Serie TV > CSI - New York
Segui la storia  |       
Autore: alicew in wonderland    28/03/2014    3 recensioni
Dopo la cancellazione della serie ho deciso di scrivere quello che secondo me poteva essere il vero finale della storia: ovvero una serie intera!
Pubblicherò ogni episodio di venerdì, esattamente come se la serie tv fosse in onda in America rispettando anche le festività (Ringraziamento, Natale, Pasqua...).
La storia comincia esattamente oggi, 27 Settembre 2013, Mac e squadra sono al lavoro come sempre e un po' di cose sono cambiate: Mac è sposato con Christine e Danny e Lindsay hanno avuto il loro secondo figlio...
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Trama episodio XXVII: Mac è ferito e cerca di salvare Christine da un arresto cardiaco. Intanto, Christine è in un limbo dove incontra sua madre e quella di Mac, dalle quali apprende avvenimenti futuri, e, al risveglio, si accorge con Mac che l’incubo è solo all’inizio.
Il disastro aereo di Danny e Sheldon è più grave del previsto e Lindsay ha delle complicazioni e deve essere operata d’urgenza.
Anche Mac finisce in un limbo in cui fa degli incontri importanti e ha delle visioni del futuro.
Flack e Jamie vanno a catturare il terrorista islamico, ma le cose non vanno come programmato.
Il team CSI cambia per sempre…
Genere: Mistero, Science-fiction, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Venerdì 28 Marzo 2014

EPISODIO XXII: I’ILL DRAG YOU TO HELL

«Dean! Sei ancora in tempo per ripensarci!» disse una ragazza bionda a un ragazzo alto e bruno con occhi di ghiaccio
«Vuoi scherzare?» ribatté lui «Ci sono in ballo diecimila sterline! Quando torniamo a Londra voglio che tutti sappiano della mia impresa!»
«È una cosa stupida!» sentenziò la ragazza «Andiamo! Passare la notte nel museo delle cere!»
«Il museo di Madame Tussauds qui New York è il museo delle cere per eccellenza!»
«Ti ricordo che lo abbiamo anche nella nostra immortale Londra!»
«Sbrigati ad uscire! Tra poco il museo chiude!» tagliò corto lui
«Speravo almeno di riuscire a portarti qualcosa per cena!»
«Domani mattina mi offri la colazione!» gli sorrise lui baciandola «Dieci minuti alle otto, tesoro!»
La ragazza gli toccò con l’indice la punta del naso «Ci vediamo domani mattina alle dieci!» e se ne andò.
 
Jo sorrise dentro la vasca da bagno mentre Sheldon le massaggiava la schiena con la spugna
«È ancora calda l’acqua?»
Jo annuì soffiando la schiuma davanti a sé «Mi ero dimenticata quanto è bello farsi fare il bagno!»
«Io sono qui al tuo servizio!» disse Sheldon tirando indietro le maniche della camicia «Se fossi tornato prima dal lavoro, avremmo potuto fare il bagno insieme!»
«Scordatelo! Il bagno è sacro e lo faccio da sola oppure, come in questo caso, me lo faccio fare!»
Ellie entrò in bagno sbuffando «Non l’hai ancora fatta uscire dalla vasca? Vorrei fare anche io un bagno caldo!»
«Ancora dieci minuti Ellie! Ti prometto che esco!»
«Mamma, hai detto quella frase circa mezz’ora fa! Se in più Sheldon non la pianta di coccolarti, giuro che impazzisco!» sbraitò uscendo dal bagno sbattendo la porta.
 
Jaime rise appoggiando il suo gomito sul petto di Flack  che cercava di sollevarsi dal letto
«Ti odio!»
«Ti amo!» le rispose lui
Jaime scoppiò in un’altra risata «Potrei decidere di fare qualsiasi cosa adesso, per esempio… ucciderti!»
«Non ne saresti capace! Ti ricordo che anche tu sei stanca!»
«Abbiamo appena finito il nostro turno! Non ho assolutamente voglia di cucinare!»
«E chi ha voglia di mangiare?» domandò Flack guardando la sua adorata cagnolona sulla porta «Non credo che però lei ci lascerà in pace se non le diamo la cena!» disse indicandola con lo sguardo.
Il telefono di Flack suonò
«Questo è un incubo!» disse leggendo il messaggio
«Che succede Don?»
«Devo tornare al lavoro! Indovina chi è diventato una statua di cera!» sbuffò prendendo le chiavi sul comodino e la giacca da una sedia nella stanza.
 
Isabella guardava Mac «Apparentemente, le statue di cera meccaniche lo hanno spaventato!»
«Tu quindi diresti che si tratta di un infarto?» domandò Mac
Isabella abbassò il colletto della camicia della vittima «Tu questo come lo spieghi?»
«Immagino che dovrò esaminare la scena e tu il nostro ragazzo più a lungo!»
Flack comparve un po’ scocciato «Cosa voleva fare questo ragazzo? Lanciare una nuova moda? La gente di solito si fa chiudere nei cimiteri ad Halloween! Ha sbagliato di qualche mese!»
«Immagino che il caso ti abbia appena rovinato la serata!» ipotizzò Mac
«Sì!» rispose secco Flack «Come si chiama la vittima?»
«Dean Berry! Secondo me si tratta di omicidio! Ti va di aiutarmi a scoprirlo?»
«Da dove cominciamo?» chiese Flack
«Interrogando l’addetto del laboratorio di restauro e manutenzione delle statue! Era il solo presente!»
Flack rispose al telefono  e appena riagganciò guardò Mac negli occhi
«C’è bisogno di te! Jo ha un problema con un omicidio!»
«Dove?» chiese Mac
«Park Avenue!» rispose Flack.
 
