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Autore: Lady Five    26/03/2014    4 recensioni
Una bellissima donna consapevole del suo fascino. Un uomo apparentemente di ghiaccio. Una passione improvvisa che non sanno dove li condurrà. E un fatto doloroso del loro passato che li accomuna, un'oscura minaccia che devono finalmente affrontare...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fujiko Mine, Goemon Ishikawa XIII, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Goemon sgranò gli occhi.
“Miya? E dov'è? Come sta? - si rivolse a Fujiko - Lei è... quella di cui ti avevo parlato...”
Ma la ragazza lo aveva già capito. Non erano molte, le donne nella vita di Goemon. Per esclusione, non poteva che essere la famosa cortigiana.
Gli occhi di Juro si riempirono di tristezza.
“Vive in un paese qui vicino. Ora sta bene, ma... non fa più quel mestiere...”
“Meglio così!”
“Sì, ma non è stata una sua scelta... non ha più potuto farlo, perché... bah, forse è meglio lasciar perdere, tanto ormai non ci si può fare più niente, non avrei dovuto dirti nulla...”
“Eh no, adesso finisci il discorso!”
Juro sospirò.
“D'accordo. Poco prima che tu te ne andassi, il maestro ha saputo che dei sicari della setta l'avevano sequestrata. Pensavano che lei sapesse dove fossi e, per costringerla a parlare, l'hanno... le hanno sfregiato il viso con l'acido.”
Fujiko si lasciò sfuggire un'esclamazione di orrore. Goemon strinse i pugni, rosso in volto per lo sforzo di trattenere uno scoppio d'ira. Quelli erano dei veri mostri! Più cose scoprivano su di loro, più apparivano crudeli e spietati.
“Per fortuna - proseguì Juro - si sono convinti che non sapeva davvero niente e non l'hanno uccisa... ma ovviamente conciata così non poteva certo più continuare a fare... quello che faceva prima. E' rimasta a lungo in ospedale... Ma è stata lei ad avvisarci che quei criminali ti stavano cercando e a quel punto il maestro ha deciso che te ne dovevi andare. E ha anche capito che il suo destino era segnato.”
Era dunque lei che indirettamente gli aveva salvato la vita. Forse senza il suo intervento neanche il maestro sarebbe stato in grado di proteggerlo.
“Chi l'ha aiutata, dopo?” chiese angosciato. Poteva soltanto immaginare che cosa avesse passato una ragazza così, sola, spaventata, senza più la possibilità di trovare un lavoro onesto, perché la società prima usa e poi respinge quelle come lei.
“Il maestro e poi, dopo la sua morte, io e gli altri del mio gruppo. Le abbiamo fatto seguire dei corsi di informatica, è molto brava, ora lavora in proprio e ci dà una mano con il blog e il resto... E i bastardi che le hanno fatto questo non sono più in grado di nuocere a nessuno.”
Goemon era in preda a una tempesta di sentimenti contrastanti. Rabbia, frustrazione, senso di colpa...
“Non... non immaginavo che sapessero di lei, che sarebbero arrivati a questo... non ci avevo minimamente pensato.”
“Nessuno l'aveva previsto, nemmeno il maestro. Altrimenti avrebbe portato al sicuro anche lei... non è colpa tua, Goemon, non potevi saperlo.”
“Io... vorrei andare a trovarla, vorrei fare qualcosa per lei... ma forse non è il caso, magari mi odia, e ne avrebbe tutte le ragioni!”
“No, sono certo che non ti odia. Non le ho mai sentito pronunciare una sola parola contro di te. Ha superato quanto le è successo, è una ragazza forte e coraggiosa. Penso che le farà piacere vederti e sapere che stai bene.”
“Non sarà pericoloso per lei? Magari la setta la tiene ancora sotto controllo... sperando proprio che prima o poi mi faccia vivo ...”
“No, ormai si sono dimenticati tutti di lei... E comunque per precauzione all'epoca le abbiamo procurato una nuova identità.”
Goemon guardò Fujiko, ancora sconvolta per quanto aveva sentito. Non era gelosa, non poteva esserlo, anzi, si sentiva solidale con lei, che aveva pagato un prezzo altissimo per aver semplicemente frequentato l'uomo sbagliato nel momento sbagliato.
“Mi accompagneresti?” le chiese a bassa voce, avvicinandosi.
La ragazza si meravigliò per la richiesta.
“Ma... sei sicuro? Ti accompagno con la macchina, se vuoi, ma non mi pare necessario che lei mi conosca...”
“Perché no? - la fissò intensamente negli occhi - Tu fai parte della mia vita adesso.”
“D'accordo, se è questo che vuoi...”
“La avviserò del tuo arrivo - intervenne Juro - Altrimenti potrebbe essere un shock troppo grande per lei.”
“Mi pare giusto. Ma... se qualcuno intercetta la comunicazione?”
“Abbiamo i nostri canali protetti, tranquillo.”
“C'è solo un problema. La nostra macchina è a 2 ore di marcia da qua...”
