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Autore: PinkyRosie    26/03/2014    4 recensioni
Lei, Susan, non avrebbe dovuto innamorarsi di lui, Julian. E lui non avrebbe dovuto ricambiarla... perchè loro sono fratello e sorella. Il loro è un amore vietato dalla legge, turpe, immorale. Ma al loro cuore non importa nulla della legge.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest | Contesto: Contesto generale/vago
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AMORE IMMORALE

2- Per un po' feci la brava sorellina, e sfoggiai un sorriso a trentadue denti, assolutamente ipocrita e falso tutte le volte che la sua bellimbusta lo veniva a trovare.

Per qualche tempo, Nikki andò e venne da casa nostra con una certa regolarità, e una volta si fermò anche a cena. In seguito prese l'abitudine di sedere alla nostra tavola tutte le domeniche sere. Poi le sue visite cominciarono a diradare, finchè cessarono del tutto.

Una domenica sera ero rientrata dal solito cinema pomeridiano con Ann e Lisa, le mie amiche del cuore, e mi aspettavo di trovare, come al solito, la tavola apparecchiata per cinque, il che significava che c'era anche Nikki, ma mi accorsi che c'erano solo quattro coperti. Papà, mamma e Julian erano seduti a guardare la tv.

-Nikki?- Chiesi, fingendomi interessata.

-Stasera non viene...- Rispose laconica, con un sospiro, la mamma.

-Oh... e quando, allora?- Una speranza che non aveva alcun diritto di albergare nel mio cuore stava cominciando a farsi strada.

-Mai più. Ci siamo mollati, ok? Sei contenta, adesso?- Sbottò mio fratello, ben sapendo che non avevo mai digerito la sua amica.

-Jul, ma che stai dicendo? Perchè dovrebbe essere contenta tua sorella?- Chiese perplessa la mamma.

Lui non rispose, e, senza aver cenato, corse di sopra in camera sua.

Cenammo noi tre in silenzio e la mamma mi disse, un po' abbattuta: -Si è lasciato con quella ragazza... peccato, mi ero abituata a vedermela per casa...-

Intervenne papà: -E dai, Eleanor...era la prima che ci portava, ne verranno delle altre... le ragazzine gli muoiono dietro, mica vorrai che si sposi a ventidue anni, no?- Tipico cinismo maschile.

Riempii il suo piatto vuoto con un paio di fette d'arrosto e una quantità industriale di patatine.

-Gli porto su la cena.-

-Sì, grazie cara. Vedi se riesci a cavargli qualche parola, magari con te si sfoga...- Disse in tono preoccupato mamma.

Era quello il mio intento, infatti.

Bussai alla porta di camera sua, col piatto in mano.

-Va via, Susy, non ho voglia di vedere nessuno!- Mi intimò tutt'altro che gentilmente lui, ma io entrai lo stesso.

-Ti ho portato la cena..... E una spalla su cui piangere!- Aggiunsi notando i suoi occhi lucidi.

-Non ho fame e non mi serve nessuna spalla.- Ringhiò perentorio.

Io sospirai: dannati maschi, in pieno ventunesimo secolo ancora convinti che gli uomini non debbano mai piangere... Che palle!

-Eddài, fratellone! Tu ci sei sempre stato per me...lascia che per una volta sia io a farti da mammina...-

 Dissi piano, appoggiando il piatto e la forchetta sul comodino e sedendomi sul letto, accanto a lui.

Poi gli presi la testa in grembo, e cominciai a carezzargli i capelli.

Julian non protestò, lasciandomi fare. Era evidente che aveva bisogno di conforto.

Dopo qualche minuto di silenzio, mi azzardai a chiedere: -E allora? Come mai è finita?-

Julian trasse un grosso sospiro. -Non era quella per me. Io... mi sono accorto che stava cominciando a darmi fastidio la sua presenza. -

Ci rimasi male: mi ero aspettata che l'avesse beccata in flagrante con un altro, visto quanto mi pareva abbattuto.

-...E...?- Lo incalzai.