Peyton stava guardando un cadavere steso nel letto e Sheldon un altro in bagno
«Quanto sangue!» esclamò Jo «Cosa può essere successo?»
«Abbiamo l’arma del delitto!» esclamò un poliziotto richiamando l’attenzione di Jo verso il pavimento dell’anticamera «Guardi qui Detective!»
Jo fissò per un po’ il coltello da cucina «Bel lavoro!» disse fotografandolo «Per fare questo scempio però un coltello da cucina non basta!»
Mac entrò nell’appartamento «Jo?» chiamò
«Mac! Finalmente sei arrivato! Abbiamo bisogno di un tuo consulto!» disse Sheldon vedendolo entrare dal bagno che era alla destra della porta d’ingresso
«È lei la vittima?» chiese infilandosi i guanti e chinandosi accendendo la torcia per esaminare la donna
«Una delle due! L’altra è il marito, in camera da letto!»
Jo arrivò in bagno «Abbiamo un coltello!»
«Non basta come arma del delitto! L’assassino si è portato qualcosa!» disse esaminando il corpo nella vasca «Alla vittima manca un piede!»
«Il destro!» precisò Sheldon
«Al marito manca la mano destra!» disse Peyton entrando nel bagno «Bella serata vero?»
«Sappiamo qualcosa su di loro?» chiese Mac
«Michele e Anna Martini! Sono italiani, ma sono qui a New York da dieci anni!» disse Jo
Mac uscì dal bagno ed entrò in cucina. Sentì un singhiozzo provenire da sotto la credenza «Ehi!» esclamò chinandosi. Incrociò gli occhi con quelli di una bambina visibilmente spaventata «Non avere paura!» disse Mac allungandole una mano «Vieni fuori! È tutto finito!»
La bambina pianse «Non c’è più l’uomo con la mano d’acciaio?» chiese la bambina «Dove sono la mia mamma e il mio papà?»
«Vieni fuori! È tutto passato! La tua mamma e il tuo papa non ci sono! Ci sono io qui con te!»
La bambina prese la mano di Mac e uscì
«Tu chi sei?»
«Sono il Tenente Mac Taylor!» gli sorrise sistemandole la camicia da notte «Tu invece come ti chiami?»
«Cristina!» disse guardandosi intorno
«Quanti anni hai?» le chiese Mac
«Cinque!» rispose la bambina cominciando a tremare «L’uomo con la mano d’acciaio voleva farci male!»
«Ci sono io con te adesso! Non ti succederà nulla!» Mac abbracciò la bambina e la prese in braccio.
Jo entrò in cucina «Lei da dove salta fuori?»
«Non lo so! Ora ha bisogno di qualcuno che le stia vicino! Sveglia Danny e Lindsay, io mi occupo di svegliare Adam!» disse cullando la bambina «È la sola testimone che abbiamo!» prese in mano il telefono e vide un messaggio di Flack
“Problems! The guardian cannot find the keys and the manufacturer of the statues doesn’t make us enter the lab!
I need a warrant!”
 
Peyton guardava Isabella terminare la sua autopsia
«Devi fare ancora qualcosa?»
«Solo spedire il sangue al laboratorio per avere il tossicologico… non hai ancora cominciato Peyton?» chiese vedendo i due corpi sulle superfici metalliche
«No! Volevo sapere se per caso Hawkes ha trovato qualcosa che possa spiegare i tagli che non corrispondono al coltello che abbiamo trovato!»
«Speriamo!» esclamò Isabella avvicinandosi con il corpo a uno dei frigoriferi e aprendolo.
Hawkes entrò nell’obitorio «Brutte notizie! Non abbiamo l’arma che ha causato quelle ferite!» si infilò uno dei camici «Già che ci sono ti do una mano! Quale dei due vuoi?»
«Mi prendo lui!»
«Bene!» disse Sheldon cominciando il lavoro «Tu Isabella a che punto sei?»
«Non è l’infarto la causa della morte! Qualcosa però lo ha mandato in arresto cardiaco e ancora prima in insufficienza respiratoria!» cominciò a stilare il rapporto dell’autopsia «Dove posso trovare Mac?»
«Credo dovrai aspettare domani, la figlia delle vittime non vuole lasciarlo! Gli assistenti sociali hanno detto che è meglio se si occupa di lei!»
«Detto brevemente?» chiese Isabella
«L’ha portata a casa!»
 
