Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: Flos Ignis    27/03/2014    1 recensioni
Ohayo, minna!
Sono nuova del fandom, e questa è solo la mia seconda fanfiction, per cui vi prego di essere clementi e di farmi sapere se vi piace o meno, così da potermi migliorare. Spero comunque di intrattenervi piacevolmente!
Ambientata dopo il secondo film: Sakura fa un incubo che la tormenta, e capendo che si tratta di un sogno premonitore decide di consultare i Tarocchi delle Carte per scoprire cosa attende lei ed il fratello.
Nell'ombra si nasconde un Cacciatore.
Dalla Cina e dall'Inghilterra, due ragazzi accorrono per aiutare i loro amici in questa nuova impresa della Padrona della Carte.
In un gioco frenetico di guardie e ladri, a determinare la vittoria sarà solo la magia più forte di tutte.
L'Amore.
Ok, non sono brava nelle introduzioni, ma spero di avervi dato un'idea. Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Lee Shaoran, Sakura, Sakura Kinomoto, Tomoyo Daidouji, Touya/Toy, Yukito/Yuki | Coppie: Shaoran/Sakura, Touya/Yukito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una nuova Carta
 
In certi momenti Lee si chiedeva come la sua ragazza fosse in grado di farlo rilassare e irritare al tempo stesso con due parole in croce e senza nessunissima intenzionalità. Era preoccupante, sul serio.
Aveva avuto più volte la prova di quanto Sakura fosse molto, molto più potente di quanto non sembrasse all’apparenza, ma la questione lì non era solo la potenza; in gioco entrava anche la forza di volontà, il desiderio che alimentava la magia. Anche in quel caso però, non sarebbe stato un problema: non aveva mai conosciuto qualcuno più determinato e altruista di lei. 
Il vero problema stava proprio nel fatto che Sakura non conosceva limiti: metteva tutta sé stessa in ciò che faceva, e in quel caso avrebbe dato anche l’impossibile per creare una Carta che guarisse lo Specchio. Ma era necessario che si controllasse, che usasse la giusta quantità di magia, e che soprattutto la indirizzasse bene.
In quelle condizioni, non poteva farcela. Era troppo preoccupata di non dare abbastanza, anche se non lo dava a vedere lui lo sapeva.

‘Avanti, pensa, ci deve essere un modo per aiutarla…’

La risposta gli fulminò il cervello così chiara e semplice che si chiese cosa diavolo stesse aspettando per palesarsi.
-Sakura, aspetta un secondo! Ho un’idea-
Si voltò subito verso di lui, curiosa di sapere perché l’avesse richiamata un secondo prima che iniziasse a richiamare la sua magia.
-Per cosa?-
-Per creare la Carta, no?-
-Non è quello che sto per fare?-
-Mi è venuto in mente un modo per renderlo meno rischioso-
-E cosa aspetti a dirlo, ragazzino?-
-Toy, sii gentile! Dimmi, Lee-
-Ti aiuto io-
-Cosa?- doppio sconcerto dai due fratelli.
-Avete capito bene. La aiuto io. Lei è decisamente più forte di me, e anche la sua volontà, ma io ho molto più controllo. Farà tutto lei, creerà la Carta, ma io sarò con lei e la aiuterò a fermarsi quando e se dovesse esagerare, o la spronerò col mio potere se non dovesse farcela. Che ne dici, Sakura? Insieme?-
Furono invasi dai ricordi di una notte in cui il Sole e la Luna erano stati oscurati, e in cui solo la Stella aveva brillato per riportare la luce in un mondo di sonno buio. Quella sera, Sakura aveva affrontato la prova più ardua dopo il Giudizio Finale: trasformare in Carte di Sakura il Buio e la Luce. In quell’occasione, aveva ricevuto il preziosissimo aiuto di Kero-chan e Yuè, e quando stava per abbandonare la speranza Lee era apparso nel cerchio del Sigillo a sostenerla e incoraggiarla. Se non fosse stato per lui sarebbe crollata per lo sconforto e la paura, ma come sempre lui era riuscito a trattenerla mentre scivolava sul ciglio di un burrone.
 