Fujiko era terrorizzata all'idea di percorrere di nuovo tutta quella strada accidentata a piedi.
“Posso prestarvi la mia moto: va benissimo su questi sentieri.”
“Sei pieno di sorprese, Juro! Grazie, accettiamo molto volentieri!”

Poche ore dopo, i due, a bordo della moto di Juro, avevano raggiunto l'auto, che fortunatamente era ancora dove l'avevano lasciata. Fecero a ritroso il percorso del giorno prima, fino alla strada principale. Il paese dove viveva Miya era a pochi chilometri da quel bivio.
“Che cosa le dirai?” chiese Fujiko.
“Non ne ho idea, a dirti la verità. Le chiederò perdono per averla abbandonata...”
“Juro ha ragione. Nessuno poteva prevedere una cosa simile, tu per primo... Se ci pensi, è strano: non era la tua fidanzata, tu in fondo eri solo un... cliente come un altro... in base a quale ragionamento si sono convinti che lei sapesse certe cose di te?”
Goemon tacque imbarazzato.
“Forse... forse perché l'ho frequentata più spesso di altri, per un periodo... te l'avevo detto, no?”
“Guarda che non ti devi giustificare! Sto solo cercando di capire che cosa sia successo, sto tentando di mettere in ordine i fatti... Non sappiamo come hanno fatto quelli della setta a scoprire che eri ancora vivo, quindi a mettersi sulle tue tracce, a sapere che conoscevi quella ragazza, e poi venire a sapere comunque dove vi nascondevate tu e il maestro...”
“Sappiamo che sono molto potenti, che hanno agganci ovunque, che hanno i mezzi per corrompere le persone o farle parlare in altri modi... forse il maestro si è fidato delle persone sbagliate... ma non ha molta importanza, ormai.”
“Secondo te, hanno rinunciato a trovarti?”
“Forse sì. In fondo, sono tutti morti, tranne uno.”
La ragazza tacque per alcuni minuti.
“Se sono così potenti... se sono in grado di colpire ovunque nel mondo, di insabbiare indagini, di far sparire prove, come il caso dei miei genitori dimostra... perché non ti hanno mai beccato? Tu non hai mai fatto nulla per nasconderti...
“Ricordati che io non esisto, in Occidente. Non lavoro, vivo in clandestinità, all'occorrenza uso documenti falsi. Possono anche avermi visto in televisione o sui giornali, ma il mio è un nome molto comune in Giappone. E quelli probabilmente non sanno nemmeno com'è la mia faccia adesso. Hanno ancora l'immagine di un bambino di 10 anni.”
Fujiko annuì poco convinta. E poi, sempre quella domanda: perché Goemon doveva morire?

Giunsero davanti alla modesta casa di Myia. Fujiko fermò l'auto sul lato opposto della strada.
“Senti, Goemon, io ci ho pensato. Vai tu. Io ti aspetto qui, per il momento, poi se vuoi ti raggiungo. Ma è meglio che vi diciate quello che dovete dirvi senza la presenza di estranei.”
Il giovane tentò di protestare.
“Ma tu non sei un'estranea...”
“Lo sono per lei. Credimi, se io fossi al suo posto non vorrei nessuno intorno in un momento simile. E' meglio così, davvero. Te la caverai benissimo.”
Il samurai si rassegnò. Uscì dalla macchina, attraversò la strada e bussò alla porta, che si aprì poco dopo. Ciò che gli apparve lo sconvolse profondamente, non l'avrebbe mai più dimenticato. Il bellissimo, dolcissimo viso di Myia era ancora riconoscibile, ma era orrendamente deturpato su un lato dalle bruciature lasciate dall'acido. Juro non glielo aveva detto, ma anche l'occhio sinistro era spento per sempre. Per alcuni secondi, rimase senza parole, incapace di reagire di fronte a tanta crudeltà. Fu lei a rompere il silenzio. Fece un lieve inchino, sorridendo con tenerezza.
“Goemon... come sono felice che tu stia bene!”
Solo fino a poco tempo prima, lui, abituato a celare sempre i propri sentimenti e le proprie sensazioni, non avrebbe saputo come comportarsi. Ma, da quando aveva permesso a Fujiko di entrare nella sua vita, molte cose erano cambiate. Commosso dalle parole e dal sorriso della ragazza, d'istinto la strinse tra le braccia. Un gesto molto poco giapponese, che la colse di sorpresa.
“Myia, quanto mi dispiace che tu abbia dovuto subire tutto questo per causa mia! Perdonami, se puoi!”
“Non ho niente da perdonarti. Non è colpa tua. Ma vieni, entra un momento.”
Fujiko dalla macchina non riusciva a sentire i loro discorsi, ma aveva intravisto il viso sfigurato della ragazza, il sorriso che aveva fatto a Goemon e l'abbraccio in cui lui l'aveva stretta, e aveva sentito una fitta al cuore. Era chiaro che tra loro c'era un legame profondo, che il tempo non aveva spezzato. Del resto, Goemon glielo aveva detto: “Lei mi ha dato la cosa più simile all'amore che abbia mai sperimentato dopo la perdita della mia famiglia.”