Christine guardò la bambina bere con calma la cioccolata calda davanti a sé sul tavolo della cucina
«Tu come ti chiami?» chiese la bambina «Non voglio chiamarti signora Taylor!»
«Mi chiamo Christine!» le sorrise lei
«Il mio nome è identico al tuo!» sorrise la bambina osservando una foto «Cos’è quella foto?»
«Siamo Mac, io, i nostri figli, la mamma di Mac e i miei genitori a Natale!»
«Posso vederla?»
Christine prese la foto dalla mensola e la appoggiò sul tavolo
«Dove sono adesso i bambini?» chiese Cristina «Mi piacerebbe vederli!»
«Ora dormono! Domani mattina te li faccio conoscere! Finisci la tua cioccolata e poi andiamo a dormire!»
Cristina terminò la cioccolata e poi prese la mano di Christine
«Dormirò da sola?»
«No! Dormirai nel lettone vicino a me!»
«Ci sarà anche Mac?» chiese Cristina
«No, lui deve lavorare!» disse Christine aprendo la porta della camera «Che ne dici se ci togliamo questa camicia da notte e mettiamo qualcos’altro?»
«Va bene!» disse la bambina e si fece togliere la camicia da notte sporca «Cosa metto?»
Christine le diede un maglione di lana «Non è della tua misura… ma per questa notte può bastare!» andò verso la porta «Aspettami qui! torno subito!»
Mac attendeva Christine in bagno «Ci sei riuscita?»
«Sì! Ecco la camicia da notte della piccola!» gli disse mettendola nel sacchetto «Non ti sorprendere se c’è anche il mio DNA sopra!»
«Stupida! Lo so che non li hai uccisi tu! Non riesco a capire perché si sia così attaccata a me! Jo per esempio la vede come un nemico!»
«Semplice! Tutti ti vorrebbero come papà!» disse Christine baciandolo «Lascia tutto qui in bagno e vai a darle la buonanotte!»
Mac uscì dal bagno ed entrò in camera
«È comodo il letto?» chiese avvicinandosi «Domani ti devo chiedere di aiutarmi! Ora però hai bisogno di dormire!»
La bimba annuì «A che ora torni?»
«Non lo so, dipende se riesco a finire oppure no!»
«Mamma e papà vengono a prendermi domani?» chiese la piccola
«No, la tua mamma e il tuo papà non vengono a prenderti domani!»
«Allora, posso restare con te e Christine?» chiese timidamente la piccola
«Naturale che resti con noi! Dove vorresti andare?» domandò Mac accarezzandole la guancia «Ora dormi!» e la baciò sulla guancia.
Christine lo vide uscire e sospirò «Non si ricorda nulla?»
«No! Sembra che abbia voluto rimuovere il ricordo!» la baciò e le prese la mano entrando nella camera dei bambini «Dormono! Faith prima si è svegliata mentre mi stavo cambiando la camicia! Non ha ancora capito che io non ho il latte!»
«Dimmi che non è vero! Quante altre volte è capitato?» chiese Christine
«Una! L’ho staccata subito appena ha provato a succhiare! Fa male!» si lamentò lui
«Cosa dovrei dire io?» ribatté Christine «Vai a lavorare!» disse facendolo rientrare in bagno per prendere la borsa con la camicia da notte «Scambia il tuo caso con quello di Jo! Non ha senso che lei lavori al caso dei Martini se tu hai la loro figlia in casa!»
Mac si fermò sulla porta «Falla dormire!»
«Lo sai che adoro i bambini Mac!»
Christine chiuse la porta mentre Mac se ne andava e, voltandosi, vide la foto rimasta sul tavolo.
 
Il 16 Dicembre Christine stava per essere dimessa dall’ospedale e Mac la stava aiutando a prendere le ultime cose
«Abbiamo preso tutto?» aveva chiesto Christine notando Mac alle prese con i bottoni della camicia a causa del braccio destro immobilizzato «Vieni qui!» aveva detto Christine sedendosi sul letto «Speravo potessi aiutarmi a portare i bambini, ma credo che messo così farai fatica a tenere chiuso il cappotto! Perché ti sei messo questa camicia per venirmi a prendere? È la più elegante che hai!»
«Lo scoprirai presto!»
«Non mi piace quando fai così il misterioso!» lo aveva ripreso lei.
Peyton era entrata con i gemelli «Sono entrambi pronti! Vuoi che ti medichi adesso la ferita Mac? Almeno non torni qui nel pomeriggio!»
«Ti ringrazio Peyton!» aveva sorriso Mac e poi si volse verso Christine «Tesoro potresti…» aveva detto indicando i bottoni
«Certo Mac!» aveva detto Christine cominciando a slacciare la camicia.
Peyton aveva preso le garze e il disinfettante e appena Mac si era mostrato pronto gli aveva staccato il cerotto e gli aveva disinfettato la ferita.
Lui aveva arricciato il naso e stretto i denti «Ho sempre odiato questo odore!»
«Mi sa che non è solo quello!» aveva detto Peyton rimettendo il cerotto sulla ferita e aiutando Mac con il tutore «Si sta rimarginando bene! Novità sulla psicopatica che vi ha quasi uccisi? Sapete chi è stato a farla fuori?»
«No non sappiamo nulla!» aveva detto Mac guardando Christine che stava terminando di riallacciargli la camicia.
Peyton aveva visto Jo arrivare nella stanza
«Scusate l’intrusione! La porta era aperta e così…»
Mac aveva sorriso «Sono qui?»
«Sì!» aveva annuito Jo «Li faccio entrare?»
Mac aveva annuito a sua volta
«Cosa sta succedendo?» aveva chiesto Christine mentre la porta si stava per aprire.
Erano entrati i genitori di Christine e Millie con le lacrime agli occhi
«Christine!» aveva esclamato con le lacrime agli occhi la signora Whitney
«Piccola mia!» le aveva fatto eco il signor Whitney
«Grazie al cielo stai bene!» aveva detto Millie sospirando «Tu cosa hai fatto al braccio?»
«Solo un graffio!» aveva sorriso Mac «Volevo farvi conoscere anche qualcun altro!» si era spostato a lato per rivelare che dietro a lui c’erano le culle con i gemelli «Loro sono McKenna Stanton III e Faith Trinity!»
I tre erano rimasti allibiti
«Sono tutti e due vostri?» aveva chiesto il padre di Christine
«Hai dubbi per caso? La piccola ha il viso del padre mentre il maschietto è il mix perfetto di entrambi!» aveva chiosato la madre di Christine.
Millie si era avvicinata a Christine «Mac è rimasto con te tutto il tempo?»
«In uno scantinato buio e sudicio con un proiettile in una spalla! Non mi ha lasciata un secondo nemmeno quando McKenna era nato e io continuavo a stare male! Non sapevamo che sarebbe nata Faith! Lo abbiamo scoperto al momento!»
Millie aveva baciato la fronte di Christine e poi aveva guardato Mac con rabbia «Un graffio, eh?»
I genitori di Christine erano intervenuti
«Vi aiutiamo con i bambini finché Mac non si sarà ristabilito del tutto!» aveva detto la madre di Christine
«Organizziamo anche il pranzo di Natale!» aveva aggiunto il padre.
Millie aveva sorriso «Non dimentichiamoci dei colleghi di Mac! In particolare la Detective Danville! Senza di loro non saremmo qui oggi!»
Jo che era rimasta a guardare con Pyton si era messa a sorridere.
Millie aveva guardato Peyton «Lei si è occupata di Mac o di Christine?»
«Principalmente di Christine e dei bambini! Diciamo che le medicazioni a Mac sono un favore da amica!»
Sia Mac che Christine avevano arricciato il naso
«Mac, non mi hai mai detto di avere amicizie all’interno dell’ospedale!» aveva detto Millie
«Amicizia, non è il termine giusto, signora Taylor! Ex è più appropriato!» aveva puntualizzato Peyton guardando il cercapersone «Ma guarda! Una mia amica nonché vecchia fiamma di Mac, dopo di me, mi informa che c’è un’emergenza! Buon rientro a casa!»
Christine e Mac l’avevano fulminata con un’occhiata e i genitori di lei avevano puntato uno sguardo accusatore su Mac
«Non posso aver avuto qualche relazione in questi anni?»
«Qualche?» lo aveva apostrofato il padre di Christine «In questo momento voglio il numero esatto!»
Jo aveva sorriso «Vi posso assicurare che Mac è fedele a Christine!»
«Io, in difesa di Mac, posso elencare le mie storie passeggere con Louis, Tobey, Laurent, Nate e Igor!» aveva ribattuto Christine «E ora andiamo a casa! Odio l’odore che c’è qui dentro!»
 
