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Autore: LORIGETA    04/07/2008    7 recensioni
Povero Goten XD GUAI in vista!
“Perché quella signora aveva le tettine fuori?” Domandò Bra ingenuamente facendogli cambiare colore, ora le sue guance pareva dovessero prendere fuoco, erano rosse come un pomodoro maturo.
“Eh, eh…alla faccia delle tettine!” Tartagliò e deglutì dall’imbarazzo, adesso cosa poteva risponderle?
Non voleva turbarla, oltre al fratello c’era anche un altro familiare che gli incuteva timore, gli venne la pelle d’oca immaginando la faccia di Vegeta.
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra, Goten, Trunks, Vegeta
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Baby -sitter

 

 


I capelli di Goten sembravano ancora più spettinati del solito, erano dritti come aculei, come se fosse stato attraversato da una scarica elettrica.
Sul suo volto madido di sudore era sbocciata un’espressione di stupore mista ad angoscia; immobile, si guardava attorno con occhi spalancati.
“Per la barba del genio, ma che cosa sta succedendo? Perché, questo trabiccolo, fa tutti questi rumori? Che cosa significano quei numeri sullo schermo?” La matematica non era mai stata il suo forte e quel susseguirsi lento di numeri, che lampeggiava sul monitor, gli dava una sensazione di fastidio.
“Più uno …più due…più tre…” la voce glaciale dell’elaboratore elettronico, scandiva con lentezza quella sequenza incomprensibile; mentre le oscillazioni della struttura si facevano sempre più frequenti e più moleste, sembrava quasi di essere sulle montagne russe. 
“Più due? Più tre? Ma più cosa?Che vuol dire quel computer da strapazzo? ” Sbottò alla fine il mezzo saiyan, che imprecò poi ad alta voce palesando un imminente attacco di collera.
Una vocina lo rimproverò severa, facendolo voltare di scatto.
“Non si dicono le parolacce, la tua mamma non te l’ha insegnato?” Nascosta in un cantuccio, la principessa lo guardava con disappunto: aveva sollevato il viso con fierezza, tirò su con il nasino prima di portare a termine il discorso e anche se si sentiva in colpa per l’accaduto, non riuscì a far tacere i propri pensieri e fu piuttosto tagliente.
“Sei rozzo e incivile, sei brutto e maleducato …voglio il mio fratellone!” Era insopportabile, arrogante, fastidiosa, lagnosa, era una palla al piede.
Goten sbuffò e faticò a trattenere l’impulso di prenderla e sculacciarla, non poteva negare che l’idea di lasciar l’impronta delle proprie mani sulla pelle rosea di quel culetto, fosse davvero allettante. Ci pensò su qualche istante e poi con rammarico decise di desistere, non voleva subire un conseguente interminabile piagnisteo.
Fece un lungo respiro, per cercare di calmarsi, seccato dal fatto che gli occhioni azzurri della peste continuassero a fissarlo. 
“Io dico quello che mi pare, parolacce comprese! E ringrazia che mi limito a questo: meriteresti di peggio …sei una gran rompiscatole!” Il ragazzo fu costretto a tacere da un violento sobbalzo, ciondolò diverse volte prima di trovare un appiglio: gli sembrava di fluttuare, di ondeggiare, di essere sospeso nel vuoto, era una sensazione stranissima quella che stava provando.
“Più quattro…più cinque…più sei …” continuava la voce.
Bra scattò dritta in piedi e avanzò verso di lui; non desiderava fargli capire che era impaurita, detestava mostrarsi debole, ma non poté fare a meno di andargli vicina e di aggrapparsi forte ai suoi pantaloni, giusto in tempo col sopraggiungere di un altro scossone.
“Sciò…pussa via…” il Son mosse la gamba sgarbatamente, come se fosse stava una mosca a posarsi sul quel tessuto e non due manine sottili.
“Sparisci che mi sciupi i pantaloni!” Aggiunse, seccato, cercando il viso da monella e irritandosi nel notare come fosse sprofondato nella stoffa dei blu jeans, in una sorta di dispetto. Bra sollevò il volto solo un istante, per fargli una linguaccia.
“Smettila …stai esagerando rospa!” La vide alzare le spalle e non trovò rasserenante quel sorriso che le incurvò le piccole labbra, forse stava escogitando qualcos’altro per farlo dannare.
Che incubo! Qualcuno degli Dei sembrava proprio avercela con lui, ma cosa aveva fatto di male per meritarsi una simile sventura?
D’accordo, qualche volta si era spinto un po’ oltre con qualche compagna di liceo; aveva mentito, dichiarandosi innamorato a più d’una nella stessa giornata, aveva infranto cuori con noncuranza, ma quei peccatucci erano ben poca cosa a confronto di ciò che stava affrontando.
Lo stato d’animo del Son era ora dei peggiori: le oscillazioni di quella specie di uovo d’acciaio aumentavano sempre più d’intensità, le pareti metalliche tremolavano come luci di candele al soffio della brezza; c’era troppo frastuono, troppa confusione, troppe luci che s’accendevano ad intermittenza fendendo di colori l’oscurità che li avvolgeva.