Si chiese, non senza una certa inquietudine, se questo incontro avrebbe cambiato le loro vite... se lei avrebbe dovuto farsi da parte... eppure poche ore prima Goemon le aveva detto di essere innamorato di lei, e aveva insistito perché fosse presente all'incontro con Miya. No, sicuramente il suo era solo un sincero affetto, accresciuto dal dispiacere di quanto le era accaduto a causa sua.
Infatti, pochi minuti dopo, Goemon ricomparve sulla porta e le fece cenno di entrare. Questa volta lei lo assecondò. L'appartamento di Myia era molto piccolo, perfino per gli standard giapponesi, ma era lindo, ordinato e sistemato con gusto. La ragazza la accolse con un inchino e un sorriso gentile, poi si mise a preparare il tè. Fujiko si sedette per terra accanto a Goemon. Si domandò, osservandola, come una come lei, così bella, dolce e fine, fosse finita a fare quella professione. Il bisogno, sicuramente. Non c'era altra spiegazione.
Bevvero il tè in silenzio. Poi Myia posò la tazza e ruppe il silenzio.
“Così siete venuti fin qui per vendicarvi...”
Goemon si incupì.
“E anche per impedire che quella gente possa continuare nei suoi disegni criminali, torturando e uccidendo degli innocenti...”
“Quella gente è pericolosa... glielo dica anche lei, signorina... Juro ha già fatto molto, è riuscito a eliminare gli elementi più pericolosi...”
“Per me non è abbastanza. Tocca a me finire il suo lavoro, e lo farò a qualunque costo. A maggior ragione ora che so che cosa ti hanno fatto...”
“Ma così ti esporrai a dei rischi mortali... e non avrai indietro i tuoi genitori né la tua infanzia! Torna in Occidente e dimentica. Ora hai un'altra vita. E' meglio per tutti.”
“Non posso. Sono scappato per troppo tempo. Devo fare la mia parte.”
Miya continuava a lanciare con gli occhi delle mute richieste di aiuto a Fujiko, che però non sapeva che cosa dire. C'avevano già provato in tanti, a fargli cambiare idea, a metterlo in guardia. Goemon se ne accorse.
“Quanto a Fujiko, anche i suoi genitori sono stati assassinati dalla setta. E' dalla mia parte.”
Non era esattamente così, ma la donna non lo smentì. Provò a rivolgere anche a lei la domanda che la tormentava.
“Per caso lei sa perché il Sentiero del Dragone d'oro ce l'aveva con Goemon? Perché lo volesse eliminare? Nessuno ce lo sa dire, ma per me è importante saperlo.”
Miya scosse la testa.
“No, mi dispiace. Non ne fecero parola con me.”
Si mise a tremare, suo malgrado. Il ricordo di quello che aveva passato doveva ancora terrorizzarla.
Era arrivato il momento di congedarsi.
“Promettetemi che starete attenti. Che non farete pazzie...”
“Staremo attenti, stia tranquilla. Se c'è qualcosa che possiamo fare per lei... qualunque cosa...”
La ragazza si schermì.
“Ti aspetto in macchina” sussurrò Fujiko a Goemon. Voleva lasciarli ancora un po' da soli.
Il samurai la raggiunse pochi minuti dopo. La donna mise in moto.
“Mi sembra una brava ragazza.”
“Lo è. Non meritava quello che le è successo” disse con rabbia.
“Nessuno lo meriterebbe. In realtà, c'è qualcosa che possiamo fare per lei, ma glielo devi proporre tu.”
“Cioè?”
“Possiamo ridarle il suo viso. Forse per l'occhio non c'è più niente da fare, ma per il resto sono sicura di sì. Quando questa storia sarà finita, glielo devi dire tu. Possiamo portarla dai migliori chirurghi estetici del mondo. I soldi a noi non mancano...”
“Sì, hai ragione. Non ci avevo pensato. Davvero faresti questo per lei? Perché? L'hai appena conosciuta.”
Fujiko era imbarazzata.
“E' una persona che ha sofferto molto. E' anche lei una vittima della setta, come noi. Ed è importante per te. Per me questo è più che sufficiente.”
Per la prima volta da ore Goemon le sorrise. Stava scoprendo degli aspetti di lei che non avrebbe mai sospettato.
“Ci ho pensato, sai. - aggiunse cambiando discorso - Non possiamo farcela da soli. Dobbiamo farci aiutare da dei professionisti.”
“Cioè?”
Lei era sbalordita. Ma come? E la vendetta? E l'onore? Non poteva credere che fosse giunta alle sue stesse conclusioni: assoldare un killer.
“Dobbiamo chiamare i ragazzi.”
“Quali ragazzi?”
Fujiko era sinceramente perplessa.
“Loro. La banda. Lupin e Jigen. E' ora che mantengano fede al nostro antico patto.”

  
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