Christine prese la foto e la rimise sulla mensola e guardò l’orologio. Andò in camera da Cristina e si sdraiò accanto a lei
«Scusa se ti ho fatta aspettare! Ora sono qui con te e possiamo dormire!»
 
Adam sbadigliò guardando il coltello e Danny gli si avvicinò
«Sveglia Adam! Sveglia!»
Adam si sollevò dal tavolo «Danny boy! Mac ha buttato giù dal letto anche te?» chiese
«Sì! L’ho visto prima in obitorio! Lui e Jo si stanno scambiando i casi! Mac ci sa davvero fare con i bambini! Non credi Adam?»
«Sono sicuro di sì!» disse tornando al coltello «Mi spieghi come della cera sia finita sulla lama di un coltello da cucina?»
Danny guardò i campioni prelevati da Adam «Quante tracce di DNA c’erano?»
«Due! Erano dei Martini!»
«E in più hai trovato la cera?» chiese Danny «Vado a recuperare le foto che ha scattato Jo sulla scena!»
«Comunque, tu stai bene? Voglio dire… quello che ti è successo…»
«Sto bene Adam!» lo rassicurò Danny.
 
Lindsay guardò i risultati del tossicologico con Isabella
«Niente di niente!» sbuffò Lindsay
«Come vedi, qualsiasi cosa avesse nel sangue non ha lasciato traccia! Abbiamo un range di veleni abbastanza ampio! Quello è Danny?» chiese indicando fuori dal vetro del laboratorio
«Sì! Si sente meglio e, piano, piano, sta recuperando fiducia in se stesso! È bello vederlo di nuovo sorridere e uscire da quella stanza buia!»
«Tu lo hai aiutato parecchio!»
Danny si avvicinò al laboratorio analisi dove Lindsay e Isabella stavano discutendo
«Posso chiedervi un favore ragazze?»
«Se possiamo…» disse Isabella
«Abbiamo trovato dei residui di cera sul coltello usato come arma del delitto!» spiegò Danny «Solo che sulla scena non c’erano candele di cera e quindi mi chiedo: da dove viene?»
«L’autopsia sui corpi l’ha fatta Peyton! Io non so davvero come aiutarti!»
«Mi servirebbe un campione di cera dalle unghie del ragazzo! Per confrontare le composizioni perché c’erano anche delle tracce di sapone e olii vegetali…»
Isabella intuì «Si usano per rendere la cera malleabile!»
«Boom!» esclamò Danny «Forse Mac e Jo dovranno lavorare insieme!»
«Stai ammettendo, senza averlo prima verificato, che chi ha ucciso i Martini è collegato al museo delle cere!?» esclamò Lindsay «Da te non me lo sarei mai aspettato!»
 