-...E gliel'ho detto. Tutto qui. Lei mi ha dato dello stronzo, mi ha mandato affanculo e se ne è andata.-

-Beh, un po' stronzo, effettivamente, lo sei stato...- Lo rimproverai. Nikki non mi era mai piaciuta particolarmente, ma, in un rigurgito di solidarietà femminile, trovai che l'avesse trattata con troppo cinismo.

Julian sospirò, e mi fissò negli occhi.

-Lo so. Però non ci posso fare niente, dopo un po' che le frequento mi vengono regolarmente a noia, tutte. Non sono mai riuscito ad innamorarmi una sola fottuta volta!-

Era triste, il mio fratellone, mentre mi confessava queste cose. Aveva il tono di chi avrebbe voluto trovare il grande amore della sua vita, ma non ci riusciva mai.

-Sai, per un periodo mi sono anche chiesto se non fossi omosessuale...ma poi... direi di no, decisamente no. Mi piacciono le donne, di questo ne sono sicuro. L'idea di andare a letto con un uomo mi fa ribrezzo.-

-Ma sei omofobo?- Gli chiesi stupita .

-Ma nooo! Ho solo detto che io so per certo di non essere gay!- Puntualizzò lui.

Per un po' rimanemmo in silenzio. Io continuavo a carezzargli la testa, e lui si vedeva che cominciava a rilassarsi. Sul suo viso tornò un'espressione abbastanza serena. Sotto il mio tocco leggero, si stava quasi addormentando.

Quando il suo respiro si fece regolare e mi sembrò che dormisse, non seppi resistere all'impulso, che mi colse all'improvviso, di sfiorare le sue labbra con le mie.

Fu una cosa fuggevole, impercettibile.

Quel contatto quasi inesistente e della durata di un secondo, tuttavia mi diede una delle più potenti scosse emotive mai provate in vita mia.

Poi mi resi conto di quello che avevo fatto....Mio Dio, baciare mio fratello! Ma cosa avevo nella testa, cosa mi era preso? Perchè covavo quelle fantasie malate su di lui? Non andava bene... per niente bene, davvero.

Potevo solo sperare che non se ne fosse accorto, ma Julian aprì gli occhi.

Mi guardò, mentre io non ero capace di sostenere il suo sguardo, sprofondando nella vergogna. Scostai subito la sua testa, e mi alzai in fretta dal letto.

Lui, per fortuna, non stava avendo reazioni isteriche.

-Perchè l'hai fatto?- Mi chiese solamente, pacato.

Io mi sentivo il viso in fiamme, il cuore che mi stava scoppiando nel petto e avevo solo voglia di sparire nelle viscere della terra.

Non risposi e fuggii da camera sua.

 

Durante la settimana a venire, evitai Julian come la peste.

Tutte le volte che lui cercava di restare solo con me, con l'evidente intenzione di parlarmi, di chiarire e ridimensionare questa cosa, io sgattaiolavo sempre da un'altra parte.

I nostri genitori se ne accorsero. -Cara, perchè non ti fai più compagnia con tuo fratello? Quando si siede accanto a te sul divano vai via, a tavola ci vieni solo quando lui ha finito di mangiare, se ti rivolge la parola neppure gli rispondi... Direi che non è il caso che tu gli tenga il muso ancora per quella faccenda dello stereo... Te l'ha ripagato, no? - Mi disse in tono accorato la mamma.

-Siete sempre andati così d'accordo... non voglio che i miei figli si guastino tra di loro! Quando io e  

papà non ci saremo più, tu avrai sempre lui, e lui te... Perchè sai, anche se vi farete una vostra famiglia, un fratello o una sorella sono sempre un'altra cosa! Questo ci dà molta consolazione...-

-Sarah Bannister e sua sorella si odiano.- Dissi io, strafottente.

Mamma sospirò: pensò sicuramente che ero in piena adolescenza, il che voleva dire ribellioni continue e scontri con la famiglia.

Il giorno dopo, che era un lunedì, Stephen Hayes, quando mi incrociò a scuola, mi chiese se poteva portarmi al cinema durante il pomeriggio. D'impulso, gli risposi di sì. Andavo per i quindici anni, quasi tutte le mie amiche avevano il ragazzo, alcune di loro avevano anche già perso la verginità.

