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Autore: HugMeSyko    27/03/2014    1 recensioni
Hey, posso vedere un segreto nei tuoi occhi, Nathan.
Potrei rubartelo.
« Sono come la pioggia.
A volte calma, a volte disastrosa.
A volte silenziosa, a volte rumorosa.
Odiata da molti, amata da pochissimi. »
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nathan Sykes, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sei del mattino.
I due piccioncini rimasero tutta la notte davanti a quel lungo mare cristallino.
L'alba incominciava a sentirsi.
I raggi del sole puntarono dritto sull'occhio di Kelsey, tanto da farla svegliare di colpo.
S'addormentarono con tanto di coperte calde addosso, i finestrini oscurati e l'uno abbracciato all'altro.
- “Tom? Sono le sei, alzati.” - 
Dopo ripetute volte, anche Tom si svegliò con ancora la piena alba.
- “Amore, buongiorno!”, - Kelsey lo baciò a stampo, prendendolo per il viso.
- “Ma sono ancora le sei, uff.”, - disse Tom.
- “Non possiamo stare mica un'altra giornata quì in macchina. Dai, alzati, che facciamo colazione.”, - disse Kelsey.
- “Sì, colazione.. Dove la prendiamo?”, - disse Tom.
- “Mi staresti dicendo che non hai provveduto alla colazione? Stronzo.”, - disse Kelsey, infilandosi il suo giubbotto di pelle.
- “Scema, ho fatto tutto. Quando Parker vuole una cosa, la ottiene sempre.”, - disse Tom.

Entrambi scesero dalla macchina, cacciando la borsa con dentro roba da mangiare e siedendosi sul cofano davanti il finestrino principale.
Un leggero venticello smuoveva i lunghissimi capelli biondi di Kelsey, affiancata al suo Tom.
- “Tieni, amore.”, - Tom le porse un cornetto, accompagnato da latte in brick.
- “Awh, sei l'amore. Ed io che pensavo ad una cosa improvvisata.”, - disse Kelsey.
Finita la colazione al sacco, si accesero una sigaretta.
- “Ora che facciamo?”, - disse Kelsey.
- “Andiamo a casa, i ragazzi saranno tutti svegli. La domenica funziona così da noi.”, - Tom rise.

Come al solito a guidare fu Tom.
Si mise i suoi occhiali da sole preferiti, accese la radio e nel giro di qualche minuto arrivò a destinazione.
Bussarono, e ad aprire fu Nathan.
- “Ciao Nate!”, - Kelsey lo abbracciò.
- “Ma dove siete stati stanotte, eh? Mmh, soli soletti in una notte caliente.”, - disse Max, ridendo.

Jay era in garage, all'opposto della casa, a dare una pulita alla sua macchina.
Non aveva nessun impegno, ma decise di farsi un giro in macchina per la città.
Entrò in macchina, con il cellulare in mano, e mentre incominciò a guidare lesse qualche messaggio.
Nel giro di pochi istanti perse il controllo del volante, senza nemmeno accorgersene.
La mente s'era oscurata nella frazione di pochi secondi.
Jay si scontrò con un'altra macchina alla sua sinistra, proprio dove aveva il comando.
Il cellulare gli cadde improvvisamente, finendo davanti il suo sedile.
Perse il controllo della mente, la vista s'offuscò immediatamente, e i suoi occhi si chiusero.
- “Il ragazzo è svenuto! Aiutatemi!” - 
Un passante vide tutta la scena, davanti ai suoi occhi.
Aprì lo sportello di Jay e cacciò fuori anche lui, vedendo il cellulare dinnanzi e prendendolo.
Tolse il blocco e il primo numero che gli capitò lo compose.
Non a farlo apposta era proprio quello di Kelsey.
- “Pronto, Jay?” -
- “Scusate, signorina. Il ragazzo ha fatto incidente in macchina e lo stiamo soccorrendo” - 
Gli occhi di Kelsey incominciarono ad inumidirsi, il cuore batteva sempre più forte.
- “Oh mio dio, dove si trova? La prego me lo dica, dov è il mio migliore amico!” - Kelsey urlò, uscendo fuori di casa.
- “Kelsey, che sta succedendo?”, - Tom si preoccupò, come anche i ragazzi.
Le loro facce erano preoccupate, e non poco.
Tom seguì Kelsey per capire cosa stava succedendo.
- “Voi aspettate qua, vado a capire che le prende” , - disse Tom rivolgendosi ai ragazzi.
Avevano tutti due occhi spalancati.
- “Tom andiamo al primo incrocio quì, Jay ha fatto incidente e lo stanno portanto al pronto soccorso” , - Kelsey non era mai stata così agitata.

