Baby
-sitter
Sul suo volto madido di sudore era sbocciata un’espressione
di stupore mista ad angoscia; immobile, si guardava attorno con occhi
spalancati.
“Per la barba del genio, ma che cosa sta succedendo?
Perché, questo trabiccolo, fa tutti questi rumori? Che cosa
significano quei numeri sullo schermo?” La matematica non era
mai stata il suo forte e quel susseguirsi lento di numeri, che
lampeggiava sul monitor, gli dava una sensazione di fastidio.
“Più uno …più
due…più tre…” la voce
glaciale dell’elaboratore elettronico, scandiva con lentezza
quella sequenza incomprensibile; mentre le oscillazioni della struttura
si facevano sempre più frequenti e più moleste,
sembrava quasi di essere sulle montagne russe.
“Più due? Più tre? Ma più
cosa?Che vuol dire quel computer da strapazzo? ”
Sbottò alla fine il mezzo saiyan, che imprecò poi
ad alta voce palesando un imminente attacco di collera.
Una vocina lo rimproverò severa, facendolo voltare di
scatto.
“Non si dicono le parolacce, la tua mamma non te
l’ha insegnato?” Nascosta in un cantuccio, la
principessa lo guardava con disappunto: aveva
sollevato il viso con fierezza, tirò su con il nasino prima
di portare a termine il discorso e anche se si sentiva in colpa per
l’accaduto, non riuscì a far tacere i propri
pensieri e fu piuttosto tagliente.
“Sei rozzo e incivile, sei brutto e maleducato
…voglio il mio fratellone!” Era insopportabile,
arrogante, fastidiosa, lagnosa, era una palla al piede.
Goten sbuffò e faticò a trattenere
l’impulso di prenderla e sculacciarla, non poteva negare che
l’idea di lasciar l’impronta delle proprie mani
sulla pelle rosea di quel culetto, fosse davvero allettante. Ci
pensò su qualche istante e poi con rammarico decise di
desistere, non voleva subire un conseguente interminabile piagnisteo.
Fece un lungo respiro, per cercare di calmarsi, seccato dal fatto che
gli occhioni azzurri della peste continuassero a fissarlo.
“Io dico quello che mi pare,
parolacce comprese! E ringrazia che mi limito a questo: meriteresti di
peggio …sei una gran rompiscatole!” Il ragazzo fu
costretto a tacere da un violento sobbalzo, ciondolò diverse
volte prima di trovare un appiglio: gli sembrava di fluttuare, di
ondeggiare, di essere sospeso nel vuoto, era una sensazione stranissima
quella che stava provando.
“Più quattro…più
cinque…più sei …” continuava
la voce.
Bra scattò dritta in piedi e avanzò verso di lui;
non desiderava fargli capire che era impaurita, detestava mostrarsi
debole, ma non poté fare a meno di andargli vicina e di
aggrapparsi forte ai suoi pantaloni, giusto in tempo col sopraggiungere
di un altro scossone.
“Sciò…pussa via…”
il Son mosse la gamba sgarbatamente, come se fosse stava una mosca a
posarsi sul quel tessuto e non due manine sottili.
“Sparisci che mi sciupi i pantaloni!” Aggiunse,
seccato, cercando il viso da monella e irritandosi nel notare come
fosse sprofondato nella stoffa dei blu jeans, in una sorta di dispetto.
Bra sollevò il volto solo un istante, per fargli una
linguaccia.
“Smettila …stai esagerando rospa!” La
vide alzare le spalle e non trovò rasserenante quel sorriso
che le incurvò le piccole labbra, forse stava escogitando
qualcos’altro per farlo dannare.
Che incubo! Qualcuno degli Dei sembrava proprio avercela con lui, ma
cosa aveva fatto di male per meritarsi una simile sventura?
D’accordo, qualche volta si era spinto un po’ oltre
con qualche compagna di liceo; aveva mentito, dichiarandosi innamorato
a più d’una nella stessa giornata, aveva infranto
cuori con noncuranza, ma quei peccatucci erano ben poca cosa a
confronto di ciò che stava affrontando.
