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Autore: auroramyth    26/03/2014    3 recensioni
INTRO ORIGINALE DELL'AUTRICE: Questa è la storia di un incontro, il mio, improvviso e improbabile, inaspettato e traumatico, con una persona meravigliosa che mi ha cambiato la vita. È la storia di un amore, il nostro, forte e indissolubile, maturato velocemente, che ha colpito noi due come un fulmine a ciel sereno, che mi ha fatto risorgere dalle ceneri della mia vita, spenta, triste e dolorosa, e che ha illuminato da allora tutti i giorni della mia esistenza e scaldato la mia anima nera e tormentata come un accecante e scottante sole estivo!
“Bill, non sono brava in queste cose! Io sono fatta per stare da sola, lo capisci o no?!”, “Solo perché hai paura di tornare ad essere felice…”, la sua frase è come una stilettata dritta al cuore: ha dannatamente ragione, ma io non lo ammetterei mai con lui neanche morta!
...Scritta da Precious Star...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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7
... A Precious Star... Sono fiera di te!

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CAPITOLO 7
 
 
Due anni dopo.
Ottobre 2016.
 
Il sole autunnale di Amburgo mi risveglia dal sonno agitato di questa notte. Allungo una mano alla ricerca di Bill, ma sento il lato del suo letto vuoto e freddo. Ah, già! Ha un impegno con il gemello, oggi, sarà già andato via… uff!
Mi alzo lentamente dal letto e con tutta calma attraverso la stanza per entrare in bagno. Davanti allo specchio enorme di Bill ho un momento di smarrimento e confusione: Dio, ma sono davvero io?! Sono orribile! Marcatissime occhiaie nere sotto gli occhi evidenziano la mia mancanza di sonno dell’ultima notte e occhi troppo lucidi e arrossati il mio stato catatonico di questa mattina. Perché sono così sbattuta, stamattina? Eppure Bill non mi ha praticamente toccato, questa notte!
Dopo essermi data una rapida sistemata in bagno, scendo in cucina, dove ci trovo mia sorella e Simone, in visita dai figli, già in piedi. Mi siedo al tavolo e appoggio i gomiti sul legno per sorreggere con le mani la mia testa ciondolante.
“Wow, che aria sbattuta, oggi, sorellina!”
“Lascia stare, per l’amor di Dio! Davanti allo specchio, a momenti mi viene un infarto!”
“Che cazzo avete fatto tu e Bill, questa notte, per ridurti così, eh?”, ridacchia, la stronza. E mi dice queste cose imbarazzanti davanti a Simone, tra l’altro! Adesso l’ammazzo!
“Niente, questo è il problema…”
“Ah!”
Mi allunga una tazzina di caffè: “Tieni, l’ho appena fatto, magari ti sveglierai un po’ con questo!”
Appena l’odore del caffè raggiunge le mie narici un forte senso di nausea mi fa vacillare e correre in bagno a rigettare quei pochi succhi gastrici che ci sono nel mio stomaco.
Arrivano di corsa dietro di me mia sorella e Simone, la quale mi guarda preoccupata.
“Stai bene, cara?”
“Ehm…”, cosa posso dirle? Oggi mi sento sbattuta come un uovo e ho vomitato sentendo l’odore del caffè, manco fossi incinta…? Oddio, e se fossi davvero incinta? O no, cazzo, no! Bill mi ammazza, ne sono certa! E poi io ammazzo lui perché mi ha cacciato in questa situazione!
Simone sembra cogliere il corso dei miei pensieri e mi domanda titubante: “C’è forse la possibilità che tu aspetti un bambino?”
“Oddio!”, esclama mia sorella sconcertata, con una mano davanti alla bocca.
“Ehm, non lo so…”
“Avete sempre…?”, domanda Simone in imbarazzo.
“Usato il preservativo? Sì!”
“Non prendi la pillola immagino…”
“No…”
“Sicura che qualche volta non sia scappato qualcosa?”
“Non sono sicura di niente in questo momento…”, sono basita! Dio, ti prego, no! Fa che sia soltanto una nausea da influenza, ti prego!
“Ok, senti, Camy, ti spiacerebbe prendere la macchina e andare in farmacia a prendere un test di gravidanza per tua sorella?”