Toy sperava che sua sorella accettasse. Conosceva tutta la storia, visto che aveva obbligato Sakura a raccontargli tutto ciò che si era perso, e aveva spiato lui stesso qualche volta le peripezie di quei due: stimava il sangue freddo e la disciplina del ragazzino.  Si sarebbe sentito più tranquillo se Sakura avrebbe affrontato quell’ennesimo ostacolo con qualcuno, e se quel qualcuno non poteva essere lui, tanto valeva che fosse il ragazzino, visto che anche lui aveva a cuore la salute della ragazza.
Pensò fosse comunque il caso di informare Yuè ed il peluche, giusto per avere rinforzi nel caso le cose fossero precipitate, per cui comunicò in fretta la sua meta e si precipitò fuori da quella casa, cercando di orientarsi in fretta per ritornare il prima possibile con i due Guardiani.
 
Sakura non voleva ammetterlo troppo apertamente, ma aveva avuto davvero paura di dover creare da sola una Carta. Il suo cuore alato non contava, quello era stato un caso, e non era una Carta completa.
Era preoccupata però che ci andasse di mezzo anche Lee.
-Ma potresti ferirti tu in quel caso…-
-Non mi accadrà nulla. E nemmeno a te-
-Come fai a dirlo?-
-Perché siamo tu ed io. Non c’è nulla che non possiamo fare se siamo insieme. Tu sei incredibilmente forte, e io so come aiutarti ad utilizzare la tua magia senza sprechi o ripercussioni. Ci stai?-
-…Va bene. Mi fido di te, Lee-
Lee fece uno di quei sorrisi dolci in grado di mandarle all’altro mondo le facoltà mentali, per cui disse che era meglio iniziare subito se non volevano avere problemi.
Non era necessario evocare il suo Scettro: tutto ciò che le serviva era il Sigillo della Stella da apporre alla sua magia dopo verle dato forma. Lee si mise alle sue spalle, le mani serrate a pugno tranne per indice e medio: posò la punta delle dita della mano sinistra sulla nuca di Sakura, mentre l’altra rimaneva parata innanzi a sé.
La ragazza represse un violento brivido. Tutti i suoi istinti le dicevano che quel gesto era pericoloso per lei, ma scacciò tutti i pensieri negativi pensando che quello dietro di lei era Lee, e questo faceva tutta la differenza del mondo.
Lee aveva percepito gli istinti di difesa magici attivarsi in Sakura: comprensibile, in quella posizione avrebbe potuto tranquillamente renderla inerme o addirittura farle del male. Fu felice quando vide che lei gli diede l’ennesima dimostrazione di quanto si fidasse di lui reprimendo i brividi d’avvertimento che l’avevano scossa.
Fu allora che apparve il Sigillo sotto ai loro piedi. La solita brezza che portava con sé il profumo dei fiori di ciliegio li circondò, proteggendoli.
Come avevano programmato, lei mise tutta la magia che poteva in quel desiderio di aiutare l’amica che si era sacrificata, e Lee ingabbiò i flussi di magia che sfuggivano al controllo della ragazza all’interno del Sigillo, in modo che potessero compattarsi a formare la nuova Carta.
Un fiotto di gratitudine sgorgò dal cuore di lei quando vide la magia verde smeraldo del suo ragazzo ammansire la sua, più vivida ma anche più ribelle. E nello stesso istante, un bagliore conosciuto le apparve innanzi agli occhi, prendendo per un istante una forma che le ricordava quella di una persona, ma dissolvendosi subito dopo per ritirarsi all’interno della sua forma di Carta, attendendo con pazienza di essere chiamato all’azione dalla sua creatrice.
Il Sigillo svanì e i due ragazzi, stanchi, si sedettero pesantemente a terra, ancora provati dalle fatiche precedenti. Sakura però non aveva ancora distolto lo sguardo da ciò che era apparso proprio di fronte a lei, senza avere il coraggio di girare quella Carta che aveva creato con Lee per essere certa di essere riuscita nel suo intento.
Come intuendo i suoi pensieri, fu Lee a porgergliela, come ad incitarla dato che, in effetti, non c’era tempo per indugiare.
Quello che vide su quella carta la fece irrigidire per un secondo a causa dell’incredulità, per poi scoppiare in una risata liberatoria. Incuriosito, anche il ragazzo guardò la Carta per capire cosa ci fosse di tanto divertente. Arrossì fino alla punta dei capelli, se lo sentiva dal volto in fiamme, e avrebbe giurato anche di sentire il vapore uscirgli dalle orecchie.