Lo stato d’animo del Son era ora dei peggiori: le
oscillazioni di quella specie di uovo d’acciaio aumentavano
sempre più d’intensità, le pareti
metalliche tremolavano come luci di candele al soffio della brezza;
c’era troppo frastuono, troppa confusione, troppe luci che
s’accendevano ad intermittenza fendendo di colori
l’oscurità che li avvolgeva.
Si udì un boato, poi un altro e un altro ancora: era un
vortice di suoni, di sfumature, di strane voci e durò per
diversi minuti; il mezzo saiyan era serio, agitato, abbassò
lo sguardo verso la bambina e la vide tremare.
“Bra…ehi piccola!” La collera
scemò di colpo, la sua mano vigorosa le carezzò
la testa e non poté impedirsi di sentirsi animato dalla
voglia di rincuorarla.
“Ho paura Goten.” la vocina argentina della piccola
si era fatta mesta, non c’era più nessuna nota di
sfida, ma solo un’evidente inquietudine.
“Paura? Beh, certo che se
non avessi voluto provocarmi a quest’ora te ne potevi stare a
giocare con le bambole, ma vedrai che risolveremo
tutto…” era sempre stato poco socievole con lei,
l’aveva sempre considerata altezzosa e viziata; ma adesso,
nel vederla così stretta alla sua gamba, così
piccola e indifesa, gli provocava tutt’altra reazione.
Si sentì un fratello maggiore e come tale si sarebbe
prodigato per farla stare bene: la sollevò e la strinse fra
le braccia, fingendo una calma che in realtà non provava.
Le lacrime che rigavano il suo viso infantile gli fecero provare una
morsa allo stomaco, si sentì più bendisposto nei
suoi confronti e cercò persino di farla sorridere.
“Tranquilla Bra scherzavo
…e poi vedrai che non è successo niente di grave,
è divertente questo movimento …wow meglio che una
giostra!” Sorrise facendole l’occhialino, ma allo
stesso tempo fece un rapido calcolo mentale: l’aggeggio in
cui erano rimasti intrappolati era molto differente dallo standard di
una normale navicella, era chiaro che fosse un congegno più
sofisticato, forse un prototipo di un’invenzione ancora da
collaudare.
Non riusciva proprio a capirci niente in quella consolle piena di
pulsanti, era inutile che cercasse il modo di bloccare il congegno,
avrebbe solo rischiato di fare degli ulteriori danni.
Il mezzo saiyan rabbrividì al pensiero della reazione dei
componenti della famiglia Brief: i loro volti incolleriti ad un tratto
gli apparvero davanti agli occhi, se fosse accaduto qualcosa alla
cucciola di casa poteva ritenersi praticamente
spacciato.
Deglutì e si asciugò il sudore con il palmo della
mano, sentiva i vestiti appiccicati al corpo, era fradicio.
“Voglio la mamma…”
disse lei dopo un frastuono assordante, dopo che tutte le
luci si spensero di colpo.
“Su …sei una principessa coraggiosa, vero? Non
temere…andrà tutto bene.”
“Più quattordici, più quattordici
…operazione terminata: necessità ricarico
batteria tempo previsto ore quattro…” la voce del
cervello elettronico sembrava un disco rotto, ripeteva e ripeteva
quella frase, mentre lentamente il portellone si sollevava e lasciava
finalmente che l’aria fresca si diffondesse
all’interno come una carezza benefica.
Goten esitò, chiedendosi che cosa sarebbe successo: si
guardava attorno con sospetto, mentre lei gli scoccava
un’occhiata perplessa.
“Perché non usciamo? Si è aperto lo
sportello, siamo salvi.”Esclamò la bambina,
alzando gli occhi cristallini per incatenarli ai suoi nerissimi,
cominciò a dimenarsi per scendere e abilmente gli
sgusciò via dalle mani per scappare via. Non c’era
modo di fermare quella forza della natura, pochi istanti dopo aveva
già ficcato il naso fuori del portellone.
“Ehi …zio Goten, siamo in un giardino! Vieni a
vedere!” Non era probabile che stesse mentendo, il ragazzo si
grattò la testa.
“In un giardino? Non capisco…”
verificò in fretta quella verità, levitando e
portandosi al fianco di lei che osservava con stupore quel prato verde
e curato, ornato con piante di ogni tipo e fiori delle specie
più rare.