Presero di corsa la macchina, dirigendosi verso l'ospedale e senz'aspettare un'istante chiesero informazioni su dove fosse Jay, ma gli impedirono di fargli visita.
- “La prego, è il mio migliore amico. Ho diritto a sapere come sta!”, - disse Kelsey alzando la voce.
- “Mi dispiace, ma non possiamo farla entrare. Il suo amico ha avuto un leggero trauma celebrale, non può ricevere visite al momento” - 

Kelsey scoppiò in lacrime, coprendosi gli occhi con le mani e abbracciando Tom.
- “Kelsey, non piangere. Andrà tutto bene. Dobbiamo avvisare gli altri almeno.” - 
Tom chiamò il resto del gruppo, riferendogli l'accaduto e accertando loro la sicurezza di Jay. 
- “Dottore, la prego. Abbiamo bisogno di vederlo, vedere come sta. Siamo molto preoccupati.”, - disse Tom.
- “Ve lo concedo, ma questione di cinque minuti.” - 

- “Jay, il mio Jay! Il mio migliore amico..”, - Kelsey corse ad abbracciarlo, nel letto, ma lui dormì.
- “Com'è potuto succedere. Spero stia meglio.”, - disse Tom.
- “No, lui starà bene. Non sperare, lui è forte e andrà così. Vorrei aiutarlo.”, - Kelsey gli strinse la mano, guardandolo in faccia con ancora gli occhi inumiditi e pieni di lacrime che continuavano a scendere, piano piano.
- “Amore, non piangere. Ha bisogno di riposo. Ora raggiungiamo gli altri, saranno molto preoccupati.”, - disse Tom.
- “No, tu vai. Io resto quì, ho bisogno di stargli vicino.”, - disse Kelsey.
- “Più tardi ripasso con i ragazzi, se è possibile, altrimenti chiamami e ti passo a prendere.”, - disse Tom.

Tom andò a casa, con una faccia alquanto dispiaciuta.
- “Ragazzi..”, - Tom li guardò, siedendosi sul divano.
- “Dimmi che sta bene, ti prego. Dillo!”, - disse Nathan.
- “Jay sta bene, ha avuto un leggero trauma celebrale. Dovrà stare un paio di giorni in ospedale e si riprenderà.”, - disse Tom.
- “Come ha fatto a fare incidente?”, - disse Siva.
- “Kelsey m'ha detto che si è scontrato con un'altra macchina a causa del cellulare.”, - disse Tom.
- “Mannaggia a sti cellulari. E tu l'hai visto, come sta?”, - disse Max.
- “Sì, lo lasciano riposare. Sta ancora dormendo, ma non s'è ripreso. Il dottore ha detto niente visite per oggi, domattina assolutamente dobbiamo andare.”, - disse Tom.
- “E Kelsey dov è?”, - disse Max.
- “E' rimasta con lui. Gliel'hanno concesso, almeno a lei. Se glielo permetteranno potrà rimanere tutta la notte, altrimenti mi chiamerà.”, - disse Tom.

Nel frattempo Kelsey s'addormentò sulla pancia di Jay, ancora dormente.
- “Signorina, non può stare qua.” - 
- “Ma ho bisogno di lui, la prego. Perchè non potrei?” -
- “Lui ha bisogno invece di alcune visite, non può assistere. Passi domattina.” - 
- “Se proprio devo. Arrivederci!” - Kelsey gli baciò la guancia e mandò un messaggio a Tom preavvisandolo di venirla a prendere.

Nel giro di dieci minuti arrivarono entrambi a casa.
Kelsey entrò, senza guardare in faccia nessuno, e corse in camera di Tom.
- “Ma che le prende?”, - disse Siva.
- “Sta male, dovreste presumerlo. Vuole stare un pò sola, non accetta ancora il fatto che Jay stia male.”, - disse Tom.
- “Prepariamole qualcosa da mangiare almeno!”, - disse Max.
- “No, non vuole niente. Le avevo chiesto pur io se le andava qualcosa.”, - disse Tom.
- “Che ne dite di una bella sorpresa a Jay, domani?”, - disse Max.
- “Dipende a cosa ti riferisci.”, - disse Tom.
- “Mh, magari le cantiamo un pezzo di una nostra canzone, in versione acustica. Che dite?”, - disse Max.
- “Io ci sto, è un bel modo per riprendersi.”, - disse Nathan.
- “E così faremo. Dai che il nostro Jay starà in forma come prima.”, - disse Tom, accennando un sorriso.
  
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