell'amato . Anno 850 . Un Titano si è rifatto vivo e ha squarciato le mura , per la seconda volta dopo 5 anni . I cadetti sono imprigionati nel deposito del gas . La missione escogitata da Armin sembra davvero un suicidio , ma è la loro unica possibilità e , per due di questi ragazzi , forse , è l'ultima possibilità per guardarsi negli occhi e riuscire a comunicare tutto ciò che non hanno avuto il tempo di poter esternare . E' un sussurro , un gemito , un sospiro , un attimo . Loro lo sanno : sono morti che camminano .
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Armin Arlart, Jean Kirshtein, Marco Bodt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'eco di una preghiera . Jean e Marco .


'' Moriremo tutti , moriremo tutti '' 

Jean era un ragazzo schivo , intelligente , razionale , istruito . Aveva passato la sua infanzia a prepararsi per entrare a far parte della guardia d'èlite , dove solo i migliori cadetti potevano accedere e la sua  sesta posizione nell'esame finale gli avrebbe garantito l'accesso senza alcun problema . Già tredicenne pregustava quella vita pigra , lasciva , senza responsabilità , lasciando agli idealisti , ai ciarlatani , come quello Jaeger , il dannato compito di combattere i giganti . Avrebbero venduto cara la pelle loro , ma non lui . Ed allora , perchè cavolo si ritrovava inerme , nella soffitta del magazzino rifornimenti , impegnato in una missione suicida che avrebbe rifornito di gas i cadetti ?Armin , quel pavido pezzente . Non si sa come era l'unico del suo team ad essere sopravvissuto ai giganti poche ore prima . Merito di quell'Eren che l'aveva tirato fuori dalla bocca di un gigante per poi esserne divorato . Il suo piano , però, era geniale . Sette cadetti si sarebbero calati dall'architrave per assalire i giganti sul collo e dargli il colpo di grazia , mentre quei mostri sarebbero stati attirati dall'ascensore carico dei cadetti restanti che , ad un cenno preciso  , avrebbero iniziato a sparare dritti negli occhi per accecarli . Un piano perfetto , certo , se non fosse stato che lui era stato sorteggiato tra quei sette poveri sventurati . Era un one shot : o la va o la spacca . Perchè diamine aveva accettato ? Non faceva che ripeterselo da quelle che sembravano ore .  '' Sei uno dei migliori Jean , non sprecare il tuo talento '' . Maledette lusinghe . C'era cascato con tutte le scarpe . Vedeva le falle del piano . E se i giganti non avessero abboccato ? Mica la loro inquietante espressione da ebete doveva per forza essere sintomo di un'intelligenza mancante . Se qualcuno di questi sette abomini avesse preso un loro compagno dall'ascensore trangugiandolo davanti ai loro occhi ? Quel giorno , dell'anno 850 , c'era già stata troppo puzza di cadavere .Ne aveva visti tanti morire divorati .O ingoiati vivi .
 Disperazione .
Rabbia .
 Nausea .
Ecco cosa provava l'uomo più menefreghista dell'umanità.......                                               Jean sobbalzò . E si diede dello stupido per il nervosismo . Marco aveva poggiato una mano sulla spalla , guardandolo con gli occhi pieni di apprensione . Non gli aveva chiesto come stesse , sarebbe stata una domanda inutile , superflua , ma Jean avrebbe voluto che gli dicesse qualcosa . Marco non aveva paura di mostrarsi meno forte o insicuro ma , nonostante questo , aveva sempre una parola buona per tutti , anche per chi non la meritasse . Ed erano sempre parole giuste , accorate ma consolanti , semmai a 15 anni avrebbero potuto trovare consolazione in quell'inferno.                                                                                             Sapevano di essere vittime sacrificali . Se sopravvivevano bene , sennò il re era comunque al sicuro e le famiglie avrebbero avuto bocche in meno da sfamare . Ci sarebbero state più razioni , più cibo che avrebbe ingozzato quel popolo che difendevano e che , nonostante questo , nonostante tutto , continuava a maledire chi dava la loro vita per loro . Jean certe volte si chiedeva chi era più crudele tra il gigante , seppur spregevole nella sua violenza , o l'uomo , che non esitava a scappare per lasciare legioni di bambini , perchè erano solo ragazzi , a combattere al posto suo mentre continuava a ingrassare . Marco , probabilmente , era anche lui consapevole di queste cose , ma aveva il dono di fargliele dimenticare , assumendosi il fardello delle preoccupazioni altrui.