“E’ casa mia…è
“No, somiglia molto alla Capsule, ma non è casa
tua. Guarda bene anche il giardino è diverso…non
ci sono tutti questi alberi e poi la piscina è sulla
sinistra.” Con cautela uscì dalla macchina del
tempo e posò i piedi sui fili d’erba rasa senza
smettere di fissare quella casa così familiare, ma
all’apparenza diversa.
“E’ casa mia, ne sono sicura, vieni andiamo a
vedere!” Propose lei battendo forte le mani, pareva che fosse
lieta di quella sorpresa, voleva mostrargli di avere ragione.
“Aspetta, prima voglio vedere se …”
Goten fece un rapido giro attorno
alla navicella, e si fermò di colpo non appena scorse tra la
lamiera ciò che sperava di trovare; subito pressò
il pulsante e ridusse il tutto ad una capsula, sospirando di
soddisfazione.
“Bene la infilo in tasca, meglio non rischiare di essere
visti finché non ci capisco qualcosa.”
Sebbene il cuore gli battesse forte, continuò a
mostrarsi sicuro: era una situazione poco chiara e andava risolta con
arguzia, il Son ebbe la sensazione di essersi perduto in
chissà quale mondo e ne ebbe paura.
“Vieni, vieni zietto.” una sola occhiata gli
bastò per rendersi conte che lei aveva preso a correre, la
vedeva sempre più distante perdersi in quella spianata
oscurata dalla notte.
“No. No. Bra vieni subito
qui!” Si era gettato al suo inseguimento e la raggiunse con
facilità, lei sussultò leggermente quando si
sentì afferrare per un
braccio e trascinare dietro ad un folto cespuglio.
Nell’impeto non si era accorta che c’era qualcuno
appartato in un angolo del giardino: era una
ragazza e …stava piangendo.
“Shh, Bra non deve accorgersi di noi! Oh caspita! ”
Lo sguardo di Goten era perplesso, scioccato, incredulo…era
quasi cadaverico.
“Quella chi è ?” seduta sulla sdraio al
bordo della piscina, c’era una donna giovanissima e
seducente: indossava una sottile sottoveste di raso color panna, la
splendida capigliatura azzurra
risplendeva sotto la luce della luna e le nascondeva parte del viso.
“E’ la mamma…è la mia mamma:
è bella, molto bella!” Bra ora poteva credersi in
un sogno, mancava soltanto il suo orsacchiotto a farle compagnia; si
sollevò con slancio, pronta a farsi avanti, voleva sfiorare
quella gradevole illusione, toccare quella specie di dea che sembrava
così afflitta, chiederle il motivo delle tante lacrime.
“Ferma. Non è tua madre, è troppo
giovane, non può essere lei! Non mi quadra questa storia,
non mi fido, stai giù.” La bambina non era dello
stesso parere e fece una smorfia, la discussione minacciava di volgere
al litigio.
Una voce giunse in lontananza dall’ombra; avanzava lenta
verso la ragazza una figura di donna, stretta nella sua veste che
sottile si sollevava allo sbuffo della brezza.
“Tesoro, non riesci proprio a dormire?” Goten si
sporse per osservare meglio e rabbrividì, si
sentì serrare la gola mentre un forte senso di vertigini gli
fece temere di svenire.
“Bu, Bulma? No, non è possibile!”
c’era una nota
d’incredulità nella sua voce, lei però
era diversa, aveva un aspetto
più stanco, il bel viso
era segnato dall’inesorabile passaggio del tempo, i capelli
erano stati raccolti con un fermaglio.
Cosa stava accadendo? Il respiro del Son si fece affannoso, non poteva
nemmeno pensarci ad una simile eventualità, ad essere finito
in un qualche futuro di chissà quale dimensione spazio
temporale, eppure l’istinto gli diceva che era proprio
così.
La ragazza riprese a parlare, distogliendo da quei tormentosi pensieri.
“Mamma è un maledetto…come faccio a
dormire? Tra due giorni ci saremmo sposati, se lui non avesse fatto i
suoi porci comodi con quella puttanella da quattro soldi!” La
madre si avvicinò e prese una sedia per sedersi di fronte
alla figlia, guardò il suo volto arrossato e le
scostò i lunghi capelli per farle una carezza, non poteva
sopportare che soffrisse così tanto per quel dongiovanni da
strapazzo.