Adam venne sconvolto dall’arrivo di Flack nel laboratorio
«Dov’è Mac?» chiese
«In obitorio!» si affrettò a rispondere Adam «È successo qualcosa?»
Flack annuì «Abbiamo la fidanzata dell’infartato al distretto! Credo che Mac le debba qualche spiegazione!»
Adam guardò l’orologio «Sono le tre del mattino! Come può essere già al distretto?»
Flack sollevò le spalle in un’espressione di dubbio «E chi lo sa? Lei dice di averlo chiamato sul cellulare e che lui non rispondeva!»
Adam vide Mac entrare nel laboratorio «Ho sentito che Flack mi cercava! Cosa succede?»
«Il morto al museo, è ancora un tuo caso?»
Mac sospirò «Potrei doverci lavorare con Jo collegandolo al caso dei Martini!»
«E questa da dove salta fuori?» chiese Adam perplesso
«Da una traccia che hai trovato! Danny ipotizza che la cera possa essere la stessa delle statue al museo!»
Flack sobbalzò «Quando sono morti i Martini?»
«Secondo l’autopsia di Peyton, intorno alle nove di sera! Mentre il ragazzo alle dieci!»
Flack scosse il capo «Un po’ strano che possa trattarsi della stessa persona!»
«Per questo ho chiesto a Jo di tracciare tutti i percorsi che conducono al museo dalla casa dei Martini! Tu per cosa eri qui, Flack?»
«Devi venire al distretto! C’è una ragazza di nome Samantha Stanford che dice di essere la ragazza di Dean!» spiegò «Mi sembra sincera! Preferirei che la interrogassi tu!»
«Ok! La interrogherò adesso! Andiamo!» Mac si volse verso Adam «Quando torno andiamo a casa mia a prendere la piccolo Cristina, nel mentre analizza la sua camicia da notte!»
«Sarà fatto!» rispose Adam
«Coraggio Adam! È una dura notte per tutti!» lo schernì Flack vedendo lo sguardo del tecnico di laboratorio assonnato.
 
Jo e Sheldon correvano nel corridoio del laboratorio verso gli ascensori
«Jo rallenta! Nel tuo stato devi andare con calma! Vuoi che la bambina nasca in anticipo?»
«No ma dobbiamo muoverci!» disse Jo rallentando un po’ «Jaime mi ha detto che il signor Simmons non era al museo dalle sette e mezza alle otto e mezza! È il solo oltre al custode ad avere le chiavi d’accesso! Alle nove sono morti i Martini, ma il tutto è cominciato almeno un’ora prima! Voglio interrogarlo e subito!»
Sheldon sbuffò «Perché non lo lasci fare a Mac?»
«Perché è impegnato con la ragazza di Dean!»
 
 Mac guardava la ragazza sorpreso
«Mi stai dicendo che lo ha fatto per scommessa?»
«Sì e posso assicurarvi che non soffriva di malattie cardiache! Perciò, quando il suo collega mi ha detto che era stato un infarto, mi sono insospettita! Secondo gli accordi, ci saremmo dovuti chiamare all’una per sapere se era tutto a posto e la mattina alle dieci sarei dovuta recarmi al museo!»
Flack sospirò «Qui a New York non avevate rivali o…»
«No! La scommessa era tra amici! Due sono partiti ieri per Londra mentre uno vive qui e…»
«E?» disse Flack perplesso
«E lavora al museo!»
«Come si chiama?» chiese Mac
«George Simmons!» rispose la ragazza.
Mac e Flack si guardarono con uno sguardo di intesa
«Guarda caso mancava al museo!» disse Mac
«George è sospettato?!» chiese esterrefatta la ragazza.
 
Jo e Sheldon erano con Simmons nella sala degli interrogatori vicino a quella dove c’erano Mac e Flack. Jaime si era unita a loro e ascoltava pazientemente le risposte dell’interrogato
«Sono sicuro che troverete il vero responsabile!» disse Simmons terminando la sua risposta
«Lei dovrebbe essere al museo a lavorare dalla mattina presto alla sera tardi… si occupa dei calchi di gesso, è esatto?» chiese Jo
«Sì! Sono convinto che il vero responsabile verrà trovato! Io ero uscito a mangiare un boccone! Ho lasciato tutto nelle mani del mio assistente Frank Miller!»
Jaime vide Mac entrare con Flack
«Parliamo di scommesse Simmons!» esclamò Mac «Abbiamo appena lasciato andare la fidanzata di Dean, uno dei tuoi migliori amici. Come pensavi di pagare in caso avesse vinto la scommessa?»
Simmons sbatté gli occhi «Non credo di aver capito dove voglia arrivare!»
Mac guardò Jo chiedergli spiegazioni con lo sguardo e disse «Hai un problema economico! Stai per essere licenziato e c’è il mutuo della casa da pagare! La Sterlina è una moneta più forte del Dollaro!» Simmons lo guardò «Tu e due dei tuoi amici inglesi avete scommesso che Dean non sarebbe rimasto nel museo per la notte! Come pensavi di pagare la tua quota?»
«3334 Sterline!» esclamò Simmons «Io dovevo pagare 3334 Sterline!» si portò le mani al viso «Sono semplicemente costernato dal fatto che tutto sia accaduto nel museo! Sono consapevole che i sospetti portino a me e io non mi stancherò di ripetervi che sono innocente!»
 