Si udì un boato, poi un altro e un altro ancora: era un vortice di suoni, di sfumature, di strane voci e durò per diversi minuti; il mezzo saiyan era serio, agitato, abbassò lo sguardo verso la bambina e la vide tremare.
“Bra…ehi piccola!” La collera scemò di colpo, la sua mano vigorosa le carezzò la testa e non poté impedirsi di sentirsi animato dalla voglia di rincuorarla.
“Ho paura Goten.” la vocina argentina della piccola si era fatta mesta, non c’era più nessuna nota di sfida, ma solo un’evidente inquietudine.
“Paura? Beh,  certo che se non avessi voluto provocarmi a quest’ora te ne potevi stare a giocare con le bambole, ma vedrai che risolveremo tutto…” era sempre stato poco socievole con lei, l’aveva sempre considerata altezzosa e viziata; ma adesso, nel vederla così stretta alla sua gamba, così piccola e indifesa, gli provocava tutt’altra reazione.
Si sentì un fratello maggiore e come tale si sarebbe prodigato per farla stare bene: la sollevò e la strinse fra le braccia, fingendo una calma che in realtà non provava.
Le lacrime che rigavano il suo viso infantile gli fecero provare una morsa allo stomaco, si sentì più bendisposto nei suoi confronti e cercò persino di farla sorridere. 
“Tranquilla Bra scherzavo …e poi vedrai che non è successo niente di grave, è divertente questo movimento …wow meglio che una giostra!” Sorrise facendole l’occhialino, ma allo stesso tempo fece un rapido calcolo mentale: l’aggeggio in cui erano rimasti intrappolati era molto differente dallo standard di una normale navicella, era chiaro che fosse un congegno più sofisticato, forse un prototipo di un’invenzione ancora da collaudare. 
Non riusciva proprio a capirci niente in quella consolle piena di pulsanti, era inutile che cercasse il modo di bloccare il congegno, avrebbe solo rischiato di fare degli ulteriori danni.
Il mezzo saiyan rabbrividì al pensiero della reazione dei componenti della famiglia Brief: i loro volti incolleriti ad un tratto gli apparvero davanti agli occhi, se fosse accaduto qualcosa alla cucciola di casa poteva ritenersi  praticamente spacciato. 
Deglutì e si asciugò il sudore con il palmo della mano, sentiva i vestiti appiccicati al corpo, era fradicio.
“Voglio la mamma…”  disse lei dopo un frastuono assordante, dopo che tutte le luci si spensero di colpo.     
“Su …sei una principessa coraggiosa, vero? Non temere…andrà tutto bene.”
“Più quattordici, più quattordici …operazione terminata: necessità ricarico batteria tempo previsto ore quattro…” la voce del cervello elettronico sembrava un disco rotto, ripeteva e ripeteva quella frase, mentre lentamente il portellone si sollevava e lasciava finalmente che l’aria fresca si diffondesse all’interno come una carezza benefica.
Goten esitò, chiedendosi che cosa sarebbe successo: si guardava attorno con sospetto, mentre lei gli scoccava un’occhiata perplessa.
“Perché non usciamo? Si è aperto lo sportello, siamo salvi.”Esclamò la bambina, alzando gli occhi cristallini per incatenarli ai suoi nerissimi, cominciò a dimenarsi per scendere e abilmente gli sgusciò via dalle mani per scappare via. Non c’era modo di fermare quella forza della natura, pochi istanti dopo aveva già ficcato il naso fuori del portellone.
“Ehi …zio Goten, siamo in un giardino! Vieni a vedere!” Non era probabile che stesse mentendo, il ragazzo si grattò la testa.
“In un giardino? Non capisco…” verificò in fretta quella verità, levitando e portandosi al fianco di lei che osservava con stupore quel prato verde e curato, ornato con piante di ogni tipo e fiori delle specie più rare.
“E’ casa mia…è la Capsule!” Disse poi, indicando con l’indice la massiccia costruzione che si ergeva poco lontano e che troneggiava nella sua imponenza; ma c’era qualcosa che non tornava: da quando le pareti erano color mattone? Goten sbattè le palpebre più volte, pensando di avere le traveggole.
“No, somiglia molto alla Capsule, ma non è casa tua. Guarda bene anche il giardino è diverso…non ci sono tutti questi alberi e poi la piscina è sulla sinistra.” Con cautela uscì dalla macchina del tempo e posò i piedi sui fili d’erba rasa senza smettere di fissare quella casa così familiare, ma all’apparenza diversa. 
“E’ casa mia, ne sono sicura, vieni andiamo a vedere!” Propose lei battendo forte le mani, pareva che fosse lieta di quella sorpresa, voleva mostrargli di avere ragione.
“Aspetta, prima voglio vedere se …” Goten fece un  rapido giro attorno alla navicella, e si fermò di colpo non appena scorse tra la lamiera ciò che sperava di trovare; subito pressò il pulsante e ridusse il tutto ad una capsula, sospirando di soddisfazione.