- Non sei costretto a farlo Jean , posso andare io al tuo posto . Credo di farcela , tutto sommato , mi potrei posizionare accanto a Reiner o Annie . Mi sentirei più sicuro e ..
- NO !!!

Aveva urlato troppo forte Jean . Ma Marco non avrebbe dovuto neanche azzardarsi a proporlo . Quella mattina si sentiva già responsabile di troppe vite . Non sapeva che fine avesse fatto un quarto del team di cui era stato messo a capo , ma non era difficile azzardare una supposizione . No , no , no . Già era pericolosissimo starsene su quell'ascensore , ma addirittura esporsi così ? No . Tutti , ma non il suo Marco . Con le sue lentiggini e la sua voglia di ridere , la sua dolcezza così poco virile, ma così umana . Se era rimasto qualcosa di buono in quello schifo di mondo era Marco e lui l'avrebbe preservato come si preservano le cose che ci sono più care nella vita . Marco , forse , intercettò qualcosa nei pensieri del suo compagno e si scusò immediatamente  ma , al contempo , gli strinse una mano . Era insopportabile il pensiero di Jean , del suo Jean in balia di quelle bestie . Neanche la sua famigerata abilità lo rassicurava , ma la guerra è questa . Fatta di vittime , di gente onesta sacrificata per la collettività di cui a malapena ci si ricorda e di cui si piangono lacrime amare per quei 5 minuti giusti giusti per non fare brutta figura . Loro non avrebbero fatto quella fine, i loro nomi non sarebbero stati epigrafi funerarie , signori nessuno in fondo ad una lista di dispersi di cui non si sapeva nulla . Avrebbero continuato . Ce l'avrebbero fatta . Il loro cuore era uno solo , un solo battito , un solo fremito , un solo respiro . Si guardarono con gli occhi colmi di paura e , quindi , di coraggio . Perchè solo chi è nel deserto della disperazione può trovare l'oasi della forza per andare avanti . Marco l'aveva trovata in quelle mani che lo stringevano a sé in un abbraccio fermo , saldo , bellissimo . Jean l'aveva trovata nel firmamento di due occhi neri come il carbone , come una notte senza stelle , come il sangue , quando è denso , quando è caldo , quando è vivo .

- Ragazzi , è ora !!!

Armin . Jean sciolse l'abbraccio , non maledicendosi , per una volta ,  di aver avuto un momento di cedimento .  Disse a Marco :'' Ci vediamo dopo '' . E , mentre Connie lo trascinava verso i sotterranei , una voce calda gli urlò di rimando :'' Contaci '' . Sorrise .
Quella risposta era ciò di cui aveva bisogno .  Una promessa . L'eco di una preghiera .

Angolino mioo *___*

Saaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaalveeeeee !!!

Questa è la prima fanfiction che scrivo, per cui sono pronta ad accettare qualsiasi suggerimento per migliorare . La storia è tratta dall'episodio 8 dell'anime di Attack on Titan (capitolo 9, vol.2) ed ho immaginato ciò che avrebbero provato due dei miei personaggi preferiti in quel momento , cercando di rendere il tutto più credibile possibile e limitando gli spoiler per chi ancora non conoscesse questo piccolo capolavoro , de gustibus , nipponico. Detto questo , spero davvero che i pochi temerari che siano arrivati fin qui senza morire di diabete , o di angoscia , vogliano lasciare un segno , una traccia , un segnale di fumo , del loro passaggio , davvero , una minuscolissimissimissima recensione mi farebbe solo contenta . Pure se critica . Grazie , Drizzle!
 

  
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