Adam guardava l’orologio «Dove sei Mac?»
Mac entrò in laboratorio «Trovato nulla sulla camicia da notte della piccola?»
«Solo il DNA dei genitori e tracce di cera… Sono le dieci! Non pensi che Christine abbia già abbastanza da fare con i tuoi figli? Per quanto vuoi lasciarle la responsabilità di quella bambina?!»
Mac disse «Infilati la giacca! Andiamo a prendere la bambina!»
Mac posteggiò sotto casa «Pronto ad entrare e a vederla per la prima volta?»
«Cosa vuoi dire?» chiese Adam
«Ma come?!» esclamò Mac «Hai detto che ti sarebbe piaciuto adottare un bambino!»
«Credevo che l’assistente sociale volesse che la adottaste tu e Christine!»
Mac scese dall’auto e Adam lo seguì «Non posso adottarla io! Ci sono due bambini piccoli in casa e sono figli miei! Non voglio che né lei né loro siano gelosi!»
Adam annuì «L’assistente sociale cosa ha detto?»
«Che potevo o adottarla o aiutarlo a trovare qualcuno di affidabile che potesse farlo! Stella mi ha detto che avevate intenzione di adottare un bambino! Anche se lei non c’è più, puoi farlo tu!»
Adam seguì Mac per le scale «Ma lei si è affezionata a te!»
«Mi vede come il suo protettore attuale! Hai conquistato due bambine al distretto una volta! Se hanno smesso di giocare con la PSP e ti hanno ascoltato, vuol dire che ci sai fare!» disse Mac aprendo la porta di casa
«Buongiorno Mac!» esclamò Christine «Ciao Adam!»
Adam sorrise mentre Mac baciava delicatamente Christine
«È sveglia la bambina?» chiese Mac
«Sì e ha già fatto colazione!»
Adam entrò timidamente nell’appartamento.
Cristina era seduta al tavolo e sorrise vedendo entrare Mac «Ciao!»
Mac si avvicinò alla bambina «Ciao piccola!»
Adam lo seguì «Ciao Cristina! Io sono Adam, un amico di Mac!» disse sedendosi a tavola con lei.
La bambina rise «Assomigli tanto al mio papà!»
Mac guardò Adam scoppiare a ridere imbarazzato.
«Cosa ho detto?» chiese Cristina «Sei diventato tutto rosso!»
 
Flack entrò con Jaime nel laboratorio dove lavorava Simmons
«Questa puzza di cera è insopportabile!» disse Jaime
«A saperlo mi portavo Danny!» esclamò Flack «Di recente ti lamenti troppo dei posti dove andiamo: “E questo mi dà fastidio!” “E che puzza!” “Ma perché non c’è mai una scena del crimine meno incasinata?!” Si può sapere che ti prende? Non sei mai stata così!»
Jaime guardò un calco di gesso appoggiato sul tavolo e ricercò il modello originale tra quelli disponibili.
Flack fece accidentalmente cadere un barattolo vi vetro contenete una mano, il liquido si rovesciò a terra e si chinò per raccogliere la mano caduta «Jaime! Chiama Lindsay che sta controllando con altri due poliziotti il piano di sopra! Questa non è una mano di cera!»
 
Adam e Cristina stavano ridendo seduti nell’ufficio di Mac
«Davvero tu non sei un poliziotto?» chiese la bambina
«Davvero! La mia fidanzata lo era!»
«Come si chiamava?» chiese la bambina
«Stella!»
«Era italiana?» chiese la piccola giocando con una barchetta di carta
«Per metà!» sorrise Adam
«Lo sai che io lo parlo l’Italiano?» sorrise Cristina «A scuola e con tutti parlo Americano, ma con mamma e papà parlo solo Italiano! Mamma mi sta insegnando anche a scrivere!»
Mac sospirò «Tu non ricordi nulla di quello che è successo quando ti ho trovata?»
«Mi ricordo solo che mamma mi ha svegliata e mi ha nascosta sotto la cucina! Ho sentito delle grida! Credo fosse il mio papà! Qualcuno gli stava facendo male! Mamma aveva il telefono in mano e cercava di chiamare qualcuno! Un uomo la fatta cadere a terra e l’ha trascinata in bagno!» la bambina cominciò a tremare «C’è stato silenzio poi ho sentito qualcosa cigolare e uno strano rumore! Non cos’era!»
Adam guardò la bambina «Perché non andiamo a fare una passeggiata nel parco? Ti compro lo zucchero filato e diamo da mangiare alle anatre!»
Mac annuì «Vai con Adam! Continuiamo a parlare dopo!»
«Non mi piace parlare di queste cose!» tremò la bambina «Ho paura a parlarne! Non voglio che l’uomo con la mano di ferro venga a prendermi!»
«Mano di ferro?» chiese Mac
«Sì! Ha preso la mia mamma per un piede e…» Cristina cominciò a piangere «Poi il coltello e…»
Mac si alzò dalla scrivania e si inginocchiò davanti a lei e Adam la abbracciava da dietro
«Andrà tutto bene!» le sorrise Adam «Nessuno ti farà del male! Mac e io non lo permetteremo!»
La bambina abbracciò Mac e Adam singhiozzando «Ho tanta paura! Se poi viene a prendermi?»
«Lo riempiremo di calci nel popò!» disse Adam.
 
Lindsay si sentì mancare «Non sto scherzando! Questa statua in realtà è…»
Danny le arrivò alle spalle e le prese una mano «Come fai a dirlo?»
«Guarda la mano Danny! Le ho preso un pezzo di un unghia ed è risultato che si tratta veramente di cheratina! Ci sono pure le impronte digitali e hanno un riscontro!»
Jaime comparve trafelata nella stanza
«Finalmente vi ho trovati! Flack nel laboratorio ha trovato una mano in un barattolo!»
«Noi un corpo intero!» disse Danny indicando la statua
«State scherzando?  La statua in realtà è…» Jaime rabbrividì «Vado ad informare Jo!»
Jo era con Sheldon in ufficio quando ricevette la telefonata
«Mio Dio!» esclamò sconcertata «Arrivo subito! Cosa mi dite dell’assistente di Simmons? Lo avete trovato?»
«No, Jo!» disse Jaime con rammarico «Flack continuerà a cercare!»
 