“Bene la infilo in tasca, meglio non rischiare di essere visti finché non ci capisco qualcosa.”  Sebbene il cuore gli battesse forte, continuò a mostrarsi sicuro: era una situazione poco chiara e andava risolta con arguzia, il Son ebbe la sensazione di essersi perduto in chissà quale mondo e ne ebbe paura.
“Vieni, vieni zietto.” una sola occhiata gli bastò per rendersi conte che lei aveva preso a correre, la vedeva sempre più distante perdersi in quella spianata oscurata dalla notte.
“No. No. Bra vieni  subito qui!” Si era gettato al suo inseguimento e la raggiunse con facilità, lei sussultò leggermente quando si sentì afferrare  per un braccio e trascinare dietro ad un folto cespuglio.
Nell’impeto non si era accorta che c’era qualcuno appartato in un angolo del giardino: era  una ragazza e …stava piangendo.
“Shh, Bra non deve accorgersi di noi! Oh caspita! ” Lo sguardo di Goten era perplesso, scioccato, incredulo…era quasi cadaverico.
“Quella chi è ?” seduta sulla sdraio al bordo della piscina, c’era una donna giovanissima e seducente: indossava una sottile sottoveste di raso color panna, la splendida capigliatura  azzurra risplendeva sotto la luce della luna e le nascondeva parte del viso.
“E’ la mamma…è la mia mamma: è bella, molto bella!” Bra ora poteva credersi in un sogno, mancava soltanto il suo orsacchiotto a farle compagnia; si sollevò con slancio, pronta a farsi avanti, voleva sfiorare quella gradevole illusione, toccare quella specie di dea che sembrava così afflitta, chiederle il motivo delle tante lacrime.
“Ferma. Non è tua madre, è troppo giovane, non può essere lei! Non mi quadra questa storia, non mi fido, stai giù.” La bambina non era dello stesso parere e fece una smorfia, la discussione minacciava di volgere al litigio.
Una voce giunse in lontananza dall’ombra; avanzava lenta verso la ragazza una figura di donna, stretta nella sua veste che sottile si sollevava allo sbuffo della brezza.
“Tesoro, non riesci proprio a dormire?” Goten si sporse per osservare meglio e rabbrividì, si sentì serrare la gola mentre un forte senso di vertigini gli fece temere di svenire.
“Bu, Bulma? No, non è possibile!”  c’era una nota d’incredulità nella sua voce, lei però era diversa,  aveva un aspetto più  stanco, il bel viso era segnato dall’inesorabile passaggio del tempo, i capelli erano stati raccolti con un fermaglio. 
Cosa stava accadendo? Il respiro del Son si fece affannoso, non poteva nemmeno pensarci ad una simile eventualità, ad essere finito in un qualche futuro di chissà quale dimensione spazio temporale, eppure l’istinto gli diceva che era proprio così.  
La ragazza riprese a parlare, distogliendo da quei tormentosi pensieri.
“Mamma è un maledetto…come faccio a dormire? Tra due giorni ci saremmo sposati, se lui non avesse fatto i suoi porci comodi con quella puttanella da quattro soldi!” La madre si avvicinò e prese una sedia per sedersi di fronte alla figlia, guardò il suo volto arrossato e le scostò i lunghi capelli per farle una carezza, non poteva sopportare che soffrisse così tanto per quel dongiovanni da strapazzo.
“Bra, non ne vale la pena…non devi torturarti, è lui che ci ha perso!” La sua espressione era di sincera preoccupazione.
“Hai sentito zio? Quella ragazza si chiama come me, si chiama Bra!”
“Ehm, santo cielo e chi l’avrebbe mai immaginato che.. beh, rospa, diventerai bellissima!” Non poteva essere un’ allucinazione, né aveva bevuto, era palese che fossero proprio balzati in avanti nel tempo e precisamente di quattordici anni, ora lui cominciava a capire, a riordinare i tasselli del puzzle. 
Ascoltò ancora le loro voci spezzate dai singhiozzi della più giovane, poi silenzio. Goten ispirò profondamente, una due, molte volte.
Stava per soffocare, gli occhi gli uscirono dalle orbite, scrollava la testa meccanicamente. 
La piccola arricciò il naso, poiché lui sembrava assente e con una faccia da ebete che gli ricordava tanto quella di Goku.
“”Goten, mi senti? Cosa vuol dire che diventerò bellissima? Perché ora ci sono due mamme? Una giovane e una più vecchia?” La bimba aggiustò la lunga veste e incrociò le braccia in trepidante attesa di un chiarimento.
“Cosa, io e lei? Cioè io e te…no, non ci credo, non è possibile!” Blaterò il giovane.
Lo shock per lui era stato tale che non riusciva più neanche a muoversi: il suo volto era in fiamme, era rimasto allibito nel sentir pronunciare il nome del playboy in questione, di colui che in quel futuro non si era fatto scrupoli a spezzare il cuore di Bra ormai donna, quel essere spregevole era il suo alter ego, era proprio Son Goten.