Test di gravidanza, oddio! No, non è vero! È tutto un sogno! Fra qualche minuto mi sveglierò e a fianco a me ci sarà Bill a consolarmi e rassicurarmi dicendomi che è tutto frutto della mia mente bacata e malata! Lui mi abbraccerà, facendomi calmare il respiro agitato a causa del risveglio traumatico da incubo, e mi farà stendere con la testa sul suo petto a respirare il suo odore confortante e a cullarmi con i battiti del suo cuore e con le carezze sui miei capelli, come fa sempre quando mi risveglio in preda al panico rivivendo il giorno della morte dei miei genitori.
Mia sorella si affretta a lasciare il bagno e Simone mi chiede come mi sento: “Come stai? Hai ancora la nausea?”
“No…”
“Va bene, dai, adesso alziamoci e andiamo in soggiorno ad aspettare tua sorella… Questa mattina niente caffè, ti faccio una tisana…”
“Grazie…”, rispondo esitante.
“Figurati, cara, andiamo giù!”
Attendo il ritorno di mia sorella soffiando sulla tazza fumante di tisana e prendendone qualche sorso, seduta nell’enorme soggiorno della casa dei gemelli fissando un punto indistinto davanti a me, ancora sotto shock.
“Eccomi!”, entra in casa in quel momento Camilla, sventolando una confezione avvolta nella carta della farmacia.
Merda! Sto per sentirmi male! Se fossi davvero incinta, Bill che farebbe? Io che farei?
Afferro la scatoletta che mi viene posta e vado di nuovo in bagno come in trans, non capisco più niente, sono in preda alla confusione.
Seguo le istruzioni alla lettera e mentre aspetto il verdetto mi siedo per terra. Sento qualcuno bussare alla porta e dico automaticamente un “Avanti!” freddo e apatico.
La testa di Simone fa capolino da dietro la porta e mi scruta con apprensione, seguita da mia sorella.
“Allora? Come va?”, mi domanda la mamma dei gemelli.
“Non lo so, ancora, preferisco aspettare di vedere cosa accade tra cinque minuti per esprimermi…”
“Non preoccuparti! Qualsiasi cosa dica quel test, tu e Bill l’affronterete insieme! Non sarai sola!”
“Sì…”, le dico, anche se non sono molto convinta di questa cosa. Secondo me Bill si incazzerà di brutto! Come farà con la sua carriera impegnativa e frenetica a conciliare un impegno simile?! Come farò io con gli studi?!
I restanti minuti li passiamo sedute tutte e tre per terra, loro ad abbracciarmi e coccolarmi, io a reggere davanti al viso il bastoncino del test, sperando con tutta me stessa che non compaia la seconda lineetta che attesterebbe che sono irrimediabilmente fregata.
Ed eccola lì. Dannazione!
“Oddio, sei incinta!”, urla mia sorella, non saprei dire se stupita e preoccupata o euforica e contenta, probabilmente un misto delle quattro.
“A quanto pare…”
“Bill ne sarà contento! Vedrai!”, mi rassicura Simone.
Lentamente ci alziamo dal pavimento e io mi dirigo in camera mia e di Bill. Butto il test dentro nella mia borsa e mi getto sul letto sfatto affondando la testa nel cuscino di Bill.
Passo la mia giornata così, su quel letto a farmi forza e coraggio per confessare una cosa simile a Bill, non scendo neppure a pranzo, suscitando il disappunto di Simone che mi dice che adesso più che mai devo mangiare per la creatura che cresce dentro di me, ma io ho lo stomaco chiuso per l’ansia e la frustrazione e non me la sento di mangiare. Come è potuto accadere? Come cazzo è potuto accadere che mi mettesse incinta?! Bill ha ventisette anni, non è pronto per fare il padre, e io sono appena ventitreenne, sono troppo giovane per essere madre!
Lacrime amare cominciano a scorrere sulle mie guance.
Bill torna a casa e mi trova così, abbandonata scompostamente sul letto, piangente e sconsolata.
“Amore, che cos’hai?”
“Niente, un momento di malinconia…”, Codarda! Devi dirgli la verità prima o poi!
“Mmm, non me la racconti giusta! Sono secoli che non ti capitava più di stare male in questo modo!”
“E oggi è successo!”
“Va bene, va bene, non ti scaldare! Non insisto! Te la senti di uscire stasera? C’è una sorpresa per te… Altrimenti rimandiamo, non c’è problema!”