Adam teneva per mano Cristina «Com’è lo zucchero filato?»
«Buono! Grazie Adam!» sorrise Cristina «Ora che i miei genitori non ci sono più, io dove andrò a vivere?»
«Credo che un assistente sociale si prenderà cura di te!»
Cristina guardò Adam «Ma non posso restare con Mac oppure con te?»
«Beh, non dipende né da me né da Mac! Bisogna vedere cosa sceglie l’assistente sociale!»
«Ma tu sei simpatico e Mac è forte! Io voglio restare con uno di voi!» si lamentò la bambina
«Vorrei tanto anche io che tu potessi restare con me! Prima che Stella se ne andasse e prima di scoprire che sarei diventato padre, ci avevano ritenuti idonei per un’adozione!»
«Non voglio andare in un orfanotrofio! Ti prego!» disse la bambina fermandosi in mezzo al vialetto del parco.
Qualcosa attirò l’attenzione della bambina che cominciò ad ansimare e Adam si voltò verso il punto in cui Cristina stava guardando «Cosa succede?»
«È lui è qui! L’uomo dalla mano d’acciaio!» disse la piccola stringendosi ad Adam
«Sei sicura che non sia la tua immaginazione?» Adam notò che nel vialetto non c’era nessuno e guardò l’uomo che Cristina fissava «Solo perché quel signore è vestito di nero e ha un’aria minacciosa non vuol dire che sia l’uomo che ha fatto del male ai tuoi genitori!»
«È venuto per me!» la bambina era pietrificata.
L’uomo vestito di nero fece qualche passo veloce in avanti e scoprì una mano e Adam notò che brillava alla luce del sole
«Aggrappati a me!» disse sollevando da terra la bambina e cominciando a correre.
L’uomo che li seguiva ed era molto veloce, Adam raggiunse il cellulare e compose il 911
«Sono Adam Ross! Mi sta inseguendo un uomo vestito di scuro a Central Park! Vuole uccidere me e la testimone del caso Martini!»
Adam tagliò per un prato e si nascose tra le piante
«Ho paura Adam!»
«Tranquilla! Rastrelleranno tutto il parco per trovarci! Siamo al sicuro!»
L’uomo vestito di nero fece qualche passo nella loro direzione e Cristina cominciò a piangere stringendosi ad Adam. L’uomo spostò uno dei rami e trovò il nascondiglio di Adam e Cristina.
Adam spinse la bambina verso la vegetazione più fitta «Corri Cristina!»
La bambina cominciò ad addentrarsi nei cespugli e raggiunse un vialetto pieno di persone
«Aiuto!» si mise a gridare «Vogliono ucciderci! Chiamate la polizia!»
Mac e Sheldon stavano passando in quel momento
«Cristina! Cosa è successo? Dov’è Adam?» chiese Mac
La bambina indicò loro il vialetto ombroso
«Fate presto! L’uomo con la mano d’acciaio ci aveva appena trovati!»
Mac e Flack lasciarono la bambina con uno degli agenti e corsero nel vialetto.
Adam si era arrampicato su un albero e sotto di lui c’era l’uomo vestito di nero con la mano destra d’acciaio.
Flack puntò la pistola «Polizia di New York! Voltati e tieni le mani bene in vista!»
L’uomo si voltò e rivelò il suo volto sfigurato ridendo
«Frank Miller! Sei in arresto per l’omicidio dei Martini, per il tentato omicidio di Cristina Martini e Adam Ross!» sentenziò Mac.
Frank Miller sorrise «Non avete niente! Niente!»
«Qualunque cosa dirai potrà essere usata in tribunale contro di te!» disse Flack avvicinandosi.
Frank Miller sorrise «Non andrò in prigione!» e si lanciò su Flack.
Mac lo prese da dietro e gli saltò addosso, ma Flack non si alzò da terra.
«Flack!» strillò Adam scendendo dall’albero e voltandosi verso Mac alle prese con Miller «Lo hai ammanettato Mac?»
«Sì! Ora lo alzo in piedi!» disse spostando Frank Miller e schiacciandolo contro l’albero «Brutto Stronzo!» Mac era pallido e si contorse con una smorfia di dolore.
Adam esaminò Flack «Don stai tranquillo! Ora arriva l’ambulanza!» si volse verso Mac «Quell’orrenda cosa ha colpito Don nello stomaco! Chiama i rinforzi Mac!» solo allora si accorse che Mac piangeva dal dolore e teneva fermo Miller contro il tronco a fatica «Mac stai sanguinando sul fianco!»
«Prendi la trasmittente Adam!» singhiozzò Mac.
 Adam si avvicinò a Mac e gli sfilò la trasmittente dalla cintura
«Abbiamo bisogno di rinforzi e due ambulanze!»
 
Mac camminava nel corridoio del distretto
«Mac cosa fai qui?» domandò Jo «Dovresti essere a casa a riposare!»
«La ferita è meno grave di quello che sembra! Era parecchio che qualcuno non mi accoltellava!» disse Mac.
Jo ispezionò il fianco di Mac «Cosa mi dici di Flack?»
«Sta meglio! Jaime si è preoccupata molto!»
«Tra quanto lo dimetteranno?» chiese Jo guardando Mac che cercava di sistemarsi la camicia
«Penso che mercoledì dovrebbe già essere a casa!» disse Mac sobbalzando appena Jo gli prese la mano per fermarlo
«Cosa mi dici di quel pazzo?»
«Ha confessato gli omicidi! Ora si svela il mistero di perché alcune statue non potevano essere fotografate! Peyton e Angela sono impegnate a sistemare il tutto e Sheldon le aiuta, è di buon cuore!»
Mac osservò le mani veloci di Jo infilargli la camicia nei pantaloni.
«La piccola Cristina?»
Mac sorrise «Resta con Adam! Gli assistenti sociali hanno dato il via alle pratiche! Come sono andate le tue ultime analisi?»
«Bene! È tutto nella norma!» sorrise Jo «Sheldon è costantemente preoccupato che possa succedermi qualcosa e mi prega tutti i giorni di smettere di lavorare!»
Mac sorrise «Ci parlo io! Con Christine è stato difficile all’inizio, anche se non lo davo a vedere, ma da quando abbiamo lavorato insieme so che è in gamba e che non si caccerà nei guai!»
«Sheldon sa come lavoro! Sono quattro anni che lo sa! Parlaci per favore!»
«Lo farò!» sorrise Mac abbracciando Jo «Grazie per la camicia!»
«Vai da Christine! Hai un nuovo segno sulla pelle da spiegare!» scherzò Jo.
 