 

 

Continua…

 

Ciao, sono riuscita a finire questo capitolo, ma ho davvero poco tempo per scrivere …ç_ç pazientate per i prossimi aggiornamenti.

Spero che la svolta presa dalla storia catturi la vostra attenzione…fatemi sapere.

Ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo, ma anche tutti i lettori più timidi.

 

likol- Ma ciao Xellas *_* ! Ho avuto quasi un infarto …wow una tua rece! Sono felicissima e onorata di sapere che leggi le mie fic! GRAZIE! Bacio.

Sgt- Ciao, il Son ne passerà delle belle, spero che il cap ti sia piaciuto. Bacio.

Rayn_88- Ciao, grazie mille per i complimenti, sei troppo gentile, a presto.

miss miyu 91- Ciao, grazie per la rece…spero ti sia piaciuto il capitolo…baci.

Angelo Azzurro- Ciao, sì, sì, avevi indovinato …Goten vedrà il futuro e …chissà. A presto, bacio.

sweetlove- Ciao ^^  sono contenta che la fic ti piaccia, sei sempre gentilissima. Grazie, bacio.

miacaracara- Ciao tesoro, sì sono nel futuro e chissà cosa accadrà, spero di sentirti. Un bacione, Tvb

Evelyn_L- ciao tesoro, grazie per la tua rece e per i tuoi complimenti, Tvb

GOGETA – Grazie, mi lusinghi, ma non credo di essere un mito XD Baci.

Urania_87- Grazie, mi fa piacere che la fic ti interessi, spero di non deluderti.

Alan_k1- Ciao tesoro, lo sai che ci tengo al tuo parere e mi fai sempre attendere!! Vabbè un bacione.

giada_chan- Ciao Giada, tutto ok? Grazie per la rece spero di sentirti. Bacio.

Rock_In_Progress- Ciao, ti ringrazio tanto, mi fa piacere che la fic ti piaccia, spero di non averti delusa. Baci.

nicichan- Ma ciao amora! Sì, nel futuro quei due stanno insieme XD a presto. TVB

michelegrandragone- Ciao, mi fa piacere di aver attirato la tua curiosità. Spero di sentirti. Baci. ^^

 

un saluto a tutti e a presto …spero, mi sento una lumaca XD

 

ciao

 LORIGETA ^^

  
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