E Sakura che continuava a ridere di cuore non aiutava, per niente!
-Dai Sakura, smettila… devi curare lo Specchio…-
-Sì, sì… hahaha… ok, ora lo faccio. Specchio, vieni!- la piccola Kinomoto si era calmata quel tanto che bastava per… aiutare la sua amica. Non potè trattenere un’altra risatina, per fortuna trattenuta tra i denti, quella situazione da tragica era passata ad un livello sublime di comicità… per lei, naturalmente. Lee stava ancora cercando di non morire per autocombustione.
La sua amica apparve, in condizioni meno critiche di quando era stata colpita ma comunque in via di peggioramento, ma ebbe comunque la forza di sorridere alla sua Padrona, certa che tutto sarebbe andato bene.
Ed infatti : - Non preoccuparti, ora noi ti aiuteremo a stare bene! Carta dell’Aiuto, porta soccorso alla tua nuova sorella che è rimasta ferita per portare soccorso ai suoi amici!-
Davanti alla giovane figura evanescente coi lunghi capelli neri apparve un ragazzo dai tratti stranieri, con corti capelli color autunno, uno sguardo ambrato che brillava in maniera innaturale ma infondendo una grande calma e un sorriso piccolo ma saldo. Indossava delle vesti verdi di fattura antica, e sui palmi delle sue mani brillavano due ambre brillanti quanto gli occhi.
Lee divenne ancora più rosso quando lo spirito della nuova Carta con le sue sembianze in abito da combattimento si materializzò davanti a loro.
Tal spirito, per prima cosa guardò la sua Padrona e le fece un inchino rispettoso, ringraziandola per averlo creato. Sakura si chiese se fosse possibile che l’animo cavalleresco del suo Lee si fosse trasmesso in qualche modo alla Carta.
Dopodichè, Aiuto si girò verso la ‘sorella’, sorridendole rassicurante e posando entrambi i palmi sullo specchio rotto, che piano piano si stava disintegrando. Sotto gli occhi soddisfatti e felici dei due ragazzi, i frammenti di quello specchio presero ad apparire ed a amalgamarsi di nuovo, ricostruendo il cuore di quella Carta come nuovo, come se non fosse mai stato spezzato. Il sangue ed il dolore erano finalmente scomparsi del tutto.
Entrambi gli spiriti si dissolsero, ritornando alla loro forma di carte. Sakura le guardò con amore, felice che tutto si fosse risolto per il meglio.
E poi guardò di nuovo la sua nuova Carta. No, la loro Carta. Proprio come la Speranza, anche quella, seppur in modo diverso, era di entrambi. La osservò attentamente, cercando di memorizzarne i tratti: gli occhi ambrati che brillavano al pari delle pietre che aveva incastonate nei palmi delle mani, ben aperte e tese verso di lei, come ad aiutarla anche in quella forma, il sorriso ancora impresso sul suo volto gentile, le vesti smeraldine sollevate da una brezza sconosciuta.
La figura era proprio quella di Lee, non c’era il minimo dubbio.
The Help era nata. Ed era davvero ironico che avesse preso le sembianze di colui senza il quale non sarebbe potuta esistere, secondo il parere di Sakura. Era un po’ come se quella carta fosse loro figlia.
Adesso era il suo turno di andare a fuoco. Quel pensiero l’aveva fatta partire con un viaggio di fantasia nel futuro, dove loro vivevano insieme e felici, con un bambino e una bambina che si rincorrevano vicino a loro. Per non mostrare il rossore poggiò la testa sulla spalle di Lee, che si era ripreso abbastanza da passare un braccio sulle spalle di Sakura per abbracciarla senza avere un infarto.
Rimasero così a lungo, lei appoggiata a lui mentre gli abbracciava la vita con le braccia, lui con il capo posato su quello di lei, un braccio che le passava dietro la schiena e l’altro che le accarezzava le braccia in modo così dolce che Sakura chiuse gli occhi per godersi quella pace, e finì per addormentarsi.
C’era Lee a vegliarla, e lei era certa che non avrebbe più fatto brutti sogni.
L’ultima cosa che pensò era che quel giorno era stato davvero pieno di emozioni intense, sia nel bene che nel male, e che al tramonto era in diritto di sentirsi stanca come non le capitava da quando aveva trasformato le prime Carte di Clow in Carte di Sakura.
 
  
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