Adam aprì la porta di casa «Eccoci arrivati! Mettiti a tuo agio!»
Cristina entrò nella casa e sorrise «È bello qui! Mi piace! Saremo solo io e te?»
«Sì! Solo noi due!» sorrise Adam «Vuoi vedere la tua camera?»
«Sì!» sorrise Cristina
«Adesso è un po’ bruttina, ma presto sarà la cameretta dei tuoi sogni!» disse Adam guidandola nell’anticamera «A te l’onore di aprire la porta!»
Cristina abbassò la maniglia e si ritrovò nella stanza con più finestre nella casa con un letto singolo nell’angolo a destra
«Mi piace! Però voglio dei giocattoli e un tavolo per disegnare!»
«Principessa, tutto quello che vuoi sarà realizzato!» disse Adam prendendola in braccio «E adesso mi aiuti a preparare la cena?»
 
Christine guardava Mac seduto con lei a tavola a cena
«Sei silenzioso sta sera! Qualcosa non va?»
«Abbiamo arrestato l’assassino dei genitori di Cristina e del ragazzo al museo! Flack è in ospedale e sarà dimesso tra qualche giorno e io sono un po’ preoccupato, tutto qui!»
Christine osservò il fianco di Mac «Sotto la camicia cos’hai?»
«Un graffio!»
«Quanti punti ti hanno dato?» chiese Christine
«Sei! Non potrò farmi la doccia stasera il che significa che starò in bagno per diverso tempo!»
Christine corrugò la fronte «Puoi anche scordartelo! Ho bisogno anche io del bagno! Dove vado a cambiare i bambini?»
Mac sorrise «Ci organizzeremo!»
«Tu farai la doccia! Che ti piaccia o no!» disse Christine alzandosi da tavola e prendendo la pellicola da cucina «Ecco come farai!»
«Da solo non riuscirò mai a mettermela!»
«Ti aiuto io! Andiamo in camera!» Christine prese la mano di Mac e lo accompagnò per tutto il percorso fino alla camera da letto «Siediti e togliti la camicia!»
Mac guardò Christine fissare la pellicola sulla garza con del nastro isolante per poi alzarsi ed esclamare «Vado dai bambini! Quando hai finito bussa alla porta della loro camera!»
Mac si avvicinò al cassettone antico e prese l’occorrente per cambiarsi e andò ad accendere l’acqua della doccia. Ritornò in camera con l’asciugamano e terminò di spogliarsi per poi tornare in bagno con l’asciugamano in vita ed entrò nella doccia.
Due mani gli si posarono sulle spalle
«Sorpresa!»
«Christine?! Cosa fai qui dentro? I bambini?» chiese Mac sorpreso
«Dormono!»
«E se si svegliano?» domandò voltandosi verso di lei
«Staranno per dieci minuti da soli!» sorrise Christine «Girati o non ti lavo la schiena!»
Mac sorrise «Signora Taylor, ti sei appena cacciata nei guai!» si avvicinò a lei e la baciò
«Ti ricordo che anche io ho il potere di arrestarti, Tenente!» disse lei staccandosi e tirandolo con sé sotto il getto d’acqua «Hai il diritto di rimanere in silenzio!» Christine lo baciò e lo abbracciò «Cosa facciamo adesso? Doccia oppure…»
Mac le stava già baciando il collo «Secondo te?» le sussurrò.
Christine sorrise «Ho capito!»
La porta del bagno si aprì di scatto ed entrambi sobbalzarono
«Papà!» urlò Christine «Cosa ci fai qui?!»
«Non rispondi al telefono, non rispondi al citofono, lui non risponde e io mi preoccupo!» urlò l’uomo.
Mac era visibilmente imbarazzato «Christine, potresti uscire?»
Il padre di Christine osservò Mac negli occhi
«Vi conviene stare più attenti tra qualche anno! La porta potrebbe aprirla uno dei gemelli!»
Mac guardò il vetro trasparente della doccia aprirsi e Christine gli sussurrò «Mi dispiace!»
 
Flack e Jaime erano insieme all’ospedale
«Vai a casa a riposare! Non c’è bisogno che resti qui! Sono al sicuro!» cercò di convincerla Flack
«Don, non vado da nessuna parte! Tu sei la cosa più importante per me! Non passerai la notte da solo in questa camera!»
«Non voglio che tu la passi su quella sedia!» disse Flack
«Ma è ridicolo! Ti preoccupi per come dormirò io su questa sedia? Ti ricordo che ti hanno accoltellato! E io…»
«Lo so che hai avuto paura! Ne ho avuta anche io! Credevo per un momento che non ti avrei più rivisto! Se Mac non fosse intervenuto a quest’ora…»
Jaime gli posò l’indice sulle labbra
«Non pensare neanche una cosa del genere! Sei vivo! Questo è quello che conta!»
Flack sorrise e guardò Jaime alzarsi dal bordo del letto, per prendere la sedia accanto alla porta, sospirò arrendendosi e Jaime si sedette sulla sedia.  
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > CSI - New York / Vai alla pagina dell'autore: alicew in wonderland