“Bra, non ne vale la pena…non devi torturarti,
è lui che ci ha perso!” La sua espressione era di
sincera preoccupazione.
“Hai sentito zio? Quella ragazza si chiama come me, si chiama
Bra!”
“Ehm, santo cielo e chi l’avrebbe mai immaginato
che.. beh, rospa, diventerai bellissima!” Non poteva essere
un’ allucinazione, né aveva bevuto, era palese che
fossero proprio balzati in avanti nel tempo e precisamente di
quattordici anni, ora lui cominciava a capire, a riordinare i tasselli
del puzzle.
Ascoltò ancora le loro voci spezzate dai singhiozzi della
più giovane, poi silenzio. Goten ispirò
profondamente, una due, molte volte.
Stava per soffocare, gli occhi gli uscirono dalle orbite, scrollava la
testa meccanicamente.
La piccola arricciò il naso, poiché lui sembrava
assente e con una faccia da ebete che gli ricordava tanto quella di
Goku.
“”Goten, mi senti? Cosa vuol dire che
diventerò bellissima? Perché ora ci sono due
mamme? Una giovane e una più vecchia?” La bimba
aggiustò la lunga veste e incrociò le braccia in
trepidante attesa di un chiarimento.
“Cosa, io e lei? Cioè io e te…no, non
ci credo, non è possibile!” Blaterò il
giovane.
Lo shock per lui era stato tale che non riusciva più neanche
a muoversi: il suo volto era in fiamme, era rimasto allibito nel sentir
pronunciare il nome del playboy in questione, di colui che in quel
futuro non si era fatto scrupoli a spezzare il cuore di Bra ormai
donna, quel essere spregevole era il suo alter ego, era proprio Son
Goten.
Continua…
Ciao, sono
riuscita a finire questo capitolo, ma ho davvero poco tempo per
scrivere …ç_ç pazientate per i
prossimi aggiornamenti.
Spero che la
svolta presa dalla storia catturi la vostra
attenzione…fatemi sapere.
Ringrazio chi ha
recensito lo scorso capitolo, ma anche tutti i lettori più
timidi.
likol- Ma ciao Xellas
*_* ! Ho avuto quasi un infarto …wow una tua rece! Sono
felicissima e onorata di sapere che leggi le mie fic! GRAZIE! Bacio.
Sgt- Ciao, il Son
ne passerà delle belle, spero che il cap ti sia piaciuto.
Bacio.
Rayn_88- Ciao, grazie
mille per i complimenti, sei troppo gentile, a presto.
miss
miyu 91- Ciao, grazie
per la rece…spero ti sia piaciuto il
capitolo…baci.
Angelo
Azzurro- Ciao,
sì, sì, avevi indovinato …Goten
vedrà il futuro e …chissà. A presto,
bacio.
sweetlove- Ciao ^^ sono
contenta che la fic ti piaccia, sei sempre gentilissima. Grazie, bacio.
miacaracara- Ciao tesoro,
sì sono nel futuro e chissà cosa
accadrà, spero di sentirti. Un bacione, Tvb
Evelyn_L- ciao tesoro,
grazie per la tua rece e per i tuoi complimenti, Tvb
GOGETA
–
Grazie, mi lusinghi, ma non credo di essere un mito XD Baci.
Urania_87-
Grazie, mi fa
piacere che la fic ti interessi, spero di non deluderti.
Alan_k1- Ciao tesoro,
lo sai che ci tengo al tuo parere e mi fai sempre attendere!!
Vabbè un bacione.
giada_chan- Ciao Giada,
tutto ok? Grazie per la rece spero di sentirti. Bacio.
Rock_In_Progress- Ciao, ti
ringrazio tanto, mi fa piacere che la fic ti piaccia, spero di non
averti delusa. Baci.
nicichan- Ma ciao amora!
Sì, nel futuro quei due stanno insieme XD a presto. TVB
michelegrandragone- Ciao, mi fa
piacere di aver attirato la tua curiosità. Spero di
sentirti. Baci. ^^
un saluto a
tutti e a presto …spero, mi sento una lumaca XD
ciao
LORIGETA ^^