È tanto fiducioso in una mia risposta positiva che, anche se non mi va proprio di uscire di casa, non me la sento di dirgli di no.
“Dammi mezzora e sono pronta…”
“Perfetto! Ti amo, piccola!”
Ti amo anch’io, Bill! Ma non dirai più di amarmi dopo che ti avrò dato questa funesta notizia!, vorrei urlargli ma mi trattengo e mi dirigo spedita sotto la doccia, spogliandomi furiosamente lungo il cammino e seminando un pezzo di vestiario ad ogni passo.
Tre quarti d’ora dopo sono in macchina con Bill, pulita e profumata, e ci stiamo dirigendo verso il porto.
Bill parcheggia la sua auto a ciglio strada dell’ingresso al parco naturale di Amburgo, dove mi ha portato la prima volta che siamo usciti insieme e dove mi ha detto il primo “Ti amo!”.
Sotto quell’enorme quercia che è stata testimone di quel nostro momento c’è la mia sorpresa ad aspettarmi.
Allacciati all’albero e a tanti paletti di bamboo tutti intorno, tende di seta semitrasparente di mille colori formano un tendone originale e pittoresco, sotto al quale ci sono mazzi enormi di fiori di mille tipi e colori.
Sono piacevolmente stupita e per la prima volta in questo giorno sorrido.
“Dio, Bill, è bellissimo, qui!”
“Ci ho messo tutto il giorno per prepararlo, mio fratello ne è testimone…”
“Allora era questo che dovevi fare con lui oggi!”
“Sì, era questo!”
“E per quale motivo l’hai fatto?”
“Vieni!”, mi dice solamente, prendendomi per mano e tirandomi con lui sotto il tendone.
Quando giungiamo sotto quella magica pergola, Bill si inginocchia ai miei piedi, estrae una scatolina dalla sua tasca, la apre, mostrandomi un anello mozzafiato di diamanti, e mi dice, guardandomi negli occhi: “Sotto questo albero, anni fa, ti ho detto il mio primo “Ti amo!”, sotto questo stesso albero questa sera voglio chiederti: vuoi sposarmi?”
Merda, Bill… Non posso più rimandare, devo dirglielo ora! “Devo dirti una cosa, Bill…”, lo vedo rabbuiarsi e restarci male.
“È più importante della risposta a questa domanda?”
“Sì, lo è…”
Si rialza in piedi e mi dice titubante ed agitato: “Dimmi…”
Prendo un respiro profondo: “Sono incinta!”
“Cosa?”
“Sono incinta…”
“Davvero?”
“Sì… Dio, Bill, mi dispiace, non so come sia potuto accadere, insomma io…”
“Ti dispiace? Cosa c’è di spiacevole in una notizia simile?! Io sono contento! Mio Dio, sei incinta!”
“Sì…”, tiro mentalmente un sospiro di sollievo. Meno male! Grazie Signore per avermi donato il cuore di una persona come Bill!
“Tu non sei contenta?”
“Avevo paura che la prendessi male, a dir la verità…”
“Ma io non l’ho presa male, quindi… che mi dici?”
“Sì!”
“A cosa?”
“Sì, sono contenta! E sì, voglio sposarti!”
Bill mi abbraccia e mi mette quel meraviglioso anello al dito e poi mi bacia, felice, euforico e soddisfatto.
Saremo presto marito e moglie e avremo un figlio!
Incredibile! Per la prima volta in vita mia posso dire: la vita è bella!
 
 
FINE
 
 
My Space: ebbene sì, eccoci giunti alla fine di questa storia. Devo ammettere che un po’ mi mancherà, ma… ogni viaggio deve terminare prima o poi…
E l’autrice (che non sono io, ma ricordo che è Debby, aka Precious Star) credo ci abbia fatto fare un bel viaggio… voi che ne pensate? Fatemelo sapere…
Ringrazio infinitamente Mysticbaby98 per aver aggiunto la storia alle seguite e Alice Varn e _Vesper_ (a cui la storia è dedicata) per aver recensito il precedente capitolo.
Ringrazio in anticipo chi deciderà di lasciarmi la sua impressione su quest’ultimo conclusivo e auguro a tutti una buona lettura.
Vorrei ricordare che di recente (recentissimo) io, Aurora Myth, e _Vesper_ abbiamo creato una pagina facebook dove pubblichiamo spoiler e link di efp (e non solo), se volete restare in contatto con me e con lei e scoprire in anteprima le news delle storie che verranno e di quelle in aggiornamento, visitateci pure… ecco a voi il link della pagina:
Dark Blue Horizon
  
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