Io non avevo alcuna intenzione di andare a letto con Stephen, non per un bel pezzo, almeno, però volevo assolutamente togliermi quelle idee malsane su Julian dalla testa.

Tornata a casa, mangiai poco o nulla, feci i compiti e cominciai a prepararmi, poiché Stephen sarebbe passato a prendermi più o meno alle 16.

-Mamma, papà, vado al cinema con Stephen Hayes, oggi. - Annunciai, semplicemente. Non potetti fare a meno di gettare una rapida occhiata a mio fratello.

Mi parve che un'ombra scura gli attraversasse il viso.

-Chi, il figlio dell'impiegato all'ufficio postale?- Chiese mio padre.

-Sì, lui.

-Non siete un po' piccoli per uscire insieme?-

-Mamma, Stephen ha 16 anni...-

-Ah, un uomo fatto, dunque!- disse sarcastico Julian.

-Non ho chiesto il tuo parere, ho solo detto che esco e con chi esco a mamma e papà!- Ribattei acida.

-Susan!- Mi richiamò papà. -Non ti rivolgere a tuo fratello così! Ma si può sapere che vi è successo, ultimamente?-

Io tacqui: stavo aspettavo solo l'ok per l'uscita col mio potenziale boy-friend.

-Susan, puoi andare al cinema con Hayes. I suoi mi sembrano brava gente, ma non fate gli stupidi, ricorda che sei solo una ragazzina. E alle 19 a casa!- Mi rispose severo mio padre.

-Grazie, papà.- Risposi laconica.

Rimasi con i miei jeans scoloriti, la felpa di Hello Kitty e le All Stars. Mi concessi giusto un filo di matita nera e un po' di gloss alla fragola. Sciolsi i capelli, che erano davvero una cascata di oro liquido.

Era pure troppo, per Stephen, mi sorpresi a pensare.... e già c'era qualcosa che non andava. Se non mi davo la pena di farmi il più carina possibile per lui e già pensavo all'appuntamento come a una rottura, decisamente partivo col piede sbagliato.

Ci dovevamo vedere davanti alla fermata del bus che prendavamo ogni mattina per andare a scuola. Io ero ancora piuttosto lontana, ma quando lo scorsi arrivare, mi aqquattai dietro l'angolo del bar lì vicino. Non mi feci vedere da lui, lo osservavo mentre si fermava lì e iniziava ad aspettarmi.

Non avevo alcuna voglia di uscire con Stephen!

Così, sempre fuori dalla sua vista, gli mandai un messaggio su WhatsApp in cui lo informavo che mi era presa una non meglio precisata colica alla pancia, e che stavo malissimo.

Lo vidi leggere, mandarmi la risposta con aria scocciata, ed andarsene.

Mi infilai nel bar, presi un frullato e tornai subito a casa.

-Beh? Che ci fai qui? Non dovevi andare al cinema con....?- Mi chiese Julian. Papà e mamma erano nel frattempo rientrati al lavoro.

-Ci ho ripensato. Gli ho mandato un messaggio in cui dicevo di stare poco bene.-

Risposi, asciutta. Non so se fu la mia impressione, ma mi parve che l'ombra di un sorriso gli sollevasse gli angoli della bocca.

-E come mai?-

Io sedetti sul divano accanto a lui. Stava su internet col tablet: un sito di videogiochi.

-Beh... all'improvviso non mi andava più di uscire con lui.- Ammisi, semplicemente.

-E perchè? Non è il figo della scuola, quello per cui tutte si venderebbero l'anima al diavolo?-

-Io no. Che se lo tengano pure.-

-Ti piace un altro?-

Julian mi stava incalzando e io, anche se ero seduta, mi sentivo mancare le gambe.

-S-sì!- balbettai.

-E chi?- Ora mio fratello mi stava guardando dritto in viso, e anche lui aveva il respiro affannoso, come il mio.

-Cristo, Julian! Sm-mettila!- farfugliai scoppiando in lacrime.

Lui mi abbracciò, come faceva quando ero piccola e mi ero sbucciata un ginocchio giocando.

-Ssshhh... non piangere, Susy! Va tutto bene! Va tutto bene!- Disse con un sospiro, massaggiandomi piano la schiena. Rimanemmo così, abbracciati per qualche secondo, poi io persi di nuovo la testa. Sentire le sue braccia forti attorno a me, quel suo odore così buono, udire il battito del suo cuore, appoggiata al suo petto ampio e vigoroso...presi il suo viso tra le mani e lo baciai, questa volta profondamente, con impeto, passione, e sapevo esattamente come fare, benchè non avessi mai baciato nessuno.

Credevo che mi avrebbe respinto e mi avrebbe insultata con i peggiori epiteti, invece mi prese il viso a sua volta e rispose al mio bacio, infilando la lingua nella mia bocca in cerca della mia, per assaporarla, intrecciarla alla sua.

Avrei voluto che non finisse mai.

Ad un certo punto, Julian sciolse il nostro abbraccio e, senza guardarmi e senza una parola, s'infilò il giubbotto e uscì.

Io ripresi a piangere.

E ne avevo validi motivi: avevo appena avuto la certezza di essere innamorata di mio fratello, e lui di me.

Un'amore impossibile, da sradicare subito, prima che attecchisse davvero in noi.

Julian non si fece vedere per tutta la serata.

Mandò un messaggio alla mamma con un laconico”Ceno fuori con amici”.

Io lo stavo aspettando, finalmente decisa a parlare con lui di questa cosa imprevedibile ed inaccettabile che ci era successa.

Ma si era già fatta l'una, e lui non era ancora rientrato.

Alla fine il sonno mi vinse.

L'indomani c'era la scuola, come al solito. Io mi alzai, mi lavai , vestii e feci capolino in camera sua. Lui dormiva come un sasso, e pensai che non era il caso di svegliarlo a quell'ora mattutina.

Ne avremmo parlato nel pomeriggio, mentre papà e mamma erano al lavoro.

La mattinata scolastica si trascinò con una lentezza snervante.

Non riuscivo a concentrarmi su niente, e inoltre c'era Stephen che rompeva perchè aveva capito benissimo che gli avevo dato buca.

Ma adesso lui era l'ultimo dei miei pensieri.

Poi, grazie al Cielo, suonò la fine dell'ultima ora, e io mi precipitai al bus che mi conduceva a casa.

Entrata, trovai una scena desolante: mamma in lacrime attorno alla tavola, apparecchiata per tre, e papà che tentava di consolarla.

-Ma che è successo?- Chiesi allarmata.

-Perchè solo tre coperti?-

-Tuo fratello se ne è andato, stamattina, poco dopo che sei uscita tu.- Annunciò papà, che non pareva abbattuto come la mamma.

-A...andato dove?- Chiesi, con la gola secca come un deserto.

-Ha detto che ha trovato un lavoro a Londra. E' già un pezzo che voleva trasferirsi lì, e lavorarci.-

E poi, rivolto alla mamma: -Eleanor, è un uomo fatto, ormai! Noi avevamo appena tre anni più di lui quando abbiamo messo su famiglia! E' giusto che faccia le sue esperienze, che vada per il mondo! Se lavorare a Londra lo renderà autonomo economicamente e orgoglioso di sé stesso, ha fatto bene ad andarci!-

Londra! Noi abitavamo a Brighton, ancora più a sud, e in realtà non era una distanza incommensurabile a separarci, in quanto in un'ora di treno ci si arrivava (Brighton è anche detta “la spiaggia di Londra”), ma a me sembrava che si fosse trasferito sulla luna.

Capivo perchè lo aveva fatto.

Avevo il cuore a pezzi, ma mio fratello era stato molto saggio.






GRAZIE A ZIA TOMOCCHI che ha recensito il cap. precedente e betato anche questo capitolo. La sua pazienza e la sua disponibilità sono mitiche!!!!

Un baciottone a chi ha aggiunto la storia alle seguite/preferite, e anche a chi ha solo letto! Capisco che sia molto difficile recensire una storia come questa, ma se lo faceste ne sarei proprio contenta, anche perchè ho avuto un bel pò di dubbi prima di pubblicarla...Grazie!

  
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